VERDE TIME

VERDE TIME

sabato 31 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Cotyledon è una pianta grassa, appartenente alla famiglia delle Crassulaceae. E’ caratterizzata da lunghi fusti, dai quali nascono coppie di foglie opposte: esse si presentano carnose e sempreverdi, tondeggianti o ovali ed in alcune specie con i margini ondulati, la cui tonalità varia dal verde all’azzurro. I fiori sono molto colorati e vivaci, solitamente rossi, arancioni o gialli: mostrano petali arricciati e spesso riuniti in grappoli su lunghi steli; fioriscono a partire dalla tarda primavera e per tutta l’estate. Il Cotyledon ha una crescita piuttosto lenta: in genere impiega tre o quattro anni per raggiungere un’altezza di trenta centimetri circa, e si serve dello stesso tempo per iniziare a produrre i fiori.La riproduzione del Cotyledon può avvenire, durante il periodo primaverile, mediante talea: esse devono necessariamente essere lunghe dai dieci ai quindici centimetri, e fornite di due o tre paia di foglie; dopo averle lasciate asciugare per circa dieci giorni, è possibile piantarle in una composta costituita da sabbia e torba. E’ consigliabile mantenere il terriccio umido, collocando il vaso in un luogo in cui la temperatura è di circa 21°C, fino alla completa germogliazione. Sono possibili anche le moltiplicazione per polloni basali, o mediante la semina.


cotyledon fusti lunghiIl Cotyledon è originario delle zone brulle dell’Africa, dell’Arabia Saudita e dello Yemen. Esso predilige terricci ben drenati, meglio se lo si rinvasa in una composta specifica per Cactaceae, alla quale si consiglia di aggiungere della sabbia grossolana o perlite.Il Cotyledon ha bisogno di molta luce, durante tutto l’arco dell’anno, anche con esposizione al sole diretto: se è possibile, si consiglia di esporla a sud piuttosto che a nord. La temperatura estiva ottimale si aggira intorno ai  21°C, quella invernale tra i 10-13 °C: è bene fare attenzione che essa non scenda mai sotto i 10°C.  Necessita di una buona ventilazione, per cui è opportuno durante l’estate, porla accanto ad un finestra.Il Cotyledon va annaffiato principalmente se il terriccio risulta essere eccessivamente asciutto, mentre nel periodo autunnale ed 

cotyledon foglie tondeggiantiinvernale, si consiglia di sospendere l’apporto di acqua. E’ bene assicurarsi che non si creino fastidiosi ristagni idrici, per niente tollerati dalla pianta.

La concimazione va fatta  nel periodo primaverile e per tutta l’estate, ogni tre o quattro settimane, servendosi di un fertilizzante liquido da diluire nell’acqua di irrigazione, ricordandosi di diminuire le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione. In autunno e per tutto l’inverno, è preferibile interrompere le concimazioni dato che la pianta va in riposo vegetativo.Il Cotyledon è spesso minacciato dall’attacco di Cocciniglie che creano macchie scure sulle foglie: al fine di eliminarle, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone impregnato di alcool e toglierle manualmente o lavare la pianta con un acqua e sapone neutro, frizionando molto delicatamente con una spugna. E’ importante che la pianta sia risciacquata con cura, così da essere certi di aver eliminato ogni traccia di sapone.

In caso di annaffiature eccessive il fusto del Cotyledon marcirà, al contrario, se le irrigazioni sono scarse, la pianta perderà colore; se la temperatura risulta essere troppo bassa, le foglie finiranno col cadere e la pianta deperire.

venerdì 30 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE

 


L’Echeveria è una pianta grassa, appartenente alla famiglia delle Crassulaceae. Essa è caratterizzata da foglie carnose, dal diametro di circa due, tre o anche dieci centimetri: la forma solitamente è ovoidale, sono inoltre disposte a rosetta, con il margine a volte frastagliato; il colore varia dal verde intenso, al grigiastro, al grigio-azzurro, al verde rosato, in base alla specie. I fiori crescono su un lungo stelo, proprio al centro della rosetta: essi sono molto appariscenti, dalla forma campanulata e dal colore rosso o rosato e con i bordi gialli; la fioritura si ha a partire dalla primavera e per tutta l’estate.La moltiplicazione dell’Echiveria avviene durante la stagione primaverile, per seme o per talea di foglia; i boccioli laterali si possono separare dalla pianta madre e rinvasare singolarmente.


Echeveria fiori tubolariL’Echeveria è originaria dell’America centrale, principalmente del Messico e dell’ America nord-occidentale, e diffusa nelle zone in cui vi sono forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. La pianta predilige terreni sciolti e molto ben drenati, ricchi di materia organica; per il rinvaso bisogna utilizzate una composta specifica per Cactaceae a cui è necessario aggiungere della sabbia grossolana o perlite. E’ importante assicurarsi di sistemare dei pezzi di coccio nel recipiente preferibilmente di terracotta, onde evitare ristagni idrici che sono letali per questa pianta.La pianta predilige posizioni molto luminose, soleggiate o semi ombreggiate, ma durante la stagione estiva è più opportuno evitare di esporla troppo ai raggi diretti del sole. Dal momento che l’Echeveria teme il freddo, la si coltiva in serra o anche in appartamento, non escludendo del tutto la dimora in piena terra.L’Echeveria va annaffiata con regolarità da marzo ad ottobre, ma  è bene farlo solo quando il terreno è asciutto; durante la stagione 

Echeveria foglie carnosefredda, si consiglia di irrigarla solo ogni tanto: in inverno, le piante coltivate all’aperto solitamente si accontentano delle piogge. E’ molto importate ricordare che le foglie non vanno assolutamente bagnate.

Per quanto riguarda la concimazione dell’Echeveria, si consiglia di utilizzare un fertilizzare liquido da diluire nell’acqua di irrigazione, ogni tre o quattro settimane, dalla primavera e per tutta l’estate. Nel periodo autunnale ed invernale, è opportuno sospendere le concimazioni poiché la pianta entra in riposo vegetativo, e il concime si ammucchierebbe nel terreno, creando danni alle sue radici.L’Echeveria è solitamente attaccata da malattie di tipo fisiopatiche, ovvero dovute a cattive tecniche di coltivazione, piuttosto che ad agenti patogeni. Quando il fusto della pianta marcisce, ciò indica che le annaffiature sono state eccessive: in questo caso, purtroppo, è difficile riuscire a salvare la pianta; se alcuni fusti non sono stati ancora intaccati, è importante procedere velocemente e farla asciugare per bene, eliminando le radici e i fusti ormai danneggiati.

Al contrario, scarse irrigazioni, possono portare le parti verdi della pianta alla decolorazione: bisogna repentinamente aumentare l’apporto di acqua, ricordandosi di fare più attenzione e prestare maggiori cure all’Echeveria in futuro.

La pianta, inoltre, può avvizzire e perdere le proprie foglie: se ciò accade, vorrà dire che l’Echeveria è stata esposta a temperature troppo basse e a correnti d’aria fredde e naturalmente bisogna collocarla in un luogo più idoneo.

giovedì 29 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Fico d’India è senza dubbio la pianta cactacea più conosciuta e diffusa nel mondo: essa può raggiungere i quattro o cinque metri di altezza. Mostra fusti eretti o appena prostrati, dalla forma ovale o appiattita, aventi il diametro di trenta o settanta centimetri; essi sono carnosi, dalla tonalità di un verde brillante e con poche spine appuntite. I fiori, che nascono dall’inizio della primavera e per tutta l’estate, hanno la forma di una coppa, di colore giallo o arancione, posti ai lati del fusto. I frutti sono ovali, lunghi dai dieci ai quindici centimetri, di consistenza carnosa e dal colore verde che muta nel rosso porpora una volta che essi sono maturati.Dai semi del frutto si può ottenere un olio commestibile insaturo che rientra nella stessa categoria degli oli di semi di soia, di girasole e di mais.

La moltiplicazione del Fico d’India avviene solitamente per talea: sarà sufficiente porre a dimora una parte del fusto, dopo averlo fatto asciugare per dodici o quindici ore; la pianta metterà radici in un lasso di tempo relativamente breve.


Fico d'India fiore a coppaIl fico d’India è originario del Messico, ma è diffuso un po’ in tutto il mondo, soprattutto in Australia e nelle zone mediterranee. La pianta non ha particolari pretese per quanto concerne il tipo di terreno, a patto che esso sia ben drenato e sabbioso, e possibilmente non eccessivamente umido. Come per tutte le Cactceace, in caso di rinvaso, è opportuno servirsi di un terriccio specifico, al quale aggiungere della sabbia grossolana o della perlite.Il Fico d’India ama l’esposizione a luoghi molto luminosi, anche inondati dalla luce diretta del sole; la pianta ben sopporta condizioni climatiche anche difficili, a patto che le temperature minime non scendono sotto gli 0°C poiché, in quel caso, possono iniziare a dare segni di sofferenza.La pianta, se ancora giovane, va annaffiata almeno una volta al mese, da marzo ad ottobre; per quelle che invece sono poste a dimora 

Fico d'india fusti carnosida molto tempo, bastano le piogge, a meno che non si vada incontro ad un periodo di siccità eccessivamente lungo.

La concimazione va fatta a partire dalla primavera e per tutta l’estate, servendosi di un fertilizzante liquido da diluire nell’acqua di irrigazione, ogni tre o quattro settimane. In autunno ed in inverno, si consiglia di sospendere le concimazioni  per non creare danni alle radici durante il periodo vegetativo della pianta.Il Fico d’India non è immune all’attacco di parassiti, quali le Cocciniglie: esse attaccano le foglie, provocando su di esse delle macchie bianche ed un aspetto comatoso; si consiglia di disfarsene utilizzando un batuffolo di cotone impregnato di alcol o, nel caso in cui la pianta sia abbastanza grande, ci si può servire di un antiparassitario specifico.

Anche tecniche di coltivazioni errate, come un’annaffiatura eccessiva o scarsa, esposizioni a temperature troppo basse, o collocazioni in luoghi poco luminosi, provocano alla piata danni ingenti: essa può avvizzire o divenire eccessivamente molle, può non fiorire o assumere forme bizzarre, o anche decolorarsi.

mercoledì 28 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


L’Aporocactus è una pianta succulenta, comunemente chiamata Coda di topo, appartenente alla grande famiglia delle Cactaceae. E’ caratterizzata da un portamento cespuglioso: mostra fusti sottili e allungati, pendenti e di colore verde chiaro, rivestiti da affilate spine giallastre; essi possono raggiungere anche la lunghezza di un metro e sono carnosi. I fiori, che sbocciano in tarda primavera, nascono sulla base dei fusti: essi sono particolarmente appariscenti e parecchio sgargianti , assumono tonalità che vanno dal rosa al rosso. I frutti sono piccoli e arrotondati, aventi al loro interno numerosi semi scuri. La pianta viene coltivata in appartamento, in panieri sospesi, così da valorizzare il portamento della pianta.La moltiplicazione dell’Aporocactus avviene principalmente per divisione dei cespi nel periodo autunnale, o per seme in quello primaverile: è importante, al fine di garantire un’ottimale germinazione, che la temperatura sia superiore ai 18°C.


Aporocactus fusti allungatiL’Aporocactus è originario dell’America centrale e del Messico, ma è diffuso in tutte le zone dal clima temperato. La pianta predilige terreni sciolti, e molto ben drenati; per il rinvaso si consiglia di usare un buon terriccio per cactacee al quale aggiungere della sabbia grossolana per favorire il drenaggio dell’acqua, o anche della torba e perlite. Si raccomanda di utilizzare dei vasi di terracotta che permettono al terriccio di respirare.L’Aporocactus  necessita di esposizioni in luoghi molto luminosi: nel periodo estivo, si consiglia in ogni caso, di ombreggiare leggermente la pianta, per evitare che venga esposta eccessivamente ai raggi diretti del sole. Durante l’inverno, è opportuno collocare l’Aporocactus in luogo non riscaldato, con temperature inferiori ai 10°C; essa riesce a tollerare anche brevi periodi di gelo, ma in genere la temperatura minima ideale si aggira intorno ai 5-8°C.L’Aporocactus va annaffiato con regolarità, soprattutto se il terreno risulta essere ben asciutto; durante i mesi invernali, si consiglia di 

Aporocactus fiore sgargiantievitare l’apporto di acqua, principalmente se la pianta si trova in luogo freddo. Se essa è allevata in appartamento, la si può irrigare abbastanza sporadicamente. E’ importante fare attenzione a non lasciare acqua stagnante nei sottovasi, così da escludere ristagni idrici, altamente dannosi per la salute dell’Aporocactus.

Durante tutto il periodo della fioritura della pianta, è necessario concimare con un buon fertilizzante liquido una volta al mese, da diluire nell’acqua di annaffiatura così da favorirne uno sviluppo sano e rigoglioso.La pianta è attaccata con facilità dai parassiti quali le Cocciniglie: esse danneggiano le foglie, creando macchie scure; possono essere eliminate manualmente, servendosi di un batuffolo di cotone impregnato di alcol, o utilizzando un antiparassitario specifico.

Se le annaffiature sono state eccessive, i fusti e le radici dell’Aporocactus inizieranno a marcire:
è importante togliere la pianta dal vaso e rimuovere tutte le parti già danneggiate, quelle rimanenti devono essere trattate con un fungicida in polvere ad ampio spettro. Dopo aver fatto asciugare il terriccio, si procede col rinvaso e dopo circa una settimana, si può ricominciare ad annaffiarla, ricordandosi di fare più attenzione con la quantità di acqua da utilizzare.

martedì 27 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


La Parodia è una pianta grassa, appartenente alla famiglia delle Cactaceae. Essa presenta una forma tondeggiante, con fusti verdi con sfumature bluastre, e dotati di diverse spine. I fiori, che sbocciano in tarda primavera, sono di colore giallo, rosa, rosso o viola; verso la fine dell’estate, la pianta genera piccoli frutti dalla forma ovale che racchiudono numerosi semi di piccolissime dimensioni, solitamente fertili. La Parodia è una pianta allevata per la sua fioritura abbondante e rigogliosa, e per la coltivazione abbastanza semplice.La moltiplicazione della Parodia avviene principalmente per seme: nei mesi invernali è opportuno eseguirla in un semenzaio riscaldato, mentre in quelli primaverili, la si può effettuare anche all’aperto. Si consiglia  di tenere i recipienti con il terriccio e i semi in luogo ombreggiato e umido. Inoltre, dal momento che la pianta è dotata di diversi polloni basali, essi si possono togliere e rinvasare in un contenitore singolo al fine di avere nuove piantine con facilità.


CactaceaeLa Parodia è originaria delle zone dell’America centrale e di quella meridionale. La pianta predilige terreni molto ben drenati; in caso di rinvaso, si consiglia di utilizzare un miscuglio formato da terriccio universale, unito a sabbia di fiume e pomice o lapillo, così da facilitare il drenaggio e consentire uno sviluppo equilibrato alle fragili radici. Poiché essa ha una crescita abbastanza lenta, la si può lasciare nello stesso vaso per due o anche tre anni prima di rinvasarle.La Parodia predilige posizioni molto luminose, tuttavia nei mesi più caldi, si consiglia di porla in una zona parzialmente ombreggiata cosicché sia al riparo dai raggi diretti del sole. Non teme particolarmente il freddo, e alcune specie riescono a tollerare anche temperature di alcuni gradi inferiori agli 0°C; nei mesi invernali però, è opportuno che la temperatura si aggiri intorno ai 10°C.La Parodia ha bisogno di annaffiature regolari, almeno una volta a settimana, accertandosi che il terreno sia completamente asciutto 

Parodia fusti spinositra un’irrigazione e l’altra. Con l’arrivo della stagione fredda, si raccomanda di diminuire le annaffiature, o sospenderle del tutto nel caso in cui la pianta venga conservata in un luogo freddo; se la Parodia viene allevata in casa, si consiglia di annaffiarla almeno una volta al mese anche in inverno.

Per quanto riguarda la concimazione, è opportuno eseguirla ogni quindici o venti giorni, aggiungendo del fertilizzante liquido specifico per piante succulente, ricco in potassio e povero in azoto, da diluire nell’acqua delle annaffiature. Una concimazione regolare favorisce uno sviluppo sano della pianta nonché un’abbondante e rigogliosa fioritura.La Parodia non è immune all’attacco di acari o parassiti quali la Cocciniglia: queste ultime provocano danni notevoli alle foglie, creando macchie scure su di esse; per eliminarle, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone impregnato di alcol o lavare la pianta con del sapone, ma facendo bene attenzione a risciacquarla con cura. In alternativa, ci si può servire di un buon antiparassitario.

Sono anche le tecniche di coltivazioni scorrette, come un’annaffiatura eccessiva o scarsa, esposizioni a temperature troppo basse, o collocazioni in luoghi poco luminosi, che intaccano lo sviluppo sano della Parodia.

lunedì 26 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE

 


La Mammillaria è una pianta grassa, appartenente alla grande famiglia delle Cactaceae; essa è di dimensioni piuttosto piccole, ed è caratterizzata da fusti dalla forma cilindrica o anche globosa. La pianta è ricoperta da  piccoli tubercoli , ognuno dei quali possiede un’areola, ovvero una piccola protuberanza che ricorda la forma di una stella. Le foglie della Mammillaria altro non sono che piccole spine, che possono essere robuste o anche setose; i fiori, che sbocciano nei mesi estivi, creano una graziosa corona colorata sulla cima della pianta: in alcune varietà essi sono molto piccoli, in altre sono particolarmente appariscenti e posseggono colori molto vivaci. Questo genere è anche definito pianta del deserto, dal momento che essa è in grado di sopravvivere a condizioni piuttosto sfavorevoli a qualsiasi altra pianta.

La moltiplicazione della Mammillaria avviene principalmente per seme, che deve essere disseminato su un terreno proporzionatamente ricco di sabbia e a sufficienza umido, nonché ben drenato; la temperatura ideale dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 gradi. In alcuni casi, ci si può servire anche della riproduzione mediante i polloni, tagliando la ramificazione con un coltello affilato e pulito, e lasciando asciugare per circa una settimana prima di collocare la pianta in un vaso definitivo.


Mammillaria fusti globosiLa Mammillaria è originaria delle zone calde del Messico e dell’india Occidentale. La pianta predilige terreni molto ben drenati; in caso di rinvaso, si consiglia di utilizzare un miscuglio di sabbia, ghiaia o pomice o anche un composto adatto per le Cactaceae. La Mammillaria necessita di un’esposizione in luoghi particolarmente luminosi. Vi sono, tra essa, alcune specie che ben sopportano le basse temperature: alcune resistono a condizioni climatiche che sfiorano lo zero, tuttavia la temperatura ideale per la Mammillaria non dovrebbe scendere sotto i 6 gradi e aggirarsi sempre tra i 20 ed i 25 gradi. Si consiglia di collocarla in ambienti freschi e ventilati. La Mammillaria ha bisogno di frequenti annaffiature nel periodo che va da marzo a settembre: circa una 

Mammillaria spinevolta alla settimana. Durante i mesi freddi, l’apporto di acqua non è necessario, e nel caso in cui le temperature si abbassano eccessivamente, si consiglia di mantenere il terriccio asciutto. E’ bene fare attenzione a non creare dannosi ristagni che portano all’inevitabile marcitura della pianta e delle sue radici.

La concimazione della pianta va fatta una volta al mese durante la stagione calda, mentre nel periodo invernale va sospesa: il fertilizzante ideale per la Mammillaria dovrà avere un’ equa proporzione di fosforo, potassio ed azoto con piccole percentuali di ferro, magnesio e zinco.La Mammillaria non è immune all’attacco della Cocciniglia e del ragnetto rosso: nel primo caso, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone impregnato di alcool e strofinare con delicatezza onde rimuovere il parassita; in alternativa, servirsi di un antiparassitario.

Cattive tecniche di allevamento, come la collocazione in zone troppo ombrose o annaffiature eccessive, fanno sì che la pianta non fiorisca o finisca col deperire. E’ importante porvi rimedio tempestivamente, accertandosi di offrire alla Mammillaria le opportune cure.

domenica 25 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


La Crassula è una pianta grassa appartenente alla famiglia delle Crassulaceae; è considerata una pianta ornamentale ed è caratterizzata da una crescita piuttosto lenta. Mostra fusti carnosi, adibiti ad immagazzinare acqua;  le foglie sono anch’esse carnose, e poste alternate lungo il fusto, sono ricoperte da una leggera peluria in grado di proteggerle dai raggi diretti del sole.  I fiori hanno la forma di una stella e sono di dimensioni molto diverse anche se comunque piccoli, a seconda della specie: spesso sono riuniti in infiorescenze a corimbo, a grappolo o a pannocchia; solitamente fioriscono da marzo a settembre.La moltiplicazione della Crassula può avvenire attraverso la semina o per talea: nel secondo caso, si prelevano dei rametti e delle foglie, tagliandoli con un coltello ben affilato e pulito. Il seme, invece, deve essere piantato in un vaso avente terriccio misto a sabbia, e posizionato all’ombra e ad una temperatura di circa 20 gradi.


crassula fiore a stellaLa Crassula è originaria del Sud Africa e delle zone aride dell’Africa Meridionale. Il terreno non deve essere eccessivamente compatto e garantire un buon drenaggio, poiché in caso contrario, la pianta finirà col marcire; in caso di rinvaso, è opportuno scegliere una parte di terra mischiata a fogliame, torba e sabbia grossolana o perlite. In alternativa, si può optare anche per una composta specifica per Crassulaceae.La Crassula predilige luoghi particolarmente luminosi, anche inondati dalla luce diretta del sole, sebbene nei mesi più caldi risulta opportuno limitarne l’esposizione, così da non far bruciare le foglie. L’ambiente circostante deve essere caldo e non scendere mai sotto i 7 gradi di temperatura, che dovrebbe aggirarsi intorno 21 gradi e con un umidità non eccessiva.La pianta necessita di annaffiature ogni qual volta il terreno risulta eccessivamente secco: in estate, comunque, si consiglia di annaffiarla più frequentemente poiché è nei mesi caldi che essa fiorisce; è opportuno servirsi di acqua a temperatura ambiente e preferibilmente quella piovana. Durante i mesi freddi, la Crassula non ha bisogno di irrigazioni, per cui le annaffiature si possono sospendere e riprendere poi con l’inizio della primavera.

La concimazione della Crassula va fatta ogni mese durante la stagione estiva, utilizzando un fertilizzante liquido con parti eque di fosforo, potassio e microelementi come il magnesio, il ferro, il rame. E’ preferibile non usare concimi contenti azoto che rischiano di far seccare la pianta. Molto spesso, uno sviluppo insano della Crassula è dovuto ad una cattiva innaffiatura e un pessimo drenaggio del terreno: nel caso in 

crassula  foglie carnosecui si ecceda con l’apporto di acqua, essa tende a far marcire il fusto e le foglie finiscono col cadere. Naturalmente, se ciò accadesse, bisogna sospendere immediatamente le annaffiature e collocare il vaso in un luogo asciutto, aspettando che il terreno sia completamente deterso.

La Crassula, inoltre, viene attaccata da parassiti quali la Cocciniglia: ; per eliminarla, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone impregnato di alcol o lavare la pianta con del sapone, ma facendo bene attenzione a risciacquarla con cura. In alternativa, ci si può servire di un buon antiparassitario.

sabato 24 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Lithops è una pianta grassa, appartenente alla famiglia della Aizoaceae; esse vengono comunemente chiamate ‘sassi viventi’, merito della loro particolare forma. E’ priva di un fusto visibile, dato che la maggior parte della pianta si trova nel terreno. Le foglie crescono solitamente a coppia, ed hanno una consistenza carnosa: in cima ad esse, vi è un taglio da cui nasce un fiore in genere bianco, molto simile alla margherita. Questi, rispetto alla pianta che raggiunge circa i due centimetri di altezza, sono abbastanza grandi e arrivano anche ai cinque centimetri. La fioritura avviene quando la pianta ha almeno tre anni.La moltiplicazione del Lithops avviene per talea o anche attraverso la semina: il seme deve essere piantato tra marzo ed aprile, in un terreno costituito da sabbia e materiale drenante; la germinazione avrà luogo dopo circa due settimane. Per quanto riguarda la tecnica della talea, bisogna usare una lama sterile per separare le due foglie e prelevare una parte che sarà collocata direttamente nella sabbia: quando che le radici saranno spuntate, la pianta potrà essere messa a dimora.


Lithops fiori grandiIl Lithops è originario dell’Africa Meridionale; esso predilige terreni con un buon drenaggio e in caso di rinvaso, è preferibile scegliere un terriccio già pronto adatto ai cactus; in alternativa, si può creare un miscuglio di terra, di sabbia silicea e una parte di pomice. Poiché le radici del Lithops sono molto grandi e crescono verticalmente, il vaso dovrà essere più alto che largo.Il Lithops necessita di essere collocato in un luogo assolato e non umido, tuttavia durante il periodo estivo è bene che non sia direttamente esposto alla luce del sole, evitando così scottature. La  pianta predilige gli ambienti ventilati e luminosi, e temperature che si aggirino tra un minimo di 10 gradi e un massimo di 25 gradi, pur reggendo condizioni termiche superiori ai 30 gradi.Il Lithops ha bisogno di annaffiature regolari durante i mesi caldi e soprattutto quando la superficie del terreno risulta eccessivamente 

Aizoaceaeasciutta già da diversi giorni. Durante i mesi freddi, possibilmente da ottobre fino a maggio, è preferibile sospendere le annaffiature. Nel caso in cui le giornate si presentino particolarmente calde si consiglia di procedere con la vaporizzazione.

Se il terreno scelto per la pianta risulta essere adeguato, le concimazioni non dovrebbero essere necessarie: in caso contrario, è importante servirsi di un concime ricco di fosforo e povero di azoto, da utilizzare durante la stagione estiva, almeno un paio di volte.Cattive tecniche di allevamento, inducono il Lithops ad avere uno sviluppo poco sano: se la pianta viene posizionata in un ambiente poco luminoso, ad esempio, essa tende a crescere assumendo una forma troppo allungata, perdendo così quella caratteristica. Nel caso in cui venga annaffiata eccessivamente, i suoi colori caratteristici muteranno ed essa assumerà una tonalità sbiadita.

Inoltre, il Lithops non è immune all’attaccato di parassiti quali le Cocciniglie e spesso, soprattutto sulle radici, dai pidocchi. In entrambi i casi, si consiglia di adoperare un insetticita ad ampio spettro.

venerdì 23 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


La Stapelia è una pianta grassa, appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae; essa è particolarmente apprezzata  per via dei suoi fiori, unici e meravigliosi nel loro genere. La Stapelia può raggiungere grandi altezze, tuttavia essa tende a svilupparsi soprattutto in larghezza: i fusti sono eretti e ramificati, solitamente dal colore verde intenso o anche incline al rossastro, in alcune specie addirittura assumono tonalità vicine al grigio e al viola. I fiori hanno la forma di una stella piatta, e possono arrivare anche ad una dimensione di circa 40 centimetri; i frutti contengono numerosissimi semi piumati, dispersi dal vento.La moltiplicazione della Stapelia avviene per seme nei mesi primaverili oppure per talea: in quest’ultimo caso, si consiglia di lasciare asciugare le parti della pianta recise per circa dodici o quindici ore, prima di metterle a radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali.


Stapelia fiori piattiLa Stapelia è originaria delle zone tropicali del sud Africa, in particolare del Botswana, Zimbawe e Namibia. Essa predilige terreni ben drenati e sabbiosi; in caso di rinvaso, è opportuno servirsi di un composto specifico per cactacee e sabbia grossolana in parti uguali: è importante sistemare sul fondo del vaso dei pezzi di coccio così da facilitare un ottimo drenaggio dell’acqua di irrigazione, evitando dannosi ristagni.La Stapelia ha bisogno di esposizioni a luoghi soleggiati, così da stimolarne la fioritura; tuttavia, è opportuno spostare la pianta a mezz’ombra nelle ore più calde della giornata, specialmente nei mesi di luglio e di agosto. La pianta riesce a tollerare temperature di pochi gradi inferiori allo zero, ma si consiglia di mantenerle alla temperatura di 5 o 7°C, anche nella stagione invernale.La pianta necessita di annaffiature regolari, soprattutto nei mesi che vanno da marzo a settembre, ricordandosi di lasciare asciugare di poco il terriccio tra un’irrigazione e l’altra. Durante le stagioni autunnali ed invernali, le annaffiature vanno diminuite: si consiglia di non sospenderle del tutto poiché è importante che il terreno si mantenga appena umido e non sia mai completamente asciutto, dal momento che i fusti avvizzirebbero rapidamente. L’apporto di acqua va sospeso solo nel caso in cui le temperature si abbassino eccessivamente.

La concimazione della Stapelia si effettua durante tutto il periodo primaverile e quello estivo: si  aggiunge del fertilizzante liquido all’acqua di irrigazione ogni tre settimane, diminuendo leggermente le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione. E’ bene che la fertilizzazione venga sospesa durante la stagione fredda.La Stapelia viene attaccata da parassiti quali la Cocciniglia: al fine di eliminarla, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone

Stapelia fusti eretti impregnato di alcol o lavare la pianta con del sapone, ma facendo bene attenzione a risciacquarla con cura. In alternativa, se l’infestazione risulta essere eccessivamente estesa, ci si può servire di un buon antiparassitario.

In caso di annaffiature eccessive, i fusti alla base della Stapelia inizieranno a marcire; al contrario, se le irrigazioni risultano essere scarse, gli stessi inizieranno ad appassire agli apici. E’ bene, di conseguenza, prendersi cura della pianta in maniera adeguata.

giovedì 22 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Cereus è una pianta grassa facente parte della grande famiglia delle Cactaceae; è molto conosciuta e apprezzata per la sua forma allungata e la particolarità dei suoi fiori. Il fusto ben eretto, è costituito da spine abbastanza robuste che fungono da foglie, e che nascono da piccole protuberanze chiamate areole,  disposte a ciuffetti. Durante la stagione estiva, sbocciano fiori ermafroditi di grandi dimensioni  e particolarmente belli, dalla forma a spirale: solitamente presentano colori che vanno dal bianco, al rosa o al rosso e il loro profumo cambia a seconda della specie e della varietà; si aprono solo la notte e sono di breve durata. I frutti sono delle bacche carnose di colore rosso, commestibili.La moltiplicazione del Cereus avviene seme o mediante talea: il seme dovrà essere piantato in primavera, in un terriccio composto in parti uguali da torba e sabbia; per quanto riguarda la talea, invece, è necessario prelevare una parte della pianta lunga circa otto centimetri, con strumenti affiliati e ben puliti, lasciandola asciugare per almeno una settimana prima di porla in un composto di sabbia dove potrà mettere radici. 


Cereus fusti erettiIl Cereus è originario dell’America Meridionale e delle Indie Occidentali, ampiamente diffusa anche nelle zone equatoriali. Essa predilige terreni molto ben drenati; per il rinvaso, si consiglia di utilizzare una composta specifica per Cactaceae, aggiungendovi della sabbia grossolana e della perlite. E’ importante che, sul fondo del vaso, si collochino dei pezzetti di coccio che contribuiranno a favorire lo scolo delle acque di annaffiatura in eccesso: in questo modo, si eviteranno dannosi ristagni idrici.E’ importante collocare la pianta in un ambiente ricco di sole, luminoso e ben caldo per molte ore al giorno. La temperatura adatta al Cereus si aggira intorno ai 25 gradi e, sebbene riesca a tollerare anche il freddo intenso, si sconsiglia di sottoporla a temperature inferiori ai 10 gradi. Amano anche ambienti arieggiati, purché non ci siano forti correnti d’aria, specialmente se gelide. Durante la stagione calda, il Cereus ha bisogno di essere annaffiato ogni qual volta il terreno risulti eccessivamente asciutto già da 

Cereus Fiori ermafroditialcuni giorni: si consigliano un paio di bicchieri di acqua ogni mese. Nei mesi freddi, l’annaffiatura può essere sospesa.

La concimazione del Cereus va fatta a partire dal mese di maggio fino ad agosto, periodo che coincide col riposo vegetativo della pianta. E’ bene servirsi di un buon fertilizzante liquido, da diluire nell’acqua delle annaffiature: è importante che esso sia ricco di fosforo e potassio, con azoto ridotto al minimo dato che renderebbe la pianta debole e la indurrebbe a marcire.Il Cereus è particolarmente soggetto all’attacco della Cocciniglia poiché essa riesce a nascondersi bene tra i suoi fusti snodati. Si consiglia, dunque, di utilizzare un insetticida a largo spettro per prevenire l’attacco di cocciniglie e afidi, prima che la stagione estiva abbia inizio.

La pianta, inoltre, non è immune alla minaccia di  funghi: anche in questo caso, è opportuno usare in anticipo un fungicida sistemico fin dall’inizio della primavera.

mercoledì 21 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Sedum come accade per tutte le piante succulenti, viene minacciato dalla presenza di afidi e soprattutto Cocciniglie: onde eliminarle, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o lavare la pianta con acqua e sapone neutro, strofinando molto delicatamente con una spugna per rimuovere i parassiti, e risciacquarla molto bene per eliminare tutto il sapone.

E’ importante, durante la stagione primaverile, trattare il Sedum con degli insetticidi a largo spettro, evitando tuttavia di farlo quando la pianta è in piena fioritura. Le spine del Pachypodium espellono sostanze velenose, di conseguenza si raccomanda di prestare attenzione ad eventuali punture che provocherebbero spiacevoli irritazioni cutanee.

La moltiplicazione del Pachypodium avviene principalmente per seme, tuttavia questa pratica è parecchio complicata da realizzare in un ambiente domestico dal momento che risulta difficile reperire dei semi freschi, inoltre richiede una buona predisposizione alla botanica. La pianta si può riprodurre anche mediante talea. 


Pachypodium fusto voluminosoIl Pachypodium è originario del continente africano e dell’isola del Madagascar. La pianta predilige terreni che contengano grana densa e che consentano un buon rilascio di acqua; si consiglia di aggiungere al composto anche un quarto di materiale drenante come sabbia o pozzolana. Naturalmente, anche i composti già preparati e appositi per i cactus, con aggiunta di torba, sono appropriati. Il Pachypodium necessita di esposizioni ad ambienti luminosi e ventilati: ben sopporta i raggi diretti del sole, tuttavia si consiglia di ripararlo nelle ore più calde della giornata, soprattutto durante la stagione estiva. E’ in grado di resistere alle alte temperature, ma è importante che quelle minime non siano mai inferiori ai 10 gradi. La pianta ha bisogno di annaffiature frequenti nei mesi che vanno da marzo a settembre: si consiglia di irrigarla quando il terreno 

Pachypodium fiori a imbutorisulta asciutto già da alcuni giorni; la quantità ideale di acqua per una pianta di media statura, è di circa 300 ml. Durante la stagione fredda, l’apporto di acqua può essere drasticamente ridotto o addirittura sospeso nel caso in cui il Pachypodium sia allevato in appartamento, ma senza riscaldamento alcuno.

Per quanto riguarda la concimazione del Pachypodium, essa va fatta almeno due volte al mese con del fertilizzante a basso contenuto di azoto, poiché questo elemento induce la pianta a crescere troppo velocemente, indebolendo di conseguenza la sua difesa contro parassiti e muffe. Nei mesi autunnali ed invernali, le concimazioni devono essere interrotte. Il Pachypodium non è immune, come accade per tutte le piante succulente, all’attacco delle Cocciniglie: questi parassiti danneggiano le foglie, contribuendo a formare su di esse delle macchie scure; si rimedia a questo inconveniente, utilizzando un batuffolo di cotone imbevuto nell’alcol e strofinando le parti danneggiate con  delicatezza, fino ad eliminare l’ospite indesiderato. Se l’infestazione è particolarmente grave ed estesa, si consiglia di usare un buon antiparassitario.

Anche esagerare con le annaffiature arreca danni al  Pachypodium: può spianare la strada alla nascita di funghi. Durante la stagione primaverile, si consiglia di proteggere la pianta con insetticidi a largo spettro, facendo bene attenzione a non adoperarli se in piena fioritura.

martedì 20 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Sedum è una pianta grassa, appartenente alla famiglia delle Crassulaceae; essa cresce spontaneamente sulle pareti rocciose o in terreni aridi, non possiede dimensioni particolarmente grandi: raramente raggiunge i cinquanta centimetri di altezza. Alcune specie hanno un portamento ricadente, altre eretto e cespuglioso e somigliano ad un alberello; le foglie sono di un verde molto intenso e come i fusti, esse hanno una consistenza carnosa: sono ricoperte da una leggera peluria e una sostanza cerosa. I fiori presentano la forma di una stella e sono per lo più piccoli, ma particolarmente belli: in alcune specie sono riuniti in infiorescenze a corimbo, a grappolo o a pannocchia; fioriscono da marzo a settembre.La moltiplicazione del Sedum avviene sia per seme che per talea: quest’ultima è più semplice da realizzare, poiché la pianta produce con facilità e velocemente le radici;  bisogna tagliare un rametto e infilarlo direttamente nel terreno, e nel giro di pochissimo tempo la pianta avrà radicato. Nel caso in cui si voglia optare per la semina, essa va effettuata nei mesi invernali tra gennaio e marzo.


Sedum fiore a stellaIl Sedum è originario dell’Europa meridionale, del Messico ed anche dell’Africa centrale. La pianta predilige terreni sabbiosi, rocciosi e molto ben drenati; in caso di rinvaso, si consiglia di utilizzare una composta specifica per Cactaceae alla quale bisogna aggiungere della sabbia grossolana o della perlite. Si raccomanda di sistemare nel fondo del vaso, possibilmente di terracotta, alcuni pezzi di coccio in modo da evitare i ristagni idrici che risultano letali per questa pianta.Il Sedum necessita di molta luce, in tutte le stagioni dell’anno, ma è meglio evitare l’esposizione al sole diretto: ideale è collocarla verso sud.  Le temperature estive migliori di coltivazione si aggirano intorno ai 21°C , quelle invernali devono essere tra i 10-13 °C, facendo bene attenzione a non scendere sotto i 10°C.  E’ una pianta che ama l’aria fresca soprattutto d’estate, per cui si consiglia di sistemarle vicino ad una finestra aperta nel caso in cui si allevano in appartamento. Il Sedum, durante i mesi estivi, va annaffiato solo quando il terreno risulta asciutto e secco: generalmente sarà sufficiente irrigarlo una 

sedum foglie carnosevolta al mese. Nei mesi autunnali e invernali, a partire da metà novembre e fino a metà marzo, le annaffiature vanno sospese fino all’inizio della primavera.

Per quanto concerne la concimazione del Sedum, è opportuno effettuarla all’inizio della primavera con fertilizzanti che abbiano una bassa dose di azoto e un buon livello di fosforo e potassio: si consiglia di mischiare il fertilizzante con l’acqua delle annaffiature. Durante l’inverno, la concimazione va sospesa.Il Sedum come accade per tutte le piante succulenti, viene minacciato dalla presenza di afidi e soprattutto Cocciniglie: onde eliminarle, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o lavare la pianta con acqua e sapone neutro, strofinando molto delicatamente con una spugna per rimuovere i parassiti, e risciacquarla molto bene per eliminare tutto il sapone.

E’ importante, durante la stagione primaverile, trattare il Sedum con degli insetticidi a largo spettro, evitando tuttavia di farlo quando la pianta è in piena fioritura.

lunedì 19 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


L’Epiphyllum, comunemente chiamato anche ‘lingua di suocera’, è una pianta grassa che appartiene alla famiglia delle Hylocereeae; essa è di tipo epifite poiché si appoggia alle altre piante, servendosene come sostegno per crescere. Presenta fusti dall’aspetto ceroso e schiacciati, e si sviluppa in modo contorto ed articolato, producendo numerosi rami: questa pianta raggiunge dimensioni di circa sessanta centimetri, e pur essendo una cactacea, non produce spine. I fiori sono particolarmente vistosi, e si sviluppano lungo i bordi dei rami, raggiungendo anche i quindici centimetri di diametro: possono avere colori tenui, dal bianco al giallo pallido, ma esistono specie che generano fiori anche di tonalità più vive, come l’ arancio o il rosso. Il fiore, tuttavia dura pochissimo, appena un giorno ed una notte soltanto. La riproduzione dell’Epiphyllum avviene principalmente per talea durante il periodo estivo: si procederà recidendo il fusto, che dovrà essere messo ad asciugare per qualche giorno e in seguito piantato in un terriccio umido. Successivamente si sceglierà  un luogo ombroso dove tenere la talea per circa quindici giorni e, quando avrà attecchito, si potrà passare al rinvaso definitivo.


Epiphyllum fiori vistosiL’ Epiphyllum è originario dell’America centrale e delle foreste tropicali, tuttavia è parecchio diffuso anche in Italia. Esso predilige terreni sciolti e ricchi di sostanza organica; nel caso in cui lo si allevi in vaso, si consiglia di utilizzare un composto formato da sabbia e torba, e in più del materiale grossolano così da evitare la compattazione del terreno attorno alle radici ed il ristagno dell’acqua di irrigazione. La pianta ama particolarmente gli ambienti luminosi, ma non eccessivamente soleggiati. La temperatura ideale si aggira intorno ai 7°C e i 21 °C, pur riuscendo a tollerare condizioni termiche molto più alte ma a patto che ci sia una buona dose di umidità. Durante l’inverno, si consiglia di tenerla in un luogo caldo, poiché le temperature inferiori ai 7°C possono essere sopportate per un brevissimo lasso di tempo. Si raccomanda, inoltre, di assicurare all’ Epiphyllum una buona ventilazione, facendo comunque attenzione sia ai venti troppo caldi che a quelli troppo freddi.

L’Epiphyllum ha bisogno di essere annaffiato con regolarità sia durante l’ estate che di inverno; tuttavia, è importante non esagerare Epiphyllum fusti cerosicon la quantità di acqua in inverno perché i fusti e le radici potrebbero marcire. E’ raccomandabile l’utilizzo di acqua distillata, perché l’acqua di rubinetto potrebbe risultare troppo ricca di calcare e danneggiare di conseguenza la pianta.

La concimazione dell’Epiphyllum va fatta nel periodo che va da marzo a settembre: si consiglia di utilizzare un concime liquido che abbia una buona dose di potassio, fosforo ed azoto, almeno due volte al mese e soprattutto quando la pianta inizia a fiorire. Anche l’Epiphyllum viene attaccato da parassiti quali la Cocciniglia: essa provoca macchie bianche e lanose sulle foglie; si consiglia di sbarazzarsene, utilizzando un batuffolo di cotone impregnato di alcol e sfregare con delicatezza sulla foglia. In alternativa, ci si può servire di un antiparassitario specifico. Inoltre, se la pianta è allevata all’esterno, essa rischia di essere mangiata dalle lumache.

domenica 18 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


L’ Adenium è una pianta grassa, appartenente alla famiglia delle Apocynaceae; essa è particolarmente apprezzata e utilizzata a scopo decorativo, poiché ben si presta ad essere allevata in appartamento, pur richiedendo parecchio impegno e dedizione. La pianta mostra un portamento arbustivo, e le sue foglie si presentano ovali e lucide sulla parte superiore, caratterizzate da una tonalità di verde molto intenso; i fusti sono ramificati e di colore marrone, aventi una base rigonfia. L’Adenium produce fiori di eccezionale bellezza, composti da cinque petali di colore bianco, cremisi o rosa, le cui estremità sono in genere più scure; essi raggiungono anche dimensioni di quindici centimetri e solitamente nascono sui rami che sono stati potati. La fioritura avviene in primavera e fino all’autunno. La riproduzione dell’Adenium avviene principalmente mediante la semina: essa deve essere effettuata in un terreno molto umido e con un buon grado di acidità in modo da favorirne uno sviluppo sano. La pianta ha una crescita parecchio lenta e spesso bisogna attendere anche quattro anni prima che nasca il nuovo germoglio. 


Adenium fusti ramificatiL’Adenium è originario dell’Africa Meridionale e delle zone tropicali. La pianta predilige terreni  soffici e sabbiosi, oltre che molto ben drenati; in caso di rinvaso, si consiglia di utilizzare un composto di terra normale mischiata a scaglie di ardesia o graniglia, in parti uguali: è importante che la terra non sia eccessivamente compatta. L’Adenium necessita di esposizioni a luoghi luminosi, e nel caso in cui la si tenga in appartamento, è consigliabile posizionarla davanti alla luce diretta del sole. La pianta ama molto il caldo e l’aria asciutta, mentre poco sopporta le temperature sotto i 16 gradi: le condizioni termiche ottimali devono aggirarsi intorno ai 20 gradi. Al fine di avere una crescita rigogliosa, è preferibile posizionarla all’esterno durante l’estate e tenerla in casa nel periodo invernale. L’Adenium non ha bisogno di troppa acqua: durante i mesi invernali, va annaffiata circa due volte al mese, o per niente nel caso in cui 

Adenium fiori 5 petaliinizi a perdere foglie; in primavera può essere irrigata ogni qual volta il terreno risulti eccessivamente asciutto, bagnando il substrato in profondità ogni quattro o cinque settimane , con uno o due bicchieri di acqua.

Per quanto riguarda la concimazione dell’Adenium, essa va fatta una volta al mese, da aprile a settembre e con del fertilizzante contenente azoto, fosforo e potassio: si consiglia di servirsi di un concime liquido adatto ai cactus, facendo attenzione a ridurre della metà le dosi indicate sulla confezione. L’Adenium non è immune all’attacco di afidi o di Cocciniglie: queste ultime compaiono sulla pagina superiore della foglia, formando macchie scure; per eliminarle, è opportuno servirsi di un batuffolo di cotone impregnato di alcol e strofinare con delicatezza la parte danneggiata. In alternativa, se il danno è troppo esteso, si può utilizzare un antiparassitario specifico.

Con l’aumento delle temperature, nel periodo primaverile, si consiglia di praticare un trattamento preventivo, con un insetticida ad ampio spettro: è bene ricordarsi di farlo quando nel giardino non sono presenti fioriture.

sabato 17 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


L’Astrophytum è una pianta grassa che appartiene alla famiglia delle Cactaceae; essa è caratterizzata da una singolare forma a stella, da cui prende il nome. Mostra un fusto ricoperto da finissime macchie di pruina di colore bianco, e solitamente assume tonalità che vanno dal verde al grigio; alcune specie sono costituite da spine di dimensioni considerevoli e riunite in piccole areole tondeggianti, spesso morbide. Produce fiori particolarmente belli che sbocciano a gruppi, o isolati, sulla sommità della pianta: somigliano alle classiche margherite e assumono colorazione giallastra o tendente al rosso, raggiungendo anche gli otto centimetri di larghezza; la fioritura dura solo pochi giorni. La moltiplicazione dell’ Astrophytum avviene soprattutto attraverso la semina: il seme, che si presenta piuttosto grande e dal colore marrone lucido, deve essere solo poggiato e non interrato, in un composto di terra e sabbia, in un ambiente temperato a 20 gradi circa. La pianta fiorisce velocemente, più o meno nel giro di una settimana.

Astrophytum fusti macchiati

L’ Astrophytum è originario del Messico settentrionale: esso predilige terreni molto ben drenati e, in caso di rinvaso, si consiglia di utilizzare un composto formato da una parte di torba, una parte di sabbia di fiume ed una parte di lapillo o pozzolana. Se è possibile, si può aggiungere una piccola parte di calcare così da abbassare l’acidità del terreno; è importante ricordare di non pressare eccessivamente la terra. L’ Astrophytum  necessita di esposizioni a luoghi soleggiati o semi ombreggiati: pur se queste piante amano la luce del sole, si consiglia di ripararle da esso nelle ore più calde del giorno, soprattutto in caso di estati molto calde. La temperatura ottimale si aggira intorno ai 20 gradi, e mai dovrebbe scendere al di sotto dei 6 gradi; l’umidità danneggia in modo grave la pianta.  La pianta va annaffiata da marzo a ottobre, assicurandosi di bagnare a fondo il terreno, e farlo solo quando il terriccio risulta 

Astrophytum fiori grandieccessivamente asciutto; durante la stagione fredda si consiglia di irrigare solamente gli esemplari coltivati in casa, limitandosi ad inumidire il terreno sporadicamente, circa una volta ogni trenta o quaranta giorni.

Per quanto riguarda la concimazione dell’ Astrophytum, essa va fatta nel periodo vegetativo e circa ogni venti giorni: è opportuno servirsi di un fertilizzante liquido, da aggiungere all’acqua delle annaffiature, contenente poco azoto ma un buon livello di fosforo e potassio. L’ Astrophytum  è facilmente soggetta al marciume radicale, nonché all’attacco di alcuni parassiti come la cocciniglia: quest’ultima si mimetizza con facilità tra i puntini bianchi della pianta, per cui molto spesso non si è in grado di accorgersene con tempestività. Per eliminare l’ospite indesiderato, si consiglia di utilizzare un batuffolo di cotone impregnato di alcol e strofinare delicatamente la zona danneggiata; se il danno risulta essere troppo esteso, è opportuno servirsi di un antiparassitario specifico.

Al fine di avere un sano e rigoglioso sviluppo, si raccomanda di usare un fungicida a largo spettro o un buon insetticida, all’inizio e alla conclusione del periodo vegetativo, in un’azione preventiva.

venerdì 16 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Ferocactus è una pianta grassa o succulenta, appartenente alla famiglia delle Cactacee; si presenta come un cactus di grandi dimensioni se cresce nel suo habitat naturale, mentre se è allevato in giardino non supera l’altezza e il diametro di mezzo metro. La pianta ha una forma globosa, gli esemplari più vecchi assumono invece un portamento colonnare; possiede grossi aculei appuntiti, di un bel colore rosso. Essa ha una fioritura tardiva: può avvenire in autunno o verso la fine dell’estate, ed è abbastanza rara negli esemplari coltivati; le infiorescenze si formano sulla parte apicale della pianta: i fiori hanno la forma di una campanula, dai colori vivaci, e si aprono di giorno. La moltiplicazione del Ferocactus avviene principalmente mediante la semina: l’operazione dovrà essere svolta nel periodo che va da marzo ad aprile, interrando i semi in un terreno parecchio sabbioso. La temperatura ideale di coltivazione dovrà aggirarsi tra i 20 e i 22°C. 


Ferocactus spine appuntiteIl Ferocactus è originario delle zone desertiche del Messico e degli Stati Uniti. Per un buon sviluppo della pianta, è opportuno servirsi di terriccio specifico per piante grasse, ovvero un substrato composto da una formula base di elementi nutritivi. In alternativa, è possibile preparare un mix di terriccio sciolto che sia ricco di sabbia. Il Ferocactus ha bisogno di esposizioni a zone direttamente irradiate dai raggi del sole, ma non se si tratta di esemplari troppo giovani: il sole potrebbe bruciarne le foglie; pertanto l’esposizione dovrà avvenire per gradi. Essendo una pianta originaria di zone deserte e climi particolarmente aridi, è bene coltivarla in luoghi con clima temperato: la temperatura invernale non dovrà mai scendere al di sotto dei 6°C, mentre quella ideale nella fase di sviluppo della pianta, si aggira intorno ai 20 o 22°C. Si consiglia di non sottoporre il Ferocactus ad eccessivi sbalzi di temperatura. La pianta non necessita di abbonanti annaffiature, pertanto durante la stagione invernale, queste possono benissimo 

Ferocactus fiore a campanulaessere sospese, ma al fine di evitare la disidratazione provocata dal freddo, è possibile vaporizzarla ogni tre settimane circa. In primavera si consiglia di irrigare il Ferocactus con moderazione, ogni 25 o 30 giorni, solo dopo che il terreno risulta eccessivamente asciutto. E’ importante non esagerare con l’apporto di acqua, poiché potrebbe verificarsi l’insorgenza di fastidiosi ristagni idrici che provocano marciumi radicali.

Il Ferocactus non è particolarmente esigente per quanto riguarda le concimazioni: i fertilizzanti dovranno essere somministrati solamente in caso di bisogno e mai durante i mesi invernali, dal momento che il nuovo tessuto vegetale sarebbe poco resistente alle malattie. E’ possibile servirsi di un concime specifico per piante grasse.In genere, il Ferocactus è molto resistente alle avversità, ma quando l’esemplare è particolarmente giovane può incorrere in diverse malattie come ad esempio la Fumaggine: si tratta di una malattia fungina provocata soprattutto dal freddo; prima dell’arrivo dell’inverno, si consiglia di servirsi di un fungicida ad azione sistemica.

Altre patologie della pianta posso essere i marciumi, che si manifestano in seguito ai ristagni idrici e a causa di climi troppo umidi; spesso, a causa dell’eccessiva umidità, compaiono sulla pianta macchie arancioni.

giovedì 15 ottobre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


Il Lampranto è una pianta succulenta appartenente alla famiglia della Aizoaceae. Appartengono a tal genere un numero pari a circa 100 specie differenti. Tra le più note ricordiamo il L. Amoenus con fiori grandi e color rosso porpora;  il L. Coccineus con foglie di colore verde-grigiastro; il L. Elegans dal fogliame tendente al blu.Il Lampranto è una pianta che , in base alla specie, è di natura succulenta o semirustica. Essa possiede un portamento a cespuglio con ramificazioni a forma eretta oppure a andatura strisciante. Il fogliame è composto da fronde molto piccole, di consistenza carnosa, disposte in maniera opposta tra loro a porzione di forma triangolare. Le foglioline hanno una forma generalmente cilindrica, in un piccolissimo numero delle specie essa è semicilindrica. All’interno degli steli contengono della linfa di natura succulenta, di colore chiaro e mucillaginosa. All’apice degli steli si distribuiscono le infiorescenze, molto somiglianti a dei capolini e dai colori sgargianti e vivaci. La loro vita è di circa sette giorni e si aprono solo a sole pieno.

La moltiplicazione del Lampranto avviene principalmente per semina. Tale operazione va compiuta nel mese di marzo o nel mese di aprile, sia nel classico semenzaio che in piena terra. Le temperature ideali per favorirne il processo di germogliazione, vanno dai 15° ai 18 °C. La moltiplicazione per talea di fusto, della lunghezza minima di 5 cm, è meno utilizzata e va compiuta ponendo le stesse in un vaso con sola sabbia ed un pizzico di terriccio.


fiori capoliniIl Lampranto ha origine nelle zone dell’Africa Meridionale. In genere, sono piante che amano stare in zone particolarmente soleggiate, in quanto prediligono i raggi diretti del sole alle zone a mezz’ombra. Non richiedono un substrato molto fertile, bensì preferibilmente calcareo. Essa è pertanto particolarmente coltivata nel Nord Italia. Le temperature ideali sono quelle presenti nelle zone a clima mite. Inverni non troppo rigidi ed estati non eccessivamente secche ed afose. Le minime tollerate dalla pianta si aggirano intorno ai 2 °C. Qualora quelle presenti nella zona siano addirittura inferiore, è meglio spostare il nostro Lampranto in una cantina oppure in una serra fresca. Le annaffiature alla pianta del Lampranto non devono essere eccessive, ma distribuite a piccole dosi a scadenza

foglie carnose regolare. Vanno sospese nella stagione autunnale in quanto la pianta entra in riposo vegetativo.

Il terreno ideale per la coltivazione del Lampranto è, oltre che calcareo, anche composto da una parte di torba ed una di sabbia che aiuta a migliorare il processo di drenaggio e previene i ristagni idrici nel sottosuolo.

La concimazione è consigliata quando la pianta è esposta frequentemente ad inverni molto freddi e correnti altrettanto gelide. Si consiglia di riporre uno strato di foglie sminuzzate sulla parte superiore del terreno, dopo aver distribuito sullo stesso un concime da fiore a rilascio graduale.

Il Lampranto non va potato, se non, durante il rinvaso, per regalare alla pianta una forma più armoniosa ed un tantino meno disordinata. La pianta può essere soggetta all’attacco da parte della cocciniglia farinosa che rilascia, sulla parte interessata, degli accumuli cotonosi eliminabili con un batuffolo imbevuto di acqua ed alcool. Se la zona interessata è molto vasta, si consiglia di procedere con un insetticida specifico in vendita nei vivai.