Dettata da un’istintiva esigenza d’ordine, la pratica di recidere indiscriminatamente in autunno tutta la vegetazione secca delle piante erbacee decidue si traduce inesorabilmente nell’aspetto alquanto squallido che caratterizza le bordure di perenni in inverno. Al contrario, pulizie autunnali più sobrie e selettive possono consentire effetti altamente suggestivi nei giardini di erbacee perenni anche nei mesi più freddi, soprattutto nelle zone soggette a brinate là dove le graminacee sono state utilizzate con adeguata generosità. Il fascino invernale delle graminacee ornamentali è impareggiabile, ma le specie e le varietà di erbacee decidue dotate di impreviste attrattive “secche” – steli, foglie, fiori, infruttescenze – sono numerose anche fuori da questa famiglia botanica.
Alcune protagoniste del giardino secco
Quasi tutte le graminacee utilizzabili in giardino garantiscono un ottimo contributo ornamentale fino all’inizio dell’inverno. Soltanto in alcuni generi e specie, tuttavia, le infiorescenze secche persistono intatte sulla pianta fino nel cuore della stagione. E’ il caso della classica Cortaderia selloana e di tutti i Miscanthus, ma anche delle meno conosciute Panicum virgatum e Molinia arundinacea, entrambe disponibili in un buon numero di varietà che si differenziano soprattutto per le dimensioni, il portamento e le colorazioni autunnali delle foglie. Maestoso e altamente spettacolare per tutto l’inverno è l’imponente Saccharum ravennae, le cui infiorescenze persistenti raggiungono e superano i 4 metri di altezza.
Indubbiamente, nel giardino ricoperto da un’intensa brinata, anche il più insignificante groviglio di vegetazione secca si trasforma in una trama di cristallo dal fascino irresistibile. E’ altrettanto vero, però, che alcune perenni presentano una veste secca invernale intrinsecamente suggestiva anche a prescindere dal valore aggiunto della brina. Tutte le varietà di Echinacea purpurea e alcune Rudbeckia (in particolare la classica R. sullivantii ‘Goldsturm’) mantengono per tutto l’inverno vistosi capolini emisferici neri su steli secchi rigidi e persistenti. L’effetto è splendido, anche se per ottenerlo occorre interrompere già in estate il taglio dei capolini sfioriti, con conseguente rinuncia ad alcune settimane di potenziale fioritura.
Le infiorescenze discoidali secche all’apice degli steli nudi conferiscono un’interessante silhouette invernale ai cespi di Sedum spectabile: le classiche cultivar ‘Autumn Joy’ e ‘Matrona’ sono quelle che rimangono più a lungo attraenti nell’inverno. Rigidi elementi colonnari di notevole impatto sono garantiti dagli scheletri secchi dei Verbascum (vale la pena di sopportare l’aspetto non molto gradevole delle loro infiorescenze appassite nelle bordure di fine estate). Le infiorescenze dei Limonium perenni (per esempio quelle del vigoroso e longevo Limonium latifolium) mantengono da secche la stessa consistenza aerea che hanno da fresche e sono letteralmente spettacolari in caso di brina. Solidago shortii è una elegante perenne a sviluppo cespitoso che fiorisce in tarda estate, priva della caratteristica invadenza che rende altre specie dello stesso genere botanico ingestibili in giardino. A fine autunno, steli e infiorescenze secchi mantengono il loro caratteristico portamento flessuoso, assumendo una tonalità marrone-dorata che persiste a lungo nell’inverno. Dipsacus fullonum (cardo dei lanaioli) è una imponente erbacea biennale spinosa dalle caratteristiche infiorescenze ovoidali rosa-porpora. Vale la pena di naturalizzarla in giardino (si autodissemina vigorosamente) soprattutto per la sua architettonica silhouette invernale.
Un gruppo per tre stagioni
Per creare un gruppo affascinante dalla tarda primavera alla fine dell’inverno accostate, sullo sfondo, Miscanthus sinensis ‘Gracillimus’ a Panicum virgatum ‘Squaw’, e, sul fronte, Sedum ‘Autumm Joy’ ad Aster ericoides ‘Lovely’ ed Echinacea purpurea ‘Baby Whiite Swan’ . Dall’ inizio di giugno e poi per tutta l’estate, questa varietà di Echinacea produce instancabilmente i suoi grandi capolini bianchi a centro conico verde-dorato sullo sfondo verde scuro delle due graminacee, tra il grigio-verde del cespo di Sedum e la trama fogliare leggera di Aster ericoides. Dalla tarda estate, il Panicum produce le sue infiorescenze a nuvola rosa-porpora. In settembre-ottobre fioriscono prima l’Aster (una profusione di piccoli capolini lavanda-rosa a centro porpora), poi il Sedum (dense infiorescenze discoidali prima rosa poi rosso porpora intenso) e il Miscanthus (pennacchi che si aprono di colore rosso ruggine scuro per poi virare al grigio-argento), mentre le foglie del Panicum assumono colorazioni rosse e arancioni. In inverno il gruppo, dalla vegetazione completamente secca (giallo paglia quella delle due graminacee, quasi nera quella di tutte le altre essenze), continua a offrire un colpo d’occhio di grande fascino, semplicemente irresistibile in caso di brina. Il taglio alla base di tutta la vegetazione deve essere effettuata a fine febbraio.
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