Il peperoncino Medusa è una cultivar della specie delle Capsicum annuum, ossia la tipologia di peperoncini più comune. Una specie ornamentale, a seconda delle condizioni di crescita e coltivazione, si sviluppa sotto forma di cespuglio dalle dimensioni variabili. Dai 10 cm circa delle piante in vaso ai 25 cm di quelle tenute in pieno terreno o in aiuola. Ma perché si chiama così?
Da cosa deriva il suo nome? Per questa e altre curiosità e, soprattutto, per capire come coltivarlo in casa, ecco la nostra breve guida. Troverete le risposte alle domande più comuni quando si cerca di capire come prendersi correttamente cura di una pianta: terreno ideale, quando piantarla e come, quali parassiti e malattie possono minacciarla e come tenerli alla larga. Essendo, poi, finalmente arrivata la primavera, questo è proprio il momento adatto per mettere alla prova il proprio pollice verde, e scoprire una nuova pianta a cui dedicarsi.
Il nome Medusa scelto per questa pianta è bizzarro ma, conoscendone l’origine, piuttosto appropriato. Potrebbe ricordare i tentacoli della medusa marina, a guardare come si sviluppano i suoi frutti. In realtà l’etimologia del suo nome ha ben altre radici: ispirata alla temibile Medusa della mitologia greca, i grappoli di questa pianta ne ricordano i capelli. Invece dei serpenti che la Gorgone aveva come chioma, produce peperoncini che si sviluppano con la punta verso l’alto, proprio come un rettile guizzante.
Sono lunghi intorno ai 5 cm, piuttosto sottili e, appena nati, si presentano di color avorio. Sulla scala Scoville, che misura la piccantezza di questi frutti in base alla capseicina in essi contenuta, il peperoncino Medusa ha un punteggio basso, non superando i 2.500. Le specie con questa caratteristica, perciò, daranno frutti poco piccanti, perfetti anche per chi non è particolarmente amante del loro gusto. Procedendo a una coltivazione in vaso, vi segnaliamo che questa pianta ama un terreno ricco con un buon substrato organico. Attenzione a evitare terreni scarsamente drenanti: si corre il rischio, con i ristagni d’acqua, di compromettere lo sviluppo delle radici, che rischiano di marcire. Va annaffiata spesso specialmente in estate, periodo in cui fiorisce e dona i suoi peperoncini.
I frutti cambiano colore durante le fasi di maturazione: passano dal beige iniziale, al verde, al giallo brillante al rosso intenso, una volta completamente maturi. Durante le varie fasi, i peperoncini saranno pronti in tempi diversi, quindi godrete di una bella tavolozza cromatica, decisamente ornamentale. La manutenzione è estremamente semplice: ricordatevi di eliminare foglie e steli una volta secchi. Ho già sottolineato l’importanza della corretta irrigazione di questa piante: frequente e regolare, soprattutto durante la stagione estiva. Il peperoncino Medusa necessità di abbastanza acqua e, preferibilmente, anche di un pò di concime. Per procedere, la primavera è il periodo giusto per cominciare a somministrarne un po’ alle piante, diluito con l’acqua. Andando verso l’estate, potrete anche aumentare la frequenza. Sempre tenere sotto controllo l’umidità del terreno: mai troppa, per evitare ristagni. Con il terreno asciutto si capisce che la pianta può essere annaffiata di nuovo. Il peperoncino Medusa preferisce il caldo, quindi tenerlo al riparo durante i mesi freddi: anche con le temperature alte, però, occorre prestare attenzione. Durante le ore più calde del giorno, in estate, assicuratevi che le piante non prendano troppa luce o rischieranno di bruciarsi. Il peperoncino Medusa è soggetto ai parassiti più comuni con cui si ha a che fare anche relativamente ad altre piante: acari, lepidotteri, mosca bianca per citarne qualcuno. Importante prevenire questi problemi con sostanze specifiche, meglio se organiche e bio, frizionando le piante con oli o spray.
Per capire lo stato di salute della vostra pianta di peperoncino Medusa, dovrete prestare attenzione allo stato e al colore delle foglie. Le foglie accartocciate e scottate indicano che il terreno è secco, che l’idratazione non è adatta o che le stesse sono troppo esposte ai raggi solari.
In presenza, invece, di foglie gialle, l’illuminazione è scarsa e non sufficiente; se dovessero presentarsi sbiadite però potrebbe dipendere da un terreno povero di sostanze nutritive e minerali. I peperoncini di questa pianta sono commestibili, oltre che ornamentali. Non presentando un punteggio alto sulla scala Scoville, non risultano particolarmente piccanti, anzi. Ben tollerati anche da chi non ama particolarmente questo genere di sapore, sono ideali da consumare anche crudi nelle insalate, oltre che cotti. Possono essere lasciati seccare al sole, una volta raccolti, lavati e correttamente asciugati, in un luogo ben illuminato e non umido.
Questo peperoncino può essere consumato crudo o cotto, oppure lasciato essiccare. Una volta completamente secco, se triturato finemente in polvere, vi farà ottenere una spezia gradevole e non troppo piccante, adatta anche ai non amanti di questo sapore. Le trecce di peperoncini, come il frutto in sé, sono simbolo di buona fortuna: in molte tradizioni, soprattutto nella cultura napoletana, il peperoncino, sotto forma di cornetto, è un potente messaggio beneaugurante e terrebbe via la cattiva sorte.Tentar non nuoce!
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