Con il termine talea si indica il frammento di una pianta appositamente tagliato e conseguentemente sistemato nel terreno oppure nell’acqua in modo che si rigenerino le parti mancanti e si formi un nuovo esemplare. Molto spesso, si tratta di un rametto che si spera sia destinato a radicarsi.
Entrando più nel dettaglio, parlando di “talee fogliari” ci si riferisce sia alle talee di picciolo, cioè le foglie intere che vengono staccate dalla pianta madre lasciando su di essa solo il picciolo, sia alle talee di foglie. Queste ultime sono quelle che si ottengono separando le nervature di una foglia ovvero tagliandola in piccoli pezzi.
Nella maggior parte dei casi, utilizzare le talee di foglia per la riproduzione di diverse varietà di piante ornamentali, soprattutto le succulente o grasse, presuppone avere dimestichezza con il giardinaggio e del tempo da dedicare a questa piacevole quanto onerosa attività.
Specifico che le talee fogliari si distinguono in talee di picciolo, talee di nervature, talee di getti.
Le talee di peduncolo o picciolo sono le più facili da ottenere. Il processo avviene staccando dalla pianta madre una foglia con tutto il picciolo.
Questa andrà interrata in un terriccio misto composto di sabbia e torba in parti uguali. A questo punto, il contenitore con le talee va posto in un luogo umido ed ombreggiato. Se tutto va per il modo giusto, le nuove piantine germoglieranno dopo circa 40 giorni.
Come abbiamo accennato, questa tecnica è tra le più semplici e viene utilizzata per replicare la violetta africana, scientificamente conosciuta con il nome di Saintpaulia Ionantha, la peperomia e le begonie, esclusa la varietà Rex le cui foglie si mettono a radicare dopo averle sezionate in quadrati.
A seconda del modo in cui si presenta la pianta ovvero se le sue foglie hanno o meno una nervatura centrale, sarà possibile praticare questa tecnica. Non c’è un periodo specifico dell’anno per farlo, l’importante è che il taglio sulla pianta sia ben praticato. Il procedimento che stiamo descrivendo consiste nel porre una foglia capovolta su una lastra di vetro e tagliare con la lametta una striscia larga 4-5 cm, in prossimità della nervatura, ad angolo retto. In seguito, si pone a radicare la striscia di foglia in posizione verticale in un contenitore contente terriccio misto. Destinando le giuste cure, dopo circa 40 giorni spunteranno le nuove piantine.
Si moltiplicano in questa tecnica diverse piante da appartamento tra cui la Gloxinia, la Genseria o Gesneria, lo Streptocarpus dunii o Primula del Capo, una piccola pianta perenne a fioritura continua.
Qualora invece le foglie non presentino un’evidente nervatura principale, sarà comunque possibile praticare la tecnica appena descritta solo applicando qualche piccola accortezza.
L’unica regola da seguire è che le foglie dovranno essere tagliate in pezzi verticali lunghi 5 cm. Questi ultimi verranno poi messi a radicare a pochi centimetri di profondità in terriccio universale. Si prestano a tale tecnica la Sanseveria (una pianta che arreda e contemporaneamente purifica l’ambiente), il Giacinto, il bucaneve, la Lachenalia e il fico d’India.
Infine, le talee di getti. Il nome deriva proprio dal fatto che si praticano su getti di foglie di conifere, piante aromatiche di uso comune come la salvia e il rosmarino, nonché la vite canadese, un rampicante molto diffuso per abbellire balconi e terrazzi.
I getti guida lunghi dai 10 ai 15 cm vanno prelevati in primavera e poi messi a radicare in un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali.
Una cosa interessante da sapere è che queste radicano più velocemente delle altre due varietà descritte dunque non sarà necessario attendere un mese prima di veder spuntare i frutti del proprio lavoro.
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