VERDE TIME

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giovedì 10 novembre 2022

VERDE TIME LEZIONI DI GIARDINAGGIO : METODI ALTERNATIVI PER INNAFFIARE LE PIANTE GRASSE

 


Come si fa a resistere alla bellezza delle piante grasse? Una volta che si decide di acquistarne una, ci si ritrova subito a desiderarne delle altre! Tutte diverse, tutte bellissime e tutte accomunate dal vantaggio di essere resistenti e facili da curare.

Queste piante, infatti, nascono in ambienti aridi e soggetti a frequenti periodi di siccità; ecco perché hanno sviluppato una particolare resistenza alla mancanza d’acqua, che le rende delle specie molto apprezzate da chi non ha propriamente il cosiddetto “pollice verde”.

Pur avendo bisogno di poca acqua, è comunque importante provvedere alle innaffiatureprestando particolare attenzione alla varietà della pianta e alle sue esigenze specifiche.

In questo lezione, dunque, darò alcune dritte sui metodi alternativi per irrigare correttamente le nostre amate piante grasse. Quando è meglio innaffiarle e quanta acqua bisognerebbe utilizzare? 

In inverno generalmente le innaffiature risultano inutili (se non addirittura dannose), perché le piante grasse entrano in uno stato di riposo vegetativo che riprende la sua normale attività a primavera inoltrata. La loro particolare struttura le rende idonee a sopportare per mesi la mancanza di acqua.

Tuttavia, bisogna considerare che il periodo delle innaffiature può variare molto a seconda del clima in cui le piante vivono: chi risiede in un ambiente caratterizzato da inverni lunghi e rigidi potrà cominciare il periodo delle innaffiature verso aprile e interromperlo alla fine dell’estate. Viceversa, si potrà considerare l’inizio delle innaffiature già a fine marzo e interromperlo a ottobre.

Tra i fattori che influenzano l’irrigazione delle piante grasse ci sono:

  • la specie da irrigare
  • il periodo dell’anno
  • il materiale del vaso
  • l’esposizione al sole e la qualità dell’aria.

Per quanto riguarda la frequenza di irrigazione molto dipende dalla varietà in questione. Alcune piante grasse (come i lithops) hanno bisogno di pochissima acqua. Nel dubbio, meglio non innaffiare affatto: se si eccede con le innaffiature la pianta potrebbe marcire.

Per capire quando è arrivato il momento di irrigare si può osservare lo stato del terreno tra un’innaffiatura e l’altra: se al tocco risulta completamente asciutto e lungo i bordi del vaso il terreno presenta delle crepe, allora si potrà procedere con la consueta irrigazione. In caso contrario, meglio attendere ancora qualche altro giorno.

se le piante grasse sono coltivate in casa? In questo caso bisognerà valutare le condizioni climatiche degli ambienti interni, compresa la qualità dell’aria. Le piante grasse hanno un unico difetto: non tollerano il freddo e l’aria secca causata dai caloriferi.

Quindi, se sono posizionate vicino a un termosifone, allora potrai irrigarle una volta al mese con pochissima acqua. Se le piante, invece, sono posizionate in un ambiente privo di riscaldamento, allora potrai sospendere completamente le irrigazioni fino all’arrivo della primavera. Ora che conosci le regole base per l’irrigazione corretta delle piante grasse, è il momento di scoprire i metodi alternativi per un’innaffiatura a regola d’arte. Ricorda, però, di utilizzare un’ acqua a basso contenuto di calcare: le piante grasse sono perlopiù acidofile.

Utilizzare un tipo di acqua troppo dura potrebbe aumentare l’acidità del suolo, che diventerebbe inospitale per la pianta. Utilizza acqua distillata oppure acqua piovana raccolta precedentemente.

1. Irrigazione per immersione

Per le piante in vaso di piccola taglia consigliamo di irrigare utilizzando il metodo dell’immersione. Questo sistema consente di irrigare uniformemente il terreno evitando i dannosi ristagni sul fondo; inoltre consente alle radici di scendere verso il fondo del vaso, soprattutto se la pianta è stata rinvasata da poco tempo.

Per eseguire l’irrigazione per immersione procurati un secchio molto ampio e riempilo d’acqua. Inserisci il vaso nel secchio e attendi il tempo necessario.

La quantità ideale di acqua dovrà coprire un quarto del vasose il vaso è molto piccolo bastano 10 minuti di immersione. Per i vasi più grandi, puoi regolarti fino a 30 minuti. Trascorso il tempo d’immersione, lascia sgocciolare l’acqua in eccesso.

2. Annaffiatoio e materiali inerti

L’annaffiatoio resta un valido alleato per le piante in vaso di grossa taglia o per quelle coltivate in giardino senza vaso. In questo caso l’acqua dovrà essere versata delicatamente dall’alto, evitando di bagnare direttamente le foglie
Utilizzare troppa acqua, però, potrebbe intaccare le radici della pianta; dunque è buona norma usare dei materiali inerti in modo da ricoprire la superficie del substrato. Gli inerti non solo proteggono il suolo e le radici delle piante, ma limitano anche un’evaporazione eccessiva e subitanea.

Grazie agli inerti il terreno sottostante rimane umido ma non zuppo d’acqua e la pianta acquisisce il nutrimento poco per volta, aumentando l’intervallo tra un’innaffiatura e l’altra.

3. Nebulizzazione occasionale

Le piante grasse non hanno bisogno di essere nebulizzate. Tuttavia, puoi ricorrere alla nebulizzazione occasionale con un flacone spray per eseguire trattamenti speciali con fungicidi da contatto e per eliminare la polvere in eccesso che si deposita sulla superficie della pianta. Ovviamente, se ricorri alla nebulizzazione non sarà necessario irrigare anche il terreno.

In inverno evita di spolverare le tue piante grasse con questo metodoutilizza piuttosto un pennello asciutto a setole morbide. Attenzione, però, a spolverare le piante giuste! Alcune varietà sono naturalmente dotate di una polverina bianca sulle foglie. Essa funge da protezione: se la elimini rischi di intaccare la salute della tua piantina.

4. Terapia dell’acqua per piante grasse sofferenti

Hai notato che le foglie della tua piantina stanno seccando? Se è vero che bagnarle troppo spesso contribuisce al marciume delle radici, anche utilizzare troppa poca acqua può causarne la morte. Tuttavia, una pianta grassa stressata o danneggiata dal sole può essere facilmente recuperata con l’idroterapia.

Il metodo consiste nell’immersione delle radici in contenitore colmo d’acqua per circa 24/72 ore. La cosa fondamentale affinché la terapia funzioni bene è accertarsi di ripulire completamente le radici dal terreno. Utilizza un pennello a setole morbide e assicurati che in acqua ci siano solo le radici e non altre parti della pianta.

Prima di rinvasare la tua piantina lascia asciugare le radici all’aria, evitando di esporle al sole. Fai trascorrere alcuni giorni prima di ripiantarla e non commettere l’errore di innaffiarla subito. Attendi il tempo necessario per far sì che le radici attecchiscano bene nel terreno.

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