Le palme sono delle piante molto speciali, sia dal punto di vista botanico che paesaggistico. Linneo, il padre della tassonomia scientifica di animali e piante, le chiamò «principi» o «principesse» del regno vegetale, per il loro portamento slanciato e la loro grazia. Sono piante legnose, sebbene il loro tronco, che si chiama stipite, non sia di legno nel senso tradizionale. Inoltre, e come tratto distintivo più importante, lo stipite non possiede il cambio e, quindi, non dà luogo a crescita secondaria in spessore. Vale a dire che, una volta superata la fase giovanile, il tronco continua a crescere in altezza, ma non aumenta di diametro.
In generale le palme hanno una sola gemma apicale per cui, se per qualche motivo il tronco si taglia danneggia, muore. Solo un Hyphaene, molto poco coltivato, presenta tronchi ramificati e pochi rami. ll resto delle palme che ramificano in realtà producono getti dal tronco, come nel caso del cuore di palma (Chamaerops humilis), oppure dal rizoma sotterraneo. Ci sono delle altre palme che sono multicaule, ossia con numerosi fusti di dimensioni simili, che partono dalla zona delle radici.
Pertanto, deve essere chiaro che la potatura delle palme non ha niente in comune con la potatura degli alberi e degli arbusti. Nella potatura delle palme si potano soltanto le foglie, le infiorescenze e le infruttescenze o, in alcuni casi, si sopprimono i getti. Per la potatura delle palme si utilizza di solito, il termine «sfrondatura».
Nozioni generali sulle piante
Parti principali di una palma
Le diverse parti delle palme hanno una nomenclatura propria, diversa da quella usata per gli alberi: vediamola in breve per familiarizzarsi ad essa.
Tipi di palme
Nonostante le palme più caratteristiche siano quelle che hanno un unico tronco con un pennacchio di foglie nell'apice, come quella della figura precedente, ne esistono anche di altri tipi.
Tipi di foglie di palma
La maggior parte delle foglie delle palme si raggruppano in 2 tipi:
- quelle pennate con le foglioline, o pinne, disposte in modo simile alla piuma di un uccello, ai due lati di un asse o rachide, prolunga mento del picciolo;
- quelle palmate somiglianti al palmo di una mano aperta o a un ventaglio, con i segmenti fogliari disposti a raggio intorno all'estremità del picciolo. A volte, questa estremità è un punto denominato astula, ligula o linguetta, mentre in altri casi si allunga nella cosiddetta costola, che può essere più o meno lunga.
Il picciolo può essere liscio o più o meno spinoso.
La guaina è la base fogliare che sostiene la foglia allo stipite e che lo abbraccia parzialmente. Poche specie di palme possiedono foglie intere o bifide, altre le hanno bipennate, ossia doppiamente pennate, nelle quali le foglie dividono, a loro volta in pinne, vale dire foglioline. È importante conoscere il tipo di foglia, oltre che per una loro classificazione e identificazione, per adottare il tipo di potatura più adatto e gli strumenti necessari.
La guaina è la base fogliare che sostiene la foglia allo stipite e che lo abbraccia parzialmente. Poche specie di palme possiedono foglie intere o bifide, altre le hanno bipennate, ossia doppiamente pennate, nelle quali le foglie dividono, a loro volta in pinne, vale dire foglioline. È importante conoscere il tipo di foglia, oltre che per una loro classificazione e identificazione, per adottare il tipo di potatura più adatto e gli strumenti necessari.
Le parti della palma
In alcune palme l'estremità dello stipite è di forma cilindrica ed è liscia, verde e brillante, cosa che gli conferisce un aspetto attraente. Di fatto questo cilindro, chiamato capitello, non fa esattamente parte dello stipite, ma è costituito da guaine fogliari, tubolari e abbraccianti, densamente disposte, che proteggono la gemma apicale o cuore. Le infiorescenze si trovano sotto il capitello e non nell'apice del "tronco" (come nelle altre palme).
In determinate specie si vede con frequenza, sotto corona, l'estremità apicale allargata dello stipite, che produce un effetto decorativo importante. Questo ampliamento prende il nome di capitello a pallone, per la somiglianza con l'abito omonimo usato soprattutto nel XVI e XVII secolo, che consisteva in un collo grande e rovesciato sulla schiena, le spalle e petto. È formato dall'insieme delle guaine fogliari, tagliate regolarmente e dalle mantelline, e si trova nell'estremità superiore dello stipite al quale si possono conferire diverse forme secondo la specie o l'esemplare, la tradizione culturale della zona o lo stile proprio del potatore (a pallone, a calice di spumante, a diamante, etc). In alcune regioni non c'è l'abitudine di creare capitelli a pallone. La creazione di capitelli a pallone si realizza, con frequenza, nella palma delle Canarie, perché risulta molto ornamentale.
Quando si procede alla pulizia dello stipite, in certe palme si eliminano completamente tutte le foglie, così che il tronco rimanga liscio o con anelli o cicatrici delle guaine cadute. In altre specie, la guaina non si stacca facilmente, oppure è possibile fare in modo che non si separi, tagliando la foglia dalla parte inferiore del picciolo. La guaina fogliare o costa è la parte inferiore del picciolo che, durante la potatura, rimane sullo stipite.
In determinate specie si vede con frequenza, sotto corona, l'estremità apicale allargata dello stipite, che produce un effetto decorativo importante. Questo ampliamento prende il nome di capitello a pallone, per la somiglianza con l'abito omonimo usato soprattutto nel XVI e XVII secolo, che consisteva in un collo grande e rovesciato sulla schiena, le spalle e petto. È formato dall'insieme delle guaine fogliari, tagliate regolarmente e dalle mantelline, e si trova nell'estremità superiore dello stipite al quale si possono conferire diverse forme secondo la specie o l'esemplare, la tradizione culturale della zona o lo stile proprio del potatore (a pallone, a calice di spumante, a diamante, etc). In alcune regioni non c'è l'abitudine di creare capitelli a pallone. La creazione di capitelli a pallone si realizza, con frequenza, nella palma delle Canarie, perché risulta molto ornamentale.
Quando si procede alla pulizia dello stipite, in certe palme si eliminano completamente tutte le foglie, così che il tronco rimanga liscio o con anelli o cicatrici delle guaine cadute. In altre specie, la guaina non si stacca facilmente, oppure è possibile fare in modo che non si separi, tagliando la foglia dalla parte inferiore del picciolo. La guaina fogliare o costa è la parte inferiore del picciolo che, durante la potatura, rimane sullo stipite.
Certe specie di palme possiedono un cuore (in certi casi, anche lo stipite intero) intrecciato alle guaine fogliari, ricoperto da un tessuto filamentoso, fibroso e flessibile, a forma di rete, setaccio, che si chiama mantellina. In alcune palme, la base dello stipite si allarga, ed è spesso ricoperta da nume rose radici avventizie aeree. In questo caso viene definito pedana.
Le radici delle palme
Le palme possiedono un sistema di radici fascicolate avventizie, ossia un sistema radicale formato, fondamentalmente, da un fascio di radici di spessore uguale o simile che partono tutte dal colletto dello stipite. Sono poco, o per nulla, ramificate. Inoltre, il diametro di una radice rimane praticamente uguale in tutta la sua lunghezza (che, in certi casi, può arrivare fino a 20 m). Ogni anno, un certo numero di radici muore in tutta la lunghezza e viene sostituito da nuove. Durante il trapianto, quando è facile danneggiare le radici, sebbene involontariamente, quelle danneggiate muoiono completamente, portando la palma a generare un nuovo sistema radicale, normalmente senza problemi. Per alcune specie, come il Sabal palmetto, il trapianto è delicato perche la rigenerazione delle radici avviene con difficoltà (in precedenza, si deve procedere all 'eliminazione completa o parziale delle foglie, per attivare la rigenerazione delle radici).
La potatura delle palme
La potatura delle palme consiste nell'eliminazione di foglie, fiori e frutti, senza danneggiare lo stipite né il cuore della palma. Data la difficoltà d'accesso all'apice delle palme, i lavori di potatura devono essere realizzati sempre da potatori esperti, conoscitori delle necessità e delle caratteristiche delle diverse specie, cosi come dell'applicazione delle norme di sicurezza da adottare. Il potatore di palme dovrà impiegare un equipaggiamento di protezione individuale che lo proteggerà dagli incidenti che potrebbero verificarsi nell'uso degli strumenti di potatura e, se necessario, un'attrezzatura di sicurezza in altezza. Non potrà mai lavorare senza di questi, ne dovrà utilizzare speroni o simili per arrampicarsi (dato che producono ferite irreversibili nello stipite). Non si deve lavorare con attrezzature da scalata se non si è sicuri della stabilità della palma, né arrampicarsi con corde, anche se di nailon e con anima di acciaio.
Palme: perchè si pota?
I motivi più comuni che portano all'eliminazione delle foglie di una palma sono:
- estetici: eliminazione delle foglie secche, sebbene in certe specie, come la Washingtonia il fogliame secco si lasci appeso allo stipite, perche si considera molto decorativo.
- Tradizionali: ogni regione nella quale si coltivano palme ha la sua tradizione a riguardo.
- Per la prevenzione di incendi: le foglie secche e le mantelline sono un materiale di facile combustione, per questo si raccomanda la potatura degli esemplari situati vicino agli edifici.
- Per la sicurezza dei pedoni, soprattutto nelle specie le cui foglie si staccano da sole.
- Per igiene, per evitare la proliferazione di roditori. Sanitari, per evitare la trasmissione di malattie.
Cosa si pota?
Per le palme adulte si raccomanda, dal punto di vista della loro biologia, di tagliare solo le foglie completamente secche e di conservare tutte le foglie verdi in buono stato, dato che sono le più funzionali, sempre rispettando, quanto più possibile, la forma sferica naturale della corona. L'eliminazione delle foglie parzialmente secche e di quelle malate dipenderà da ogni singolo caso: l'eliminazione di foglie parzialmente secche può essere controproducente per le palme si- tuate vicino al mare ed esposte al vento salmastro, dato che proteggono il resto delle foglie dai colpi diretti del vento.
Inoltre, l'eliminazione di foglie malate a causa di fisiopatie può aumentare ancora di più la perdita di vigore delle foglie di quella causata dalla stessa fisiopatia. Si devono sopprimere anche le foglie che si sono rotte dal rachide, durante tempeste e temporali, così come quelle più basse che possono causare danni alle persone che vi passano sotto e quelle che potrebbero essere usate come liane dai bambini.
In alcuni casi i regolamenti urbani richiedono una potatura di foglie verdi, e consigliano quindi di eliminare, al massimo, una unica corona di foglie verdi, vale a dire, un giro elicoidale intero di foglie intorno all'apice dello stipite, ma sempre di quelle mature, mai delle adulte. L'eliminazione di una parte importante del fogliame verde indebolisce l'esemplare, ne riduce il vigore e lo rende più sensibile agli attacchi di piaghe e malattie. Provoca, inoltre, degli strangolamenti indesiderati nello Stipite.
Potatura delle palme adulte
Per le palme adulte si consiglia di:
- tagliare solo le foglie completamente secche e di conservare tutte quelle verdi in buono stato.
- Rispettare la forma sferica naturale della corona.
- Tagliare, come massimo e solo se strettamente necessario, un unico giro di foglie verdi e sempre quelle mature, mai le adulte.
- Sopprimere le foglie che si sono rotte durante tormente e temporali.
- Eliminare le foglie che potrebbero essere usate come liane.
- Ritoccare le guaine fogliari vecchie se decomposte.
Non si devono potare sistematicamente, e nello stesso modo, tutte le palme, dato che ogni esemplare presenta delle particolari necessità di potatura. Nelle specie a foglie marcescenti, l'eliminazione delle foglie è una questione d'estetica (sebbene potrebbe essere più decorativo lasciare le foglie secche appese allo stipite), di tradizione o di prevenzione degli incendi delle parti secche.
In altre specie le foglie secche cadono facilmente e più o meno rapidamente per cui, più che di una potatura si ha bisogno di una semplice eliminazione delle foglie secche. Nella potatura di palme da dattero, che si coltivano per i loro frutti, si suggerisce di ridurre al minimo il numero delle foglie, per permettere che il sole e l'aria arrivino ai grappoli di datteri.
Potatura delle palme giovani
Per le palme giovani, il trattamento più adatto è il seguente:
- ritocco delle guaine fogliari vecchie, se decomposte.
- Eliminazione delle foglie morte, infiorescenze, infruttescenze, ecc.
- Riduzione di 1/3 della lunghezza delle foglie verdi che danno fastidio, invece di eliminarle totalmente.
- Legatura delle foglie senza che, però, risultino troppo schiacciate o installazione di un tripode telescopico che le sostenga.
Quando si pota?
È consigliabile potare dopo la formazione dei fiori per eliminarli ed evitare così che si formino frutti.
Palma - taglio di potatura
Il taglio di potatura si realizzerà in base ai seguenti criteri:
- conservare le guaine fogliari, se sono fortemente incollate.
- Non tagliare le foglie vecchie rasenti allo stipite.
- Lasciare una distanza uniforme da taglio al tronco (secondo il capitello pallone desiderato, etc.), dato che è uno degli aspetti più belli delle palme (secon- do la specie).
- Eseguire il taglio caratteristico della zona, secondo i vincoli paesaggistici e lo stato della palma.
- Realizzare tagli puliti senza strappi.
- Dirigere il colpo del taglio verso la pal ma, mai di lato.
L'eliminazione dei getti della palma
L'eliminazione dei getti della palma si realizza per
- migliorare l'aspetto generale.
- Facilitare l'aerazione.
- Ridurre il rischio di malattie.
- Facilitare la crescita dei getti preselezionati.
In certe palme con vari tronchi, come la phoenix reclinata, l'eliminazione dei getti può essere complicata dato che, dopo aver tagliato rasente al suolo, la palma riprende a generare foglie. In questi casi, i getti si possono eliminare scavando intorno e tagliandoli. In altre specie, come nella palma nana (Chamaerops humilis), l'esistenza di getti è un valore aggiunto dell'esemplare, per tanto si devono eliminare solo i più deboli o mal orientati, salvo che si desideri ottenere un esemplare a un solo stipite. I getti della palma da dattero si usano per la sua moltiplicazione.
La pulizia della corona e dello stipite
Consiste nell'eliminare:
- infiorescenze e infruttescenze secche non desiderate;
- sporcizia nella corona, nello stipite e nella pedana.
- Nidi di roditori e pappagallini.
- Erbe della corona.
- Piante rampicanti dallo stipite.
- Spine dallo stipite e dal picciolo, se dovessero risultare pericolose.
- Non si deve mai:
- pulire lo stipite più del necessario.
- Pulire lo stipite se le guaine fogliari non si staccano da sole o con facilità.
- Causare ferite nello stipite (sarebbero punti d'entrata di funghi e altri agenti patogeni).
- Pulire lo stipite delle palme che lo fanno in maniera naturale (come la Washingtonia robusta).
- Eliminare altri rivestimenti propri della palma, come la mantellina di Trachycarpus fortunei (salvo per motivi di sicurezza).
- Eliminare le guaine fogliari secche quando agiscono come scudo pro tettore (come nella Phoenix dactylifera, situata vicino al mare) o quando producono un effetto ornamentale.
Nelle specie a palme che possono persistere parzialmente o totalmente sullo stipite, in certi casi è necessario eseguire una pulizia dello stipite, soprattutto in quelle palme che non hanno ricevuto delle cure di mantenimento per un certo periodo.
ll taglio delle guaine fogliari
In certi casi, può risultare decorativo lasciare le guaine fogliari tagliate in modo uniforme sullo stipite. Ci sono numerosi modi per realizzare i tagli delle guaine fogliari, che provengono da diverse tradizioni locali. Invece, in altre regioni, è consuetudine lasciare gli stipiti puliti, senza guaine fogliari.
Il diradamento dei frutti della palma da dattero
Il diradamento dei frutti si realizza, insieme alla potatura delle foglie, con lo scopo di aumentare la dimensione del dattero, migliorarne la qualità, ridurne le perdite a causa dell'imputridimento, accorciare la scalarità nella maturazione, ridurre il peso e adensità del grappolo e assicurare una fioritura adeguata l'anno successivo.
Si realizza per mezzo dell'eliminazione di grappoli interi o di un diradamento dei grappoli. Si eliminano grappoli interi, soprattutto quelli con frutti scarsi, quando i grappoli sono distribuiti in modo irregolare o quando il loro numero è molto elevato, dato che il raccolto successivo ad uno eccezionale è inferiore ad uno normale.
Il diradamento dei grappoli si realizza riducendo il numero di frutti per ramoscello o il numero di ramoscelli del grappolo. Lo scopo è quello di permettere la penetrazione di sole e aria all'interno del grappolo, di modo che si riducano le perdite e aumenti la qualità e la dimensione del dattero, secondo le condizioni climatiche e la varietà della palma. Un'altra operazione è la staggiatura dei grappoli, legandoli ai rachidi di una o due foglie, per evitare che i datteri si danneggino e per ridurre il rischio di frattura della guaina Morale. Normalmente, si tagliano le foglie che sostengono i grappoli al di sopra della legatura.
La formazione del capitello a pallone
Nelle specie appartenenti al tipo Phoenix canariensis e in tutte le altre in cui le guaine fogliari possono rimanere sullo stipite, una volta tagliate, per almeno 3 o 4 anni, si consiglia di procedere alla formazione del capitello a pallone, che ha un fine puramente decorativo. Il capitello a pallone si realizza con le guaine fogliari del capitello a pallone precedente, con quelle delle foglie secche potate e con quelle della corona di foglie verdi eliminate, tutte quante tagliate e sagomate in modo ordinato. La forma del capitello a pallone varia a seconda de la specie. Lo stato in cui si trova la palma. Le caratteristiche culturali della zona, lo stile del potatore o del paesaggio.
Non tutte le palme permettono la formazione di un capitello a pallone, per esempio le palme con capitello. Le principali palme che permettono la formazione di capitelli a pallone sono:
Non tutte le palme permettono la formazione di un capitello a pallone, per esempio le palme con capitello. Le principali palme che permettono la formazione di capitelli a pallone sono:
- Brahea (Erythea)
- Butia
- Livistona
- Phoenix canariensis
- Phoenix dactylifera
- Sabal palmetto
- Washingtonia
Nelle palme da dattero si può realizzare un capitello a pallone a forma di calice di spumante, tagliando le guaine fogliari a partire dallo stipite e lasciandole, progressivamente, un po' più lunghe. Spesso non si può prevedere la forma del capitello a pallone prima di salire sulla palma, dato che una parte potrebbe essere marcia o presentare altri problemi. Il capitello a pallone si realizza con la motosega e si sagoma con un coltello da palma.
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