VERDE TIME

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martedì 12 ottobre 2021

VERDE TIME LEZIONI DI GIARDINAGGIO: FATSIA JAPONICA

 

Generalmente chiamata aralia, in effetti la fatsia appartiene alla famiglia delle araliacee; il genere contiene poco meno di una decina di specie di arbusti sempreverdi, originari dell’Asia; in Italia è molto diffusa la specie japonica, originaria del Giappone e della Korea, anche se ultimamente si stanno riscoprendo alcune specie meno note, ed anche degli ibridi di fatsia japonica. Questo arbusto sempreverde, di medie dimensioni, con grandi foglie coriacee, palate, divise in otto lobi marcati da evidenti venature chiare, veniva un tempo coltivato come pianta da appartamento in Europa, in quanto non se ne conoscevano le esigenze colturali, e l’aspetto esotico lo rendeva perfetto per i grandi saloni luminosi. Da molti anni entra a far parte degli arbusti decorativi per il giardino, grazie alla sua grande adattabilità, anche in condizioni che potrebbero risultare avverse per la gran parte degli altri arbusti. La fatsia assume negli anni un portamento tondeggiante, con i sottili fusti eretti, o arcuati, che portano le grandi foglie scure e lucide; le dimensioni massime sono di solito contenute, e non superano i 3-4 metri di altezza, anche perché i fusti più vecchi tendono a divenire sempre più deboli, mentre alla base dei fusti si sviluppano nuovi germogli. In primavera la pianta produce fusti sottili, ben ramificati, che portano alcune infiorescenze tonde, costituite da molti piccoli fiori bianchi, a cui fanno seguito alcuni frutti scuri, non commestibili. Tipicamente le foglie della fatsia sono di colore verde scuro, esistono però varietà a foglie variegate di bianco, o anche la particolare varietà detta “Spider’s web” con il fogliame ricamato da una sottile ragnatela di linee bianche, molto particolare.


Come dicevamo, tipicamente in un vivaio italiano troviamo solo questa specie, anche le varietà e gli ibridi sono di difficile reperimento nel nostro paese, dove l’aralia viene molto utilizzata nei giardini, ma senza che questo l’abbia mai resa una pianta “di moda”; piuttosto si tratta di un arbusto che veniva utilizzato in maniera maggiore fino a qualche decina di anni fa. Ed è un peccato, perché il fogliame è robusto e molto particolare, la pianta è completamente rustica, e trova spazio sia al sole, sia nelle zone semiombreggiate del giardino, e anche in terreni pesanti, dove altri arbusti potrebbero non svilupparsi al meglio. Oltre a questo, le grandi foglie possono venire utilizzate come elemento verde nei mazzi di fiori, dando un tocco esotico.


Fatsia polycarpa

Arbusto sempreverde, originario di Taiwan; anche questa fatsia può trovare posto nei giardini italiani, ma necessita di un poco di protezione dal gelo invernale, e predilige posizioni semiombreggiate, con una buona umidità. L’aspetto generale della pianta è molto simile a quello della specie japonica, ma i segmenti delle grandi foglie tendono ad essere più sottili, donando all’intera foglia una forma più delicata e decorativa. Pianta non facile da trovare in vivaio, anche nei luoghi d’origine non è molto diffusa, in quanto l’habitat di sviluppo viene progressivamente danneggiato dall’uomo.

Fatsia oligocarpella

Arbusto sempreverde, originario di alcune isole del Pacifico, diffuso in natura anche nelle isole Hawaii; ha foglie palmate, con i lobi molto più larghi e ampi rispetto alle foglie di fatsia japonica. Pianta non completamente rustica, in Italia viene coltivata soprattutto in vaso, anche se è difficile da reperire. Ama posizioni semiombreggiate, ed un clima umido e fresco, senza eccessivi sbalzi di temperature nell’arco della giornata.


L’aralia è n arbusto vigoroso e resistente, una volta a dimora tende ad accontentarsi dell’acqua fornita dalle piogge e a non necessitare di cure di alcun genere, pur sviluppandosi in modo rigoglioso. Ottima scelta per un giardino a bassa manutenzione, dove fiori e piante tendono a svilupparsi a loro piacimento. La fatsia japonica predilige posizioni semiombreggiate o soleggiate, possibilmente riparata dal sole nelle ore più calde del giorno, e soprattutto delle lunghe serate estive; nelle zone con inverni decisamente molto rigidi, con temperature che per lungo tempo scendono sotto i -12°C, è consigliabile posizionare l’aralia vicino ad un muro, che provveda un poco di riparo al vento freddo. Se danneggiate dal gelo, le piante tendono comunque a rigenerarsi abbastanza rapidamente all’arrivo della primavera. Questi arbusti preferiscono terreni ben drenati e sciolti, ma si sviluppano senza problemi anche in substrati argillosi e pesanti; sopportano molto bene la siccità, ma è consigliabile annaffiare le piante regolarmente, ogni volta che il terreno risulta ben asciutto, da aprile a settembre, soprattutto in caso di siccità o di esemplari da poco a dimora, in modo da favorire lo sviluppo di un apparato radicale vigoroso e ben ramificato. La fatsia si sviluppa producendo fusti multipli, che si rinnovano costantemente; tipicamente è durante l’estate che i fusti più vecchi tendono a perdere il fogliame; a fine inverno, se necessario, è possibile rimuovere i fusti più vecchi e alti, per favorire lo sviluppo dei fusti nuovi e ringiovanire tutto l’arbusto. I frutti di fatsia japonica contengono semi, generalmente fertili; la semina si effettua in autunno, dopo aver privato i semi della polpa ed averli fatti asciugare per un paio di giorni al sole; si seminano in piccoli vasi, che andranno conservati in serra fredda, in modo da evitare di esporre i semi, o le piccole piante, ai rigori dell’inverno. Per ottenere più rapidamente un piccolo arbusto, è consigliabile propagare le aralie utilizzando, in primavera inoltrata o in estate, delle talee semi legnose; per permettere alle talee di sopravvivere, e di radicare, è importante asportare le foglie, lasciandone una sola all’apice del rametto, che verrà tagliata almeno a metà, o altrimenti il piccolo ramo non sarà in grado di fornire sufficiente umidità per mantenere in vita tutta la grande foglia. Teniamo i vassoi di taleaggio in luogo luminoso, ma riparato dal caldo eccessivo o dal freddo invernale. La primavera successiva potremo porre a dimora le giovani piante, in modo che abbiano svariati mesi per potersi abituare alle condizioni climatiche esterne, prima che arrivi l’inverno.

Per qualche strano motivo, anche le piante seguono delle mode; alcuni anni in vivaio si vendono solo piante “mediterranee”, altre volte la passione dilaga per piante succulente di ogni tipo, per anni non si poteva dire di avere un giardino degno di tale nome se non si possedeva almeno un acero palmato. Per lo steso motivo, alcune piante non sono più di moda, e quindi sempre più difficilmente si vedono nei giardini da poco posti a dimora; è questo il caso della fatsia japonica, che fino a fine anni ’80 era un arbusto tipico di ogni giardino, quasi un elemento imprescindibile. Oltre alla fatsia, sono molte le piante che tendono a venire dimenticate, nonostante i loro pregi innegabili. Alcune piante a fiore primaverile sono considerate “piante delle nonne”, e c’è chi ritiene che non facciano una bella figura nel suo giardino, come la forsizia o il chaenomeles; alcuni decenni fa, un giardino in città, per potersi dire giardino, doveva avere al suo interno almeno una conifera, indipendentemente dalle esigenze climatiche di tale pianta, o dalle dimensioni che avrebbe raggiunto nel corso degli anni; il viburno tino un tempo veniva utilizzato per le siepi, soppiantato sempre più spesso dalla photinia “red robin”. Non sempre questi cambiamenti di gusto sono motivati; certo, nel caso di abeti di ogni tipo, la scelta odierna di evitarli ad ogni costo, a meno che non si tratti di varietà di dimensioni minuscole, va sicuramente premiata; nel caso invece di altre piante, come la fatsia o il viburno tino, ritengo che si tratti di una discriminazione fatta senza pensare agli effettivi pregi di queste piante, che si sviluppano ovunque, anche nel giardino che non ha impianto di irrigazione, o che non viene concimato se non goni 3-4 anni, mantenendosi belle, rigogliose, piene di fiori e fogliame sano. Chiaro, nessuno dei vostri vicini vi verrà a chiedere informazioni sulla strana pianta che avete posto a dimora, ma sicuramente, anche nella stagione più inclemente, il vostro arbusto farà bella mostra di se, senza subire danni di alcun tipo.








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