L’anemone, appartiene alla famiglia delle ranuncolaceae, è originaria dell’Europa e dell’Asia orientale, anche se alcune specie nascono spontanee in Sudafrica e in Sud America. E’ possibile trovarle facilmente, allo stato spontaneo, nei sottoboschi perché prediligono i posti umidi, sono piante che amano poco la luce diretta dei raggi solari. Il suo nome deriva dal termine anemos che significa vento, le fu attribuito da Teofrasto, filosofo e botanico greco (371 – 287 a.C), a causa del tremolio dei fiori ad ogni minimo soffio di vento. Lo stesso Teofrasto oltre a dare il nome al fiore, suddivise gli amemoni in tre diverse categorie: il montano, che fiorisce alla fine della primavera; il pratese, che fiorisce in piena estate e, il sativo i cui fiori sbocciano dagli ultimi giorni d’inverno per tutta la stagione primaverile. Qualche secolo più tardi un altro botanico, medico, farmacista greco, Dioscoride (40 – 90 d.C.), ne individuò altre due specie: il silvestre e l’ortense.
In latino, invece, il nome anemone significa “soffio vitale” per via della breve durata dei fiori.
Storia e simbologia
Tra le specie più conosciute, ai giorni nostri, vi sono: l’anemone nemorosa, che fiorisce in primavera, nei sottoboschi il cui fiori possono essere bianchi, bluastri o rosa; l’anemonejaponica, che fiorisce tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno; l’anemone coronaria, una qualità coltivata per la produzione i suoi fiori, resistete al freddo, i cui fiori, molto numerosi, possono essere semplici o doppi e di vario colore: bianco, rosso, blu, violetto ecc; l’anemone fulgens dai fiori di colore rosso sgargiante.
Per quanto riguarda tutti gli anemoni dai fiori di colore rosso vivo, la tradizione cristiana narra che essi nacquero dalla gocce di sangue cadute ai piedi della croce di Cristo.Andando indietro nel tempo, per gli Egizi l’anemone era il simbolo della malattia, mentre per gli etruschi era il fiore dei morti, ancora oggi le più estese distese di anemone coronaria, di color azzurro pallido, ricoprono le necropoli etrusche vicino Tarquinia.
Nella mitologia greca Anemone era una bellissima ninfa della corte di Flora (dea della vegetazione e dei fiori) che aveva fatto innamorare due venti Zefiro, il leggiadro vento primaverile, e Borea, il freddo vento di tramontana. I due venti essendo in competizione iniziarono a lottare tra di loro per contendersi il cuore della loro amata Anemone ma, così facendo scatenarono bufere e tempeste. Flora, risentita e ingelosita, decise di scagliare un incantesimo su Anemone trasformandola in un fiore bellissimo e legandola, in questo modo, ai sui spasimanti per sempre. Infatti la corte di Zefiro, vento di primavera, l’avrebbe fatta schiudere e le carezza di Borea, vento freddo, le avrebbe fatto disperdere precocemente i petali. Per questo motivo mitologico l’anemone è un fiore di brevissima durata.Nel linguaggio dei fiori e delle piante chi lo regala vuole esprimere il proprio senso di abbandono o di amore tradito. Il fiore è adatto per essere regalato ad un amico ad un fratello al proprio/a compagno/a quando ci si sente trascurati e si vorrebbero più attenzioni. In tutte le culture, in passato come al giorno d’oggi, per via della sua fragilità e della sua delicatezza, l’anemone è sempre stato considerato il simbolo dell’abbandono, della brevità delle gioie d’amore e dell’instabilità dei sentimenti.
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