Arriva in Europa ad inizio 800, importata dalla “Compagnia Olandese delle Indie Orientali”. Il nome Paulownia tomentosa deriva dalla principessa russa Anna Pavlovna, figlia dello Zar Paolo I.
Negli ambienti in cui è stata introdotta, la pianta ha una diffusione spontanea più ampia.
In Italia è presente in tutte le regioni ed è conosciuta anche con il nome semplice di paulonia. Si trova con facilità in ambienti ruderali, ad esempio ai margini dei boschi, in zone rupestri come quelle dei ripidi versanti rocciosi, o lungo le sponde dei fiumi.
Ma anche in zone urbane è molto facile trovare quest’albero dell’imperatrice. Ad esempio tra le fessure delle pavimentazioni nei giardini, sotto i muraglioni, in aree verdi abbandonate. In ambito forestale è una specie pioniera, capace di colonizzare alla svelta le zone colpite da incendi o altre situazioni al limite, come gli allagamenti.
La pianta di paulonia è maestosa, con un’ampia chioma molto ramificata e un naturale portamento espanso ed elegante. È una specie decidua.
Da adulta ha la corteccia del fusto grigia, con superficie liscia. Il legno è chiaro, molto leggero, ma altrettanto resistente. Nell’età giovanile si sviluppa come un fusto eretto e ramificato, pieno di grandi foglie.La pianta ha uno spiccato dimorfismo fogliare, con una netta differenza tra gli esemplari giovani (con foglie enormi) e quelli adulti (con foglie più piccole).
Le foglie di paulownia tomentosa sono verdi, tipicamente cuoriformi (apice acuto e base cordata). Inoltre, sono lunghe fino a 40 cm e con un diametro altrettanto importante. Hanno una leggera peluria, con evidenti nervature e un odore forte e penetrante. Le troviamo singole e opposte sui fusti.
Specie nella forma giovanile, la paulonia può confondersi con le piante del genere Catalpa. In particolare la specie Bignonia catalpa, simile nell’aspetto delle foglie.
Con gli anni, però, la pianta stabilizza la sua crescita e riduce le dimensioni del fogliame, divenendo inconfondibile
La fioritura della paulownia tomentosa fiorisce in tarda primavera, tra i mesi di aprile e maggio. È molto appariscente, e questo ne fa un albero perfetto per uso ornamentale, anche con un singolo esemplare in giardino.
Il fiore è formato da una grande pannocchia piramidale, che può essere lunga fino a 50 cm. Inoltre, ha un corto peduncolo (1-2 cm) e un calice lungo circa 1,5 cm con 5 lobi. La corolla va dai 5 ai 7 cm, molto profumata, bilabiata e campanulata. Il colore è un vistoso lilla-violetto.
In generale, le infiorescenze sono ricche di ghiandole contenenti olio essenziale.
L’impollinazione è entomofila, cioè operata da api e altri insetti impollinatori. I fiori producono grandi quantità di polline e nettare, perciò sono molto graditi alle api, che riescono a produrre un ottimo miele uniflorale.
Il frutto è costituito da una capsula biloculare, di forma ovoidale e appuntita (lunga fino a 4,5 cm). Questa ha al suo interno fino a duemila semi alati, lunghi fino a 4 mm.
Un albero adulto di paulownia tomentosa può arrivare a produrre anche 20 milioni di semi in una stagione. E questa grande mole di semi può dispersi col vento ad una distanza di 10 km. Per questo la pianta si diffonde facilmente, fino a diventare infestante.
La capsula che contiene i semi si apre tra l’inverno e la primavera. Il seme però attecchisce solo se ha le giuste condizioni a livello di terreno e illuminazione.La coltivazione della paulonia può avere diverse finalità. Naturalmente è diverso coltivare un albero di paulownia in giardino per fini ornamentali, oppure avviare una coltivazione specializzata per ricavarne il legno o da affiancare ad un’azienda di apicoltura.
Per una coltivazione intensiva, gli accorgimenti colturali sono maggiori, anche se la rusticità dell’albero dell’imperatrice è proprio il tratto caratteristico che rende questa specie molto interessante.
La riproduzione da seme è consigliata soprattutto per le piccole coltivazioni, finalizzate più che altro all’uso ornamentale.
I semi si trovano facilmente nei negozi.
La semina diretta si effettua a primavera, procedendo poi a diradare i giovani germogli.
La talea è più adatta per chi vuole riprodurre una specie identica a quella già coltivata. Ad esempio è molto diffusa tra chi pratica permacultura.
È una tecnica facile da eseguire. Basta prelevare giovani germogli all’ascella delle ramificazioni. Il periodo migliore è sempre la primavera.
Nelle coltivazioni intensive di paulonia si preferisce impiantare piante derivanti da cloni selezionati. Queste sono acquistabili nei vivai specializzati e sono capaci di massimizzare le rese produttive.
Predilige un clima mite e la coltivazione dal piano alla collina, ma cresce bene anche in montagna.
Resiste sia al freddo invernale che ai lunghi periodi di siccità estiva.
Se stiamo coltivando un impianto specializzato, con cloni selezionati, avremo a disposizione piante che crescono in un range di temperatura dai -27 °C ai + 48°C.
La posizione migliore è quella soleggiata, ma va bene anche la mezz’ombra. Come più volte sottolineato, la paulownia tormentosa è una specie assai rustica, dunque non ha bisogno di molte cure.
Il periodo critico è quello subito dopo la messa a dimora, quando la pianta deve ancora fare attecchire il suo apparato radicale.
In questo periodo il terreno deve essere sempre ben umido, in modo da consentire al fittone di scendere in profondità.
Quindi, sia in autunno che in primavera, bisognerà irrigare la pianta se non ci sono precipitazioni naturali.
Nel resto della sua vita vegetativa la pualownia tomentosa non ha bisogno d’irrigazione. Certo, in estate se ne avvantaggia, ma può sopravvivere senza. La potatura della paulownia tomentosa è finalizzata a contenere la sua spiccata attività pollonifera. In un solo anno, infatti, i polloni possono crescere fino a 5 m, specie se la pianta ha sviluppato un buon apparato radicale e trova un terreno favorevole. Altro fattore che influenza in positivo il ricaccio dei polloni è l’esposizione ombreggiata.
Se vogliamo crescere una paulownia tomentosa ad albero, dobbiamo quindi rimuovere periodicamente i polloni. Il momento migliore per farlo è in autunno-inverno, nel momento del riposo vegetativo.
Se la coltivazione dell’albero dell’imperatrice è ad uso ornamentale, altri tagli sono necessari sulle ramificazioni solo per arieggiare la chioma e rimuovere parti secche o danneggiate.
Con il suo imponente apparato vegetativo e la sua velocità di crescita, si stima che la pianta sia una delle specie migliori al mondo per l’assorbimento del CO2.
Altra caratteristica della paulonia è la sua capacità di assorbimento dei metalli pesanti, quindi utile per depurare i terreni inquinati, limitrofi ai siti industriali o chimici.
In ambito urbano, inoltre, il Kiri si usa lungo le strade alberate, poiché il suo ampio fogliame negli esemplari giovani può assorbire le polveri sottili.
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