Il Fico d’India è senza dubbio la pianta cactacea più conosciuta e diffusa nel mondo: essa può raggiungere i quattro o cinque metri di altezza. Mostra fusti eretti o appena prostrati, dalla forma ovale o appiattita, aventi il diametro di trenta o settanta centimetri; essi sono carnosi, dalla tonalità di un verde brillante e con poche spine appuntite. I fiori, che nascono dall’inizio della primavera e per tutta l’estate, hanno la forma di una coppa, di colore giallo o arancione, posti ai lati del fusto. I frutti sono ovali, lunghi dai dieci ai quindici centimetri, di consistenza carnosa e dal colore verde che muta nel rosso porpora una volta che essi sono maturati.Dai semi del frutto si può ottenere un olio commestibile insaturo che rientra nella stessa categoria degli oli di semi di soia, di girasole e di mais.
La moltiplicazione del Fico d’India avviene solitamente per talea: sarà sufficiente porre a dimora una parte del fusto, dopo averlo fatto asciugare per dodici o quindici ore; la pianta metterà radici in un lasso di tempo relativamente breve.
Il fico d’India è originario del Messico, ma è diffuso un po’ in tutto il mondo, soprattutto in Australia e nelle zone mediterranee. La pianta non ha particolari pretese per quanto concerne il tipo di terreno, a patto che esso sia ben drenato e sabbioso, e possibilmente non eccessivamente umido. Come per tutte le Cactceace, in caso di rinvaso, è opportuno servirsi di un terriccio specifico, al quale aggiungere della sabbia grossolana o della perlite.Il Fico d’India ama l’esposizione a luoghi molto luminosi, anche inondati dalla luce diretta del sole; la pianta ben sopporta condizioni climatiche anche difficili, a patto che le temperature minime non scendono sotto gli 0°C poiché, in quel caso, possono iniziare a dare segni di sofferenza.La pianta, se ancora giovane, va annaffiata almeno una volta al mese, da marzo ad ottobre; per quelle che invece sono poste a dimora
da molto tempo, bastano le piogge, a meno che non si vada incontro ad un periodo di siccità eccessivamente lungo.
La concimazione va fatta a partire dalla primavera e per tutta l’estate, servendosi di un fertilizzante liquido da diluire nell’acqua di irrigazione, ogni tre o quattro settimane. In autunno ed in inverno, si consiglia di sospendere le concimazioni per non creare danni alle radici durante il periodo vegetativo della pianta.Il Fico d’India non è immune all’attacco di parassiti, quali le Cocciniglie: esse attaccano le foglie, provocando su di esse delle macchie bianche ed un aspetto comatoso; si consiglia di disfarsene utilizzando un batuffolo di cotone impregnato di alcol o, nel caso in cui la pianta sia abbastanza grande, ci si può servire di un antiparassitario specifico.
Anche tecniche di coltivazioni errate, come un’annaffiatura eccessiva o scarsa, esposizioni a temperature troppo basse, o collocazioni in luoghi poco luminosi, provocano alla piata danni ingenti: essa può avvizzire o divenire eccessivamente molle, può non fiorire o assumere forme bizzarre, o anche decolorarsi.
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