Il garofano è una pianta probabilmente conosciuta già da Teofrasto, circa trecento anni prima di Cristo.
Un fiore dal delicato e persistente profumo che ricorda i chiodi di garofano (eugenia caryophyllata), dal nome latino di “caryophyllus” e dal comune nome di “garofolo”, da cui deriva il nome della specie.
Il garofano fu anche “fiore della salvezza” in quanto i soldati della seconda crociata di Luigi IX, scampati alla peste in Tunisi, lo portarono in Francia per coltivarlo. Così il 1800 fu l’espressione di massima coltivazione del garofano che portò anche alla nascita degli ibridi.
I garofani in generale hanno foglie strette e lanceolate, grigio verdi o argentate, sparse lungo il fusto che a volte è ritorto. Le forme alte di garofano sono piuttosto deboli come stelo ed hanno bisogno di sostegno per evitare che si danneggino, questo anche se i garofani se sono specie rustiche o semi rustiche. Il garofano, è conosciuto col nome di linneiano di “Dianthus” ed appartiene alla famiglia delle caryphyllaceae. I garofani, per essere coltivati, prediligono posizioni soleggiate ed un terreno aperto e ben drenato, leggermente alcalino, ad eccezione di dianthus pavonius che lo predilige acido.
I garofani si dividono in gruppi, disponibili in cultivar monocrome o bicolori, tra cui:
–garofani da bordura: annuali o perenni, sempreverdi, rustici, con abbondante fioritura estiva, adatti da recidere o per bordura. Ogni stelo porta cinque o più fiori profumati, doppi o semidoppi, larghi fino a 8 cm.
Tra i garofani da bordura cito: “dianthus Aldridge yellow” (fiori semi doppi giallo chiaro), il “d. Bookham perfume” (perenne profumato, semidoppio cremisi) ed il “d. Christine Hough” (perenne con fiori semidoppi color albicocca sfumati e striati di rosa fucsia).
-garofani rifiorenti: che fioriscono tutto l’anno, semi rustici, coltivati per la produzione di fiori recisi.
Piante perenni, sempreveerdi, con fiori doppi, larghi fino a 6 cm., generalmente senza profumo, spesso striati o variegati.
Tra i rifiorenti cito: il “d. Albisola” (fiore doppio giallo arancio), il “d. Astor” (fiori profumati doppi scarlatti, una delle poche varietà rifiorenti profumate), il “d. Borello” (fiori doppi gialli), ed il “d. Pierrot” (fiori doppi lavanda rosa chiaro con petali orlati di viola).
-garofanini: perenni, rustici, sempreverdi, cespitose adatte a bordure e dai fiori fragranti, singoli o doppi di diametro da 3 a 6 centimetri.
I garofanini si dividono a loro volta in garofanini classici, a cespo basso e masse di fiori da metà estate e garofanini moderni, più vigorosi dei precedenti e generati dall’incrocio tra un garofanino classico ed un rifiorente.
Tra i garofanini cito: il “d. Alice “(garofanino moderno, fiori semi doppi bianco avorio con occhio cremisi), il “d. Bovey Belle” (garofanino moderno con fiori semi doppi viola intenso ottimi da recidere), il “d. Freckles” (garofanino moderno con fiori doppi rosa scuro screziati di rosso), poi il “d. Brympton Red”(garofanino classico con fiori singoli cremisi brillante con sfumature più scure) ed il “d. Dad’s Favourite” (garofanino classico, con fiori profumati semidoppi bianchi orlati di marrone).
Altre varietà di dianthus che cito sono:
– caryophyllus (il classico garofano rosso, bianco e giallo dei fioristi)
– barbatus o “garofano dei poeti” o “garofano a mazzetti”, molto profumato, coloratissimo, biennale e rustico, adatto a bordure, aiuole.
– alpinus che è l’unica specie sponatanea, dei pascoli delle Alpi orientali, con i fiori privi di profumo
– deltoides, di colore rosa intenso, a piccoli fiori, presente nei pascoli della nostra penisola.
L’etimologia di “dianthus” significa “fiore di Dio”, perchè deriva dal greco “Διὸς” da Dio, fiore di Zeus ed “ἄνϑος ” ossia fiore.
I garofani si usano in profumeria per via delle essenze, mentre nella medicina popolare venivano usati come espettoranti e diuretici. Dai petali dei garofani si ricava un tonico nervino.
Con i garofani rossi ( dianthus caryophillus) è possibile realizzare un liquore al garofano rosso.
IN CUCINA
Si procede facendo infondere per quindici giorni, in un litro di alcol a 90°, trecento grammi di petali di garofano e dieci chiodi di garofano al quale si andrà ad unire uno sciroppo, ben freddo, fatto con un chilo di zucchero ed un litro d’acqua, bolliti per almeno cinque minuti. Questo liquore si dovrà filtrare ed imbottigliare e bere dopo due mesi dalla produzione. D’altronde in antichità già i mussulmani usavano i petali di garofano per profumare i liquori.
I petali dei garofani si possono usare per impreziosire insalate, zuppe, salse e torte di frutta. L’unico accorgimento è quello di staccare la parte bianca da ogni petalo (unghia) che risulta essere molto amara.
Pensando ai garofani non posso che ricordare la canzone: “E depois do adeus” di Paulo de Carvalho (vincitrice del Festival della della Rádio Televisão Portuguesa, “simile a Sanremo”). Questa canzone parla di emozioni legate ad un amore finito con rimpianto, ma in realtà fu il segnale insospettabile di avvio di una rivoluzione, mandato ignaramente in onda da una radio di stampo cattolico.
Fu la Rivoluzione dei Garofani del 1974 che segnò la fine della dittatura in Portogallo, a favore della democrazia. Venne chiamata così perchè Celeste, una ragazza che lavorava in un ristorante, infilò dei garofani nella canna del fucile dei militari, innescando un benevolo effetto a catena. Il gesto di Celeste diede il nome ad una Rivoluzione, ricordata per l’assenza di spargimento di sangue, fatta di fiori nelle canne dei fucili.
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