VERDE TIME

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domenica 31 maggio 2020

VERDE TIME : LA PERVINCA, PETALI A FORMA DI GIRANDOLA



La pianta della pervinca, per la capacità delle sue radici di ancorarsi alla terra, mi fa pensare che bisognerebbe andare oltre al materialismo terreno, come mi dimostrano i suoi fusti, i suoi ramoscelli, così flessibili, che si dirigono verso l’alto, in una formula magica di infinita bontà verso il prossimo, quella che ci mostra il nostro Creatore.
Così il fiore di pervinca mi dice che: quando si possiede un cuore sereno il cielo ti viene in soccorso, facendoti scoprire grandi ricchezze e forza interiore.
Il pensiero della pervinca avvicina ciò che la distanza separa, attutendo quella nostalgia di eterno che ci allontana dal pensiero di Dio; per questo immagino che con questi fiori Dio abbia voluto dirci che non ci lascia mai soli.
La “pervinca minor” (lesser periwinkle),  che cresce nei sottoboschi, è una pianta erbacea perenne della famiglia delle apocynaceae  il cui nome “vinca” deriva dal latino “vincere”, con significato di legare, avvolgere,  in quanto i lunghi steli striscianti portatrici delle foglie della pianta erano usati per realizzare ghirlande matrimoniali con le quali, le giovani donne, si adornavano il capo , mentre la parola “minor” indica la grandezza della pianta in contrapposizione a “vinca major L.” che si differenza da “vinca minor” per le dimensioni maggiori della pianta in termini di foglie e fiori.

La pianta sempreverde, glabra della “pervinca minor” possiede due tipi di fusti, quelli eretti portatori di fiori e quelli striscianti, sterili, portatori di sole foglie, mentre il rizoma della pianta è sottile e strisciante ed è un ottimo aggregante per i suoli scoscesi collinari.
I fiori solitari di pervinca, che si sviluppano all’ascella delle foglie superiori, appaiono da marzo ad aprile e con i loro cinque petali, saldati tra loro, ricordano, un po’ per la forma del fiore, una piccola girandola di colore tra il viola ed il blu (da qui il colore blu pervinca), ma possono essere anche bianchi. I fiori della pianta tappezzante di pervinca sono asimmetrici, distesi ed appiattiti ed hanno una dimensione di circa due o tre centimetri di diametro e sono sorretti da un tubo corollino lungo fino ad un centimetro.
I frutti della pervinca sono cilindrici ed acuminati all’apice e contengono semi neri ed ovali, ma la pianta si riproduce soprattutto mediante stoloni, formando raramente semi, per questo la sua propagazione a distanza è possibile esclusivamente con l’intervento umano.
Le foglie coriacee, ovato-lanceolate della pianta di pervinca minor sono opposte e con pagina superiore glabra lucida, di colore verde scuro, mentre la pagina inferiore della foglia è opaca e di colore più chiaro, con nervature reticolate in rilievo.
La pervinca è una specie officinale tossica in quanto contiene alcaloidi, per questo se ne consiglia l’ uso sotto controllo medico, anche se le sue foglie hanno proprietà antinfiammatorie a livello di problematiche cutanee, in caso di pelle sensibile e delicata (mediante infuso di foglie da applicare sulle zone irritate).
La pervinca inoltre possiede caratteristiche diuretiche ed ipotensive per quanto riguarda le radici, mentre la parte aere della pianta è astringente, tonica ed antidiabetica.
Le foglie della pianta servono per trattae disturbi emorroidali, e per ridurre i sanguinamenti mestruali interni.
La ricerca su questa pianta (vinca minor) ha isolato un alcaloide: la vincamina, per migliorare il flusso sanguinio cerebrale.
La pervinca è una pianta antichissima, giunta in Europa nel Medioevo (ove veniva usata per problemi di sanguinamento nasale). 
Dalla pervinca minor si ricava anche un vino medicinale ed una tintura omeopatica.

La pervinca major

La “pervinca major” (greater periwinkle), presente nell’intero bacino mediterraneo e nelle Canarie si caratterizza, come già indicato, per le dimensioni maggiori delle foglie e dei fiori, di color blu porporino, che appaiono con steli fiorali alti fino a trenta centimetri e foglie lucide, lunghe fino a sessanta centimetri. I fiori, con apice dei petali obliqui, hanno sepali con margini finemente pelosi. In Liguria la pianta è comune anche sulle coste.
Proprio per la sua etimologia il fiore della pianta di pervinca è simbolo di purezza e fedeltà nelle relazioni di amicizia e di amore, forse per la tenacia avvolgente dei suoi fusti che stringono le persone in legami profondi e duraturi, non a caso infatti nelle leggende medioevali si narra che la pianta venisse usata per preparare filtri d’amore.

La pervinca in giardino

La pervinca è amata dai giardinieri che la utilizzano a scopo ornamentale (soprattutto la pervinca major) per realizzare delicate bordure.

sabato 30 maggio 2020

VERDE TIME : METROSIDEROS POLYMORPHA


I fiori della pianta di ‘ohi’a lehua o “metrosideros polymorpha“, caratterizzano il paesaggio hawaiano ove la pianta è endemica.
La pianta appartiene alla famiglia delle myrtaceae e prospera in quasi tutti gli ecosistemi hawaiani, dalle pianure arbustive secche, alle foreste pluviali, alle torbiere ad alta quota, alle colate laviche secche.
La pianta di metrosideros polymorpha cresce a livello del mare fino a 2591 metri in tutte le principali isole tranne Ni’ihau e Kaho’olawe. I fiori sbocciano in primavera, ma possono esserci più fioriture durante tutto l’anno.
Metrosideros polymorpha è una pianta che può avere sia portamento di arbusto prostrato sia di albero di circa tre metri. 
La corteccia della pianta di metrosideros, giovane è liscia, di un color grigio chiaro che poi diventa ruvida e squamosa con l’età.
Le foglie della pianta sono opposte, lisce, abbastanza coriacee, generalmente di forma ovale, di color verde scuro liscio, ma possono essere grigiastre argentate e pelose nella pagina inferiore.
Le gemme fogliari invece possono essere di un colore che va dal verde pallido o rosa o rosso.



Il colore dei fiori, come quello del polline, è generalmente di colore rosso, ma si trovano anche varietà gialle, arancioni, salmone e rosa. I  fiori di metrosideros paiono dei piccoli fuochi d’artificio che esplodono in una fioritura tondeggiante, appariscente, che colpisce per i suoi numerosi stami, simili alle antenne che portano gli occhi delle chiocciole.
I frutti di metrosideros sono capsule legnose contenenti numerosi piccoli semi.

venerdì 29 maggio 2020

VERDE TIME: CAMPANULE FIORI COME CAMPANE



Le campanule appartengono alla famiglia delle campanulaceae e sono piante di origine molto antica infatti pare che fossero conosciute fin dal XVI secolo, mentre il loro nome deriva dalla forma del fiore, che ricorda quella di una campana.
Le zone di origine delle campanule sono generalmente l’Europa e l’Asia. Le campanule sono forse tra i fiori estivi quelli più belle da vedere in quanto ci regalano vistose fioriture a partire da maggio e per tutta l’estate, fino a settembre inoltrato.
Le campanule sono delle piante rustiche o semirustiche, perenni, annuali o biennali che hanno un’altezza variabile dai 10 cm ai 2 m. Le foglie, semplici, alterne hanno una forma variante, mentre i fiori solitari o raggruppati in radi capolini o spighe hanno corolle dai colori molto vivaci tra il viola, l’azzurro ed il purpureo.
I fiori hanno spesso calici a cinque petali, ma le descrizioni delle singole piante variano a seconda della specie, infatti alla famiglia delle campanule appartengono quasi trecento specie, in maggioranza perenni ed europee.

Alcune varietà di campanule europee

la campanula portenschlagiana (o campanula muralis)

Una delle campanule (vedasi mie fotografie allegate), è la portenschlagiana (o campanula muralis) che è caratterizzata da fusti prostrati alti fino a 15 cm., con una lunghezza regolare, se vogliamo contenuta, e cuscini di piccole foglie simili a quelle dell’edera. Questa campanula presenta corti steli che sostengono innumerevoli mazzi di fiori blu violetto, viola o celeste che ricoprono completamente il fogliame, con fioritura che va da maggio a luglio. Questa campanula può rifiorire in settembre. Per la coltivazione necessita di terreno normale e di esposizione parzialmente soleggiata, per garantire la durata dei fiori, e si caratterizza per essere robusta e fiorifera.

La campanula appeal

Un’altra varietà di campanula che ho fotografato, perché estremamente vistosa grazie ai suoi grandi fiori a campana, raccolti in grappoli è la campanula appeal, un ibrido che si trova in commercio nei colori del viola, del lilla, del rosa e fino al bianco.

la campanula pyramidalis

Un tipo di campanula degna di nota è la campanula pyramidalis (con portamento piramidale) ossia una biennale ramificata semirustica, con origini mediterranee, anche diffusa come pianta selvatica, che produce piccole rosette fogliari allungate, ovali, di colore verde chiaro, dalle quali, in primavera, si ergono sottili fusti caratterizzati da poche foglie, al cui apice sbocciano molti fiori a forma di campana, dal colore azzurrato. La fioritura di questa varietà prosegue fino all’autunno, stagione in cui la pianta produce nuove rosette fogliari, che daranno luogo a fioriture primaverili. La campanula pyramidalis viene spesso coltivata anche come annuale in quanto tende ad auto seminarsi e propagarsi con facilità. Le foglie ed i fiori di questa campanula sono commestibili, e vengono utilizzati a crudo nelle insalate.

la campanula isophylla

Un’altra campanula facile da coltivare, anche in appartamento, è la campanula isophylla o stella d’Italia (endemica della Liguria) che ha fusti striscianti e pelosi e fiori stellati, a cinque petali, di un color blu chiaro che però possono variare nelle colorazioni del bianco, a seconda che sia una isophylla alba, o del blu porpora, nel caso che sia una isophylla mayi. La isophylla presenta foglie tondeggianti dal margine dentato. Questa campanella è una perenne sempreverde, nana, decombente con un’altezza che si aggira sui 10 cm.

la campanula rotundifolia

Un’altra campanula è la rotundifolia dalle foglie ovali tondeggianti, ondulate al margine e fusti prostrato asscendenti, con fiori prevalentemente solitari di colore da violetto ad azzurro purpureo. Dalla rotundifolia si ricava un inchiostro indelebile.
Tutte le campanule sono piante di semplice coltivazione, che prediligono una posizione illuminata, ma non a contatto diretto con i raggi del sole, quindi meglio porle a mezz’ombra in terreni fertili ai quali andrà aggiunta una minima parte di sabbia. Le campanule vanno annaffiate moderatamente privilegiando il periodo estivo quando necessiteranno di una maggiore quantità d’acqua.
Per lo più le campanule sono specie rustiche, adatte anche alla coltivazione in vaso.

Usi erboristici e culinari, le campanule commestibili

Gli usi erboristici delle campanule sono riservati alle campanule rapunculus o raperonzolo (con corolla azzurro pallido), trachelium (con corolla azzurra) e latifolia ove è presente l’inulina che conferisce loro proprietà vulnerarie e depurative, oltre al fatto che le tre specie sono commestibili come verdura cotta o cruda nelle insalate (soprattutto la rapunculus o raperonzolo).

giovedì 28 maggio 2020

VERDE TIME : STERLIZIA REGINAE DETTA UCCELLO DEL PARADISO



La strelitzia è una pianta di origine sud africana (Capo di Buona Speranza e del Transvaal), che però gli hawaiani considerano nativa  del luogo.
Questa pianta appartiene alla famiglia delle streliziaceae – musaceae e si caratterizza per essere una perenne, sempreverde, molto longeva. Il nome della specie deriva al nome della principessa Carlotta di Mecklemburg-Strelitz, (come anche la strelizia reginae a cui è dedicata), donna mecenate della botanica e moglie di Giorgio III d’Inghilterra ove, la pianta, fu introdotta, dal curatore dell’Orto botanico di Kew Gardens  Sir. Banks, alla fine del 1700  (Royal Botanic Gardens, Kew), mentre in Italia comparve per la prima volta, nel 1912, nei giardini di villa Hambury, voluti dal londinese Thomas Hanbury, innamorato della costa ligure.

La specie più coltivata di strelizia per il suo bell’effetto visivo è proprio la strelizia reginae, detta “uccello del paradiso”, che si presenta con grandi fiori vistosi, con tre tepali esterni di color arancio prevalente, in cui si può intravedere del giallo carico e tre interni di colore azzurro, diseguali, avvolti da brattee con margine rosso che la fanno sembrare ad una testa di uccello.

Questo perchè, nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli i componenti del  fiore sono detti tepali.

Le foglie, a lungo stelo, della strelizia sono ovali ed ellittiche, con nervatura mediana 

evidente e sono di color verde tendente all’azzurro.
La fioritura della strelizia reginae avviene dall’autunno fino alla primavera, ma solo dopo che la pianta ha raggiunto i cinque anni di età.


La strelizia reginae ama la luce, ma non il sole diretto ed è sensibile al freddo, infatti per essere coltivata richiede temperature superiori a 5-10 gradi centigradi, mentre predilige un terreno fertile e ben drenato.
La pianta si moltiplica in primavera o attraverso i semi che sono dei buffi pallini neri tondeggianti con un ciuffo piumoso di color arancio sul capo , oppure per divisione dei polloni.


La pianta è coltivata per la bellezza dei suoi fiori che una volta recisi durano in acqua per due settimane.


mercoledì 27 maggio 2020

VERDE TIME : POTATURA ESTIVA ED INVERNALE DEL GLICINE E RICETTE FIORITE



Oggi voglio parlarvi del glicine che  regala fioriture stupende per tutta la primavera, quando si può approfittare per realizzare ottime ricette fiorite, mente nel periodo estivo si arricchisce foglie e nuovi rami che necessitano di potatura.
Per questo consiglio a chiunque abbia un glicine in giardino di osservarlo anche in estate quando lo vedrà con un aspetto un po’ scapigliato, diciamo pure molto poco ordinato, quindi pronto per la potatura estiva.


Questo succede perché la pianta del glicine si trova nel pieno del suo ciclo vegetativo e tende a svilupparsi in modo importante, per questo la potatura estiva del glicine sarà decisiva ed avrà lo scopo di contenere e modellare la pianta, favorendo nel contempo lo sviluppo delle gemme florali, che appariranno in primavera, considerando che per la fioritura è bene anche sapere che:
  • Le piante prodotte da seme non fioriscono subito perché hanno un ciclo giovanile molto lungo anche fino a quindici anni, mentre i glicini prodotti da talea (che è il metodo con cui si può generare solo il glicine comune Wisteria sinensis) sono più rapidi.
  • Le piante prodotte per innesto come alcune varietà di glicine winsteria floribunda possono fiorire anche dopo i quattro anni di età.
La potatura estiva andrà quindi eseguita da fine luglio ad agosto, accorciando i rami di un anno, portandoli alla lunghezza di circa un metro, avendo cura di lasciare solo quelli che si decide di far allungare, per dare un bell’aspetto alla pianta, seguendo il proprio gusto estetico.
Con l’occasione si dovranno anche eliminare tutti i polloni e gli stoloni che si sono formati al piede della pianta, per porre in evidenza il fusto d’origine.

Il taglio delle fronde del glicine in inverno avrà scopo contenitivo e servirà anche a selezionare i rami dai quali vogliamo che prosegua lo sviluppo della pianta stessa. La potatura invernale andrà effettuata dopo che sono cadute le foglie della pianta e consisterà in un’accorciatura di tutti i rami di circa un anno di età, lasciando quattro o cinque gemme.



I Glicini sono originari della Cina, del Giappone, della Corea e dell’America. Sono degli arbusti vigorosi, rampicanti, profumati la cui fioritura domina il giardino, tra aprile e maggio, in una persistente nota olfattiva vanigliata che profuma la primavera, regalandoci in estate da un ricco fogliame dai toni del verde brillante. I glicini appartengono alla famiglia delle fabaceae, leguminose e sono piante rustiche, resistenti al freddo ed alle malattie, noti per i loro lunghi rami che si attorcigliano ai loro sostegni rendendoli ottimi abbellenti per pareti, muri, pergolati, spalliere, ma possono essere altresì fatti arrampicare su altri alberi ed essere allevati come alberello.
Il Glicine comune, ossia Wisteria sinensis, di origine cinese, con i suoi fiori color lilla è la varietà più nota e diffusa, ma io adoro la varietà giapponese ossia la wisteria brachybotris varietà iko Yama Fuji  i cui rami si attorcigliano i senso orario ed i fiori profumati si esibiscono in grappoli appariscenti, nei colori del viola, blu viola, rosa e malva.



IN CUCINA

I glicini danno quel tocco liberty al giardino ed alle abitazioni di tutti i tipi per questo anche se sono invadenti bisogna considerare i loro pregi e coltivarli anche perché i fiori sono commestibili e si possono utilizzare per colorare insalate e formaggi freschi, dolci e tanto altro.
Per questo continuate a leggere ed annotatevi la  ricetta primaverile di palline di formaggio fresco ricoperte di fiori di glicine wisteria sinensis.
In primavera invece, con il glicine e gli altri fiori edibili, potete preparare la  ricetta romantica e colorata di palline di formaggio fresco ricoperte di fiori che si fanno con due robiolini di latte o vaccino o caprino facendole rotolare su un trito di verdi foglie di melissa, fiori di trifoglio rosso, fiori bianchi di aglio orsino, petali di rosa, fiori blu di salvia dei prati, petali gialli di tarassaco o calendula, petali bianchi di pratolina fiori viola del glicine wisteria sinensis.


martedì 26 maggio 2020

VERDE TIME : BUDDLEJA, ALBERO DELLE FARFALLE


La buddleja è un arbusto, alberello sempreverde, detto anche  “albero delle farfalle, caratterizzato da numerose infiorescenze i cui fiori si raccolgono in armoniche pannocchie allungate, simili a quelle del fiore del lilla’.
I fiori della buddleja, ermafroditi, per lo più di colore viola ( ma anche lilla, bianco e rosa dalle diverse tonalità), fioriscono da metà giugno a settembre ed emanano un profumo persistente e mieloso che attira gli insetti impollinatori, per questo anche la farfalla podalirio ne va ghiotta.
Le foglie sono opposte e lanceolate.
La “buddleja” o “albero delle farfalle”, profuma di miele e può raggiungere un’altezza di tre o quattro metri.



Questo alberello, cespuglio deciduo, fiorisce dal legno di un anno. Dopo la fioritura va potato bene affinchè germogli spontaneamente, regalandoci i suoi bei fiori.
In giardino, essendo una pianta poco esigente, richiede una posizione soleggiata e si presta alla formazione di gruppi arbustivi su prati e contro i muri.
Spontaneamente lo possiamo trovare lungo fiumi, vallate e sentieri.
La pianta si moltiplica per talea erbacea durante l’estate o mediante semina.
La pianta non sopporta i grandi freddi per cui meglio evitare di piantarla in climi ove le temperature scendono al di sotto dei 15, 20 gradi centigradi.
Questo arbusto appartiene alla famiglia delle buddleiaceae, loganiaceae con fogliame caduco ed il suo nome deriva dal pastore inglese Adam Buddle, medico e botanico per passione.



Ci sono diverse varietà di buddleja, tra cui:
“buddleja davidii”: un arbusto rustico originario della Cina, con rami lunghi e  con foglie verdi, grigiastre, lanceolate, con margine seghettato ed infiorescenze pendule ed apicali di colore rosa violaceo.
“b. japonica hemsley”: con infiorescenze di colore viola, lilla.
“b. lindleyana fortune ex lindley”: con fiori a pannocchia di tonalità violetto o lillino, privi di profumo.
“b. asiatica”: di origine cinese ed indiana, dai fiorellini odorosi piccoli e bianchi.
“b colvilei”: di origine himalayana, i cui  grappoli fioriti sono penduli, rosa o rossi.
“b. americana”: di origine del centro america, che si presenta come un piccolo alberello con fiori giallo – verde, profumati, che attirano api e farfalle.
b. globosa hope”: pianta sempre verde, con corolle profumate giallo – arancio e foglie verdi scuro, dall’aspetto rugoso.
Della buddleja si usano le foglie da raccogliere preferibilmente prima della fioritura, ma anche dopo.
Le foglie sono antiossidanti, antibatteriche, immunostimolanti, antibatteriche, drenati ed emollienti.
Il decotto di foglie è utile per aumentare le difese immunitarie , per i radicali liberi e per problemi di ritenzione idrica.



La farfalla Podalirio è un lepidottero diurno della famiglia delle papilionidae.
Credo che sia una delle farfalle con l’apertura alare più grande (dai sette agli otto centimetri).
Immagino che sia la più grande per una farfalla europea. La sua livrea è giallo pallida con sottili fasce trasversali bruno-nerastre, a forma di V, dirette verso l’angolo dell’ala anteriore. In alcune varietà il colore di fondo può essere bianco e le fasce possono essere di un nero marcato.
Le ali posteriori hanno delle macchie ocellate arancioni e azzurre e le code sono piuttosto allungate e nere. Il podalirio ama i luoghi assolati, i prati, gli incolti, ma anche i giardini, meglio se circondati da siepi.
La specie iphiclides podalirius è diffusa in Europa ed in Africa settentrionale, Asia temperata e si spinge fino in Cina.
I grandi bruchi verdi con linee gialle sono spesso macchiati di rosso e si sviluppano su vari arbusti del genere Prunus e Crataegus, come Prugnolo e Biancospino,  che serviranno loro per la nutrizione, prima dello sfarfallamento. Questa meravigliosa  farfalla, presenta due generazioni annue, marzo e settembre,  in due nidiate. E’ possibile infatti vederle nutrirsi di nettare fino alle ultime fioriture della Buddleja, per cui fino a settembre inoltrato.

lunedì 25 maggio 2020

VERDE TIME : ERICA



Il nome Erica, molto usato anche come nome femminile, deriva dal greco “Eréikò” che significa rompere, spezzare, per due ragioni, ossia, la prima per le proprietà diuretiche e disgregative di alcune eriche sui calcoli renali e vescicali e la seconda perché alcune specie di erica crescono in suoli rocciosi e rupestri, creando con le radici un effetto disgregativo.
Il genere Erica appartiene alla famiglia delle ericaceae e comprende oltre 400 specie, anche diverse tra di loro, pur presentando caratteristiche simili. All’interno della famiglia c’è però un esemplare di genere diverso, ossia la “Calluna vulgarisIl nome di “Calluna” vulgaris deriva dal greco “kalluno” ossia scopare, adornare, infatti i rami della pianta venivano anticamente impiegati per realizzare scope e decorazioni per il giardino.
Ma come distinguere erica da calluna? Alcune differenze si possono riassumere così:
Lunghezza del calice: nella calluna il calice è più lungo della corolla, divisa in 4 lobi per entrambe, mentre nelle eriche il calice è più corto della corolla cilindrica ed a forma di piccolo orcio.
Forma della corolla: nella calluna il calice violaceo rosato, simulante una corolla, è circondato da 4 brattee verdi, con corolla campanulata a 4 lobi divisi ed è persistente, mentre nell’erica  la corolla, rosa viola, ha forma  di piccolo orcio, sempre con n. 4 lobi, però poco profondamente divisi tra loro.
Nelle eriche i fiori, portati all’apice dei rami, fioriscono da febbraio a giugno e la pianta ha foglie verticillate, lineari, aghiformi, con margini revoluti, tomentose inferiormente, per evitare la traspirazione dell’acqua.
L’erica ama svilupparsi in terreni basici, mentre la calluna li preferisce acidi.
Le radici profonde della “Calluna vulgaris” o burgo o erica scozzese si possono estendere dai 20 cm fino al metro ed il fusto legnoso e ramificato della pianta può essere eretto o strisciante e può vivere fino a 40 anni.
L’arbusto cespuglioso della “calluna vulgaris” è un arbusto a crescita lenta che vive in tutta Europa ed è bottinato con gioia dalle api che ne raccolgono il nettare dai fiori per regalarci il noto “miele di burgo” dal gusto delicato e dal colore ambrato.
L’habitat della “Calluna vulgaris” è quello assolato delle brughiere, dei pascoli magri, delle torbiere, in associazione a mirtilli, ginestre e ginepro, con predilezione di terreni acidi e poveri in sostanze nutritive.



La calluna vulgaris è una pianta che contiene nelle foglie e nei fiori tannini e flavoni, ed ha proprietà diuretiche, depurative, disinfettanti, decongestionanti ed antireumatiche e serve nei casi di ritenzione idrica, per l’infiammazione delle vie urinarie, della gola, della bocca e sotto forma di impacco per la cura dell’artrite. I fiori inoltre sono ricchi di sali minerali. Le foglie invece sono amate dai lepidotteri, farfalla del genere “zigenide” – “procris statices” e servono anche per aromatizzare la birra.
“Erica herbacea” dai fusti prostrati, glabri e diffusi, con foglie strette ed acuminate, di color verde opaco e con fiori rosa chiaro, disposti in grappoli eretti o poco penduli, che vive nei boschi e nei pascoli ed in suoli aridi e calcarei.  
“Erica tetralix”(in inglese “cross-leaved heath”), dal greco “τετρἄ, tetra” prefisso che sta per quattro ed “elix” che sta per spirale, per la disposizione delle foglie di quattro in quattro sugli steli.



L’Erica tetralix è una pianta arbustiva, sempreverde, ramificata con foglie corte, peduncolate e pelose. Questa particolarità aiuta l’acqua a traspirare. Esse inoltre si alternano di quattro in quattro, in spirali, sui rametti portanti.
Le foglie sono disposte ad un’adeguata distanza tra loro (da qui anche il nome italiano di erica a quattro angoli).
I fiori, simili a piccoli palloncini cilindrici, sono riuniti in piccole teste arrotondate di colore rosa.
Questa erica cespugliosa, chiamata anche Erica delle paludi, è molto diffusa nelle torbiere e nelle brughiere umide di tutta la Gran Bretagna, ove è molto amata.

In Scozia, dove è molto amata,  l’erica viene usata a scopo protettivo e purificatorio, forse perchè è una pianta molto resistente che dona la forza di sopportarre i problemi e la stanchezza, favorendo la disponibilità all’amicizia ed all’amore. Per questo intrecciamo corone di erica oppure appendiamo mazzolini talismano sulla porta di  casa per ritrovare  l’armonia interiore e far entrare l’amore, come se fosse un rituale magico.
I fiori danno luce alla nostra vita come le amicizie sincere.
Per questo mi capita di pensare a distese di fiori come galassie di stelle, adagiate in un prato celeste e non posso che immaginare migliaia di piccoli fiori campanulati di erica che si abbracciano stretti.



domenica 24 maggio 2020

VERDE TIME : ARBUTUS UNEDO, CORBEZZOLO



Se penso ad una pianta i cui colori ricordano il tricolore italiano visualizzo il corbezzolo o arbutus unedo.Un arbusto che può diventare plurisecolare che mi stupisce sempre perché i suoi frutti rossi, che maturano dopo un anno, tra ottobre e dicembre, compaiono in simultanea con i nuovi fiori della pianta.
I fiori sono un bel bianco candido, contornati da foglie lucide sempre verdi.
Per questo è l’albero del tricolore, amico delle api, che in lui  trovano ancora fonti nettarifere prima dell’inverno.
Così  penso a quanto sia fantastica la natura che ci mette a disposizione in qualsiasi stagione la frutta giusta, quella di cui il nostro corpo ha bisogno.
I nomi di questa pianta in altre lingue sono in inglese strawberry tree, in francese arbousier commun in spagnolo borrachìn.
I nomi popolari della pianta sono albatro, arbuto, suorvo e cocomero rossetto.Il corbezzolo viene definito arbutus unedo ossia arbusto aspro.
Il corbezzolo è una pianta mediterranea originaria del sud Europa, della famiglia delle ericaceae che può essere coltivato in tutte le regioni italiane tranne quelle alpine. Lo si trova in tutte le coste del Mediterraneo e nelle coste atlantiche dell’Europa occidentale fino all’Islanda.
Un ramo di corbezzolo è presente sullo stemma della provincia di Ancona a ricordare le grandi distese di arbusti sul monte Conero.
Anche lo stemma della città di Madrid raffigura un albero di corbezzolo con un orso, forse per le distese di corbezzoli che si vedono in prossimità della città.
Il corbezzolo è una pianta da frutto ma anche ornamentale.
E’ rustica, perenne, sempreverde con chioma globosa ed è alta dai tre agli otto metri.Le foglie verdi scure, coriacee, hanno margine seghettato e sono alterne, picciolate ed ellittiche.
I fiori bianchi e campanulati sono riuniti in grappoli di 15, 20 fiori e compaiono in autunno quando maturano i frutti dell’anno precedente.  I fiori sono disposti in racemi penduli.
I frutti sono sferici, globosi, bitorzoluti e diventano rossi a maturazione. In Inghilterra la pianta viene detta albero delle fragole per la dolcezza e la forma e consistenza dei frutti. La buccia dei frutti infatti è ricoperta da tubercoli che danno ai frutti una consistenza un po’ granulosa al palato. La polpa dei frutti è arancione ed è dolce, ma il gusto dipende dalla qualità delle specie in commercio, per cui varia da pianta a pianta.
I rami sono rossicci e come anche la corteccia che è bruno rossiccia e presenta fini fessurature. Il legno di corbezzolo è un legno pregiato, robusto e pesante che per il suo aroma consente di preparare ottimi piatti alla brace.
Poi è un legno di qualità che permette di ottenere ottimi prodotti artigianali, mentre i polloni della pianta sono utilizzati per l’orto e la vigna.
La pianta del corbezzolo è autofertile quindi ne può bastare anche una sola in giardino.
Si semina in primavera, usando i semi lasciati a macerare in acqua da gennaio.
Si trapiantano in vaso e dopo uno o due anni si pongono a dimora.
Essa è una pianta a crescita rigogliosa, presente in natura nel sottobosco, ma vive bene anche piantata al sole.
Il terreno ideale, essendo un’ericaceae, è quello acido, come il mirtillo, ma si può piantare anche in terreni calcarei, concimandola regolarmente con gli escrementi delle galline.
Essa sopporta temperature invernali fino a meno 15 gradi sotto zero.
La pianta si adatta bene ovunque  e non ama potature eccessive, poi essendo rustica resiste bene agli insetti ed ai parassiti.
Le proprietà erboristiche del corbezzolo sono antinfiammatorie, depurative, diuretiche, astringenti, antisettiche.



Le corbezzole sono antidiarroiche ed apportano vitamina E, dimostrandosi ottimi anti ossidanti. La pianta inoltre contiene tannino, pectina, acido malico, zuccheri, vitamina C ed arbutina.
L’infuso di corbezzolo è utile per stimolare il funzionamento dei reni, per i problemi urinari, per i suoi effetti diuretici e per i disturbi del fegato.
Le foglie in tisana sono ottime alleate per curare cistiti, prostatiti ed infezioni urinarie.
Le foglie infatti contengono tannini e sono discreti antisettici urinari, essendo la pianta della stessa famiglia dell’uva ursina.
Un infuso con 2 grammi di foglie in 100 ml di acqua bollente serve per infiammazioni intestinali, della vescica, dei reni ed intestinali.
Il decotto di foglie calma la diarrea mentre di radici serve per curare l’arteriosclerosi.
La tintura madre di corbezzolo si usa nelle affezioni della prostata e nelle uretriti.
Le foglie si raccolgono in primavera quando sono più tenere , ma anche in estate.
La radice e la corteccia in inverno.
I frutti ad ottobre-novembre.



IN CUCINA

Le corbezzole si prestano per realizzare marmellate, gelatine, mostarde e liquori.
I frutti si possono caramellare con zucchero in padella.
Si può preparare anche un aceto di corbezzole con i frutti poco maturi da mettere a macerare nell’aceto bianco.
La marmellata di corbezzole si prepara versando 1 Kg di corbezzole sane e mature, sciacquate sotto l’acqua in una pentola antiaderente con 700 gr di zucchero (500 gr. di zucchero bianco e 200 gr. di canna) dopodiché si cuoce per almeno 30 minuti e comunque fino ad addensamento della confettura.
Volendo si può frullare il tutto prima di invasare nei barattoli ben sterilizzati.
Questo lo si può fare per non sentire al palato le granulosità del frutto che a mio parere esalta il carattere esclusivo della confettura che al palato ha un sentore delicato che ricorda la mela selvatica.
Questa confettura è ottima con una buona tazza di tea ai semi di cardamomo che va ad aumentare l’effetto disinfettante ed antinfiammatorio a carico del sistema urinario e dell’intestino.
Le corbezzole vanno raccolte mature quando sono dolci e rosse, ma vanno consumate con moderazione per la presenza di un alcaloide per questo la pianta si chiama abutus unedo.
Il corbezzolo è una pianta mellifera molto apprezzata dalle api che trovano ancora risorse nettarifere prima dell’inverno.
Il miele di corbezzolo è un miele da intenditori.Il colore di questo miele che cristallizza rapidamente è ambrato ed il gusto è  persistente, leggermente amaro, con un sentore quasi di cicoria, misto a fondi di caffè, fave di cacao ed erbe amare.
In cucina può essere abbinato ai carciofi ed ai cardi oppure ai formaggi dolci e grassi ed ai pecorini.
E’ il miele ideale per il caffè perché i due sapori amari si sposano bene insieme.
In Sardegna dove se ne produce per tradizione, viene utilizzato come ingrediente di un torrone particolare.
Le foglie del corbezzolo contengono arbutina una sostanza in grado di schiarire le macchie della pelle.
I fiori del corbezzolo sono molto amati dalle api, le foglie dal bestiame, i frutti sono amati dagli uccelli per cui piantiamolo in giardino!