I lupini ornamentali sono piante da fiore perenni che in primavera regalano lunghe e vistose infiorescenze con fiori di colori forti e brillanti, unicolori o bicolori creando dei grossi cespi di grande effetto ornamentale.
I lupini sono molto rustici, estremamente vigorosi e di rapida crescita; il loro apparato radicale è ben sviluppato: hanno radici grosse, lunghe e carnose. Dopo la fecondazione che è prevalentemente autogamia, si formano lunghi legumi, eretti, addossati all’asse del racemo, pubescenti, schiacciati, contenenti numerosi semi. I semi sono grandi, bianchi, lenticolari, di diametro fino a 15 mm.
Le specie di lupini esistenti in natura possono essere erbacee annuali o perenni, ma anche piante legnose.
Nel primo gruppo troviamo in particolare le specie apprezzate prevalentemente come piante alimentari o da sfruttare in campo agricolo.
Le perenni sono invece maggiormente impiegate per la decorazione dei giardini.
Le legnose, poi, sono limitate nel numero ma di grande valore.
In tutti i casi i lupini sono inclusi in un genere che, nella scelta delle zone in cui crescere, ha preferito concentrarsi in alcune ampie aree, trascurandone completamente altre. Ad esempio si trovano nell’intero bacino del Mediterraneo, allargandosi all’Europa meridionale da un lato e all’Africa del nord dall’altro; nelle due Americhe con una netta preferenza per il versante del Pacifico, non ve ne è traccia invece in Asia e in Oceania, oltre che alla restante parte dell’Africa.
Le piante di lupini che vengono comunemente coltivate nel nostro continente appartengono a tre diverse specie: il lupino bianco, quello giallo e il lupino blu.
In Italia viene coltivata per usi commerciali quasi esclusivamente la varietà bianca perché si adatta facilmente anche ai terreni più inospitali. Si tratta di una pianta a portamento eretto annuale che può raggiungere anche il metro e mezzo d’altezza. La radice è di tipo fittonante ed è molto robusta. Ospita un gran numero di tubercoli globosi prodotti direttamente dal rizoma. Le foglie hanno un aspetto palmato e sono composte a loro volta da cinque o nove foglioline dalla forma ovata. I fiori sono bianchi e vistosi e si presentano raggruppati in racemi. La riproduzione avviene tramite seme, la talea non viene utilizzata frequentemente ma di rado. Si tratta di una pianta resistente alle malattie, ma soggetta al mal bianco.
Lupino nanus
E’ ideale per bordure a margine
Lupino polyphyllus
Perenne, ideale a crescita spontanea, tra l’erba alta Nella sua terra d’origine – dalla Columbia Britannica alla California – si innalza fino ad un metro e mezzo dal suolo mostrando i compatti e lunghi (60 cm) racemi di fiori, il cui colore varia fra il bianco e il blu, passando attraverso il rosa e il violetto; possiede un ottimo valore ornamentale è posseduto anche dalle foglie, suddivise in una dozzina o più di segmenti lunghi 15 cm, glabri sopra e ricoperti di peluria sericea sotto.
Lupino arboreus
Con un altissimo potere decorativo, ha spighe gialle che spesso continuano a fiorire anche nella prima parte dell’estate. Questa specie s’accompagna perfettamente, in giardini posti sulla costa marina, con altre fioriture delicate, come quelle di Rosa rugosa ‘Alba’, Bupleurum fruticosum, Olearia haastii, Cistus x corbariensis.il Lupino arboreus, quindi, s’inserisce bene nelle bordure arbustive oltre che in quelle miste con perenni, portando con sé il suo valore aggiunto: consolidare i pendii franosi fatti di suolo povero, specialmente sulle coste marine
Le più comuni piante perenni che oggi si trovano in commercio non sono specie, ma ibridi ottenuti incrociando L. polyphyllus con L. arboreus e forse anche con alcune specie annuali. Secondo alcuni esperti, gli incroci coinvolsero inoltre Lupino perennis, che differisce da Luino polyphyllus soprattutto perché la sua altezza è parecchio inferiore.
Le ibridazioni iniziarono i primi del Novecento per mano dell’inglese George Russell, che proseguì nelle sue sperimentazioni per un quarto di secolo, presentando sul mercato la produzione definitiva verso il 1937.
I cosiddetti “Russell Hybrids”, tutti accuratamente denominati, sono da un folto gruppo di piante che è stato suddiviso in varie categorie. I principali criteri di ripartizione, ovviamente, si riferiscono all’altezza e ai colori. Esistono dunque selezioni “nane”, con esemplari che raggiungono appena i 50-60 cm, cui si contrappongono selezioni “giganti”, che toccano e in qualche caso superano i 150 cm, anche se la maggioranza rimane fra i 70 e i 90 cm. Tutti questi cloni, moltiplicati per propagazione vegetativa, sono molto colorati, sfoggiano enormi infiorescenze, alte, compatte e di lunga durata.
I fiori, che sono grossi soprattutto nei petali superiori, hanno svariate colorazioni: si va dal bianco puro fino al blu-nerastro, attraverso i colori pastello di giallo, albicocca, rosa e arancione, senza dimenticare i più comuni toni di rosso, azzurro, lilla e viola. In alcuni casi le infiorescenze hanno un solo colore, in altri invece appaiono bicolori o multicolori.
Più recentemente sono stati ottenuti altri ibridi che, a differenza dei “Russell”, si possono propagare da seme: anch’essi sono molto fioriferi ed hanno un ottimo sviluppo, ma i loro predecessori risultano ancora superiori in qualità.
Succede spesso che si confondono gli esemplari da fiore con i Lupini alimentari (Lupinus termis, Lupinus albus, Lupinus luteus).
I Lupini alimentari sono veri e proprio ortaggi da granella dall’origine antica, si coltivavano già più di 2000 anni prima di Cristo nei territori del Nilo.
Già dal 1887 i lupino ornamentale non viene utilizzata solamente a scopi decorativi, ma anche per produrre un particolare caffè. Sono piante un po’ pretenzione, non tollerano questo, non gradiscono quello, anche se poi alla fine, trovata la formula giusta, le soddisfazioni non mancano. Gli storici della botanica raccontano che alcuni semi di lupino sono stati rinvenuti nelle tombe dei faraoni, anche perché è certo che gli Egizi ne coltivavano una specie (Lupinus termis) già 4.000 anni fa per uso alimentare.
Gli antichi Romani impiegavano la specie L. albus, per consumarne i semi proprio come si fa oggi con le arachidi o le caldarroste, i bambini o gli attori li usavano come finte monete, che con il trascorrere del tempo furono chiamate appunti lupini.
Un altro impiego di alcune specie eduli (cioè commestibile), come L. luteus, riguarda la tecnica agricola del sovescio, che sfrutta l’alto contenuto di sostanze azotate per arricchire il terreno con queste ultime.
Con i progressi dell’agricoltura e con i cambiamenti dei nostri gusti alimentari i lupini sembrano oggi orientati a deliziarci con la loro bellezza: in giardino.
Nel Lupinus sono contenute una serie di proteine con elevato potere allergizzante (epitopi), che possono essere causa di allergie alimentari anche gravi specie nella prima infanzia.
Il significato del Lupino lo si può ritrovare analizzando il suo nome, dal latino lupus, lupo (alludendo alla prerogativa che avrebbero alcune specie di ‘mangiare’ il suolo su cui crescono, esaurendolo in breve tempo), oppure dal greco lype (sofferenza o amarezza, con riferimento al sapore dei semi), oppure lo si può ritrovare guardandolo e vedendo che si tratta di un bellissimo fiore.
La scelta sta a cosa vede chi lo regala, di certo si tratta di un fiore bello e utile, forte e anche molto invadente. Ma di un’invadenza che fa piacere.
Nessun commento:
Posta un commento