VERDE TIME

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lunedì 26 agosto 2019

VERDE TIME POTATURA : POTATURA DI RINGIOVANIMENTO


Precedentemente, in altro mio post, si è fatto riferimento al fatto che solo gli alberi a seme si potevano prestare senza controindicazioni ad un ringiovanimento dei loro rami principali e secondari, poiché i rami delle specie a nocciolo di norma cicatrizzano male e possono arrivare a produrre gomma. Nelle specie a seme, questo intervento di ringiovanimento può essere vantaggioso. Vengono considerate separatamente le forme a spalliera, quelle a basso fusto e a fusto.

Alberi allevati a forma di spalliera

I segni di invecchiamento si presentano così:
  • In primo luogo e frequentemente, si verifica la presenza di licheni; bisogna effettuare un trattamento in inverno, nel pieno riposo della vegetazione, con olio giallo;
  • in seguito, appare del legno morto, che si deve eliminare con la sega;
  • alla fine ci sono due possibilità:
    • che si presenti una mancanza di vegetazione sul prolungamento dei rami (a volte, anche l'indebolimento di uno o due grandi rami) e un'abbondanza di organi fruttiferi che non sempre si trasformano in frutti o, al contrario, la presenza di frutti numerosi ma piccoli;
    • o un'esuberanza di vegetazione sul prolungamento dei rami, una scarsità di frutti e la formazione di un cespuglio di rigetto del portainnesto al colletto dell'albero o di succhioni nel centro dell'albero, con la scomparsa della vegetazione alla base dei rami.
Esempio di affrancamento di una
palmetta ad "U" doppia
Nel primo caso, si deve eliminare completamente il legno morto e bisogna apportare fertilizzanti minerali più ricchi di azoto che di acido fosforico e di potassio per rinvigorire l'albero. Si dovrà eliminare il 50% degli organi fruttiferi, affinché quelli che si conservino producano frutti normali (in caso di fruttificazione). Inoltre, si devono eliminare tutti i succhioni, a meno che qualcuno non si possa utilizzare per sostituire qualche vecchio ramo. Il ritorno alla normalità può tardare 2 o 3 anni. Nel secondo caso, è più difficile intervenire, poiché spunteranno più rami a legno e succhioni quanto maggiore sarà la potatura. Conviene apportare concimi più ricchi di potassio che di acido fosforico e, soprattutto, di azoto; si elimineranno tutti i rigetti del portainnesto e i succhioni.
Nelle siepi da frutto, i rami vigorosi si guideranno a spalliera, inclinati o leggermente inarcati (incurvamento lungo senza che l'estremo sia più basso della zona dell'incurvamento). Alcuni grandi rami si accorceranno e si disporranno a spalliera inclinata, ma non si praticherà la potatura a 3 gemme. Bisogna calmare progressivamente (in 3 anni) la vegetazione delle estremità; successivamente si ritornerà ad una potatura corta.
Bisognerà soprattutto verificare che l'albero innestato su un portainnesto debole non si sia «affrancato››, vale a dire che non sia successo che 1 o 2 radici siano nate dal legno della varietà da frutto (quasi sotto l'anello di innesto), rendendo all'albero più vigore, come se fosse innestato su un portainnesto molto vigoroso, un piede franco ad esempio.
Melo cordono "affrancato". Produce germogli lunghi da 30 a 50 cm, per cui è necessario eliminare la radice che appartiene alla varietà innestata.
Se questo fosse avvenuto, perfino in alberi giovani, bisognerà eliminare completamente queste radici, disinfettare i tagli con la poltiglia bordolese al 2%, quindi applicare una pasta cicatrizzante. In questo modo, l'afflusso di linfa grezza diminuirà considerevolmente e si faciliterà la ripresa; tuttavia, non non si può sperare di ridare una forma a cordone ad un albero che aveva questa forma originariamente ma che si è trasformato in una specie di candelabro. Un albero affrancato può recuperare la sua forma solo se gli vengono tagliate le suddette radici nei 12-18 mesi successivi alla loro nascita.
Questo fenomeno dà meno problemi quando si verifica in una palmetta ad «U›› doppia (dotata di 4 rami di 2 m) piuttosto che su un cordone (che presenta solo 1 ramo di 2 m) quando il portainnesto utilizzato di norma è lo stesso (M9 o M26 per il melo e il melo cotogno, BA29 per il pero) per entrambe le forme.
Alberi allevati a fusto
Ringiovanire vecchi meli o peri è possibile ed ha un'alta probabilità di successo; bisogna procedere al loro rinnovamento, in inverno, durante il pieno riposo vegetativo. Prima si deve strappare, a mano o mediante una sega, l'edera che spesso è presente. Il legno sano, senza succhioni, deve rimanere visibile. I licheni si tratteranno in seguito con olio giallo d'inverno, dopo la potatura che si descrive di seguito. Si dovranno:
  • eliminare i rami più vecchi, quelli mal disposti, quelli che si indeboliscono o quelli che producono una vegetazione disordinata.
  • eliminare i succhioni che non si possano usare, eccetto quelli che permettano di rinnovare i rami eliminati. La potatura si pratica appena sopra un robusto succhione nato su un ramo; gli eventuali succhioni spuntati sotto si eliminano.
  • Individuare con il falcetto tutte le cavità che si sono potute formare nel tronco, a causa della rottura di un ramo grande o per l'attacco di un fungo. Si mette a nudo il legno sano, i bordi della cavità si raschiano a forma arrotondata. Questo legno ripulito andrà disinfettato con poltiglia bordolese al 2% per poi applicarvi una pasta cicatrizzante. Se il tronco non è molto grosso, si riempie di masticemai di cemento, per evitare il ristagno dell'acqua.
  • Spuntare la dozzina o quindicina di rami dell'impalcatura che sono stati conservati:
  • affinché nasca legno nuovo per lo sviluppo di un giovane prolungamento;
  • per cambiare la varietà, innestando di nuovo a corona ognuno dei rami sui quali si cercherà di conservare un tiralinfa. In questo caso, la spuntatura deve essere più drastica e si lascerà solo un moncone di circa 30 cm su ogni ramo. Questo nuovo innesto si esegue poco prima dell'inizio della vegetazione.
Si raccomanda vivamente l'apporto di un fertilizzante completo e di concime organico durante la primavera in cui si è effettuata questa diramatura di ringiovanimento. Bisognerà aspettare almeno 2 anni per veder riapparire fiori e frutti nel caso della svettatura e del reinnesto di tutti i rami, ma non è la pazienza una delle maggiori virtù del giardiniere?

Anomalie e rimedi per le potature e la disposizione a spalliera degli alberi adulti

Lamburde molto numerose

In particolare, nelle varietà molto fertili e di debole vigore: contemporaneamente si verifica assenza di ricacci vegetativi sui prolungamenti o comparsa di germogli inferiori a 15-20 cm. In questo caso bisogna:
  • aumentare l’apporto di fertilizzanti azotati (minerali ed organici);
  • raddrizzare alcuni rami secondari, troppo inclinati, negli alberi allevati come siepi da frutto;
  • eliminare uno sperone o una lamburda su due, in cordoni, palmette, eccetera.

Fruttificazione insufficiente

Cause:
Un vigore troppo forte degli alberi: in questo caso, bisogna aspettare che rallenti il vigore (negli alberi a fusto alto), accentuare le potature secche e verdi (negli alberi in piccole forme), disporre a spalliera o inclinare più rami (negli alberi allevati a siepe da frutto) ed assicurarsi che non si siano affrancati.
Il fenomeno dell'alternanza (che riguarda alcune varietà), quando non si deve alle gelate durante la fioritura, che causa una fecondazione insufficiente. Questa alternanza si frena mediante l'apporto di fertilizzanti fosfopotassici (privi di azoto), con il diradamento drastico dei frutti durante le annate di abbondante produzione e con una potatura lunga degli speroni, cosa che limiterà la nascita di nuovi rami.
Una potatura di fruttificazione sbagliata: è stata, per l'insieme dell'albero, troppo drastica e gli speroni hanno formato di nuovo del legno a partire dalle gemme latenti della loro base. L'applicazione della potatura a 3 gemme dovrà essere più rigorosa e sistematica sugli alberi in piccole forme a spalliera; l'uso di accorgimenti dev'essere più accentuato negli alberi a siepe da frutto.

Spazi privi di organi corti (rami, rametti) trai rami e le branche

Significa che la potatura ha eliminato troppi rami secondari generatori di organi fruttiferi. Bisogna tentare di farne nascere altri, praticando delle incisioni, in primavera, sopra le gemme o mediante rimessiticci del prolungamento dei rami dell'impalcatura o della sottoimpalcatura.


Succhioni numerosi nelle zone di inarcamento (palmette ad «U››) o di incurvatura (siepi da frutto) dei rami dell'impalcatura

Di norma sono sintomo di un potenziale del sistema radicale che non è soddisfatto nella parte aerea: la lunghezza globale dei rami che producono foglie e frutti non è sufficiente: la superficie attribuita ad ogni albero, se questo si alleva a spalliera, è molto limitata, oppure alcuni rami del cuore dell'albero sono mal ventilati e male illuminati, perciò si indeboliscono o funzionano in maniera insufficiente. Questi succhioni, che rivelano un'anomalia e che fungono da «valvola» per liberare l'eccesso di energia dell'insieme delle radici, si devono utilizzare per sostituire i rami danneggiati o per aumentare la lunghezza dei rami sani, qualora fosse insufficiente.

Vegetazione sulla punta del ramo

Base semispoglia, con la presenza di piccoli elementi: rametti, brindilli, speroni, rami misti, ecc., con scarsità di frutti. Questo si deve di norma alla potatura eccessivamente lunga dei rami dell'impalcatura e della sottoimpalcatura durante il periodo di formazione. È difficile modificare questa situazione. Tuttavia bisognerà provarci, praticando una diramatura, poiché il centro dell'albero è privo di aria e di luce; in inverno, è d'obbligo un accorciamento della lunghezza dei rami secondari più bassi, ma questo rientra nella tecnica di ringiovanimento degli alberi, precedentemente illustrata.
Concludendo, si deve cercare di ottenere l'equilibrio annuale della quantità di legno prodotto dai prolungamenti dei rami e la quantità di frutti che giungono a maturazione grazie a:
  • rami di vigore medio distribuiti sui rami secondari, in tutti gli alberi a fusto alto;
  • germogli di prolungamento dei rami principali e rami secondari lunghi almeno 20-25 cm, per tutte le forme;
  • assenza di succhioni nella ramatura e di ricacci ai piedi degli alberi, per tutte le forme;
  • produzioni di frutti non alterne, bensì equivalenti da un anno ad un altro, il che, come si è detto, favorisce la nascita di germogli di prolungamento per tutti gli alberi.

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