VERDE TIME

VERDE TIME

giovedì 28 febbraio 2019

VERDE TIME : LIMONE



Il Limone è un albero da frutto sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutaceae, può essere definito un ibrido naturale tra il Cedro e il Lime, ha origini asiatiche e più precisamente dell’India.

Il Limone è un albero perenne dalle foglie ovali di colore verde scuro, i suoi fiori sono bianchi e molto profumati, i frutti sono giallo intenso.

Il clima giusto per il Limone è quello temperato, può fiorire anche tutto l’anno, può essere coltivato sia in vaso che direttamente nei giardini all’aperto in zone luminose, in entrambi i casi quando arriva l’inverno e le temperature diventano troppo rigide o può esserci rischio di gelate occorre mettere al riparo la pianta oppure coprirla con appositi teli di tessuto non tessuto per evitare che il gelo ne possa causare la morte.

L’irrigazione deve essere costante nel periodo estivo evitando ristagni d’acqua, infatti occorre accertarsi che il terreno sia ben asciutto prima di irrigare nuovamente, invece in inverno deve avvenire meno frequentemente.

L’albero del Limone non richiede un particolare terreno, per la sua propagazione si può utilizzare il seme. A marzo si semina in vasi con terreno misto di sabbia e torba,  si deve annaffiare quotidianamente e mantenere ad una temperatura mite e in piena luce. Verso l’inizio di giugno le piantine dovrebbero essere nate, una volta che hanno raggiunto un’altezza ragionevole possono essere messe a terra o cambiate di vaso.

Il Limone non necessita particolari concimi, è sufficiente quello classico per agrumi dato con regolarità per avere un albero bello e rigoglioso.

La potatura è molto importante, deve essere effettuata quando la pianta non ha né fiori né frutti, bisogna tagliare i rami in modo da creare un portamento allargato che faccia circolare l’aria e filtrare bene la luce.

Il frutto dell’albero di Limone è ricco di vitamina C, la sua buccia contiene oli essenziali utili a combattere influenza e raffreddore; è utilizzato in cucina per condire cibi e per ottenere un ottimo liquore, “il limoncello”, il più famoso in Italia è quello prodotto in Campania a Sorrento.

mercoledì 27 febbraio 2019

VERDE TIME :



Il Pesco (Prunus Persica) è un albero da frutto perenne appartenente alla famiglia delle Rosaceae, è originario della Cina ma presente nelle coltivazioni italiane sin dai tempi antichi.
Il Pesco è considerato anche un albero ornamentale grazie ai suoi bellissimi fiori che sbocciano in primavera e sono di vari colori secondo le specie infatti si possono ammirare di colore rosso, rosa intenso, bianchi e rosa chiaro.
Quest’albero può arrivare ad un’altezza massima di 8 metri, il fusto si presenta un po’ tozzo e corto, le foglie invece sono lunghe e strette, i suoi frutti di forma ovale con la buccia leggermente pelosa sono di un colore che va dall’arancio al rosso.

Il clima ideale per il Pesco è quello temperato, si coltiva all’esterno in zone a pieno sole. È una pianta piuttosto rustica ed in inverno sopporta temperature anche molto basse però, non tollera le gelate soprattutto se queste avvengono all’inizio della primavera dato che ha una fioritura abbastanza precoce si avrebbe una caduta dei fiori e quindi nessuna produzione di frutti.

Il terreno giusto per il Pesco è quello sciolto e permeabile, non può essere invece piantato in terreni argillosi.

L’irrigazione nei periodi caldi dell’anno deve essere abbondante sempre evitando ristagni d’acqua, anche se resiste bene alla siccità.

La propagazione del pesco viene effettuata con il cosiddetto “innesto a gemma dormiente” ossia con delle piantine ricavate nella primavera dello stesso anno con il seme. Il portainnesto più utilizzato è quello franco che permette di ottenere alberi forti con radici resistenti. Si consiglia inoltre di non piantare il Pesco nello stesso punto dove già ve ne era posizionato un altro dato che rilascia una particolare tossina che farebbe ammalare la nuova pianta.
Per far si che il Pesco abbia sempre dei nuovi rami e sia forte e rigoglioso occorre effettuare la potatura ogni anno.

Purtroppo il Pesco è un albero soggetto a molte malattie, la più frequente è la gommosi, portata da un fungo che fa uscire una sostanza gommosa dai rami e le foglie si macchiano e poi si bucano; altri suoi nemici sono le cocciniglie, gli afidi e il ragno rosso; se il Pesco è attaccato da uno di questi parassiti somministrare in maniera tempestiva un buon antiparassitario specifico per alberi da frutto.

Le pesche grazie alle loro qualità energetiche, ricche di minerali e vitamine, sono utilizzate per fare bevande e marmellate oltre che ad essere consumate come frutta fresca.

martedì 26 febbraio 2019

VERDE TIME FRUTTETO : L'ALBICOCCO



L’Albicocco (Prunus armeniaca) ,  originario dell’Asia centrale, fu portato in Europa da Alessandro Magno,  appartiene alla famiglia delle Rosaceae , e in Italia è diffuso principalmente nelle regioni centro meridionali. L’albero presenta germogli rossi e foglie a forma di cuore, i suoi frutti sono ovali e secondo la specie possono essere di colore giallo chiaro o arancio.
Il clima ideale è temperato, la sua fioritura precoce intorno al mese di Marzo, lo espone a danni dovuti a improvvise gelate ed abbassamenti di temperatura.
L’Albicocco si adatta a qualsiasi tipo di terreno, inizia il suo periodo vegetativo verso i primi di Marzo per terminare a Giugno con la maturazione dei frutti, non necessita di irrigazioni e concimazioni nel periodo di fruttificazione, comunque per fortificare l’albero per la successiva stagione a fine estate occorre concimare con fertilizzante a base di azoto.
La propagazione può essere effettuata attraverso i semi.

La potatura come per tutti gli alberi da frutto è molto importante per permettere una migliore produzione ed è anche un mezzo preventivo per eventuali malattie. Bisogna diradare i rami interni e eliminare quelli più vecchi per lasciare lo spazio necessario allo sviluppo di rami più giovani.

Principale malattia che colpisce quest’albero è la Vaiolatura delle Drupacee, virus che si diffonde ovunque, foglie e fiori avvizziscono, mentre i rami si spogliano. Poi ci sono le Cocciniglie, insetti che prelevano dalla pianta grandi quantità di linfa irritando le zone colpite, creando macchie bianche sulle foglie ed i frutti butterati di rosso. Infine può essere attaccato dalla Anarsia , farfalla che depone le uova nei frutti creando dei fori dai quali esce del liquido appiccicoso.
Il frutto di quest’albero essendo molto buono e dal sapore zuccherino può essere utilizzato nelle diete ipocaloriche  in quanto è a basso contenuto di calorie, inoltre con i suoi semi si può ricavare un olio molto efficace per la cura della pelle.

lunedì 25 febbraio 2019

VERDE TIME : FRUTTETO ALBERI DA FRUTTO


Frutteto
L’importanza di avere un frutteto più o meno grande a disposizione non è da sottovalutare, infatti come nel caso dell’orto si può avere a disposizione una produzione propria di diverse varietà di frutta di sicura provenienza, inoltre in primavera la fioritura di alcuni alberi da frutta come melo, pero, pesco sono di una bellezza spettacolare. La manutenzione richiesta da un piccolo frutteto non è molta, basterà potare gli alberi e concimarli al momento del bisogno.

SUSINO
l Susino (Prunus domestica) appartiene alla famiglia delle Rosaceae ed è originario dell’Asia. È un albero da frutto con foglie ovali verde scuro e fiori bianchi che nascono prima delle foglie. I frutti sono anch’essi ovali e secondo la specie sono di colore giallo, rosso, e viola scuro. È adatto a ogni tipo di giardino poiché necessita di uno spazio minimo. Il Susino è un albero abbastanza robusto che non ha bisogno di molti trattamenti e dalla bellissima fioritura che si ha in primavera. Il clima ideale è quello temperato, l’esposizione giusta per il susino per ottenere un frutto migliore è in pieno sole e al riparo dalle gelate invernali. Va bene qualsiasi tipo di terreno e in estate deve essere irrigato regolarmente sempre per facilitare i frutti.
Il Susino deve essere potato durante l’inverno senza eccessi tagliando solo i rami malati e secchi.
La concimazione va effettuata quando la pianta non è in fioritura all’inizio della primavera con concimi ricchi di azoto e successivamente si consiglia di somministrare soluzioni a base di fosforo e potassio.

Le principali malattie a cui e soggetto sono: la ruggine, la farfalla che deposita sui frutti delle uova che si sviluppano in larve creando un piccolo foro; un fungo che colpisce l’albero soprattutto in estate causando l’ingiallimento delle foglie e successivamente la loro caduta in anticipo; infine l’afide verde che è un parassita che sottrae linfa alla pianta, così le foglie si accartocciano e vengono  ricoperte da piccoli insetti verdi.

In passato il susino veniva considerato un albero magico in grado di riparare le abitazioni dai fulmini e curare malattie. Oggi si conoscono solo le proprietà lassative del suo frutto.

domenica 24 febbraio 2019

VERDE TIME : CALENDARIO DELLE SEMINE PER L'ORTO



Il Calendario delle semine è uno strumento utile per organizzare la semina delle piante da orto in base ai periodi dell’anno.
Seguendo i consigli e le tecniche di Giardinaggio Facile avrai verdure e ortaggi sempre freschi tutto l’anno. Consulta il calendario delle semine e scopri gli ortaggi che puoi seminare oggi!

GennaioFebbraioMarzoAprile
Carote
Cavolfiori
Cipolle
Fave
Lattughe
Melanzane
Meloni
Peperoni
Piselli
Porri
Prezzemolo
Ravanelli
Rucola
Spinaci
Valeriana
Zucchini
Carote
Cavolfiori
Cipolle
Fave
Lattughe
Melanzane
Meloni
Peperoni
Piselli
Porri
Prezzemolo
Ravanelli
Rucola
Spinaci
Valeriana
Zucchini
Angurie
Asparagi
Barbabietole
Basilico
Bieta
Carote
Cavoli
Cime di rapa
Cipolle
Fave
Finocchi
Indivie
Lattughe
Melanzane
Meloni
Peperoni
Piselli
Pomodori
Porri
Prezzemolo
Rucola
Zucchini
Angurie
Asparagi
Barbabietole
Basilico
Bieta
Carote
Cavoli
Cetrioli
Cime di rapa
Cipolle
Finocchi
Indivie
Lattughe
Melanzane
Meloni
Peperoni
Piselli
Pomodori
Porri
Prezzemolo
Rucola
Zucche
Zucchini
MaggioGiugnoLuglioAgosto
Angurie
Asparagi
Barbabietole
Basilico
Bieta
Broccoli
Cardi
Carote
Cavoli
Cetrioli
Indivie
Lattughe
Melanzane
Meloni
Peperoni
Piselli
Pomodori
Porri
Prezzemolo
Rucola
Scarola
Zucchini
Barbabietole
Bieta
Broccoli
Cardi
Carote
Cavolfiori
Cavoli
Cetrioli
Cicoria
Fagioli
Indivie
Lattughe
Meloni
Pomodori
Prezzemolo
Ravanelli
Rucola
Sedano
Zucca
Zucchini
Bieta
Cavolfiori
Cavoli
Cicoria
Fagioli
Indivie
Lattughe
Prezzemolo
Rapa
Rucola
Zucchini
Bieta
Carote
Cipolla
Cicoria
Finocchio
Fagioli
Indivie
Lattughe
Prezzemolo
Rapa
Ravanelli
Rucola
Scarola
Zucchini
SettembreOttobreNovembreDicembre
Cime di rapa
Carote
Cipolla
Indivie
Lattughe
Prezzemolo
Piselli
Rapa
Ravanelli
Scarola
Spinaci
Carote
Fave
Lattughe
Piselli
Ravanelli
Spinaci
Carote
Fave
Lattughe
Piselli
Ravanelli
Spinaci
Carote
Fave
Lattughe
Piselli
Ravanelli
Spinaci

sabato 23 febbraio 2019

VERDE TIME : LA RIPRODUZIONE DELLE PIANTE



Come abbiamo già detto la moltiplicazione delle piante per chi ama il giardinaggio è una vera e propria soddisfazione, e se seguirete i miei consigli sulla riproduzione realizzata con parti di pianta, di solito talee (riproduzione vegetativa) vedrete che tutto vi risulterà semplice e divertente.
La riproduzione vegetativa è in realtà il metodo riproduttivo più diffuso e anche il più logico, in fondo non si tratta di riprodurre su vasta scala, quanto piuttosto di ottenere in un modo veloce un nuovo e sano esemplare dalla pianta madre. Esistono diversi metodi riproduttivi che ora andremo a spiegare.

Il primo è per divisione: è il metodo più facile di riproduzione vegetativa, si pratica con piante il cui rizoma genera direttamente nuovi getti o cresce orizzontalmente sotto terra. Il momento migliore per questa operazione è sicuramente la primavera, cioè l’inizio del periodo di crescita. Si procede con l’estrarre le piante da dividere dal terreno, le si separa accuratamente con le mani o le si taglia in parti con un coltello affilato; le parti devono aver radici sufficienti e come minimo un bocciolo. Il metodo della divisione è ottimo nel caso del papiro, della fatsia, della vetriola, della sansevieria, dell’aspidistra e di alcuni tipi di felce.

Moltiplicazione per mezzo di getti giovani: sono germogli laterali che spuntano dalla pianta madre ( per esempio le propaggini nelle piante di ananas), mettono radici mentre sono ancora attaccati alla pianta che, anche se  separatati da lei,  e ripiantanti altrove, continuano a crescere senza problemi.

Moltiplicazione per mezzo di propagulo: procedimento ancora più semplice della divisione; in alcuni vegetali sopra le foglie, sui margini fogliari o intorno ai gambi, si formano delle piante indipendenti, anche sull’infiorescenze possono nascere questi piccoli propaguli. Appena raggiungono un determinato stadio, cadono e danno inizio ad una vita propria. Questo tipo di moltiplicazione, comune anche al mondo animale, è consueta in alcuni tipi di felce, kalanchoe e begonie.

La moltiplicazione per mezzo di bulbilli: nei giacinti gigli e narcisi, intorno al bulbo principale, si formano i cosiddetti bulbilli; questi possono essere staccati e rinvasati singolarmente o messi direttamente a dimora nelle aiuole.

Moltiplicazione per propaggine: anche la propaggine è un metodo semplice per la moltiplicazione di molte piante, chi possiede un giardino di sicuro lo conosce grazie alle fragole. Alcune specie sviluppano giovani pianticelle alle ascelle superficiali o sotterranee del germoglio ( queste ultime hanno talvolta gambi anche molto lunghi da nodo a nodo). Questo fenomeno è tipico per la gamba di vetro, la bergenia o fiore di San Giuseppe e la felce nefrolepide. Appena le nuove piante diventano abbastanza grandi e hanno sufficienti radici, si possono staccare e piantare nel terriccio.

Moltiplicazione per margotta: è un metodo un po’ più complicato che si applica in caso di fusti legnosi e di piante vecchie (per esempio ficus alti). Consiste nell’eseguire un taglio obliquo sul fusto o sul getto della pianta madre al di sotto di un nodo fogliare, lì dove si vuole stimolare la formazione delle radici, e nell’inserirvi un pezzettino di legno in modo che la ferita non si chiuda. Poi si fascia il getto infilandovi sopra un sacco di plastica aperto alle due estremità (nel caso di un grosso tronco lo si avvolge), e si chiude la parte inferiore ben bene al di sotto del taglio, si riempie di substrato umido, sfagno o torba e infine si chiude anche la parte superiore. Appena si sono formate le radici, il più delle volte in 2 – 3 settimane, la margotta si può staccare e piantare, si consiglia di mantenere nella fase di crescita una protezione con pellicola.

La moltiplicazione per talea: nella moltiplicazione per talea, diversamente dai metodi precedentemente trattati, la radicazione avviene dopo la separazione dalla pianta madre. È la pratica più diffusa nonostante siano necessari alcuni accessori e una notevole cura. Il momento migliore per questo tipo di operazione è sicuramente la primavera o anche l’estate. La temperatura più favorevole alla radicazione delle talee è tra i 20 e i 24 gradi. Anche per le talee ci sono diversi metodi per procedere andiamo vedere come.

Talee apicali: questo è il metodo migliore per ottenere velocemente una bella pianta nuova. Come talee si utilizzano le punte dei getti maturi, erbacei o legnosi, privi di fiori, lunghi circa 5 – 10 centimetri che, con un coltello affilato devono essere tagliati al di sotto del nodo fogliare della pianta madre, per svilupparsi bene devono avere almeno 2 – 3 foglie ben cresciute.

Talee basali: per questo metodo, che viene usato per le piante rampicanti o pendenti, ci si serve della parte centrale e inferiore di un getto, il segmento utilizzato, che va tagliato comunque al di sotto del bocciolo fogliare, deve aver una o più  foglie con relativo germoglio e gemma, da cui dopo la formazione delle radici si svilupperà il nuovo getto. Con questa tecnica, la germinazione impiega più tempo rispetto a quello invece necessario con le talee apicali.

Talee da fusto: si utilizzano pezzi di fusto privi di foglie che devono aver come minimo una gemma a riposo e un nodo. Consiste nel porre sul substrato le parti lunghe circa 10 cm con la gemma rivolta verso l’alto e coprirle fino a metà. Dai nodi si svilupperanno le radici, dalle gemme nuovi germogli; è un metodo consigliato ad esempio per la monstera e il geranio.

Talee fogliari: si possono ottenere nuove piante tramite foglie o parti di foglie di vegetali come begonie, violette e alcuni tipi di felce e succulente. Le foglie potate devono essere infilate nel terreno dalla parte del taglio e curate finchè non metteranno le radici e i germogli.

Ora non vi resta che mettervi all’opera e creare la vostra nuova pianta!

venerdì 22 febbraio 2019

VERDE TIME : POTARE L'ORTENSIA



L’Ortensia è una pianta perenne di origine asiatica facile da coltivare, proprio per questo sicuramente chiunque è amante del giardinaggio e delle piante ne possiede almeno una nel proprio giardino o balcone.  Se volete avere sempre delle bellissime fioriture è molto importante effettuare la potatura nel modo e nel momento giusto.
Questa pianta produce i fiori sui nuovi rami quindi la potatura è fondamentale per lo sviluppo di nuovi germogli, perciò è bene effettuarla ogni anno. Il momento giusto per procedere è nel periodo di riposo vegetativo cioè in autunno o a fine inverno, andiamo a capire cosa fare all’atto pratico.

Prima di tutto munitevi di forbici adatte per la potatura in modo da essere in grado di fare tagli netti e decisi per non danneggiare l’ortensia; iniziate con il togliere tutti quei rami rovinati o malati, poi procedete accorciando quelli rimasti di circa un terzo della loro lunghezza. Ricordate inoltre che è importante arrivare fino alla gemma più grande perché è proprio da lì che si svilupperanno i rami dell’anno seguente.

Evitate potature drastiche, infatti queste causerebbero uno sviluppo eccessivo dei nuovi rami, quindi di conseguenza anche dei fiori che potrebbero risultare, più piccoli, meno belli e non in salute. Se nel vostro giardino avete delle Ortensie che hanno diversi anni, dovrete potare anche il ceppo tagliando tutti i fusti più vecchi per rinnovare completamente l’arbusto.

Seguendo i nostri semplici consigli di sicuro la fioritura della vostra ortensia sarà impeccabile ogni anno.

giovedì 21 febbraio 2019

VERDE TIME : CURA DEL CICLAMINO



Il Ciclamino è una pianta erbacea amata soprattutto per i suoi fiori molto colorati e vivaci che rallegrano i nostri giardini durante il periodo invernale, se volete che fiorisca il più a lungo possibile fino alla primavera inoltrata e vi duri per qualche anno seguite i nostri consigli e di sicuro riuscirete nell’opera.
Si tratta di una pianta che cresce spontaneamente nelle foreste e nei boschi sotto alberi e arbusti, in commercio ne esistono diverse specie comunque la differenza principale è tra quelli da esterno e quelli da tenere in casaI primi sono molto più rustici, presentano foglie più piccole e crescono bene in giardino purché siano posizionati in zone semi ombreggiate, riparate dal vento e dal gelo. Per i secondi invece la cosa principale da considerare per avere dei Ciclamini in salute è la zona in cui si decide di metterli all’interno della casa, infatti non sopportano i raggi delsole diretti, la vicinanza a fonti di calore come stufe o termosifoni, e stanze troppo calde, si consiglia quindi di mantenere sempre una temperatura non superiore ai 15 gradi circa.

Non dimenticate inoltre per entrambe le specie di tagliare sempre foglie e fiori secchi o rovinatidato che mantenerli attaccati alla pianta potrebbe causare marciume o malattie parassitarie.

Il terreno deve essere costantemente umido evitando i ristagni d’acqua, ricordate di fare molta attenzione quando irrigate, non dovete bagnare le foglie e i fiori perché potreste causare muffe oltre che macchie sui petali dei fiori. Per avere una pianta forte e rigogliosa concimate ogni due settimane circa con del fertilizzante unito all’acqua quando annaffiate, se volete una fioritura abbondante e continua acquistate quello più ricco di potassio.

Se coltivate il Ciclamino in vaso, e notate che le radici si sono sviluppate molto, potrebbe essere utile per la pianta effettuare il rinvaso, utilizzando un contenitore più grande e un terriccio composto da sabbia e torba per migliorare il drenaggio. Con l’avvicinarsi poi dell’estate e quindi l’aumento delle temperature, noterete che il vostro Ciclamino rallenterà notevolmente l’attività vegetativa e molte foglie si seccheranno, non disperate, è normale, per mantenerlo fino all’arrivo della stagione autunnale sarà sufficiente posizionarlo in zone ombreggiate e fresche, ricordandovi di annaffiare nei momenti della giornata in cui fa meno caldo come la mattina presto e la sera dopo il tramonto.

mercoledì 20 febbraio 2019

VERDE TIME : TALEE DI ROSE COME E QUANDO FARLE


La rosa è uno dei fiori più amati e coltivati, se anche voi avete la passione per questo fiore e per il giardinaggio e non volete acquistare le piante perché vi piacerebbe riuscire a riprodurle da soli, seguite i nostri consigli ed otterrete con un po’ di pazienza e amore degli ottimi risultati.
La riproduzione della rosa può avvenire per seme o per talea, di sicuro la più semplice e la più utilizzata è quella per talee, vediamo come e quando procedere. Il periodo milgiore per la riproduzione va dalla fine di agosto fino a settembre massimo potete allungarvi alla prima settimana di ottobre, c’è chi decide di farlo anche a marzo per una questione di praticità, perché spesso si hanno più rami dovuti alla potatura, tuttavia se optate per questo mese ricordate che l’operazione potrebbe non riuscire al meglio.

La prima cosa da fare è procurarsi delle forbici da giardino non seghettate perché dovete tagliare i rami in maniera decisa e netta. È necessario prendere quelli più spessi e reciderli sotto la gemma di circa 2 centimetri, ricordate inoltre di lasciare poche foglie per non farli disidratare.

A questo punto avete bisogno di uno o più contenitori secondo il quantitativo di talee che volete fare, metteteci un composto di torba e sabbia dato che il terreno dovrà essere mantenuto sempre umido ma ben drenato senza ristagni d’acqua per evitare il marciume delle radici; interrate i vostri rami per farli radicare lasciando fuori dal terreno un paio di gemme da cui partirà la nuova vegetazione.

Posizionate le talee in zone molto luminose per agevolare la radicazione ma rammentate di non metterle alla diretta esposizione dei raggi solari perché il caldo eccessivo potrebbe far asciugare troppo il terreno e quindi causare alla pianta uno sforzo maggiore per poter sopravvivere e germogliare. Le nuove rose saranno pronte per essere messe a dimora dopo circa 10/ 20 mesi.

martedì 19 febbraio 2019

VERDE TIME : TALEA DI GELSOMINO



Il Gelsomino  è un arbusto perenne facile da coltivare e da riprodurre generalmente per talea. Le sue origini sono antichissime, esistono ritrovamenti di piccoli rami anche al tempo degli Egiziani. In Europa fu importato dai navigatori spagnoli intorno alla metà del 1500, in Italia invece si suppone che sia esistito già prima, data la presenza di una figura del fiore nel Codice scritto nel 1415 dal Rinio “Liber de Simplicibus”. Nel nostro paese ha una storia molto particolare infatti  il primo ad apprezzare questo fiore fu Cosimo I de’ Medici detto il “Gran Diavolo”, il quale si innamorò così tanto di questa pianta che proibì ai suoi giardinieri di regalarlo o di produrre altri esemplari, questo perché voleva essere l’unico possessore. Questi ordini furono rispettati per molti anni, finché un giorno un giovane giardiniere regalò alla sua amata un ramoscello di Gelsomino, quest’ultima entusiasta decise di piantarlo a terra per conservalo più a lungo, rimase sorpresa dal risultato, infatti il Gelsomino si mantenne verde tutto l’anno e produsse nuovi germogli e fiori; così la fanciulla iniziò la coltura di quest’arbusto diffondendolo in tutta la Toscana.

Oggi il Gelsomino è piuttosto diffuso soprattutto per rivestire muri, recinzioni e creare pergolati; Ne esistono varie specie, la più diffusa è la “Jasminum Officinale” dai fiori a cinque petali bianchi e profumati, che ci regalerà tutta la sua bellezza in primavera.

Se amate anche voi così tanto questo fiore e volete effettuare la propagazione, dovete usare le talee e seguire i nostri semplici consigli: il periodo giusto è la primavera, e dovete munirvi innanzitutto di un contenitore e del terriccio composto da sabbia e torba.

Tagliate dei rami lunghi circa 8 centimetri provvisti di una parte del ramo portante, interrateli e poneteli al riparo ad una temperatura minima di 10 gradi circa, aggiungete poi polveri radicanti facilmente reperibili in vivai ben forniti, per favorire la radicazione e non dimenticate di irrigare con regolarità sempre evitando i ristagni d’acqua. Solo quando le talee avranno formato bene le radici si possono prelevare una ad una e interrare in vasetti non troppo grandi, in modo da farle sviluppare al meglio e prepararle per essere messe a dimora nel vostro giardino.

lunedì 18 febbraio 2019

VERDE TIME : COMPOSTAGGIO DOMESTICO



In natura ogni elemento organico, quando conclude il suo ciclo vitale, viene degradato dagli agenti atmosferici e dai microrgasmi che se ne nutrono. Questo processo, che dà vita ad una sostanza chiamata humus molto gradita alle piante, può essere ricreata anche in casa nostra con qualche piccolo accorgimento.
Creare una zona di compostaggio nel giardino di casa ha diversi vantaggi a livello ecologico, perché consente di nutrire le proprie piante con alcuni tipi di rifiuti che normalmente vengono prodotti nelle nostre case, limitando quindi l’impatto ambientale, e in più evitiamo di somministrare alle piante concimi di natura non proprio certissima. Cosa indispensabile quando si coltivano ortaggi e piante da frutta.



Che rifiuti si possono utilizzare?

1. Rifiuti sì: scarti di cibo come pasta, carne e verdure, fazzoletti di carta unti, oggetti in materiale biodegradabile come ad esempio le buste in mater-bi, fondi di caffè, briciole di pane e biscotti, erbacce e piccoli residui delle potature. Fate attenzione a non aggiungere rami e materiali legnosi, che richiederebbero più tempo a deteriorarsi e potrebbero rallentare il processo.
2. Rifiuti no: plastiche e materiali non biodegradabili, mozziconi di sigarette, liquidi e olii di cottura o sintetici, grassi, legni e materiali trattati, lettiere per gatti e via dicendo.

Come si fa il compostaggio domestico?

Il compostaggio domestico è un’attività che va svolta con consapevolezza. I batteri e i funghi che si cibano degli scarti organici, e che producono l’humus, sono esseri viventi aerobi. Avendo assoluto bisogno di aria, quindi, è necessario che il compost non sia eccessivamente pressato e che sia composto in modo tale da favorire l’aerazione anche all’interno del cumulo, non solo esternamente.

Se l’aria non dovesse circolare in modo adeguato, sentiremmo degli odori sgradevoli provenire dal compost, si formerebbero dei liquidi tossici e avremmo un risultato finale assolutamente inutilizzabile. Questo perché i microrganismi morirebbero e lascerebbero spazio ad un altro tipo di microrganismi che, però, non necessitano di aria per poter sopravvivere.

La prima cosa da tenere in considerazione è la scelta del luogo da destinare al compostaggio domestico, meglio se all’ombra di piante dalle foglie caduche.

Miscelare gli scarti in modo omogeneo. All’interno del cumulo devono essere presenti sia gli scarti di cibo che piante e foglie del giardino, un po’ di terra e, se ce n’è la possibilità, aggiungere un po’ di paglia può essere una soluzione ideale. La paglia infatti aiuta ad aerare il cumulo e, in più, ostacola la dispersione termica in inverno. In più, è consigliabile creare una base con degli assi di legno o cassette della frutta, che tengano il cumulo leggermente sollevato da terra. Questo serve a limitare i ristagni di acqua e favorire l’aerazione anche ai livelli più bassi.

Realizzare il cumulo adatto in base alla stagione. Se in autunno e in primavera la forma a piramide è più adatta perché consente di far scivolare via l’acqua piovana, in inverno ed estate la forma migliore è quella a trapezio che in estate limita la dispersione di umidità e in inverno quella termica.

Periodicamente è consigliabile rimestare il cumulo con un forcone per far rientrare in circolo l’aria, senza mai compattarlo.

Per velocizzare il processo, si può optare per l’acquisto di una compostiera che riduce notevolmente i problemi di temperatura e umidità ed evita la possibile formazione di odori sgradevoli. Si tratta di un oggetto che ha un certo costo e, sebbene velocizzi notevolmente i tempi di compostaggio, non è assolutamente indispensabile per poter ottenere dei buoni risultati. La natura riesce a fare il suo corso perfettamente, anche senza aiuti esterni.

domenica 17 febbraio 2019

VERDE TIME : COME POTARE LA STELLA DI NATALE



Ogni anno a Natale è tradizione ricevere in dono un fiore tipico di questa festività ossia la Stella di Natale. In molti però si domandano come fare per mantenere la propria pianta in salute anche dopo le festività.

Lo scopo di questa guida è proprio quello di spiegare come eseguire una corretta potatura e quali altri accorgimenti seguire in modo che la Stella di Natale possa vivere per tanti anni e non solo nel breve periodo natalizio.

Innanzitutto per l’intera durata dell’inverno la pianta deve essere posta in casa, al riparo dal gelo e accanto alla finestra, cercando di mantenere una temperatura dell’ambiente costante, poiché non sopporta gli sbalzi di temperatura.

La stagione invernale è il periodo ideale per la fioritura della stella di Natale. Trattandosi infatti di una pianta fotoperiodica, le giornate corte invernali, con il giusto bilanciamento tra ore di luce e di buio, costituiscono la condizione ambientale ottimale per soddisfare le necessità di questo fiore.

Durante l’inverno la pianta deve essere concimata ogni settimana utilizzando un concime liquido da sciogliere nell’acqua ed è inoltre necessario annaffiarla al bisogno.

Una volta trascorso l’inverno, è necessario potare, travasare e concimare la Stella di Natale.
Il periodo ideale per queste operazioni è compreso tra l’inizio della primavera e al massimo il mese di agosto, ma non oltre perché in settembre la pianta inizia a prepararsi per la fioritura.
La potatura deve essere compiuta con molta cautela dal momento che, trattandosi di una pianta delicata, si rischierebbe altrimenti di schiacciarne il fusto. Il primo passo per la potatura della stella di Natale è quello di eliminare le foglie secche e le eventuali parti danneggiate.
Successivamente è necessario tagliare per due terzi i rami della pianta, lasciandoli a circa 10 cm di altezza. Si ha la tendenza a lasciare i rami molto corti, in maniera tale che si possa ottenere una pianta dallo sviluppo denso e compatto, con foglie sane e dal colore verde scuro.
Bisogna inoltre provvedere alla riduzione delle radici con l’ausilio delle cesoie.

Se durante la potatura dai rami fuoriesce del liquido biancastro è importantissimo lavarsi bene le mani poiché si tratta di una sostanza altamente tossica e velenosa. A potatura avvenuta la pianta deve essere posizionata in un luogo poco illuminato poiché altrimenti la luce diretta dei raggi del sole potrebbe danneggiarla.

La pianta non deve mai essere rinvasata subito, ma va lasciata “a riposo” per almeno un mese in maniera tale che possa riprendersi dallo “stress” subito per via della potatura.
Prima dell’arrivo della stagione estiva si rende necessario rinvasare la Stella di Natale.
Bisogna infatti trasferirla in un vaso più grande pieno di terriccio specifico per i fiori e annaffiarla periodicamente per fare in modo che non secchi.

Se si seguono tutti questi accorgimenti, a dicembre la Stella di Natale sarà bella e sana, con una fioritura rigogliosa esattamente come l’anno precedente.

sabato 16 febbraio 2019

VERDE TIME : GIARDINO FIORITO TUTTO L'ANNNO



Avere un giardino fiorito tutto l’anno è il sogno di chiunque sia appassionato di giardinaggio e può diventare realtà nel momento in cui riusciremo a utilizzare e quindi piantare le singole specie in base ai loro momenti di fioritura. In particolar modo sarà necessario fare attenzione alle stagioni in cui le piante si sviluppano in maniera più rigogliosa.
La stagione invernale è quella che crea più problemi e durante la quale si incontrano maggiori difficoltà nel mantenere fiorite le nostre piante. Esistono però molte specie che coloreranno il nostro giardino anche d’inverno. Per esempio in inverno fioriscono le viole del pensiero, la calendula, anche se in questo caso il clima non deve essere troppo rigido, e il garofano. Un’altra pianta che in inverno sviluppa dei bellissimi fiori che resistono alle temperature rigide è il ciclamino i cui fiori sono molto forti e non necessitano di troppo sole.
Esistono anche piante verdi molto resistenti e che hanno graziosi fiori come l’ortica gialla che con i suoi piccoli fiori gialli contribuirà a decorare il vostro giardino.
Oltre all’ortica gialla, fra le piante più resistenti e che sviluppano foglie molto colorate c’è l’Heuchera che proprio per mantenere il colore vario delle proprie foglie ha bisogno di essere posizionata in un luogo non troppo esposto al sole.
Le piante che invece fioriscono dalla primavera fino ai mesi autunnali sono molte. Per esempio si potranno seminare fra febbraio e maggio il fiordaliso, il papavero, la viola a ciocca e l’ortensia.

Le piante che fioriscono d’estate alla fine dei mesi invernali sono quelle che non sviluppano ne fiori ne foglie. Fra queste possiamo citare le rose, gli hibiscus, gli oleandri oppure la petunia e la salvia. Se nel vostro giardino avete un aiuola potete usare la pratolina che è una pianta che fiorisce nei mesi primaverili e che si semina nei mesi che vanno da agosto a settembre.

Per quanto riguarda le piante bulbose che si piantano invece nei mesi autunnali, all’incirca tra settembre e ottobre possiamo usare il tulipano, fiore dalle molteplici varietà di colore, o lo zafferano selvatico anch’esso contribuirà a dare un tocco di colore al vostro giardino. Tra le piante a fioritura estiva già menzionate troviamo anche le splendide campanule che si piantano nel mese di aprile. I bulbi di geranio e gladiolo che fioriscono anch’essi in estate si piantano nei mesi che vanno da marzo a maggio.

venerdì 15 febbraio 2019

VERDE TIME : COME POTARE LE ROSE



Le rose sono tra le piante più belle che possiamo ospitare nel nostro giardino, ma allo stesso tempo delicato e bisogna fare attenzione a come curarle, soprattutto per quanto riguarda una buona potatura, per ottenere delle piante molto forti e rigogliose.
La potatura delle rose va effettuata con molta regolarità proprio per far crescere in maniera migliore le nostre piante. I tagli devono essere effettuati un centimetro sopra la gemma e la sezione del taglio deve essere obliqua proprio per far si che l’acqua possa continuare a scorrere nella parte opposta alla gemma stessa. Il taglio deve essere molto preciso e la zona tagliata non deve presentare sfilacciature. Per la potatura è necessario scegliere una gemma che sia posta verso l’esterno, questo tipo di scelta permetterà alla pianta di svilupparsi in modo equilibrato per evitare che si formino zone della pianta troppo folte o al contrario troppo rade.
Quando si potano le rose è bene privilegiare i rami molto giovani che nascono dalla base e che sono in grado di sopportare meglio un numero maggiore di gemme. Per i rami più giovani basterà effettuare un taglio che dipenderà dalla varietà di rosa ma che di solito non supera i trenta centimetri da terra. Invece, i rami più vecchi andranno tagliati e qualora particolarmente danneggiati recisi fino alla base della nostra pianta.

Prima di effettuare la potatura è opportuno conoscere il tipo di rosa che abbiamo davanti, questo per non tagliare rami con delle gemme che potrebbero produrre a breve scadenza dei fiori. In genere le rose fioriscono solamente sui rami del nuovo anno, ma appunto per la molteplice varietà di specie esistenti in natura, ve ne sono alcune che mettono i loro fiori invece sui rami dell’anno precedente.

Il periodo dell’anno migliore per potare le nostre rose cambia a seconda della zona climatica in cui ci troviamo, anche se possiamo dire che in genere il periodo giusto inizia verso fine novembre fino ad arrivare ai mesi di febbraio e marzo. Va da se che nonostante il periodo migliore possa essere considerato quello di fine autunno, inizio inverno è molto importante considerare la tipologia di clima del posto in cui viviamo. Se ci troviamo in una regione del nord Italia dove le temperature in inverno sono molte fredde è umide è meglio rimandare la potatura all’inizio dei mesi primaverili per evitare di lasciare la pianta al freddo nel momento in cui la recisione è ancora fresca. Se invece ci troviamo in zone dal clima temperato è invece ideale anticipare la potatura proprio per evitare di dover recidere la nostra pianta nel momento in cui essa ha ripreso vigore e quindi l’attività di sviluppo è in atto.

Ricapitolando dunque buona parte delle specie di rose hanno bisogno di una potatura di fondo tra la fine dei mesi invernali e l’inizio di quelli primaverili prima che abbia inizio la nuova germogliazione. E’ facile evitare di recidere le nuove gemme e quindi riconoscerle da quelle vecchie, infatti, le nuove gemme si trovano spesso tra i boccioli e le nuove foglie e i nuovi steli. E’ bene procedere con cautela alla potatura stando attenti al clima ma è altrettanto importante non rimandare molto il periodo della potatura proprio per evitare di interrompere il periodo della fioritura. Insieme alla potatura per una buona crescita delle nostre rose è importante, tutto l’anno, eliminare i rami ormai morti e malati e togliere le rose che sono ormai sfioriti.