VERDE TIME

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martedì 20 settembre 2022

VERDE TIME LEZIONI DI GIARDINAGGIO : COTOGNO DEL GIAPPONE

 


Quando si parla del Giappone una delle prime immagini che saltano alla mente sono quelle di viali alberati dove fanno sfoggio di tutta la loro romantica bellezza una serie di ciliegi in fiore. Gli stessi, ad esempio, che arricchisco il percorso del fiume Potomac nel cuore di Washington o alcuni viali intorno al laghetto dell’Eur a Roma. Tutti segni di un gemellaggio con la cultura nipponica ma, soprattutto una dimostrazione di come la sua flora possa esser particolarmente ornamentale e poetica.

Stesse caratteristiche che accomunano il così detto cotogno del Giappone. Se questo nome non vi dice nulla, non dipende certo da una scarsa conoscenza in campo botanico ma solamente perché è meglio conosciuto come fiore di pesco. Simbolo dell’arrivo della primavera e al centro di alcune canzoni d’amore come, ad esempio, la celebre Fiori rosa, fiori di pesco di Battisti, questa specie rientra nella famiglia degli arbusti di piccole dimensioni.

Nel corso del tempo, poi, è stato molto amato proprio per le sue qualità estetiche, visto che ha una fioritura precoce e caratterizzata da boccioli di diverse intensità di rosa e rosso. Oltre a questo, poi, a renderlo particolarmente popolare ha contribuito anche la facilità della coltivazione e la sua resistenza, nonostante un aspetto decisamente romantico e delicato.

Per tutti questi motivi, dunque, non è difficile notare la sua presenza all’interno di molti giardini privati. Anzi, ad essere onesti, è sicuramente una delle piante più consigliate soprattutto per chi non ha delle conoscenze di giardinaggio elevate.

Tutti buoni motivi, dunque, che potrebbero portare ad una facile moltiplicazione di questa pianta. Ma come avviene nello specifico? Cosa bisogna fare per ottenere diversi esemplari da un primo arbusto madre? Queste sono proprio le domande cui proviamo a dare una risposta in quest’articolo. Prima di procedere, però, è bene conoscere più da vicino alcuni aspetti di questa pianta dal sapore orientale.

Prima di capire quali tecniche utilizzare per ottenere la moltiplicazione della pianta, proviamo a conoscere le caratteristiche peculiari che la rendono così unica e apprezzata. Iniziamo con il dire che ci troviamo di fronte ad un arbusto non troppo alto ed ingombrante. Il cotogno, infatti, può raggiungere una proporzione che non va oltre i 200  cm.

Oltre a questo, poi, la sua fioritura è precoce. Non è raro, infatti, trovarlo nel pieno del suo splendore già alla fine dell’inverno. Oltre a questo, poi, produce dei fiori non profumati ma che sono caratterizzati da colori vivaci ed intensi che vanno dal rosso al rosa più delicato. Per finire, poi, con l’arrivo della primavera inoltrata, quest’arbusto produce un frutto dalle piccole dimensioni che sembra somigliare ad una mela. E’ commestibile ma solo se cotto, visto che il suo sapore naturale è decisamente troppo aspro.

Come ho già preannunciato, il cotogno giapponese è una pianta facile da coltivare, visto che non richiede delle cure troppo specifiche e si adatta facilmente a vari tipi di terreno. Oltre a questo, poi, riesce ad espandersi nel migliore dei modi sia in solitudine che accanto ad altri tipi di piante. Ma quale tipo di esposizione necessita? Anche in questo caso ci si trova di fronte ad una pianta in grado di affrontare ogni  condizione. Il codogno, infatti, non teme le temperature troppo basse e nemmeno l’esposizione in pieno sole.

Ad essere sinceri, poi, riesce a svilupparsi anche a mezz’ombra. Importante, in questo caso, è che la pianta venga posta verso est. In questo modo, infatti, ci si assicura che riceva il calore del sole alle prime ore del mattino. Cosa fare, però, se ci si trova in ambienti alpini al di sopra degli ottocento metri? Anche in questo caso le accortezze da considerare sono veramente pochi. Basta, infatti, che la pianta venga addossata ad un muro per garantirle un riparo consono ai venti più forti.

Se, a questo punto, siete convinti che il fiore di pesco rappresenti la pianta giusta per il vostro giardino, proviamo a vedere nel dettaglio le tecniche per portare a termine la moltiplicazione. Le possibilità a disposizione sono due: per semi e per talea. Iniziamo proprio dalla semina. In questo caso è necessario utilizzare proprio dei semi tratti dai frutti maturi.

Fatto questo vengono stratificati e posti all’interno della sabbia umida per tutta la durata dell’inverno. Se ci si trova nelle zone più fredde, questa fase deve avvenire all’aperto, mentre in regioni più calde il tutto deve essere messo in frigorifero. Bisogna tener presente che la germinazione, però, è abbastanza lenta ma non si prevedono grandi difficoltà. Questo vuol dire che entro due anni è possibile avere già delle piante in fioritura.

La moltiplicazione per talea, però, è sicuramente la tecnica migliore, visto che solo in questo modo si garantisce di mantenere intatte le caratteristiche della pianta da cui si parte. Per ottenere il risultato desiderato iniziamo con il prelevare nella parte laterale della pianta dei rami semilegnosi di una lunghezza di 10 cm. Dopo aver fatto questo, però, bisogna ricordare di spolverare il taglio praticato con degli ormoni radicanti per agevolare l’attecchimento. A questo punto è arrivato il momento di inserire il tutto in un composto leggero e drenante. L’unica attenzione da prestare è il mantenimento dell’umidità. Per questo motivo, infatti, è consigliato coprire il contenitore con della plastica.  Anche la temperatura ha la sua importanza. Per la formazione delle radici si consiglia di non scendere mai sotto i 15 gradi. Se si procede seguendo questi piccoli accorgimenti, già durante le prime settimane d’autunno le piantine sono pronte e nella primavera successiva è possibile interrarle in modo definitivo.


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