Piccolo albero o grande arbusto a foglie caduche, originario dell’Europa e dell’Asia; gli esemplari adulti possono raggiungere i 3-4 metri di altezza, ma è possibile contenerne la crescita con interventi di potatura annuali, da praticarsi durante l’inverno, tali potature sono consigliabili anche per mantenere l’arbusto compatto, evitando che perda ramificazioni nella parte bassa.
Ha fusti sottili, ben ramificati, spesso rivolti verso l’alto, talvolta arcuati; il fogliame ricorda la cannabis, essendo palamto, con foglioline lanceolate, rugose, di colore verde scuro o verde grigiastro. In primavera inoltrata all’apice dei nuovi rami sbocciano numerosi piccoli fiori, riuniti in pannocchie, di colore blu cielo; la fioritura continua sporadicamente fino ai freddi autunnali. Ai fiori seguono piccoli frutti tondeggianti, leggermente carnosi, che contengono alcuni semi sferici, di colore scuro.
Il fogliame dell’agnocasto è molto aromatico, ed anche i fiori sono profumati ed attirano le farfalle. Esistono varietà dai fiori di colore bianco, lilla o porpora, anche se generalmente le varietà più coltivate hanno fiori azzurri. Questa pianta viene utilizzata da millenni anche nella medicina popolare ed in erboristeria.
La specie più nota di questo genere è senza dubbio l’Agnocasto, una pianta considerata aromatica. È infatti conosciuta anche come “albero del pepe” o “pepe dei monaci” e fin dall’antichità è stata ampiamente utilizzata e conseguentemente coltivata per le sue doti medicamentose.
Il nome del genere deriva dal latino (come quello della vite) e significa “intrecciare”. Fa riferimento probabilmente ai rami dell’arbusto che risultano molto sottili e flessibili. In antichità, e ancora oggi in alcune località, venivano utilizzati per la produzione di cestini o sedie.
Il nome agnos invece gli deriva dalla sua ipotetica capacità anafrodisiaca, quindi utile per far mantenere alle fanciulle la verginità: unisce infatti l’alfa privativo a gonos cioè “senza figli”. Ancora oggi in inglese viene chiamato tree of chastity per ricordare l’usanza greca di spargere le foglie profumate della pianta sui letti delle più fiovani durante le feste in onore di Cerere. Pare inoltre che anche i semi avessero la proprietà di calmare gli ardori della giovinezza, sia nell’uomo, sia nella donna.
L’agnocasto (in latino vitex agnus castus) è un arbusto a foglia caduca appartenente alla famiglia delle Verbenaceae. Al genere vitex appartengono in realtà più di 200 specie di alberi o arbusti provenienti per la maggior parte dal bacino del Mediterraneo o da aree tropicali.
L’agnocasto è in particolare originario di tutte le regioni costiere del Mediterraneo e del vicino Oriente, di preferenza luoghi umidi, molto spesso condividendo l’areale con le tamerici. Un tempo non era difficile trovarlo sulle rive dei fiumi. Negli ultimi anni però sia il disboscamento sia le pratiche di pulizia dell’alveo dei corsi d’acqua hanno reso molto più raro questo incontro.
È un arbusto diffuso (o alle volte piccolo albero) poco compatto, con foglie opposite, composte da 5 o 7 frammenti lanceolati disposti a raggio. Il colore può andare dal verde intenso fino al grigiastro-glauco. I fiori, di lunga durata e molto profumati, sono raccolti in infiorescenze a pannicolo, erette e sottili, lunghe circa 15 cm, alle volte ramificate, sui rami dell’anno. Fanno la loro comparsa dall’inizio alla fine della primavera anche se non è particolarmente raro che la pianta continui a produrne di nuovi, in maniera meno accentuata, anche fino all’autunno.
La specie porta fiori di color viola-lilla, ma vi sono anche cultivar con infiorescenze bianche, rosa o blu.
Se lasciati sulla pianta portano allo sviluppo di frutti a bacca di color nero, che ne contengono i semi.
Proprio questi sono diventati molto popolari in ambito farmacologico e fitoterapico prendendo infatti il nome di “falso pepe” o “pepe dei monaci”. Sono dotati di un sapore molto forte, mentre le foglie e i fiori emanano un aroma che risulta gradevole sia per l’uomo sia per gli insetti. È infatti una pianta molto adatta ad attirare api e farfalle.
L’agnocasto è un arbusto piuttosto resistente al freddo. Di solito non ha problemi fino a -15°C ed è di conseguenza adatto a tutto il territorio nazionale, con l’eccezione delle aree montane al di sopra degli 800 metri.
Teniamo ad ogni modo presente che è una pianta che ama il caldo e riesce a dare il meglio soprattutto sulle coste o nel Centro-Sud.
Tra le cultivar di vitex agnus castus più interessanti, oltre alla specie, possiamo segnalare:
- Latifolia che può raggiungere i 3 metri di altezza, con fiori blu. È caratterizzata da foglie e pannicoli più grandi rispetto a quelli della specie.
- Rosea con fiori rosa, alta fino a 3 metri
- Alba con infiorescenze bianche, anch’essa fino a 3 metri.
In coltivazione, molto più raramente, si trova anche la vitex negundo. Proveniente dalla Cina è simile all’agnus castus; caratterizzata da foglie digitate è però più piccola, aggraziata e con una vegetazione di un verde più chiaro. I racemi si sviluppano sui rami dell’anno e recano anch’essi fiori violetti. Adatto a giardini di piccole dimensioni e anche a grandi vasi. L’agnocasto è utilizzato in medicina ed erboristeria per le sue molte qualità medicamentose.
La polvere che si ricava dalle sue bacche essiccate può avere effetti sul sistema endocrino, in particolare sull’ipofisi.
Viene consigliato per alleviare i dolori mestruali, per regolarizzare la comparsa del ciclo femminile, per rendere meno fastidiosi i sintomi legati alla menopausa (quali irritabilità, tensione mammaria e addominale, sensazione improvvisa di calore).
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