VERDE TIME

VERDE TIME

venerdì 26 gennaio 2018

VERDE TIME PENSIERO: GARDENIA, TI AMO POI TI ODIO


Oggi parlo di una pianta tanto bella quanto antipatica: her majesty la Gardenia.
Perché antipatica? Semplice, perché è una delle piante più insensatamente cagionevoli che mai vi capiterà di coltivare… Tranne che per alcuni gardenia-tenenti particolarmente fortunati questa boriosa pianta sarà per voi una croce, un dolore sordo e profondo che vive nel petto… Siamo certi che i grandi poeti dolenti della letteratura, da Leopardi a Pavese, per ispirare i propri versi più strazianti, tenessero apposta sul davanzale una striminzita gardenia. Era infatti loro sufficiente gettare una lunga occhiata languida alla loro deprimente pianta per essere attanagliati dal mal di vivere. Se non ci credete compratevene una. Magari non tutto il male verrà per nuocere e anche voi vi scoprirete grandi artisti in grado di sondare e descrivere gli antri più bui e penosi della natura umana. Voi starete da cani ma i posteri ringrazieranno voi e la vostra gardenia

La gardenia è molto diffusa. Il suo fiore è famosissimo per la bellezza e per il profumo molto simile a quello del gelsomino. La specie più famosa del genere gardenia, nome coniato in onore del naturalista Alexander Garden, è la Gardenia jasminoides che fu importata in Europa dall’Asia nel 1761.
E’ pianta adatta agli stessi siti congeniali ai rododendri e alle camelie. Quindi se per bizzarre ragioni vostre aveste in uggia queste ultime due nobili cugine la gardenia farà al caso vostro. E per amore di verità bisogna anche ammettere che la gardenia ha un profumo che le varie camelie, azalee e kalmie si sognano. 
Insomma se amate il rischio, il profumo di gelsomino e avete una certa propensione a fare l’infermiere, passando le ore a cercare di capire che cosa mai affligge la vostra beneamata gardenia, è pianta adatta a voi.
Un’ultima cosa: mi rendo conto che il mio blog non hai mai preso posizione contro una pianta come questa volta. Per questo anticipatamente mi scuso con tutti quei lettori e quelle lettrici che questa pianta la amano alla follia e che si sono risentiti per i toni bruschi usati per descriverla. Ma una piccola giustificazione voglio darla: le piante sono vive e ognuna con un suo carattere specifico e per questo, credo, passibili di critiche e di preferenze. E se ci si pensa il bello dei giardini è, o dovrebbe essere, proprio questo:  che la soggettività dei gusti di chi li accudisce amorevolmente siano in esso riflessi. Anche se, il folle, preferisce le gardenie alle camelie…
.

Nessun commento:

Posta un commento