L’anthurium è una pianta erbacea proveniente dalle foreste pluviali del Centro e Sud America. Appartiene alla famiglia delle Araceae. Il genere anthurium comprende più di 500 specie che possono essere sia epifite sia terrestri. Alle nostre latitudini vengono considerate per lo più piante d’appartamento o da serra calda e sono molto coltivate per l’eleganza delle spate e delle foglie. Nelle foreste dell'America tropicale esistono decine di specie di anthurium, tra queste l'anthurium andreanum è quello che viene coltivato anche in vivaio, come pianta da appartamento. In vivaio esistono numerosi ibridi e cultivar, con infiorescenze di color rosa, bianco, lilla, arancio. Negli ultimi anni in vivaio si possono trovare anche gli anthurium della specie scherzerianum, con particolare spadice a spirale. Gli anthurium vengono anche molto utilizzati come fiori recisi, poiché l'infiorescenza dura a lungo una volta tagliata dalla pianta. Queste piante necessitano di temperature minime medie non inferiori ai 10-12°C, quindi in Europa si coltivano in appartamento; scegliamo per l'anthurium una posizione ben luminosa, ma lontana dai raggi solari diretti, che potrebbero rovinarne il fogliame. Le annaffiature saranno regolari, ma non eccessive; cerchiamo sempre di annaffiare solo quando il terreno è asciutto, ma evitiamo di lasciarlo senz'acqua per periodi prolungati di tempo. Ogni12-15 giorni aggiungiamo all'acqua delle annaffiature del concime per piante da fiore, per tutto l'arco dell'anno, poichè l'anthurium non ha periodo di riposo vegetativo.
L'anturio teme gli sbalzi di temperatura e i colpi d'aria, quindi evitiamo di posizionarlo troppo vicino ad una finestra o a fonti di calore. Periodicamente è consigliabile asportare i fiori appassiti ma anche il fogliame rovinato.
Le foglie che ingialliscono sono in genere sintomo di problemi nella coltivazione: se la foglia ingiallisce completamente si tratta di problemi idrici, le radici non raggiungono l'ossigeno o le sostanze minerali contenute nel terreno, questo può avvenire a causa di un terreno costantemente inzuppato d'acqua.
S invece il fogliame ingiallisce a partire dalle estremità o dal bordo si può trattare di una carenza di annaffiature o di un eccesso di concimazione.
In natura vivono nelle foreste pluviali, all'ombra dei grandi alberi, al riparo tra i rami; quelli che comunemente vengono detti fiori in realtà sono grandi infiorescenze, simili a quelle delle calle, costituite da una foglia modificata in una brattea cuoriforme, detta spata, grande, lucida e leggermente coriacea, avvolta attorno ad uno spadice, un cilindro su cui sbocciano i piccoli fiori bianchi o giallastri. L'insieme da origine ad un'infiorescenza molto appariscente; ogni pianta può produrre più infiorescenze, per tutto l'arco dell'anno. Anche quando non è in fiore l'Anthurium è comunque una bella pianta, con grandi foglie cuoriformi, di colore verde chiaro, che danno origine ad un cespuglio tondeggiante, di circa 35-45 cm di diametro.
Per avere sempre un anthurium ben sviluppato e rigoglioso ogni anno, o al massimo ogni due anni, ricordiamoci di rinvasare la nostra pianta; posizioniamola in un contenitore leggermente più grande del precedente, ma aggiungiamo terriccio fresco, ricco e soffice; prepariamo un buon terriccio per l'anthurium mescolando del terriccio universale con almeno un quarto di lapillo, pozzolana o pietra pomice, in modo da rendere ben permeabile il substrato. Ricordiamo che in natura gli Anthurium non affondano le radici nel terreno, sono piante epifite, come molte orchidee, e quindi le loro radici sono immerse nei resti vegetali che si annidano negli incavi tra i rami di grandi alberi; quindi possiamo utilizzare per l'anthurium anche metà terriccio universale e metà terriccio per orchidee, costituito da fibre vegetali e pezzetti di corteccia. Quando poniamo la nostra pianta nel terreno ricordiamo di interrarla fino al colletto, evitando di interrarla eccessivamente, cosa che favorirebbe lo sviluppo di malattie fungine.
Per avere infiorescenze e fogliame sempre lucidi e belli ricordiamo di ripulirli periodicamente dalla polvere, che con facilità si deposita su queste foglie tanto grandi; evitiamo l'utilizzo di lucidanti fogliari spray, e utilizziamo un semplice panno, magari in microfibra, leggermente umido.
In natura gli anthurium vivono nelle foreste pluviali, dove il clima è perennemente caldo e umido; soprattutto durante l'estate e durante l'inverno (quando l'impianto di riscaldamento della casa è attivo) il clima casalingo è molto asciutto, ricordiamo quindi di aumentare l'umidità ambientale vaporizzando frequentemente la chioma dell'anthurium con acqua demineralizzata.
Come abbiamo detto si tratta di piante che originariamente vivono tra i Tropici e l’Equatore e in particolare fanno parte della vegetazione delle foreste pluviali. Sono quindi particolarmente sensibili al freddo. Non dovrebbero assolutamente essere esposte a temperature inferiori ai 13°, mentre l’ideale è mantenerle intorno ai 16-18. Temperature più alte, da maggio a settembre, in genere non sono un problema. L’importante è però che si mantenga la giusta esposizione e l’umidità ambientale. Possono, durante l’estate, essere tranquillamente tenute all’esterno. Vanno però ritirate appena arriva l’autunno e quindi quando comincia ad esservi una buona escursione termica tra notte e giorno. Infatti sono molto sensibili alle correnti e agli sbalzi di temperatura.
Da ottobre ad aprile è bene tenere una temperatura non eccessivamente alta (intorno ai 13°): necessitano infatti di una fase di riposo la cui mancanza potrebbe compromettere la fioritura nell’anno a venire. Nel loro habitat naturale vivono sul fondo della foresta dove arriva poca luce, filtrata dalle foglie degli alberi. Tenendo presente questa tendenza dobbiamo trovare alla nostra pianta una collocazione il più simile possibile a quella naturale. In interni è bene posizionarla in un locale anche luminoso, ma dove non vi sia luce diretta. L’ideale è schermare le finestre con delle tende di colore chiaro.
Durante la bella stagione, se teniamo la pianta all’esterno, poniamola al riparo di un albero o di un pergolato.
Da marzo a settembre il substrato deve rimanere costantemente umido e quindi le irrigazioni devono essere costanti. Bisogna solo prestare particolare attenzione ad evitare ogni tipo di ristagno che potrebbe causare marciume radicale (le radici sono particolarmente carnose e purtroppo soggette a questi fenomeni). In inverno sicuramente vanno un po’diradate ma non al punto da lasciar asciugare completamente il terriccio. Un punto essenziale per la solo salute è la necessità di mantenere l’umidità ambientale molto alta. Questo può essere ottenuto in diverse maniere. Prima di tutto possiamo appoggiare il contenitore su di un sottovaso riempito di argilla espansa e acqua. Questa piano piano evaporerà mantenendo il giusto ambiente per la pianta. Dobbiamo solo prestare la massima cura affinché le radici della pianta non stiano a contatto con l’acqua, sempre per evitare i marciumi. Oltre a questo possiamo intervenire vaporizzando più volte al giorno le foglie con acqua. Sarebbe a questo scopo meglio evitare l’acqua del rubinetto che spesso è troppo calcarea e potrebbe lasciare dei residui (specie sulle varietà con foglie vellutate). È meglio utilizzare acqua demineralizzata come quella in vendita (per i ferri da stiro), acqua piovana o derivata dalla condensa dei condizionatori. Il composto deve essere subacido e molto poroso. L’ideale è mescolare torba e terra di foglie, unendovi un materiale capace di mantenere l’umidità come lo sfagno triturato e un materiale drenante come sabbia o agriperlite. Per scongiurare il pericolo di ristagni è importante che il vaso sia riempito per almeno 1/3 con materiale di drenaggio (ghiaia, argilla espansa, cocci). Badare sempre che i fori di scolo non siano occlusi. Il rinvaso, se la crescita è regolare, va effettuato di solito ogni tre anni, alla fine dell’inverno. E’ importante che il contenitore nuovo sia di poco più grande del precedente. Sulla superficie possiamo porre del muschio triturato (possibilmente sfagno). Questo tratterrà acqua e la libererà lentamente aumentando naturalmente l’umidità attorno all’anthurium. Dalla primavera all’autunno le concimazioni devono essere effettuate regolarmente, ogni 10 giorni. L’ideale è un prodotto liquido per piante fiorite da somministrare con l’acqua dell’irrigazione. Se si vuole se ne può aggiungere una minima quantità all’acqua per le vaporizzazioni, da spargere sia sulle foglie sia sulle radici aeree.
L’anthurium può essere attaccato da insetti, crittogame e marciumi. Gli insetti più comuni sono gli afidi. Se l’aggressione è di piccola entità si può agire eliminando gli insetti manualmente ed eventualmente ripulendo le foglie con un detergente. Se invece è severa è meglio usare un insetticida specifico. Possono anche comparire infestazioni causate dalla cocciniglia cotonosa, che di solito si annida sugli steli. Se sono pochi esemplari si possono rimuovere con dei cotton fioc intrisi di alcol. Diversamente è bene intervenire con un insetticida, magari ad azione sistemica.
Se teniamo la pianta all’esterno può rendersi necessario difenderla anche dalle chiocciole e dalle lumache con appositi esche. A causa delle frequenti nebulizzazioni può capitare, specie nelle varietà con foglie vellutate, di veder comparire delle chiazze collegabili a crittogame varie. In quel caso è meglio sospendere per qualche tempo la pratica e distribuire un anticrittogamico ad ampio spettro. Naturalmente il problema più comune è il marciume radicale o del colletto. Purtroppo una volta che compare è molto difficile, se non impossibile, da debellare. È quindi importantissimo regolare le irrigazioni, creare un buon strato di drenaggio e usare un terriccio composto appositamente. Per riprodurre l’anthurium si possono seguire diverse strade. La via più semplice è sicuramente la divisione del cespo. Va effettuata alla fine dell’inverno in concomitanza con il rinvaso. Bisogna dividere le radici in più porzioni ponendo attenzione a che ognuna abbia almeno un germoglio. Vanno poi poste in vasi con substrato simile a quello della pianta madre.
Un altro metodo possibile è la talea. Si può tentare con ogni parte della pianta, in particolare con una porzione di foglia o con un segmento di stelo. Nel primo caso è bene incidere in corrispondenza delle venature e porre il frammento su di un composto molto leggero, poroso e umido. L’ideale è un misto di sfagno tritato, torba e agriperlite. Deve sempre essere mantenuto umido e ad una temperatura di circa 25°. Lo stesso substrato si può usare con il frammento di stelo che va possibilmente spolverato con un prodotto radicante a base di ormoni vegetali. Deve poi essere inserito in profondità nel composto. La moltiplicazione tramite seme da noi è scarsamente praticata principalmente perché non ci sono le condizioni ambientali per l’impollinazione, in particolare gli insetti specifici. D’altra parte i semi mantengono la germinabilità per pochissimo tempo e, conseguentemente, quando arrivano in Europa risultano spesso inattivi.
Come abbiamo detto il genere comprende più di 500 specie anche se non tutte hanno interesse orticolo. È però vero che gli ibridatori sono da molto tempo interessati a questa pianta e hanno conseguentemente importato molte varietà impegnandosi per creare nuove cultivar più colorate e resistenti.
Anthurium andreanum
È la specie più diffusa e che si trova più facilmente nella grande distribuzione. Cresce spontaneamente in Colombia e abitualmente non supera i 50 cm di altezza. Le foglie hanno forma di cuore, sono verde scuro lucido, molto grandi e decorative. Dalla primavera all’autunno produce delle spate coriacee e cerose. Il colore originariamente era rosso intenso, ma col tempo sono state create delle cultivar caratterizzate da nuovi colori delle infiorescenze: bianco, rosa, fucsia. Anche lo spatice ha trovato nuove colorazioni, spesso a contrasto, come il giallo.
Anthurium crystallinum
E' una pianta proveniente dalla Colombia. Molto interessante e decorativa soprattutto per le enormi foglie (che possono raggiungere i 40 cm di lunghezza). Sono di un bel verde scuro con profonde venature argentate a contrasto. Quando spuntano sono tendenti al rosso come anche il retro, altro aspetto interessante. Le foglie non sono lucide, bensì vellutate. Bisogna evitare di vaporizzarle perché col tempo tendono a macchiarsi e sono spesso attaccate da crittogame. Ad ogni modo la pianta necessita di un’altissima umidità ambientale. Sarà necessario trovare soluzioni diverse munendosi eventualmente di un umidificatore ambientale elettrico, similmente a come si fa con le orchidee tropicali.
Anthurium scherzerianum
E’ piuttosto contenuto, visto che di solito non raggiunge il mezzo metro di altezza. E’ forse la specie di più facile coltura in interni perché tollera anche la carenza di umidità. Ha foglie lanceolate verde scuro. Le infiorescenze sono cuoriformi, bianco, rosa, rosso o anche giallo. Lo spatice è particolarmente apprezzabile perché ricurvo.
Anthurium veitchii (detto anche “king”):
Sempre originario dell’America centrale. È una pianta spettacolare per la bellezza delle sue foglie, lunghe quasi un metro e di un bel verde quasi glauco, coriacee e lucide, attraversate da delle nervature a forma di onde orizzontali. Può raggiungere il metro di altezza e produce infiorescenze gialle abbastanza gradevoli. Il significato e senso dell'Anturio collega questo splendido fiore ai più alti sentimenti, come lo sono l’amore e l’amicizia. Regalare quindi un bel mazzo o un singolo fiore di anthurium ad una persona cara, oppure come regalo in occasione di una ricorrenza speciale, significa quindi esprimere in modo semplice e diretto un sentimento forte, sincero e puro.
Anche per la facile manutenzione e la buona resistenza alle varie temperature, la pianta risulta un dono di certo gradimento.
Particolarmente indicata anche come dono natalizio, grazie al suo acceso e vivace colore rubino, che sempre più la associa come valida sostituta di piante più tradizionalmente famose come lo possono essere la diffusa stella di natale o il classico abete.
Pur avendo già parlato delle avversità che possono colpire la pianta di Anthurium in questo paragrafo faremo il processo inverso ovvero partiremo dal problema per cercare di capire la malattia. Molto spesso infatti ci scrivono appassionati di piante molto preoccupati per le sorti della loro pianta di anthurium che sta iniziando ad avere delle foglie ingiallite. Le cause di ingiallimento fogliare nelle piante di anthurium possono essere diverse ed ora vedremo quali possono essere.
In primo luogo un ingiallimento delle foglie può essere dovuto ad una mancanza di adeguata irrigazione della pianta. L'anthurium infatti è una pianta che necessita di avere annaffiature costanti poichè essendo una pianta tropicale ha bisogno di un terreno e di un ambiente di coltivazione umido. Facciamo quindi attenzione ad annaffiare questa pianta costantemente cercando di assicurarle un terreno sempre umido. Terreno umido non significa terreno inzuppato e quindi prestiamo sempre attenzione a non esagerare con le quantità d'acqua.
Altre possibili cause dell'ingiallimento fogliare possono essere anche una scarsa illuminazione o una posizione della pianta troppo soggetta a spifferi e correnti d'aria. L'anthurium infatti per quanto riguarda l'illuminazione soffre posizioni troppo povere di luce ma soffre anche l'esposizione alla luce diretta. Bisogna quindi scegliere una posizione di semi-ombra per questa pianta, come per esempio una finestra o una veranda ben illuminata. Per quanto riguarda invece le correnti d'aria è molto importante evitare posizione soggette ad eccessivi spifferi perchè l'anthurium è una pianta che soffre l'aria, specialmente quella fredda.
Nessun commento:
Posta un commento