La Freesia laxa, nome botanico Anomatheca laxa, è una bulbosa perenne della famiglia delle Iridaceae originaria del Sud Africa dove cresce spontanea nei terreni rocciosi e assolati.
Il bulbo o cormo della Freesia laxa è conico-ovoidale e misura alla base da 1 a 2 cm circa. Produce con un ciuffo di piccole radici sottili e lattescenti non appena inizia a vegetare.
La Fresia laxa sviluppa in poco tempo un cespo formato da un elegante fogliame verde chiaro composto da 6 a 9 foglie sottili, lineari, erette, a forma di spada con una punta acuminata. Le foglie sono decidue infatti seccano completamente dopo la fioritura, quando il bulbo va in letargo ma vengono ricacciate nuovamente con la ripresa vegetativa. I fiori grandi e molto profumati sono zigomorfi, infatti crescono su un solo lato di uno stelo alto 30 cm e sono rivolti verso l’alto. Hanno la corolla stellata o a coppa larga da 2 a 3 cm, generalmente con sei petali rossi, rosa, salmone, talvolta bianchi o azzurri, con vistose macule alla base dei tre tepali inferiori. Ogni cormo produce diversi steli e quindi la fioritura è longeva e prolungata.
I frutti sono piccole capsule globose o oblunghe, che si formano dopo la fioritura e da inizialmente verdi a maturità diventano marroni. Le capsule mature si aprono e liberano sul terreno numerosi semi fertili.
I semi sono duri, tondeggianti, di colore rosso o arancione brillante. Possono essere raccolti essiccati e utilizzati per la semina. La Fresia laxa fiorisce in inverno e in primavera da maggio a luglio.
E’ una bulbosa che ama il pieno sole anche se cresce bene anche all’ombra parziale. Resiste senza problemi a temperature inferiori a -9° C, ma nelle regioni con clima invernale molto rigido va coltivata in vaso in modo da poterla riparare al coperto durante il periodo di riposo vegetativo se si vuole evitare di spiantare i cormi o bulbi. Predilige il terreno soffice, ricco di sostanza organica e soprattutto ben drenato. Il substrato ideale di coltivazione è un miscuglio di comune terriccio universale, torba, sabbia e un po’ di stallatico maturo. Le piantine di Fresia laxa coltivate in piena terra sono resistenti a brevi periodi di siccità e generalmente si annaffiano solo se non piove da molti giorni per favorire e prolungare la fioritura. Le piante allevate in vaso vanno annaffiate regolarmente ma con moderazione fino alla fine della fioritura. Successivamente gli apporti idrici vanno gradualmente ridotti e sospesi del tutto quando le foglie sono ormai completamente secche.
Per potere produrre fiori a profusione questa piccola bulbosa necessita di un terreno ricco quindi va concimata ogni 10 -15 giorni, prima della fioritura e per tutto il ciclo vegetativo con fertilizzanti specifici per bulbose da fiore in forma liquida opportunamente diluiti nell’acqua delle annaffiature. In alternativa una volta al mese si può distribuire sul terreno del fertilizzante granulare a lento rilascio. A fine fioritura, per aiutare il bulbo a riformare le sue riserve energetiche si può somministrare un fertilizzante ricco in fosforo (P).
E’ una piccola bulbosa facile da coltivare in vaso su davanzali o balconi della propria casa esposti al pieno sole. Si utilizza un contenitore adatto avente un diametro di almeno 15 cm, del terriccio, sciolto, fresco e ricco di nutrienti, ben drenato sul fondo con uno strato di sabbia o ghiaia grossolana. Il terriccio ottimale per il vaso è un miscuglio composto da 1/3 di terra da giardino, 1/3 di terriccio per piante fiorite e 1/3 di sabbia. Se si parte dai bulbi questi vanno posizionati a circa 5 cm di profondità e ricoperti poi con terriccio ben compattato e bagnato abbondantemente.
Le annaffiature vanno praticate con regolare frequenza, ma evitando gli eccessi e i ristagni idrici nel sottovaso. In inverno se le temperature sono molto rigide, i vasi andranno spostati in una serra o in un luogo non riscaldato e buio. In primavera, quando le temperature sono miti, 15-18°C, si riportano all’aperto in una zona luminosa. Va fatto quando le piante di Anomatheca laxa sono troppo addossate le une alle altre e quindi hanno poco spazio disponibile per svilupparsi in maniera adeguata, generalmente ogni 2-3 anni. Il nuovo contenitore deve essere di qualche centimetro più grande del precedente e il terriccio fresco e sempre ben drenato. Si può utilizzare lo stesso vaso se si procede alla divisione dei cormi. La riproduzione avviene per seme e soprattutto mediante la divisione dei bulbilli.
La semina va fatta in primavera dopo aver fatto ammollare i semi in per 14 ore in un thermos contenente acqua calda. I semi ammollati vanno poi sparsi in un vassoio con terriccio, compost o sabbia, coperti con un sottile strato di sabbia. Il semenzaio va mantenuto umido e va posto all’aperto in un luogo fresco e ben illuminato fino a quando spuntano i germogli, all’incirca 15 -20 giorni. Le piantine nate dai semi vanno fatte irrobustire e successivamente, quando il rischio delle gelate tardive è ormai scongiurato, potranno essere piantate in vasi più grandi o direttamente in piena terra. La fioritura avverrà a partire dal terzo anno.
Nuove piante di Freesia laxa si ottengono facilmente dividendo i bulbilli prodotti intorno a quello madre e interrandoli in buche soffici e ben drenate. Produrranno i fiori dopo il secondo anno d’impianto. I piccoli bulbi della Fresia vanno interrati in un terreno sabbioso, fresco, ben drenato e preferibilmente mescolato all’humus. Vanno piantati con l’apice verso l’alto a 5 cm di profondità, in file distanziate di circa 15 cm. Nelle regioni del Centro-Sud e nelle aree costiere si possono impiantare in autunno mentre in quelle settentrionali, invece, è meglio porli a dimora all’inizio di marzo o non appena le temperature notturne sono più miti.
Queste piccole ma splendide bulbose da fiore creano macchie di colore perfette se nelle bordure, nelle aiuole e anche nei vasi, vengono associate a Crocosmia arancione, gialla o rossa, Phlox, Gipsofila, Astrantia o ad altre bulbose come tulipani, muscari, giacinti e narcisi. Le piante di Freesia laxa vanno ripulite, man mano, dai fiori appassiti, mentre le foglie potranno essere asportate solo se totalmente secche. Finché il fogliame rimane verde, continua il processo della fotosintesi e la pianta reintegra le riserve necessarie per riprendere il suo ciclo vegetativo l’anno successivo.
Come le altre fresie anche questa è una bulbosa teme il marciume radicale causato dal ristagno idrico. Soffre la Fusariosi una malattia fungina che provoca l’ingiallimento precoce delle foglie e quindi la morte dei bulbi. Talvolta viene colpita anche da una malattia virale nota come Male del mosaico e che si manifesta a carico delle foglie con macchie o aree giallastre che col tempo assumono una colorazione biancastra. Nelle zone caratterizzate da inverni molto rigidi e gelate intense, i cormi privi di foglie, vanno tolti dal terreno, fatti asciugare all’aria e poi conservati in sacchetti di carta contenente un po’ di segatura in luogo buio ed asciutto fino al momento dell’impianto.
Fresia laxa azurea
L’Anomatheca laxa è una sottospecie che produce foglie decidue lineari verdi, fiori a tromba o a coppa di colore blu o viola lavanda con caratteristiche macchie viola scuro alla base dei 3 petali inferiori. Cresce bene nei terreni sabbiosi esposti al pieno sole o a mezz’ombra. Resiste alla siccità e va in dormienza.
Freesia laxa Joan Evans
L’Anomatheca laxa Joan Evans è una bulbosa rustica della famiglia delle Iridaceae con foglie verdi, strette e lineari. In primavera produce numerosi steli con piccoli fiori profumati e tubolari di colore rosso, bianco o celeste, con 6 petali di cui i 3 inferiori presentano alla base una macchia rosso scuro. Si coltiva in vaso o in piena terra nel terreno ben drenato esposto al sole. I bulbi resistono nel terreno fino a -4°C.
Freesia laxa Alba
L’Anomatheca laxa varietà Alba è una bulbosa erbacea della famiglia Iridaceae alta 40 – 50 cm. Ha foglie decidue lineari -lanceolate di colore verde brillante. Produce fiori profumati con 3 petali bianchi completamente bianchi e 3 petali con vistose macchie cremisi. E’ adatta ad esser coltivata in giardino, vaso o contenitore, nel terreno ben drenato. Non soffre la siccità e resiste anche a temperature minime di 0° C.
Freesia laxa Sara Noble
Questa varietà è un ibrido ottenuto dall’incrocio tra Fresia laxa e Fresia laxa azurea. Produce vistosi fiori color lavanda. Resite alla siccità.
Le piante di Fresia laxa vengono largamente impiegate per realizzare bordure ed aiuole fiorite nei giardini soprattutto quelli rocciosi e in vaso per abbellire balconi, davanzali, cortili e patii. La Freesia laxa non è una pianta tossica per l’uomo e neanche per i cani, gatti o altri animali domestici. La Freesia laxa è conosciuta comunemente come erba fiorita, fresia scarlatta, falsa fresia e con altri nomi botanici, tra cui Lapeirousia laxa, Anomatheca laxa, Anomatheca cruenta.
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