Sbuca gioiosa nei giardini, a prima vista può sembrare una grande farfalla, in realtà è un fiore. Un fiore insolito, come insolito è il suo nome dovuto al caratteristico colore maculato del centro del fiore proprio come il manto della tigre.
La Tigridia è una pianta ornamentale originaria dell’America centrale e del Messico che viene coltivata a scopo ornamentale per per la bellezza dei suoi fiori che decorano aiuole e fioriere dall’inizio dell’estate fino all’autunno inoltrato. E’ una pianta molto resistente alle alte temperature e generalmente si coltivata in piena terra in giardino ma può essere coltivata anche in vaso.
Si tratta di una bulbosa la cui altezza varia da 40-70 cm, è caratterizzata da foglie appuntite, lanceolate e solcate, di colore verde brillante che formano caratteristici cespugli. Dal bulbo si originano steli coriacei alti in media 50 centimetri e avvolti da foglie allungate lanceolate di colore verde molto simili a quelle dei gladioli.
Ogni stelo sviluppa dai 6 agli 8 bellissimi fiori il cui diametro misura 10 cm; sono composti da tre tepali grandi con piccole macchie all’interno e tre petali più piccoli e maculati. Il colore varia dal bianco al giallo carico, dal rosa al rosso rubino. Il centro del fiore è invece maculato e ricorda quello delle orchidee.
I fiori durano un solo giorno, ma ne vengono prodotti continuamente dei nuovi: uno stesso fusto porta 6-8 fiori con apertura scalare.
La Tigridia chiamata anche “Fior di tigre” è una pianta che appartiene alla famiglia delle Iridacaee. Ci sono 35 specie del genere Tigridia, tra cui specie che producono fiori a forma di campana o fiori simili all’iris.
La specie più nota è la Tigridia pavonia, una specie semirustica, che produce fiori molto ornamentali dai colori vivaci ma che durano un solo giorno. Le decorazioni dei fiori ricordano il manto di una tigre e le piume di un pavone. Lo stesso stelo porta più fiori (6-8) che sbocciano in tempi successivi prolungando così la fioritura della pianta.
La Tigrida pavonia è originaria del Messico e la sua altezza è compresa tra i 40 ai 70 centimetri. E’ caratterizzata da foglie, appuntite, lanceolate e segnate da scanalature. I fiori sbocciano tra luglio e settembre sono di colore giallo-bruni ed arrivano a misurare anche 10 centimetri. I suoi fiori si aprono la mattina presto e si chiudono verso le 5 di sera quando il crepuscolo inizia a calare ma da ogni bulbo germogliano più fiori (dai sei agli otto fiori che sbocciano in tempi successivi da giugno a settembre) quindi la fioritura si protrae per un periodo abbastanza lungo. Nelle nostre zone la Tigrida Pavonia è coltivata come bulbosa estiva, fiorisce in vari colori dal rosso al giallo al rosa al crema ma hanno tutti il denominatore comune della zona centrale a disegno maculato.
Della specie Pavonia ci sono tante cultivar di diversi colori: giallo, rosa, lilla, rosso, arancio o anche completamente bianca.
La varietà Liliacea è a fiori rosso-porpora variegati di bianco, la Tigrida Pavonia Lutea produce fiori gialli mentre Tigrida violacea li ha viola, la Tigrida Rubra produce fiori arancio-rossi, Tigrida atrata è caratterizzata dai giori porpora e Tigrida pringlei dalle più grandi macchie cremisi, la varietà Tigrida Cenariensis produce fiori gialli e la mentre la varietà Speciosa ha fiori scarlatti. I fiori durano solo un giorno, dall’alba alle 5 del pomeriggio.
Il pezzo forte della Tigrida sono i suoi fiori. Il periodo di fioritura va da luglio a settembre.
I fiori iniziano ad apparire la sera prima della fioritura, si aprono la mattina presto nei giorni di sole e più tardi nei giorni nuvolosi. In alcune specie il fiore resta aperto per alcune ore e in altri dura fino al tramonto, poi appassisce. I fiori più colorati sono quelli della specie Tigridia pavonia, in rosso, bianco, rosa, rosa, arancione. Questa specie ha anche i fiori più grandi del genere. Nelle altre specie di Tigridia i fiori sono più piccoli e di colore più opaco.
Le piante che crescono dai semi fioriscono nel primo anno dopo la semina.
La Tigridia è perfetta per essere coltivata in bordure ed aiuole, dove si manifesterà al meglio della sua bellezza sia come fiore singolo sia consociato ad altre bulbose a fioritura estiva.
Le piante di Tigridia vanno messe a dimora in primavera, nel periodo compreso tra fine aprile ed inizio maggio, quando è scongiurata la minaccia del gelo, vanno sotterrate a 10 cm di profondità, in un terreno di medio impasto, ben drenato o piuttosto sciolto, ma abbastanza umido e fertile, concimato con sostanza organica. In autunno si tolgono i bulbi dal terreno e si conservano in un luogo fresco, asciutto e riscaldato fino alla primavera successiva. Per avere una fioritura precoce si piantano i bulbi all’inizio di aprile in vasi e si tengono in serra o in casa in un luogo caldo.
E’ bene scegliere una collocazione in pieno sole.
Nella coltivazione della Tigridia occorre tenere presente che queste piante hanno un’ottima resistenza alle alte temperature e tutte le specie richiedono il pieno sole. Per uno sviluppo ottimale la Tigridia si deve annaffiare regolarmente in particolare durante l’ estate.
L’elemento più importante di cura è l’allentamento del terreno da farsi almeno una volta ogni due settimane, preferibilmente dopo l’irrigazione.
Se si seguono le esigenze colturali le Tigridie sono piante che vivono a lungo. La Tigridia non tollera il freddo non va esposta a temperature inferiori ai 5 °C ; nelle regioni settentrionali in autunno i bulbi vanno tolti dal terreno i bulbi e vanno conservati in una ambiente tiepido, in sabbia asciutta o torba; se il clima invernale è mite e asciutto i bulbi possono essere lasciati indisturbati in loco, senza innaffiare, proteggendoli con uno strato di foglie secche o una stuoia. La Tigridia ama i luoghi soleggiati e riparati dal vento ma si sviluppa ben anche a mezz’ombra.
Preferisce una posizione soleggiata o al massimo a mezz’ombra.
La pianta prende il nome dal medico spagnolo Joseph Pavon, che l’ha descritta nel 18 ° secolo. Era usata dagli Aztechia scopo terapeutico. I primi colonialisti europei d’America consideravano La Tigridia un tulipano locale originale.
I bulbi di Tigridia arrostiti sono commestibili e sono stati largamente utilizzati dagli indiani d’America. Ha un sapore simile alla castagna.
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