La caltha palustre, caltha palustris, è una pianta appartenente alla famiglia delle ranuncolaceae, originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’America del nord, in Italia è diffusa su tutto il territorio, crescendo spontanea in tutti i luoghi umidi o vicino a corsi d’acqua. Il suo nome deriva da due termini greci, kalathos o kalazos, che significa coppa o contenitore ed è dovuto alla forma ricurva dei petali, e palustris, in riferimento al luogo dove questo fiore si può trovare più facilmente, nelle paludi.
Nelle passate classificazioni botaniche veniva spesso confusa con altre piante soprattutto a causa del suo nome generico “caltha”, veniva spesso confusa con la calendula che veniva chiamata volgarmente “calta” dai giardinieri oppure la si confondeva con la calla chiamata anche calta o calta piovosa e in generale veniva spesso confusa con piante molto differenti ma che avevano una denominazione volgare comune.
L’autentica caltha palustris è una pianta acquatica che viene spesso usata nei giardini che hanno degli stagni, poiché grazie al suo fitto fogliame creare delle bordure di colore omogeneo molto gradevoli, anche se nella stagione invernale perde le foglie. L’altezza massima che può raggiungere è di 50 cm, ha una notevole resistenza al freddo e prima di perder del tutto le foglie queste diventano di colore giallo intenso. Le foglie hanno una forma arrotondata mentre i fiori, composti da cinque petali, sono di colore giallo lucente anche se alcune varietà, soprattutto quelle che crescono ad alta quota, hanno fiori composti da molti petali sempre di colore giallo. Il periodo di fioritura va dal mese di marzo a quello di settembre.
Storia e simbologia
La pianta è conosciuta sin dai tempi più remoti in quanto il suo colore veniva legato a quello dell’oro, inoltre numerosi poeti l’associavano spesso al prezioso metallo aureo perché, essendo la caltha una pianta che cresce nei pressi dei fiumi e dei ruscelli, alimentava varie leggende e credenze sulla ricerca dell’oro lungo le sponde dei corsi d’acqua. La sua coltivazione a scopo ornamentale si ebbe solo nel XVI secolo, dopo che Padre Ferrari diede delle valide indicazioni su come questa pianta poteva e doveva essere coltivata nei giardini.
Fino a qualche anno fa i boccioli ancora chiusi venivano conservati nell’aceto o in salamoia ed utilizzati a scopo alimentare al posto dei capperi. In campo industriale, invece, la caltha veniva utilizzata per ricavare dai suoi fiori il colorante giallo. Nel linguaggio dei fiori e delle piante simboleggia la bramosia di ricchezza, tale significato è dovuto alla fatto che in passato il colore dei sui fiori attraevi i cacciatori d’oro.
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