Originaria dell’emisfero boreale, la clematide è un rampicante sempreverde del genere Clematis, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceaee, cresce in maniera spontanea nei boschi radi e nei rovi delle regioni temperate di tutta l’Europa continentale, dell’Asia e dell’America settentrionale.
Comprende circa 250 specie che vanno dal grande arbusto rampicante sempreverde a specie erbacee di medio sviluppo a foglie caduche.
La maggior parte delle clematidi che si trovano in vivaio sono ibridi, ottenuti utilizzando solo poche specie europee e asiatiche, coltivati e selezionati per le peculiari caratteristiche dei loro fiori.
Il fiore della clematide è, infatti, molto particolare, formato da grandi sepali colorati, che racchiudono al loro centro alcuni spessi stami.
La clematide è una bellissima pianta rampicante che può crescere anche insieme ad altre piante, come le rose ad esempio, che usa come sostegno. Utili per ricoprire, con i suoi fiori variamente colorati, archi, pergolati e muri. Ne esistono anche specie non rampicanti ma erbacee, coltivate come piante tappezzanti e utilizzate nelle bordure miste o addossate agli arbusti.
La clematide può essere alta da 2,5 a 10 m, a seconda della varietà.
Si presenta con un fusto sottile, legnoso o erbaceo e foglie caduche o sempreverdi a forma di cuore oppure ovali, di colore verde scuro e ricoperte di una sottile peluria chiara. Nelle varietà rampicanti, le foglie sono munite di lunghi viticci, con i quali la pianta si aggrappa a muri, pergole, o graticci.
A partire dall’inizio della primavera fino a fine estate, produce grandi fiori colorati, nei toni del rosa, del blu e del viola, ma ne esistono anche specie con i fiori gialli o bianchi.
I fiori hanno forma e dimensioni molto varie, grandi o più piccoli, a grappoli o riuniti a mazzetti, e vi sono anche alcune specie con fiori penduli.
Nelle varietà ibride, la fioritura è più tardiva e va dall’inizio dell’estate all’autunno inoltrato.
Prima di iniziare a coltivare la clematide, bisogna scegliere la giusta specie o varietà, non soltanto per il colore e la dimensione dei fiori, ma anche per le esigenze colturali e l’adattabilità alle condizioni ambientali.
Esistono così tante varietà diverse di clematide, che vengono suddivise in differenti gruppi, secondo canoni diversi, come la forma del fiore, il luogo d’origine, il periodo di fioritura, il loro portamento.
Vediamo le più diffuse.
Clematide Montana
La clematide montana è una delle clematidi più ampie e vigorose.
Originaria dell’Himalaya, è giunta in Europa già nel 1800.
È una grande pianta che si arrampica fino a 10 m di altezza e produce a fine primavera tantissimi piccoli fiori di colore bianco o rosato, con stami gialli molto appariscenti e delicatamente profumati. La sua varietà rubens ha foglie che, con l’avanzare della stagione, assumono sfumature bronzo porpora.
Molto sana e prolifica è perfetta per coprire grandi superfici o crescere sui tronchi di vecchi alberi.
Clematide Alpina
La clematide alpina è una rampicante vigorosa, originaria dell’Europa e dell’Asia settentrionale, che cresce spontanea nei boschi delle Alpi e degli Appennini.
Fiorisce in primavera sui rami dell’anno precedente con fiori penduli e solitari composti da 4 sepali, di colore azzurro o rosa.
Clematide Jackmanii
La clematide jackmanii è una varietà ibrida a fioritura estiva, che può svilupparsi fino a 3 m.
Fiorisce sui rami nuovi e produce numerosissimi fiori viola intenso, con pistilli bianchi al centro.
Clematide Armandii
La clematide armandii è una rampicante a fioritura primaverile e si caratterizza per essere profumata e sempreverde. Originaria della Cina, si è diffusa in Occidente all’inizio del XX secolo.
Crea alla base un tronco molto grande e legnoso e produce, sui rami dell’anno precedente, fiori a mazzi bianchi o rosa. Abbastanza rustica, predilige, però, una posizione riparata.
Clematide Viticella
La clematide viticella è molto diffusa, in Italia, allo stato spontaneo.
È una varietà a fioritura tardiva che fiorisce sul legno nuovo. Raggiunge i 4 m di altezza e produce fiori con grandi petali dal blu al rosso.
Clematide Texensis
La clematide texensis proviene dal Texas.
È poco rustica, arriva a 4 m di altezza e produce fiori solitari e penduli di colore rosso o scarlatto.
Clematide Chirrosa
La clematide chirrosa è una specie sempreverde a fioritura precoce di origine mediterranea.
Produce un’ampia vegetazione, rampicante o ricadente, con grandi foglie coriacee verdi scure. Fiorisce durante tutto il periodo invernale fino a primavera, con fiori campanulati color panna, screziati o maculati e dal delicato profumo.
In Italia riscuote meno successo, anche a causa del diverso clima.
Tuttavia coltivare una pianta di clematide non richiede cure particolari e dona molte soddisfazioni. La clematide vuole un terreno fertile e ricco di humus, alleggerito da sabbia di fiume se pesante e argilloso, ma soprattutto ben drenato.
Prima di piantarla, si può incorporare nel terreno del fertilizzante o del concime.
Può essere coltivata anche in vaso, ma va rinvasata ogni due anni, usando di volta in volta vasi più larghi. La clematide ama la luce, ma preferisce avere l’apparato radicale in ombra. Infatti si dice che la clematide cresce con la testa al sole e il piede all’ombra.
Per ottenere questo basta semplicemente posizionare la pianta alla base di un muretto, vicino ad arbusti bassi, oppure si può ricoprire la base con una spessa pacciamatura o ancora si possono piantare accanto delle piccole margherite o delle lobelie per creare una copertura naturale che ripari le radici dal sole e mantenga fresco il terreno.
Alla parte superiore, invece, deve essere garantita una posizione ben soleggiata, dove possa ricevere il sole diretto per almeno alcune ore al giorno.
La clematide non teme il freddo, anzi le basse temperature stimolano la produzione di nuove gemme e inoltre durante il riposo vegetativo invernale queste piante perdono quasi completamente la parte aerea.
Temono, però, i venti, che possono gelare i sottili rami e non amano nemmeno il caldo eccessivo, che può essere contrastato con una buona pacciamatura. La clematide può essere coltivata sia in vaso che in piena terra.
La messa a dimora è la fase più importante nella coltivazione della clematide. Non è complicata, ma va eseguita con cura se si vogliono avere piante sane e rigogliose. Si può procedere dall’autunno alla primavera.- Scava una buca profonda 50-60 cm e larga 40-50 cm. Se posizioni la clematide accanto a un muro o a piante già esistenti, distanziala di almeno 30 cm per non impedire lo sviluppo delle radici.
- Metti sul fondo della buca dello stallatico maturo o una manciata di cornunghia torrefatta.
- Immergi la clematide in un secchio d’acqua per idratare bene il pane radicale.
- Ora interra la zolla di almeno 10 cm e inclina la canna centrale verso il muro o il supporto a cui si arrampicherà.
- Comprimi leggermente la terra intorno alla pianta e innaffia abbondantemente.
- Crea un buon sostegno, come un graticcio, un impalcatura di bamboo, un muro, per permettere alla giovane clematide di aggrapparsi saldamente e proteggere i sottili fusti in caso di vento forte.
- Tieni all’ombra le radici con uno strato di pacciamatura, oppure con pietre, una tavoletta o anche con un’altra piantina compatta, alta almeno 40-50 cm, che non abbia, però, radici che entrino in competizione con le radici della clematide.
- Utilizza un contenitore sufficientemente ampio, almeno 60 cm di diametro e 50 cm di profondità, perché l’apparato radicale della clematide è molto sviluppato. Preferisci un vaso in coccio e metti sul fondo dei ciottoli o argilla espansa, per favorire il drenaggio dell’acqua.
- Riempilo con un terriccio universale sciolto, mescolato a concime a lenta cessione o a torba o letame.
- Interra la clematide di circa 2 cm, fino a un nodo dal fusto.
- Ricopri col terriccio, e lascia lo spazio per la pacciamatura con foglie o pomice.
- Forniscile un supporto adeguato con graticci in legno o bamboo.
Nei primi due anni di vita, la clematide va annaffiata con regolarità e abbondantemente.
In seguito va innaffiata dalla primavera fino all’autunno, o, comunque, nei periodi più asciutti.
Durante tutto il periodo vegetativo, ogni 15 giorni forniamo del concime per piante da fiore insieme all’acqua dell’irrigazione. Quando la pianta è giovane, va concimata con un prodotto organico ricco di azoto e potassio.
In seguito, si può spargere, all’inizio dell’inverno, attorno al fusto del concime granulare a lenta cessione.Per rimanere vigorosa e fiorifera la clematide ha bisogno di una potatura annuale, che varia a seconda del periodo di fioritura.
- Per le specie a fioritura precoce, che sbocciano sui fusti maturati la stagione precedente, bisogna intervenire subito dopo la fioritura, eliminando con cura i fusti e i rami secchi.
- Per le specie tardive e per le varietà che sviluppano i fiori sui rami maturati nella stagione in corso, la potatura va effettuata in primavera, prima che spuntino i fiori. Anche in questo caso la pianta deve essere ripulita dei rami e dei fusti secchi residui della stagione precedente.
La clematide è una pianta piuttosto rustica.
Tuttavia potrebbe essere colpita da seccume, che causa l’appassimento e la morte dei germogli o da mal bianco, che si manifesta con una muffa biancastra sui fiori e sulle foglie.
Le cause non sono chiare e sembra che gli ibridi a grandi fiori e le piante innestate su clematis vitalba sono maggiormente soggetti a queste malattie.
In questi casi bisogna intervenire repentinamente, tagliando tutti i rami in prossimità del suolo, distruggendo tutto il materiale di risulta, e aggiungendo un po’ di fertilizzante intorno alla pianta. Nuovi germogli nasceranno nel giro di qualche settimana.È, comunque, una malattia piuttosto rara e non si verifica mai una seconda volta. Con i germogli di clematide si può preparare una gustosissima frittata.
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