Hildegard von Bingen (1098-1179) mistica benedettina meglio nota come Santa Ildegarda, studiosa di medicina e riteneva questa pianta un rimedio per tutta una serie di malattie e questo rappresenta, a mio avviso, il supervalido motivo per coltivarla.
Si chiama, e il nome la dice già lunga su di lei, Calendula officinalis ed è una pianta annuale molto rustica e di piccola taglia ridotta ( la sua altezza va dai 20 a 50 cm).
Produce fiori, una volta al mese durante tutta l’estate fino a novembre, che sono molto simili a quelli della margherita con la corolla che può essere semplice o doppia che può raggiungere i 10 cm di diametro. Il fogliame, fitto e di un bel verde brillante. La cadenza mensile della fioritura per alcuni da l’origine al nome ricordando le calendae romane, che indicano per antonomasia una ricorrenza mensile, nella fattispecie la rifioritura regolare della pianta, secondo altri il nome deriverebbe per le proprietà emmenagoghe (stimolo delle mestruazioni).L’origine della Calendula Officinalis è ignota in quanto non è mai stata individuata allo stato spontaneo; si pensa che sia originaria del Marocco o che derivi da una specie diffusa nell’Europa meridionale e che giunge sino alla Persia e all’Arabia: la Calendula Arvensis. E’ diffusa ovunque proprio per la fioritura ripetuta che arriva fino a novembre e la rende perfetta per scopo decorativo. E’ possibile esemplari inselvatichiti in ambiente mediterraneo fra 0 e 600 m. sul livello del mare.
Ci sono numerosissimi ibridi sia ornamentali che officinali che si differenziano per le diverse dimensioni dei fiori, per il loro colore, per la taglia (ci sono varietà nane) e per la lunghezza dello stelo fiorale (ossia la varietà da fiore reciso).
La moltiplicazione della Calendula officinalis avviene per seme. Nelle zone a clima mite ossia nelle regioni meridionali e in Liguria la semina avviene in estate trapiantando o diradando le piantine in settembre-ottobre per la fioritura in novembre, che regala fiori più grandi rispetto alle fioriture estive date dalle piante ottenute nelle zone a clima rigido dove la semina è invece primaverile. Per le semine direttamente in campo o in giardino, si deve lavorare il terreno per eliminare la crosta superficiale, renderlo meno compatto e si deve unire della sostanza organica.I semi si trovano sotto la corolla del fiore aranciato ed hanno una forma a falce, quando il fiore appassisce e si secca sono facilmente visibili. Grazie alla loro forma restano parzialmente interrati con una punta rivolta verso l’esterno.
In appartamento si devono mettere i semi, prelevati direttamente dai fiori o acquistati, su un vaso riempito di terriccio, poi vanno coperti con uno strato di circa 1 cm di ulteriore terriccio e vanno abbondantemente innaffiati. Si devono lasciare i vasi esposti verso sud in maniera da garantire sole tutto il giorno. Le piantine appena germogliate si riconoscono facilmente per le due foglioline allungate, lineari e spesse come quelle dei girasoli.
Quando le giovani piantine saranno abbastanza robuste per poter essere manipolate vanno trapiantate in vasi singoli usando un terreno come indicato per le piante adulte e trattatele come tali. Dal momento della semina la pianta dura dai 3 ai 4 mesi.
La Calendula officinalis si trova spontaneamente nei prati e nei pascoli. Ha diverse proprietà medicinali, in Europa si utilizzano le preparazioni in caso di stati infiammatori della pelle e della membrana delle mucose, lievi bruciature e scottature solari. I capolini sono usati per tingere con varie sfumature di giallo tessuti delicati quali la seta e la lana.
I fiori di Calendula officinalis hanno effetti antispasmodici e cicatrizzanti. Il decotto prodotto con circa 50 g di fiori essiccati per litro d’acqua, è consigliato contro l’ulcera gastrica e l’afta; possiede effetti sudoripari e attenua e previene i dolori mestruali. Per il ciclo mestruale ha anche un effetto attenuante del flusso e regolarizzante per questo in molte zone è anche nota come oro di Maria forse le proprietà del suo infuso di alleviare i dolori mestruali. Viene a impiegata all’interno di prodotti antistaminici per le allergie causate dalla polvere e dagli acari. Nell’omeopatia la calendula viene consigliata anche in caso di ustioni, di cure dentarie e dopo il parto.
In dermocosmesi la calendula viene largamente impiegata come disinfiammante (in colliri e detergenti intimi) come nutriente e protettiva per la pelle e ha anche un effetto antiacneico.
Nell’impiego domestico i fiori secchi si fanno macerare in olio d’oliva (50g per mezzo litro) per produrre un rimedio per bruciature e ustioni. Viene usata anche come impacco decongestionante.
Le foglie della Calendula possono essere consumate come le normali insalate; i boccioli possono essere impiegati come sostituti dei capperi; i petali essiccati sono usati per aromatizzare l’aceto o trasformati in canditi. Della calendula si utilizzano tutte le parti della pianta che sono ricche di flavonoidi; oli essenziali (; carotenoidi e in particolare il Beta-carotene, licopene, luteina, xantine che conferiscono il caratteristico colore aranciato; alcoli triterpenici e saponosidi.
“Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche sono indicate a solo scopo informativo. Devono essere consigliate e prescritte dal medico.”
Per capire bene il significato di questa pianta occorre ricordare una leggenda che racconta che Afrodite, piange per la morte del suo amante Adone e le sue lacrime non appena toccavano terra si trasformavano in calendule. Nel linguaggio dei fiori la calendula rappresenta il dolore, il dispiacere e le pene d’amore. Personalmente interpreto la questione in un altro modo: le lacrime sono addolcite da questa pianta che le trasforma in fiore. La calendula è una cura per le pene d’amore quindi. Anche per quelle.
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