Al genere pachypodium, famiglia Apocynaceae (la stessa dell’oleandro e della Plumeria), appartengono diverse specie di piante grasse o succulente originarie dell’Africa meridionale e diffuse soprattutto in Madagascar.
I pachypodium sono piante di varie dimensioni che possono essere allevate come piccoli arbusti o ad alberelli.
Tra le diverse specie quello più coltivato è il Pachypodium lamerei conosciuto con il nome di “Palma del Madagascar“, una varietà che presenta un tronco poco ramificato ricoperto di grosse spine, grandi foglie e che durante il periodo della fioritura produce bellissimi fiori di colore bianco con gola di colore giallo ocra. Il fusto o caule presenta ha la forma di una bottiglia con base allargata ed è poco ramificato. Il fusto è di colore grigio -verdastro è ricoperto da spine lunghe circa 2 cm.
I rametti sono ricoperti da numerose e grandi foglie ovate – lanceolate allungate. Le foglie, coriacee, lucide semi-sempreverdi, sono di colore di colore verde brillante con una evidente nervatura centrale di colore bianco. I fiori, grandi e tubolari, hanno la corolla composta da cinque petali, di colore bianco, giallo, arancio o rosso, a seconda della specie. Le piante coltivate in appartamento non fioriscono quasi mai per le condizioni ambientali diverse.
I frutti sono piccoli baccelli a forma di banana contenti piccolissimo semi fertili.
I semi possono essere raccolti e utilizzati per ottenere nuove piante. I pachypodium sono piante esotiche che amano i luoghi luminosi e soleggiati; temono l’eccessiva umidità ambientale e le temperature al di sotto dei 10°C quindi nelle regioni con clima invernale molto rigido vanno coltivati in vaso in modo da poterli riparare dal freddo in un locale della casa lontano però dai termosifoni o da altre fonti di calore. Tuttavia le piante allevate in vaso, in estate per accelerare la fotosintesi clorofilliana, possono essere tenuti all’aperto in luoghi parzialmente soleggiati e riportate all’interno non appena le temperature iniziano a diminuire. Le piante prediligono il terreno sciolto, fertile e ben drenato. Il substrato ideale è il terriccio universale, mescolato con una buona quantità di pietra pomice e sabbia. Le piante vanno regolarmente annaffiate dalla ripresa vegetativa fino all’autunno, da marzo a settembre lasciando però asciutto il terreno per alcuni giorni. In inverno, invece, gli apporti idrici vanno diradati o sospesi del tutto. Necessitano di un terreno ricco di nutrienti pertanto dalla primavera all’estate , va somministrato un concime granulare a lenta cessione, ogni 2 mesi. Il concime da somministrare deve essere quello specifico per piante succulente, a basso contenuto di azoto, per rallentare la crescita, l’indebolimento ed evitare così l’insorgenza di malattie fungine e gli attacchi dei parassiti. Va ricordato anche che mei mesi autunnali ed invernali, le concimazioni devono essere interrotte.
Nelle regioni con temperature minime inferiori ai 10° C , queste splendide piante tropicali poichè temono il freddo vanno coltivate in vaso in modo poterle agevolmente riparare all’interno della casa, in un locale luminoso e soleggiato. Il vaso dalle dimensioni abbastanza contenute va riempito con terriccio universale, mescolato con una buona quantità di lapillo, o pietra pomice o pozzolana, e sabbia, in modo da favorire il drenaggio dell’acqua delle innaffiature ed evitare così il marciume delle radici. Le annaffiature vanno praticate soltanto quando il terriccio è ben asciutto, con maggiore frequenza nei mesi estivi se la pianta viene tenuta all’aperto e sporadicamente o per nulla in inverno. Va anche concimata ogni 20 giorni, da aprile a settembre, con un fertilizzante specifico per piante succulente. Poichè l’apparato radicale dei Pachypodium è poco sviluppato, il rinvaso può essere effettuato ogni 3- 4 anni quando la pianta entra in riposo vegetativo (autunno) o prima della ripresa vegetativa (fine inverno). Il nuovo vaso deve essere di qualche centimetro più grande del precedente; il terriccio nuovo, fresco e soprattutto poroso. Nel rinvasare la pianta bisogna fare attenzione a non danneggiare le sue delicate radici e, pertanto, si consiglia di estrarla dal vaso con tutto il pane di terra. La riproduzione della palma del Madagascar avviene per seme o mediante la divisione dei polloni basali. Si staccano dalla pianta madre ben sviluppata i germogli più vigorosi e dopo averli fatti asciugare all’aria per alcuni giorni si mettono a radicare in un terriccio soffice e ben drenato. La pianta, non va potata, tuttavia in inverno vanno asportate le foglie, gialle, appassite e quelle danneggiate.I Pachypodium sono piante abbastanza resistenti alla e malattie fungine. Soffrono il marciume delle radici se il substrato di coltivazione non è sufficientemente poroso e ben drenato.
Raramente vengono attaccati dalla cocciniglia un parassita animale che generalmente forma densi ammassi cotonosi biancastri, ben visibili, nei punti di intersezione delle ascelle fogliari; temono gli afidi solo se l’ambiente è troppo umido. La perdita precoce delle foglie è sintomo di marciume radicale e la pianta può essere salvata eliminando le parti danneggiate e trattando quelle sane con un ormone radicante. A scopo preventivo e per la cura si consiglia di distribuire almeno una volta alla settimana un fungicida per via radicale. Contro i parassiti animali si può irrorare la pianta con prodotti specifici e olio minerale opportunamente diluiti nell’acqua delle annaffiature.
Pachypodium lamerei
Il Pachypodium lamerei è una specie originaria del Madagascar, alta circa 2 metri. Ha un tronco robusto, grigio e spinoso poco ramificate. Le foglie di colore verdi formano ciuffi a spirale solo sulla sommità degli stelo. In primavera- estate produce granfi fiori profumati tubolari con petali bianchi e centro giallo seguiti da baccelli pieni di semi bianchi. Si coltiva facilmente in vaso o a dimora al pieno sole nel terreno ricco e ben drenato.
Pachypodium saundersii
Il Pachypodium saundersii è una specie diffusa nell’Africa meridionale. E’ un piccolo cespuglio arbustivo che crescere fino a 1,5 m di altezza. I fusti sono ricoperti da spine affilate accoppiate e foglie lucide di colore verde scuro. Produce grandi masse di fiori con petali bianchi con sfumature rosate-violacee. Questa specie è forse la più diffusa e anche più adatta ad essere coltivata in vaso per le sue dimensioni più contenute.
I Pachypodium vengono coltivate esclusivamente come piante ornamentali d’appartamento e nei giardini soleggiati delle regioni in cui le temperature minime non sono inferiori ai 10° C. La pianta va maneggiata indossando guanti da giardinaggio in quanto le sue spine secernono delle sostanze velenose che potrebbero provocare con le punture delle fastidiose irritazioni cutanee. Il nome del genere Pachypodium deriva dal greco pachys, grosso e podos, piede, in riferimento alla forma tozza e grossa del fusto, larga alla base e più stretta verso l’alto. Le piante di Pachypodium vengono chiamate comunemente anche Palme del Madagascar, in riferimento alla disposizione delle foglie.
I Pachypodium appartengono alla stessa famiglia di piante più note come l’oleandro o la Plumeria.
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