Per quanto, infatti, questo tipo di piante possono mostrare una resistenza superiore al normale e a non risentire troppo di sbalzi di temperatura o assenza di irrigazione, possono presentare dei problemi cui è necessario trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Uno di questi, ad esempio, è la disidratazione. Vediamo insieme alcuni trucchi per rianimare le nostre piante grasse preferite.
Prima di trovare la soluzione migliore per far fronte a questo problema, però, è necessario comprendere se affligge effettivamente la propria pianta o se si tratta di ben altro. Per arrivare alla giusta diagnosi è sufficiente osservare con molta attenzione le foglie, soprattutto quelle inferiori e alla sommità. Nel corso del suo sviluppo, infatti, la pianta è fisiologicamente destinata a perdere del fogliame vecchio per far spazio a quello nuovo. il normale processo di rinnovamento, però, riguarda nello specifico quello posto in basso.
Queste, infatti, una volta seccate, possono essere delicatamente rimosse per far spazio alle altre. Nel caso in cui, però, la stessa situazione si presenta alla sommità della pianta, allora è il momento d’intervenire in modo chiaro e diretto. Un segno inequivocabile della disidratazione è la presenza di grinze e pieghe sulla superficie del fogliame, cui segue anche un appiattimento dello spessore. Se, dunque, osservando i vasi con la composizione delle vostre piante grasse individuate questi segni particolari, vuol dire che vi trovate effettivamente di fronte ad un problema da dover risolvere.
Ho già sfatato la credenza inesatta che una pianta grassa possa vivere e proliferare senza nessun tipo di cura. Ora, però, è necessario fare un altro passo avanti nella loro conoscenza e comprendere che non tutte le tipologie hanno le stesse caratteristiche e le medesime necessità. Iniziamo con il dire che gran parte delle specie sono capaci di trattenere al loro interno l’umidità e, quindi, resistere a dei periodi di lunga siccità senza mostrare apparenti segnali di sofferenza. Questo, però, non vale per tutte le piante grasse.
In sostanza, dunque, è bene fare molta attenzione nel momento dell’acquisto, considerando delle variabili importanti come il clima con cui dovranno confrontarsi, l’esposizione, nel caso in cui vengano piantate a terra e, soprattutto il tempo e la cura che si vuole dedicare loro. Tutto questo serve per abbinare alla perfezione la giusta pianta grassa al perfetto habitat. Non tutti sanno, infatti, che alcune richiedono una coltivazione esclusivamente indoor, con una esposizione limitata ai raggi del sole più aggressivi.
Per evitare che una pianta soffra le temperature più alte fino a disidratarsi si deve inevitabilmente porre molta attenzione ad una irrigazione costante. Questo è un principio valido per la salute di qualunque giardino o per le composizioni con cui abbellire gli interni della propria abitazione. Per quanto riguarda le piante grasse, però, si tratta di un argomento molto particolare e da considerare con attenzione. In effetti, per molte tipologie di succulente, è sufficiente anche una goccia in più per indurla a marcire. Come utilizzare, dunque, l’acqua per evitare o curare la disidratazione senza rischiare la morte della propria pianta? Il segreto risiede, molto semplicemente, in una innaffiatura diversa a seconda della stagione che si affronta. Per quanto riguarda l’autunno e l’inverno, sono due momenti che vengono definiti di risposo. Questo vuol dire che il pericolo di disidratazione è praticamente nullo.
La pianta grassa, infatti, se arrivata sana a questo periodo dell’anno, può tranquillamente sopravvivere con un’irrigazione rara e leggera. Non essendo esposta a caldo e umidità, può ricorrere alle scorte accumulate all’interno delle sacche spugnose del fogliame. Per questo motivo, dunque, si consiglia di testare l’umidità del terriccio prima di aggiungere nuova acqua e rischiare di marcire le radici.
Diverso è il discorso per quanto riguarda la primavera ed estate. Questi, infatti, sono i mesi dedicati alla crescita e allo sviluppo. Per questo motivo, per resistere ad una esposizione al sole e alla luce sempre più costante, è importante innaffiare con maggior regolarità. Anche in questo caso, però, prima di procedere si consiglia sempre di testare l’effettiva umidità del terreno. Nel caso sia ancora bagnato si è bene aspettare un giorno per aggiungere acqua.
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