VERDE TIME

VERDE TIME

lunedì 31 luglio 2017

IDEE NUOVE PER IL PESTO




La ricetta del pesto alla genovese è tra le più note in Italia e nel mondo, e come tutti sanno è a base di basilico pestato con pinoli, aglio, olio d'oliva e parmigiano o pecorino.

Con il termine pesto vengono spesso indicati anche condimenti creati a partire da diverse erbe aromatiche, tritate a crudo con olio e frutta secca. Forse è un termine improprio ma entrato nell'uso comune, e visto l'interesse di molti di voi per idee nuove ho pensato di raccogliere in questo post sia i suggerimenti per l'utilizzo del pesto classico che le ricette di altri pesti alternativi.

Attenzione il pesto è -come dice il suo nome- pestato a lungo fino a ottenere una salsa cremosa e chiunque possieda attrezzature adeguate e una certa pazienza può cimentarsi in questa attività. Il robot da cucina costituisce ovviamente una soluzione più veloce, ma bisogna tenere conto che l'eccessiva velocità delle lame può causare surriscaldamento, e quindi una variazione di sapore di erbe aromatiche e aglio.
Esistono soluzioni intermedie come tritare a mano con la mezza luna, o utilizzare macchinari appositi con la funzione bassa velocità. A voi la scelta.
Quando qualche anno fa ho iniziato a sperimentare ricette di pesto differenti ho cercato di non distaccarmi troppo dall'originale, variando qualche ingrediente, aggiungendone uno in più... tutti i risultati sono stati soddisfacenti, e alla fine mi sono deciso a creare pesti completamente differenti, ottenendo ricette sempre al di sopra delle mie aspettative.




il Pesto di mandorle ha come ingrediente principale delle mandorle pelate, e è reso cremoso dall'aggiunta di pomodori secchi, olio e parmigiano, e aromatizzato con basilico, aglio e un tocco di rosmarino.




Il basilico tailandese ha un gusto più selvatico del comune basilico, con un retrogusto di limone. Chi lo coltiva sa che è molto resistente e iper produttivo: potete utilizzarlo per creare il Pesto di basilico Thai, composto da parti uguali di basilico, basilico thai e aglio cinese (o erba cipollina).




Il Pesto invernale ha un gusto più morbido, è a base di spinaci e noci e aromatizzato con un tocco di basilico e erba stella (da sostituire con prezzemolo o un'altra erba aromatica se non ne avete).




Avevo qualche dubbio ma il Pesto di coriandolo si è rivelato sorprendente: il gusto forte del coriandolo ha un piacevole concorrente nella cipolla fresca, e può essere ammorbidito con l'aggiunta di qualche altra erba aromatica come menta e prezzemolo.




L'acetosa è una pianta generosa che fornisce raccolti abbondanti: il suo gusto leggermente acidulo (più intenso nei gambi e più delicato nelle foglie) rende particolare il Pesto di acetosa, caratterizzato anche dal gusto leggermente speziato dei semi di girasole.




Più simile al pesto classico è invece il Pesto di acetosa e basilico, con l'aggiunta decisa di erba cipollina e pecorino romano, perfetto per una spaghettata veloce.



Il pesto al gorgonzola e noci, con l'aggiunta di peperoncini poco piccanti arrosto è molto ricco di gusto, e è perfetto sia sulla pasta che spalmato su panini e crostini.




Il pesto senza aglio, sostituisce l'aglio crudo con erba cipollina, per un risultato delicato e digeribile.


Il pesto di mandorle e pomodori, con pomodori freschi, basilico e olio d'oliva è ispirato al pesto siciliano, e è ottimo sia sulla pasta che per aromatizzare bruschette e sandwich.

Il pesto viene tipicamente utilizzato per condire la pasta, ma è un perfetto condimento per pizze, carni, perfino insalate. Può essere inoltre accostato a altri ingredienti per creare un primo piatto diverso dal solito.
Il pesto genovese si acquista nei supermercati, ma è così facile e veloce da preparare che suggerisco a tutti di prepararlo in casa.
A breve proporrò alcune ricette con l'utilizzo dei "pesti" sopracitati........

domenica 30 luglio 2017

CURIOSITA' : MODI NATURALI PER ALLONTANARE LE FORMICHE DALLA PROPRIA ABITAZIONE


L'origano per essere utilizzato contro le formiche va prima essiccato e poi posizionato, in mucchietti, nelle zone strategiche della casa.



Il sale va applicato alla fonte del problema oppure nelle zone d'ingresso delle formiche. Quindi è ideale cospargere il formicaio o l'uscita del formicaio. E' buona norma metterlo anche vicino alle finestre o alle porte di casa.



Una barriera di chicchi di caffè è insuperabile per una formica, va bene, ovviamente, anche se fosse caffè macinato. E' preferibile, comunque, utilizzare il caffè in chicchi.



La cannella ha un utilizzo molto simile a quello del caffè, va messa a formare una barriera nei punti d'accesso delle formiche alla casa.



Prendete delle foglie di menta, sbriciolatele e mettetele nei punti strategici. Si può utilizzare, allo stesso modo, anche il tè alla menta.



L'alloro con le sue proprietà tiene lontane le formiche da qualsiasi superficie. Potete, ad esempio, mettere delle foglie di alloro sul ripiano della vostra cucina e sicuramente le formiche gireranno al largo.



Lo sapevi che la buccia del cetriolo ha un effetto repellente nei confronti delle formiche? Va utilizzata nelle zone strategiche e nei punti d'accesso.



Le formiche temono alcuni odori, che per loro sono molto fastidiosi. Uno di questi, è quello dell'aceto. Spruzzate vicino a porte e finestre una soluzione ottenuta con il seguente mix: un bicchiere di aceto più gocce di olio essenziale di eucalipto.



Prendete del peperoncino fresco e pestatelo. Posizionatelo poi nei punti di ingresso. L'odore pungente è un repellente naturale per le formiche. Fastidiosissimo per le formiche.



Se per molti i chiodi di garofano sono un buon profumo, per le formiche sono un cattivo odore! Anche in questo caso, posizionarli vicino porte e finestre, farà desistere le formiche dall'avventurarsi a casa vostra.



Anche la cugina del peperoncino, la paprika, è un nemico delle formiche. Posizionatela nei punti strategici.



Utilizzate una polvere antirepellente con gli ultimi tre ingredienTi: peperoncino ma in polvere, chiodi di garofano e paprika piccante. L'odore pungente di queste tre spezie assieme non farà arrivare i piccoli sgraditi ospiti.



Ed ecco un'ottimo deterrente! Un ulteriore rimedio è quello di lavare il pavimento della casa, e degli ambienti dove spesso passeggiano le formiche, utilizzando una soluzione di acqua, aceto e olio essenziale di limone. Anche in questo caso le formiche non ne sopportano l’odore.


sabato 29 luglio 2017

FIORI E PIANTE : DAL MIO ARCHIVIO......CORONA IMPERIALE


La corona imperialefritillaria imperialisappartiene alla famiglia delle liliaceae, è originaria della Turchia e della regione himalayana. E’ comunemente conosciuta con il nome di giglio orientale è nota sin dall’antichità per la sua eleganza, la pianta, infatti, prende la forma di un arbusto arrotondato, che può raggiungere un metro e mezzo di altezza. Il periodo di fioritura inizia durante il mese di aprile riempiendosi di fiori, che crescono sulla cima di un fusto, dall’odore non proprio gradevole, molto appariscenti. I fiori hanno una forma a campanula allungata e pendono dal loro stelo creando una vera e propria corona di campanelle il cui colore può essere rosso, arancione o giallo.

Storia e simbologia

Secondo un’antica leggenda, la corona imperiale non ha da sempre avuto la forma attuale ma divenne come la si può vedere oggi a causa di un evento accaduto secoli fa. Si narra che mentre Gesù saliva al Calvario, il nome della collina situata fuori Gerusalemme, detta anche Golgota, per essere crocifisso, tutti i fiori che incontrava durante la sua salita, piegavano il capo in segno di rispetto, solo un fiore non lo fece, la corona imperiale, la quale essendo troppo orgogliosa rimase retta su suo stelo, ma nel momento in cui Gesù porse il suo sguardo nella sua direzione, essa arrossì dalla vergogna e con umiltà abbasso le corolle dei suoi fiori. Da quel momento, fino ai nostri giorni, la corona imperiale divenne di colore rosso e produsse un nettare luccicante, che si può vedere alle estremità di ogni corolla, simile a delle lacrime, talmente grosse da far cadere il fiore ogni volta che le si tocca, questo nettare viene chiamato “lacrime di Maria”.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante la corona imperiale, che alta e fiera domina su tutti i fiori di un giardino, simboleggia la maestosità e la regalità.

USI ALTERNATIVI DELLE ERBE AROMATICHE



Quali sono gli usi alternativi delle erbe aromatiche? Le spezie e le erbe aromatiche sono conosciute da secoli per le loro numerose proprietà benefiche per la salute, ma anche per quelle deodoranti e purificanti. Le erbe aromatiche non sono utilizzabili soltanto in cucina, ma è possibile ricorrere a questi preziosi ingredienti anche per altri scopi. Siete curiosi di scoprire di più in merito? Ecco alcuni utili e semplici consigli per usare in modo alternativo le erbe aromatiche.


Erbe aromatiche: liquirizia, menta e chiodi di garofano


Le erbe aromatiche possono, ovviamente, essere utilizzate in casa o in automobile come deodoranti per profumare la casa ed eliminare i cattivi odori: le piante aromatiche sono talmente tante che non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’origano può essere utilizzato come deodorante per gli ambienti di casa, ma è possibile anche aggiungerlo all’acqua del bagno caldo all’interno di un sacchettino di tela. La liquirizia è adatta per aiutare la digestione, combattere la stipsi e deodorare le stanze di casa. Una piantina di menta profuma la casa e tiene lontani diversi tipi di insetti con successo, ma le sue foglie possono essere usate anche per profumare la biancheria e gli armadi. I chiodi di garofanovantano proprietà antibatteriche e si rivelano, inoltre, un ottimo metodo per allontanare le tarme dagli armadi e per tenere lontano da casa le mosche.

Erbe aromatiche: origano, timo, salvia e maggiorana


Anche timo e salvia non sono da meno: è possibile creare dei deodoranti fai da te che vedono un mix di ingredienti. Come? Timo, origano e chiodi di garofano sono ottimi per eliminare il cattivo odore in cucina: mettete tutto in un pentolino pieno di acqua sul fuoco e, al momento dell’ebollizione, una piacevole aroma verrà emanata per casa. In alternativa, è possibile creare un potpourri con origano essiccato, timo e maggiorana da sistemare in diversi angoli della casa.

Erbe aromatiche: cannella, vaniglia, camomilla e rosmarino


È possibile realizzare anche un deodorante spray fai da te: fate bollire i chiodi di garofano o, in alternativa, della cannella in stecche e lasciate raffreddare l’infuso, prima di filtrare la soluzione e versarla all’interno di un contenitore spray. Potreste riproporre lo stesso procedimento con una tazzina di aceto, un cucchiaio di estratto di vaniglia, un cucchiaio di chiodi di garofano e un bastoncino di vaniglia. Infine, per profumare la biancheria, potreste ricorrere a un mix composto da bastoncini di liquirizia, stecche di cannella e camomilla essiccata, oppure con foglie di rosmarinoessiccato o o foglie di menta unite a salvia.




venerdì 28 luglio 2017

FIORI E PIANTE : DAL MIO ARCHIVIO......CALTHA PALUSTRE

La caltha palustrecaltha palustris, è una pianta appartenente alla famiglia delle ranuncolaceae, originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’America del nord, in Italia è diffusa su tutto il territorio, crescendo spontanea in tutti i luoghi umidi o vicino a corsi d’acqua. Il suo nome deriva da due termini greci, kalathos o kalazos, che significa coppa o contenitore ed è dovuto alla forma ricurva dei petali, e palustris, in riferimento al luogo dove questo fiore si può trovare più facilmente, nelle paludi.
Nelle passate classificazioni botaniche veniva spesso confusa con altre piante soprattutto a causa del suo nome generico “caltha”, veniva spesso confusa con la calendula che veniva chiamata volgarmente “calta” dai giardinieri oppure la si confondeva con la calla chiamata anche calta o calta piovosa e in generale veniva spesso confusa con piante molto differenti ma che avevano una denominazione volgare comune.

L’autentica caltha palustris è una pianta acquatica che viene spesso usata nei giardini che hanno degli stagni, poiché grazie al suo fitto fogliame creare delle bordure di colore omogeneo molto gradevoli, anche se nella stagione invernale perde le foglie. L’altezza massima che può raggiungere è di 50 cm, ha una notevole resistenza al freddo e prima di perder del tutto le foglie queste diventano di colore giallo intenso. Le foglie hanno una forma arrotondata mentre i fiori, composti da cinque petali, sono di colore giallo lucente anche se alcune varietà, soprattutto quelle che crescono ad alta quota, hanno fiori composti da molti petali sempre di colore giallo. Il periodo di fioritura va dal mese di marzo a quello di settembre.
Storia e simbologia

La pianta è conosciuta sin dai tempi più remoti in quanto il suo colore veniva legato a quello dell’oro, inoltre numerosi poeti l’associavano spesso al prezioso metallo aureo perché, essendo la caltha una pianta che cresce nei pressi dei fiumi e dei ruscelli, alimentava varie leggende e credenze sulla ricerca dell’oro lungo le sponde dei corsi d’acqua. La sua coltivazione a scopo ornamentale si ebbe solo nel XVI secolo, dopo che Padre Ferrari diede delle valide indicazioni su come questa pianta poteva e doveva essere coltivata nei giardini.

Fino a qualche anno fa i boccioli ancora chiusi venivano conservati nell’aceto o in salamoia ed utilizzati a scopo alimentare al posto dei capperi. In campo industriale, invece, la caltha  veniva utilizzata per ricavare dai suoi fiori il colorante giallo. Nel linguaggio dei fiori e delle piante simboleggia la bramosia di ricchezza, tale significato è dovuto alla fatto che in passato il colore dei sui fiori attraevi i cacciatori d’oro. 

giovedì 27 luglio 2017

FIORI E PIANTE : DAL MIO ARCHIVIO......CLEMATIDE

La clematide, clematis, è una pianta rampicante appartenente alla famiglia delle ranuncolaceae, il cui nome deriva dal termine greco klematís-ídos che significa pianta volubile simile alla vite, clematis è uno dei nomi botanici più antichi di cui si ha conoscenza, risale infatti al I secolo e le fu attribuito da Dioscoride, nel corso dei secoli successivi fu mantenuto e infine confermato da Linneo.
La pianta si presenta con foglie di colore verde scuro, coperte da una sottile peluria chiara, la maggior parte delle specie perde le foglie con l’arrivo dei primi freddi autunnali, tuttavia esistono alcune specie che sono sempreverdi. A seconda della qualità alcune piante, in particolare quelle ibride, presentano un’abbondante fioritura che si protrae dalla primavera inoltrata fino all’arrivo dell’autunno. I fiori sono di colore bianco o rosa e di tutte le varie tonalità e sfumatura che rientrano fra questi due colori, ma esistono anche specie di colore blu, viola e persino giallo.

Storia e simbologia
Originariamente la pianta non era adoperata a scopo decorativo e non si conosce neanche l’uso che gli antichi ne facevano ma nel 1569 alla corte di Elisabetta I iniziò una vera e propria coltivazione di clematide, della qualità viticella. Nel ‘700 e per tutta l’età Vittoriana le clematidi ebbero un enorme diffusione sul territorio anglosassone, venivano adoperate per abbellire i giardini poiché i loro fiori colorati e abbondanti venivano considerati bene auguranti e portatori di gioia mentre nelle zone di campagna rappresentavano il buon augurio per un prospero raccolto. Nello stesso periodo le clamatidi venivano sia coltivate che mantenute allo stato spontaneo in tutto il territorio dell’Europa centro meridionale per via del tocco di vivacità che donavano ai campi. Le clematidi vennero importate persino nel Nord America, in particolare la specie detta clematide crispache aveva la caratteristica di non essere una rampicante bensì una pianta bassa e cespugliosa molto profumata.
Alla fine dell’800 esistevano diffuse per il mondo circa 300 specie diverse di clematide ma proprio in quel periodo, di massima diffusione della pianta, un fungo attacco le varie specie fino a quel momento coltivate e si assistette ad una completa e mondiale distruzione delle clematidi che non vennero risparmiate in nessuna parte del mondo. La distruzione fu tale che i vivaisti e i giardinieri smisero di coltivarle, si distrussero persino alcune delle specie ibride, presenti a quei tempi, che ancora al giorno d’oggi non è stato possibile recuperare. Solo a partire dagli anni ’50 fu ripresa, in modo parziale, la loro coltura.

 Le clematidi, in particolare le specievitalba, flammula e recta, contengono l’anemonia, una canfora speciale, il clematitolo, e altre sostanze le quali sono tossiche per gli uomini. Soprattutto la canfora che proviene in maggior parte dalle parti verdi della pianta ha un effetto fortemente irritate, mentre l’alcaloide se ingerito, anche inavvertitamente, provoca l’infiammazione dell’apparato digerente. Per questo suo particolare effetto in passato la clematide veniva utilizzata da chi voleva fingere di star male provocandosi ulcerazioni, in particolare ne facevano largo utilizzo i mendicanti che potevano in questo modo impietosire i passanti. Le clematidi essendo diffuse in tutto il mondo vengono conosciute con nomi differenti in ogni luogo: In Inghilterra, luogo del suo maggior uso, veniva chiamata traveller’s joy, gioia del viandante, perché rallegrava la vista di chi attraversava i giardini nei quali era coltivata, mentre la qualità di camentide vitalba che si arrampicava sulle siepi, veniva chiamatagrandfather’s whisers, baffi di nonno, per via della sua forma a piuma. Inoltre, nei paesi anglosassoni del nord Europa, l’abitudine di recidere rametti di clematide per formare delle sigarette le fece assumere il nome di smoking cane ovvero canna da fumare.

 In Francia, invece, le clematidi sono conosciute con il soprannome di berceau de la vierge, culla della vergine. In Italia, per il fatto che la clematide è una pianta rampicante che si unisce in maniera fitta e indissolubile con il suo appiglio, è comunemente conosciuta con il nome di laccio d’amore, e nelle zone di campagna, sempre per via delle sue inflorescenze piumose, come in Inghilterra viene associata alla barba e riconosciuta con il nome di barbagrigia.
Nel linguaggio dei fiori e delle piante la clematide simboleggia la gioia, la fortuna e l’augurio di una buona riuscita nelle attività che si stanno svolgendo, in Francia simboleggia anche la bellezza interiore.

mercoledì 26 luglio 2017

FIORI E PIANTE : DAL MIO ARCHIVIO ....CALLISTEMON

Il callistemon appartiene alla famiglia delle myrtaceae, è un arbusto sempreverde originario dell’Australia ma diffuso anche in luoghi semi tropicali come l’India, tutto il sud-est asiatico, la California e le regioni mediterranee.
La pianta si presenta con un fusto retto di colore scuro molto ramificato, le foglie dalla forma allungata sono di colore verde scuro. La fioritura avviene dall’inizio della primavera fino all’arrivo dei primi freddi autunnali, i fiori sono raggruppati in pannocchie e la loro caratteristica principale sta nella presenza di stami molto lunghi prevalentemente di colore rosso, anche se alcune specie possono avere fiori di colore bianco, giallo, porpora e persino verdi. La forma delle inflorescenze è molto singolare somiglia infatti ad uno scovolino per bottiglie.
Nonostante la pianta sia originari di climi caldi riesce ad adattarsi anche a temperature più fredde, a patto che venga posta in un luogo riparato. E’ molto ornamentale anche se la sua crescita è abbastanza lenta, raggiunge un’altezza massima di circa 2 metri.

Storia e simbologia


Il callistemon, nello specifico un esemplare di callistemon citrunus, fu introdotto per la prima volta in Europa, e coltivato presso il Kew Garden di Londra, da Joseph Banks, naturalista e botanico inglese membro della Royal Society che accompagno James Cook durante il suo primo grande viaggio alla scoperta dei territori dell’Oceania, nel 1771. 
Tra le specie più famose vi sono: il callistemon citrinus, una pianta che raggiunge il metro e mezzo di altezza, dai rami coperti da una  fitta peluria, foglie di colore verde-grigiastro e fiori riuniti, come per tutte le specie, a pannocchia, di colore rosso vivo e dall’intenso profumo di limone; il callistemon speciosus, la specie in assoluto più diffusa, dai fiori di colore rosso cadmio che fioriscono dalla fine della primavera fino ai primi freddi autunnali; il callistemon lanceolatus, che raggiunge notevoli dimensioni, con foglie un po’ più appuntite rispetto alle altre specie e fiori, che sbocciano durante la stagione estiva, di colore rosso vivo;  il callistemon salignusnon che pur non essendo molto comune merita una citazione per via dei suoi fiori che a differenza degli altri sono di colore giallo arancio.
Il nome callistemon deriva dall’unione del termine greco “kalos” che significa “bello” e “stemon” che significa “stami”  ed è dovuto alla bellezza dei suoi fiori e soprattutto degli stami.

Curiosità. 

In Australia le piante di callistemon vengono utilizzate dalle larve dei lepidotteri hepialid (farfalle fantasma o notturne) per alimentarsi, mentre in India gli alberi vengono spesso coltivate nei giardini per via del buon profumo rilasciato sulle mani sfregandone le foglie.

martedì 25 luglio 2017

FIORI E PIANTE : DAL MIO ARCHIVIO ....COSMEA

La cosmeacosmos bipinnatus, appartiene alla famiglia asteraceae ed è originaria dell’America centro-meridionale, in particolare del Messico.
Si tratta di una pianta erbacea che forma degli ampi cespugli tondeggianti, i quali crescendo tendono ad occupare molto spazio. E’ composta fusti molto sottili di colore verde chiaro e foglie molto strette ed allungate. Viene molto spesso utilizzata nei giardini perché, oltre ad essere molto semplice da coltivare, si caratterizza per una bella e copiosa fioritura che va dalla stagione primaverile a quella estiva. I fiori, a seconda della specie, possono essere singoli o doppi, tutti dal centro di colore giallo oro e con i petali che possono essere di colore: bianco, rosa, giallo, arancione o rosso scarlatto. In natura ne esistono circa 20-30 specie, alcune annuali altre perenni, tra le quali la più diffusa è la cosmos bipinnatus, originaria del Messico e che per via della sua origine viene spesso volgarmente chiamata “astro messicano”, seguita dalla cosmos sulphureus, chiamata anche  “cosmo giallo” per il colore dei suoi fiori. Una specie un po’ più rara ma che merita un accenno è la cosmos atrosanguineusnota anche come “fiore di cioccolato”, la quale però non si deve confondere con una qualità di cosmos bipinnatus chiamata “sonata carmine”, dai petali di colore rosso scuro.

Storia e simbologia

Il nome cosmos deriva dal termine greco “cosmo” e, a differenza di ciò che si può pensare, significa “ordinato” e “armonico” (nel linguaggio comune la parola cosmo è associata al significato scientifico del termine e quindi utilizzato come sinonimo di “spazio” o “universo”). Il motivo di tale nome risiede nella precisa compostezza dei fiori i quali presentano petali ben ordinati.

Nel linguaggio dei fiori e delle piantela cosmea,  grazie al suo aspetto semplice e lineare, simboleggia latranquillità, l’integrità e la modestia. Nel suoi luoghi di origine (Amarica centro-meridionale) è spesso stata considerata il simbolo dell’amore.