VERDE TIME

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giovedì 22 giugno 2017

RICONOSCERE LE BACCHE AUTUNNALI SPONTANEE

Bacche di piante autoctone tossiche e velenose



Urge un bel ripassino sui frutti di fine estate e autunnali, che spero sia utile anche a voi, dato che boschi si riempiono di bacche colorate, alcune eduli, altre velenose.





Salsapariglia (Smilax aspera): è una piccola erba rampicante  spinosetta,  una monocotiledone come l’aglio e gli iris per intenderci. Le sue bacche mature sono rosso vivo e ci arrivano passando dal verde, al giallo, all’arancio. I più esperti raccolgono in primavera i suoi getti come gli asparagi, ma il consiglio  generale che do è quello di evitare questa pianta per la sua tossicità.




Tamaro (Tamus communis) anche questa è una pianta erbacea rampicante, ma essendo una dicotiledone, le nervature delle sue foglie sono “normali” ovvero si diramano da una nervatura centrale. Le sue bacche sono riunite in gruppi che li fanno somigliare a grappoli. Le bacche rosse sono velenose e non vanno assolutamente consumate. Anche i giovani germogli della pianta sono raccolti come gli asparagi.




Caprifoglio, madreselva (Lonicera caprifolium): un’altra pianta rampicante, legnosa questa volta, capace di “strangolare” le piante che utilizza come supporto. I suoi fiori profumatissimi le hanno fatto guadagnare un posto d’onore nei giardini. Le piccole bacche rosse o arancio che spuntano in autunno, sono velenose.




Berretta del pretefusaggine (Euonymus europaeus ) è un arbusto che io ho sempre trovato nei prati stabili di pianura, oppure nei boschi. Tutte le parti della pianta sono velenose e i frutti non sono vere e proprie bacche, ma si aprono a mostrare dei semi carnosi: l’ingestione di pochi dei bellissimi semi può risultare mortale, agendo come purgativo violento. Per via esterna, il decotto della pianta è disinfettante e tiene lontani e parassiti. Velenosissima.




Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) : ecco un albero dalle bellissime bacche arancio vivo. L’ho messo tra le piante velenose, perché se non sono trasformati con la cottura, i frutti sono tossici, soprattutto per il contenuto di acido cianidrico e per la presenza di sostanze lassative. Non capisco chi dice di consumarlo cotto per sfruttare la vitamina C che contiene, quando la vitamina C è termolabile e sparisce con la cottura.




Piracanta (Pyrachanta coccinea): anche se si trova spesso nei giardini come ornamentale, la piracanta è una pianta spontanea e a volte le sue bacche arancioni colorano i boschi. Sono amare e astringenti, non commestibili da crude, un po' come il sorbo qui sopra. I semi sono velenosissimi e contengono glicosidi cianogenetici: meglio eliminarli se volete seguire alcune ricette che ho trovato in rete e farne conserve. Io eviterei.


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