VERDE TIME

VERDE TIME

mercoledì 31 gennaio 2018

VERDE TIME PILLOLE GIARDINAGGIO: I LAVORI IN GIARDINO DI QUESTO PERIODO


Potature
In assenza di gelo, dalla metà del mese di febbraio in poi, iniziare a potare gli arbusti che fioriscono sui getti dell’anno, in modo da stimolare la formazione di germogli fioriferi vigorosi: tagliare tutti i rami dell’anno precedente lasciando, di questi, solo 2 o 3 gemme. Questa operazione può essere eseguita su Buddleia davidiiCaryopterisCeanothusCrataegus, DeutziaFuchsiaLagerstroemiaSpiraea x bumaldaSpiraea japonica, ecc.
Consigli per una corretta potatura
  • tagliare fino ad una gemma idonea, da cui spunterà in primavera un getto nella direzione voluta
  • praticare sempre tagli netti e obliqui in senso opposto alla gemma sana prescelta
  • asportare la crescita indesiderata dello stelo
  • non lasciare mai piccoli “monconi” di rami che produrrebbero getti poco decorativi
  • pennellare un prodotto cicatrizzante per prevenire le eventuali infezioni su tagli o ferite con un diametro maggiore di 1,5-2 cm
Ortensie
Nel caso della comune ortensia (Hydrangea macrophylla), occorre asportare i rami deboli e danneggiati e cimare quelli più vecchi subito sopra una coppia di gemme ben sviluppate.
Cespugli
In questo mese si può eseguire una potatura di ringiovanimento sui cespugli a foglia caduca che si sono accresciuti troppo: accorciare tutte le vecchie branche ed eliminare quelle deboli e gli eventuali polloni presenti alla base delle piante. Questo tipo di potatura può essere effettuato per rinvigorire Hibiscus syriacusPhiladelphusSyringa e specie decidue di Viburnum.
PIANTE ERBACEE PERENNI
In giornate soleggiate si possono ammirare le prime fioriture di AnemoneBellisCinerariaPrimula, ecc.
In gennaio le erbacee perenni sono quasi tutte a riposo, eccetto Helleborus nigerSaxifraga crassifolia Iris unguicularis. In caso di neve, lasciare lo strato che ricopre le aiuole con piante perenni e piccoli arbusti: se anche la temperatura esterna arriva a –10°C, sotto la neve non scenderà sotto lo 0 /–1°C.
Aiuole
Tra fine gennaio e inizio febbraio pulire le aiuole eliminando i residui vegetali morti, accumulatisi durante l’inverno. Non rimuovere la pacciamatura fino a quando si potranno escludere nuove gelate, anzi sarebbe utile rinnovare le protezioni invernali, aggiungendo foglie secche o torba, per proteggere dall’alternanza di gelo e disgelo tipica di questo periodo.
Aromatiche
Controllare le erbe aromatiche, eliminare i rami vecchi e quelli che si sono accresciuti troppo.

martedì 30 gennaio 2018

VERDE TIME PILLOLE GIARDINAGGIO: I LAVORI IN GIARDINO DI QUESTO PERIODO


RAMPICANTI
Ridimensionare la vite ornamentale (Parthenocissus quinquefolia Parthenocissus tricuspidata ‘Weitchii’) poiché se si insinua al di sotto delle tegole può provocare dei danni.
ARBUSTI
A febbraio sono in fiore, tra gli altri, Camellia sasanquaChimonanthus praecoxErica carneaHamamelis e Viburnum tinus.
Concimazioni
Somministriamo alle acidofile (AzaleaCamellia japonicaC. sasanquaEricaPieris japonicaRhododendron, ecc.) un concime ternario arricchito con solfato o chelato di ferro.
Messa a dimora delle piante
Febbraio è l’ultimo mese adatto all’impianto degli arbusti a radice nuda. Verso la fine del mese è possibile iniziare a zollare le caducifoglie e a trapiantare i sempreverdi. Tra le altre, si possono mettere a dimora Paeonia e Chimonanthus praecox. Appena le condizioni climatiche lo consentono, iniziare a piantare le essenze a foglia caduca. E’ indispensabile intervenire in una giornata asciutta e non ventosa e con il terreno umido, ma non gelato.
Peonie
Mettere a dimora le peonie scegliendo una posizione parzialmente ombreggiata, e ricordando di aggiungere sul fondo della buca uno strato di 10-15 cm di sassi e sabbia grossolana per favorire il drenaggio.
Consigli per una corretta messa a dimora
Dopo aver scelto la posizione più idonea si prepara il terreno: si eliminano le eventuali infestanti, si vanga in profondità e si incorpora sostanza organica ben decomposta.
Scavare una buca almeno di diametro doppio rispetto a quello del pane di terra e lavorare il suolo con una vanga-forca per facilitare la successiva penetrazione delle radici.
Distribuire uno strato di ghiaia grossolana mista a sabbia con funzione di drenaggio, e posizionare al centro della buca un palo tutore che servirà da sostegno fino a quando l’apparato radicale si sarà ancorato saldamente al terreno (circa 2 o 3 anni).
Prima di procedere con l’impianto, effettuare una leggera potatura di formazione, accorciando i getti terminali e quelli cresciuti in modo disordinato; eliminare le radici rotte o danneggiate. 
Sistemare la pianta nella buca, facendo attenzione che si trovi alla giusta profondità: l’apparato radicale potrebbe, infatti, andare incontro a disidratazione se collocato troppo in superficie, o a fenomeni di asfissia se troppo in profondità. Colmare poi la buca con della terra mescolata a sostanza organica e compattare leggermente.
Se il suolo è sabbioso, scavare un invaso intorno al colletto della pianta con la funzione di raccogliere l’acqua e veicolarla verso le radici.
Se il terreno è molto argilloso, aggiungere sabbia alla terra di riempimento ed eventualmente inserire verticalmente uno spezzone di tubo fessurato da drenaggio che consenta all’acqua di penetrare in profondità.
Dopo l’impianto distribuire una buona pacciamatura e annaffiare abbondantemente.

lunedì 29 gennaio 2018

VERDE TIME PILLOLE GIARDINAGGIO: I LAVORI IN GIARDINO DI QUESTO PERIODO


INTERVENTI GENERICI
Controllare tutte le essenze presenti nel giardino: tagliare i rami secchi, colpiti da malattie o spezzatise necessario rinnovare le legature ai tutori.
ALBERI
Messa a dimora
Febbraio è l’ultimo mese adatto all’impianto di alberi a radice nuda. Se il terreno non è gelato si possono mettere a dimora alcuni alberi decidui a radice nuda, come aceri, pioppi, salici, tigli, Acacia dealbata. Nella buca è bene aggiungere del letame e, se è possibile, effettuare l’inzaffardatura, che consiste nel preparare una poltiglia di argilla, letame e acqua, in cui immergere le radici delle piante prima della piantagione.Le piante devono essere poste a dimora in modo che il “colletto”, dopo l’assestamento del terreno, si trovi a livello del suolo. Si dispone poi nella buca un palo tutore che servirà da sostegno durante i primi anni di sviluppo.
Se il tempo impedisce la messa a dimora, porre le piante provvisoriamente in “tagliola”, ossia inclinate in una trincea precedentemente scavata in una parte protetta del giardino. Coprire poi abbondantemente le radici e parte del fusto con terra o sabbia e torba.
Abbattimento degli alberi
Se nel giardino vi sono degli alberi morti o sofferenti, è bene provvedere al loro abbattimento, prima che la caduta accidentale possa causare dei danni. Nel caso di grossi esemplari (con altezza superiore a 5 m), è raccomandabile affidare l’incarico ad una ditta specializzata; se le dimensioni sono ridotte possiamo effettuare noi stessi l’abbattimento, tenendo conto che si tratta di un lavoro potenzialmente pericoloso.
Alla fine del mese di febbraio, se le condizioni climatiche lo consentono, possiamo procedere con la rizollatura delle caducifoglie ed il trapianto dei sempreverdi.

domenica 28 gennaio 2018

VERDE TIME: TRACHELOSPERMUM JASMINOIDES,OVVERO RINCOSPERMO,OVVERO FALSO GELSOMINO




Piccola introduzione: il rincospermo, si chiama scientificamente Trachelospermum, ma siccome questo nome è tremendo, nessuno in Italia si sogna di chiamarlo così: la metà delle persone  lo chiama rincospermo  l’altra metà degli italiani invece lo chiama gelsomino. Sì, il nome gelsomino è proprio bello, di gran classe, sennonché gelsomino è già il nome del Jasminum, che è tutt’altra pianta di tutt’altra famiglia. Per ovvie ragioni su cui non mi dilungherò, è piuttosto sciocco chiamare due piante diverse con lo stesso nome. Quindi almeno voi non chiamate questa pianta gelsomino.Ora abbandoniamo i cavilli e parliamo di cose più pratiche.
 Per prima cosa, cominciamo col dire che il Rincospermo è un bellissimo rampicante dal profumo intenso. Di facile coltura, è perfetto per ricoprire muri e steccati con una compatta coltre di belle foglie coriacee e lucide che saranno presenti tutto l’anno. Il fatto che sia sempreverde è in molte situazioni un enorme vantaggio estetico: pensate a un brutto muro o a un vecchio treillage di legno quasi marcio.

I suoi profumatissimi fiori bianchi fanno capolino in giugno e si mantengono freschi e numerosi per tutto il mese. Proprio una bella pianta, davvero altamente consigliabile. Se ben curata le sue fioriture saranno di anno in anno sempre più spettacolari.La sua origine va ricercata in Asia. Le sue 20 specie, infatti, provengono tutte da India, Corea, Cina e Giappone. In Europa se ne coltivano soltanto due: il Trachelospermum jasminoides e il Trachelospermum asiatico.
Il profumo di questa pianta merita un capitolo a parte. E’ piuttosto simile a quello del Jasminum officinalis. E va detto che è molto forte,  può essere talmente intenso da risultare per qualche anima particolarmente sensibile addirittura nauseante.

Come si coltiva
Il Rincospermo è facilissimo da coltivare! Il nostro eroe infatti non ha bisogno di essere potato secondo regole complicate, questo non vi preclude il sadico piacere delle potature: quando vi avrà sommerso il terrazzo sentirete il desiderio di prenderlo a forbiciate. In quel caso niente sensi di colpa: fatelo. E rifatelo tutte le volte che riterrete necessaria una potatura “contenitiva” per questa strabordante pianta.
Non siate avari con le concimazioni: la scarsa nutrizione della pianta sfocia sempre in una scarsa fioritura.
Quindi soprattutto nel periodo vegetativo somministrate regolarmente concime universale.

sabato 27 gennaio 2018

VERDE TIME : PIANTE CARNIVORE




Oggi lasciamo da parte le consuete piante che non fanno altro che star lì, a prendere il sole immobili, con statuesca flemma, come oziose signore in spiaggia.  Questa volta mi soffermerò su piante che hanno una capacità singolare: si muovono. Oh si. Oggi parlerò delle bellissime piante carnivore. Questa sorprendente categoria ha imparato in milioni di anni, con la solita pazienza buddista tipica delle piante, a muoversi piuttosto rapidamente.
Le piante carnivore sono veramente affascinanti, perché sono tante e perché ne esistono di tantissimi generi diversi. Tutte sono accomunate dal fatto che hanno bisogno di mangiare qualche malcapitato insetto per vivere, ma il modo in cui lo fanno è molteplice. Si passa dalle spaventose, si fa per dire, “mascelle” della Dionea  ai colorati, splendidi “tentacoli” delle Drosere fino alle efficaci trappole delle Sarracenie.
E’ un mondo a parte, per appassionati e collezionisti. Ma se si ha la voglia di entrarci è veramente foriero di soddisfazioni. Con le piante carnivore si possono passare un paio di anni esaltanti, costruendo terrari, facendosi spedire semi e andando alle esposizioni strapiene di piante splendide e anche di figuri un pò fanatici. Dopo due anni di passione l’amore comincia a vacillare, inizia a essere dura per i comuni mortali stare dietro alle esigenti carnivore, s’iniziano a rimpiangere le più docili e placide piante classiche, si riapprezza improvvisamente le doti meno appariscenti del resto del regno vegetale: il sensuale profumo di una rosa, la gentile delicatezza di un’aquilegia o la vigorosa bellezza di un glicine. Un po’, se mi si passa l’ardito paragone, come essere fidanzati con un partner frenetico, che non si ferma un attimo e che vuole tutta la tua attenzione… dopo i primi tempi di elettrica passione, semplicemente, spontaneamente, ci si stufa di tutta questa foga e si ha voglia di qualcosa di più rilassante e affidabile. Per carità, poi c’è gente che ci passa la vita con le sue piante carnivore (e magari pure con il partner esagitato), e, perfettamente felice, le cura, le osserva e medita sulle miserie umane così lontane da lui, che è così profondamente immerso nel suo mondo di incolpevoli piante omicide.
La definizione “pianta carnivora” non è botanica, nel senso che non comprende una sola famiglia o un solo genere. Ne include molti, filogeneticamente assolutamente lontani tra loro, solo accomunati dal fatto di dover ingurgitare insetti per campare. Per questo motivo le carnivore possono essere completamente differenti l’una dall’altra. Ne esistono più di 500 specie e sono diffuse in tutto il mondo, anche in Italia.
Sicuramente le più affascinanti sono quelle appartenenti alla famiglia delle droseracee in quanto capaci di giocosi movimenti, quasi veloci, davvero divertenti da osservare. 

Perché si muovono? Chi glielo fa fare? Domande legittime. Tutte le altre piante se le pongono. Con stupore e una punta di disprezzo guardano le loro frenetiche parenti e si chiedono se non siano più vicine agli animali (che è l’insulto di gran lunga peggiore che le piante si possano fare tra loro) che ai vegetali.  In realtà la spiegazione è semplice. Bisogna partire dal presupposto che le piante, tutte le piante, per campare hanno bisogno di tre cose: luce, acqua e vari elementi chimici che stanno disciolti nel terreno. Tutto cominciò milioni e milioni di anni fa. Le antenate carnivore andarono stoltamente a colonizzare suoli poveri, completamente privi di sostanze nutritive. La situazione non era bella, il panico iniziava a diffondersi nella comunità, varie riunioni notturne per trovare la soluzione si rivelarono infruttuose. La società carnivora passava le giornate a pensare “dove diavolo possiamo trovare i sali minerali che ci servono? Deve esserci una soluzione, deve… mmm”  Pensa che ti ripensa, rimugina che ti rimugina, la soluzione come il lampo balenò nei cloroplasti dei nobili antenati: “ negli insetti ! certo gli insetti sono composti da tutti gli elementi di cui abbiamo bisogno ! evviva, siamo salvi !”. “Sì grande idea”, replicò qualcuno, “ma come gli acchiappiamo questi abominevoli insetti, con il Vape?” ( a quei tempi le piante sapevano essere molto sarcastiche ). Già, era un problema. Ma pensa che ti ripensa, rimugina che ti rimugina, la soluzione anche questa volta si materializzò in un lampo…
Dunque, di radici ben infisse nel terreno non se ne può fare a meno - servono per i beveraggi - quindi di iniziare a saltellare come indemoniati per la foresta in caccia di mosche non se ne parla. Una pianta particolarmente sveglia ragionò sul fatto che per catturare insetti, se si è una pianta, il metodo migliore è quello di restare immobili e aspettare che questi beoti si posino sulle foglie per poi fare in modo che rimangano intrappolati. Diffuse il suo progetto, che in effetti, essendo molto sensato, piacque molto. Da allora fino ad oggi le piante carnivore si specializzarono nell’attirare insetti, nell’intrappolarli e nel digerirli. Non fu cosa affatto facile, ci vollero milioni di anni, milioni di eroici tentativi falliti e, ahimè, milioni di morti. Ma non disperatevi troppo! la crudele legge della Selezione naturale è il motore della biodiversità e senza essa saremo tutti ancora consimili delle amebe.
Ogni famiglia di piante carnivore attua il suo malefico piano di predazione in maniera diversa. Le Sarracenia  e i Nepenthes attirano le prede nei loro coni, detti ascidi, dove rimangono intrappolate prima di annegare. Le Dionaea hanno le foglie modificate in due valve che, quando stimolate sulla loro superficie interna, si serrano sulla vittima. Le Drosera hanno foglie appiccicose che si piegano sull’insetto quando esso  rimane invischiato. Le Utricularia, infine, hanno delle sacchette vuote che aspirano gli artropodi acquatici che si avvicinano troppo.

Parlo adesso delle piante carnivore italiane. Sul nostro territorio ne sono presenti tre generi: le drosere, le utricularie e le pinguicole. Le più facili da osservare in natura sono le Drosere, non perché siano più diffuse, ma semplicemente perché amano raggrupparsi in luoghi precisi. Crescono infatti solo ai bordi delle torbiere. Dove il suolo è asfittico e acido, formano delle graziose comunità che per il loro ipnotico sfavillio rossastro sono facilmente individuabili.
Una raccomandazione importante: le Piante carnivore sono specie rara e protetta, non vanno quindi raccolte o estirpate dal loro ambiente naturale. Sia per ovvi motivi ambientali sia per le meritate, salatissime multe a cui si andrebbe incontro. Negli ultimi anni sono diventate facili da reperire anche nei vivai non specializzati e stanno inoltre diventando abbastanza economiche. Quindi se volete averne qualcuna per casa, che stia tutto il giorno teneramente intenta ad azzannare insetti, non c’è nessun motivo che vi possa spingere a sottrarla, poveretta,  al suo ambiente naturale.

venerdì 26 gennaio 2018

VERDE TIME PENSIERO: GARDENIA, TI AMO POI TI ODIO


Oggi parlo di una pianta tanto bella quanto antipatica: her majesty la Gardenia.
Perché antipatica? Semplice, perché è una delle piante più insensatamente cagionevoli che mai vi capiterà di coltivare… Tranne che per alcuni gardenia-tenenti particolarmente fortunati questa boriosa pianta sarà per voi una croce, un dolore sordo e profondo che vive nel petto… Siamo certi che i grandi poeti dolenti della letteratura, da Leopardi a Pavese, per ispirare i propri versi più strazianti, tenessero apposta sul davanzale una striminzita gardenia. Era infatti loro sufficiente gettare una lunga occhiata languida alla loro deprimente pianta per essere attanagliati dal mal di vivere. Se non ci credete compratevene una. Magari non tutto il male verrà per nuocere e anche voi vi scoprirete grandi artisti in grado di sondare e descrivere gli antri più bui e penosi della natura umana. Voi starete da cani ma i posteri ringrazieranno voi e la vostra gardenia

La gardenia è molto diffusa. Il suo fiore è famosissimo per la bellezza e per il profumo molto simile a quello del gelsomino. La specie più famosa del genere gardenia, nome coniato in onore del naturalista Alexander Garden, è la Gardenia jasminoides che fu importata in Europa dall’Asia nel 1761.
E’ pianta adatta agli stessi siti congeniali ai rododendri e alle camelie. Quindi se per bizzarre ragioni vostre aveste in uggia queste ultime due nobili cugine la gardenia farà al caso vostro. E per amore di verità bisogna anche ammettere che la gardenia ha un profumo che le varie camelie, azalee e kalmie si sognano. 
Insomma se amate il rischio, il profumo di gelsomino e avete una certa propensione a fare l’infermiere, passando le ore a cercare di capire che cosa mai affligge la vostra beneamata gardenia, è pianta adatta a voi.
Un’ultima cosa: mi rendo conto che il mio blog non hai mai preso posizione contro una pianta come questa volta. Per questo anticipatamente mi scuso con tutti quei lettori e quelle lettrici che questa pianta la amano alla follia e che si sono risentiti per i toni bruschi usati per descriverla. Ma una piccola giustificazione voglio darla: le piante sono vive e ognuna con un suo carattere specifico e per questo, credo, passibili di critiche e di preferenze. E se ci si pensa il bello dei giardini è, o dovrebbe essere, proprio questo:  che la soggettività dei gusti di chi li accudisce amorevolmente siano in esso riflessi. Anche se, il folle, preferisce le gardenie alle camelie…
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giovedì 25 gennaio 2018

VERDE TIME GIARDINO: TUTTO SULLA CYCAS



Cominciamo col dire che la Cycas può essere considerata un fossile vivente.
Infatti, non tutti sanno che la Cycas è una di quelle piante il cui aspetto è rimasto pressoché immutato negli ultimi 200 milioni di anni; per questo richiede cure adeguate alla sua natura.
Approfondiremo tecniche di coltura, annaffiatura, concimazione, potatura, e moltiplicazione. Parleremo anche di parassiti e fioritura, in modo da poterti dire tutto sulla Cycas.

Iniziamo: Caratteristiche generali della Cycas

La Cycas è una pianta dioica, che produce fiori (anche se più correttamente, nel nostro specifico caso, trattasi di ‘’infiorescenza’’), dai quali è possibile distinguerne il sesso;  l’esemplare maschio, produrrà un fiore squamoso e lungo, quello femminile uno corto ricoperto di brattee che avvolgono e proteggono gli ovuli, che diverranno semi al momento della piantumazione, che è consigliabile fare nei pieni mesi primaverili.
La Cycas Revoluta (il cui secondo appellativo dipende dalla sua caratteristica lenta crescita) predilige una esposizione soleggiata o a mezza ombra, purché d’inverno le temperature non siano costantemente e abbondantemente sotto lo zero.
La Cycas Revoluta ama i terreni ben drenati e odia il ristagno dell’acqua, sopportando molto bene anche i lunghi periodi di siccità.

Come piantare la Cycas?

La coltivazione della Cycas è abbastanza semplice e non richiede particolari attenzioni.
Le Cycas possono essere coltivate sia in giardino che in appartamento, poiché vivono bene in ambienti con temperature che variano dai -10 ai 40 gradi.
Possono essere esposte sia al sole diretto che in zone non troppo soleggiate, l’importante è che ci sia luce intensa, poichè in caso contrario la pianta tenderebbe ad allungarsi eccessivamente.
Per questo, in estate, è bene portare all’esterno le Cycas cresciute in appartamento, in modo che poste alla luce e non a sole diretto possano trarne giovamento.
Non devi dimenticare che la sua crescita è molto lenta, circa 3 centimetri l’anno (e anche meno in appartamento) quindi non c’è da allarmarsi se non si notano particolari evoluzioni.
Posso piantare la Cycas per seme?
Certo
Puoi piantare la Cycas per seme, ma devi rimuovere il fiore prima che arrivi alla sua maturazione.

Quando annaffiare la Cycas?

La Cycas va annaffiata solo quando il terreno si asciuga, di conseguenza la frequenza di annaffiatura varierà a seconda delle temperature esterne.
E’ quindi importante evitare ristagni di acqua.

Quando concimare la Cycas?

La concimazione della Cycas avviene in primavera, anche se potrebbe essere effettuata anche in autunno, sospendendolo comunque negli altri periodi dell’anno.
Si consiglia l’uso di un concime organico a lenta cessione in modo da permettere alla pianta di acquisirlo in maniera graduale, non rischiando un eccessivo apporto di sostanze nutritive.
In questo modo saremo in grado di offrire sia macroelementi (azoto, fosforo e potassio) che i meno importanti ma pur sempre necessari per una crescita equilibrata, microelementi (magnesio, ferro, manganese, rame, zinco).

Quando si effettua il rinvaso?

Abbiamo detto che la Cycas è una pianta a crescita lenta, quindi si rinvasa quando le radici saranno accresciute al punto da occupare tutto lo spazio disponibile.
Generalmente ogni 3 o 4 anni.
E’ necessario usare vasi grandi?
No
Il vaso ideale per la cycas non deve essere troppo ampio, o troppo più grande del precedente; questo perché le radici crescendo troppo andrebbero a penalizzare lo sviluppo della parte superiore della pianta, rovinandone  l’aspetto estetico.

Come potare la Cycas?

La potatura della Cycas è molto semplice e consiste nell’eliminazione delle fogli più secche che si trovano in basso, cercando di rimuoverle il più possibile vicino al tronco.
E’ importante potare la Cycas?
Certo.
Oltre a stimolare la nascita di nuove foglie, la rimozione delle foglie ingiallite e danneggiate è fondamentale per evitare l’insorgere di malattie

Quali Parassiti attaccano la Cycas?

Ti sarai più volte chiesto se ami questa pianta o sei interessato a piantarla in giardino, quali parassiti attaccano la Cycas.
L’inconveniente che si verifica più spesso è senza dubbio la comparsa di foglie gialle;
questo fenomeno può accadere per carenza di ferro e/o magnesio o altre sostanze nutritive, eccessive annaffiature o anche troppo fertilizzante.
Più spesso, l’ingiallimento potrà dipendere da parassiti come la cocciniglia, (sia cocciniglia bruna che cocciniglia farinosa); in quest’ultimo caso le foglie presenteranno punti giallo sparsi.
Come uccidere la Cocciniglia sulle Cycas?
Se la Cycas risiede all’interno è sufficiente un batuffolo di cotone imbevuto di alcool, oppure nel caso di pianta di dimensioni più grandi anche lavaggi con acqua e sapone neutro e successivi risciacqui.
Se la Cycas è piantata all’esterno possono essere utilizzati appositi antiparassitari.
Anche altri insetti possono attaccare un Cycas, in tal caso basterà uno specifico insetticida e olio minerale.

Quando avviene la fioritura della Cycas?

La Cycas fiorisce quando la pianta avrà raggiunto i 15 anni di vita.
Come faccio a sapere che una Cycas è in età da fioritura?
Lo si può capire dall’altezza che deve essere non inferiore ai 2 metri (per piante tenute in condizioni ottimali) e diametro del tronco, non inferiore ai 30 cm.
Il periodo di fioritura è la primavera inoltrata alternato di 2-3 anni.

mercoledì 24 gennaio 2018

VERDE TIME CURIOSITA' : QUAL'E' L'ALBERO PIU' ANTICO AL MONDO?


E’ un abete rosso , ha la veneranda età di 8.000 anni e si trova in Svezia.
E’ stato scoperto da un gruppo di botanici dell’Università di Umea. Tra questi, il professore Leif Kullman, cui si deve la datazione, lo ha definito ‘il più antico organismo vivente oggi conosciuto’.
Questo esemplare unico al mondo è considerato un miracolo.
Il tronco dell’abete, che gode di ottima salute, ha soltanto 600 anni ma le sue radici sono nate durante l’ultima glaciazione e sono sopravvissute agli sbalzi del clima e alla deforestazione.
Nelle radici dell’albero è possibile ‘’leggere’’ tutti i cambiamenti climatici che si sono verificati negli ultimi millenni e quest’ultime hanno dimostrato che questa conifera sempreverde è sopravvissuta per 8 millenni e gode di ottima salute.
Prima di lui, l’albero considerato più antico al mondo era un antico pino situato vicino Las Vegas, in California a 4000 metri d’altezza. La posizione esatta è un segreto, forse per proteggerlo dal pubblico. Questo pino è stato ribattezzato “Matusalemme“, la cui età si aggirava intorno ai 5000 anni, mentre altri di “soli” 2000 o 4000 anni si trovavano in altre parti del mondo come Iran (un cipresso di oltre 4mila anni) e Cile (3.600 anni).
In Italia l’albero più antico è un olivo selvatico in provincia di Sassari alto 15 metri e vecchio 3000 anni. Al secondo posto in questa invidiabile graduatoria c’è il cosiddetto “Castagno dei cento cavalli“, del Parco dell’Etna, nel comune di Sant’ Elfio, che avrebbe un’età compresa tra i 2 e i 3.000 anni anche se, secondo il botanico torinese Bruno Peyronel, è l’albero più antico d’Europa ed il più grande d’Italia con i suoi oltre 4.000 anni.

martedì 23 gennaio 2018

VERDE TIME NOTIZIE: BONUS VERDE 36%


BONUS VERDE 36% – Chi può e come ottenere la detrazione fiscale

Il 17 ottobre 2017 il Consiglio dei Ministri ha approvato l’emendamento che concede, nella legge di bilancio, i fondi necessari per il BONUS VERDE 36%, la detrazione fiscale delle opere relative al verde privato, che avrà un impatto enorme su terrazzi, balconi e giardini.
L’emendamento cui primo firmatario è stato il Senatore Susta, prevede specifici incentivi per la realizzazione di interventi di riqualificazione e recupero di aree da destinare a zone verdi con l’obiettivo di implementare il verde privato e renderlo un fattore essenziale di sviluppo delle città.
Vediamo quindi chi può e come ottenere la detrazione fiscale.

Chi può usufruire del Bonus Verde del 36%

Chi può usufruire del Bonus Verde è presto detto. A poter usufruire del bonus verde saranno ville e condomini e comunque tutte quelle attività atte al recupero e alla realizzazione del verde finalizzati all’assorbimento delle polveri sottili, alla mitigazione dell’inquinamento acustico e alla riduzione delle escursioni termiche (una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno)

A quanto ammonta il limite del Bonus Verde?

Il limite del Bonus Verde ammonta a 5 mila euro, è proprio questo il tetto massimo di spesa detraibile.
Quindi si potrà detrarre il 36% delle spese documentate relative al verde, fino a raggiungere tale tetto massimo per ogni unità immobiliare.

Quali spese si possono detrarre e come?

Quali spese sarà possibile detrarre col Bonus Verde è la domanda che interessa tutti e che ha una risposta precisa, dato che oltre alle spese per l’acquisto di piante sarà possibile detrarre anche i costi di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.
Come si può usufruire del Bonus Verde?
Come nel caso di altre tipologie di detrazione già da tempo in vigore, per poter usufruire di detto bonus sarà necessario effettuare bonifici speciali e specifici.
Quando si può ottenere il rimborso legato al Bonus?
Definito cosa si può detrarre e come, ultimo tassello per comprendere il Bonus Verde e chiarire quando si può ottenere il rimborso. La risposta, specularmente alle altre tipologie di detrazioni fiscali, vede i beneficiari recuperare lo sconto fiscale in dieci quote annue.
Siamo certi che Bonus Verde sarà una boccata d’aria per il settore e non solo, con notevole beneficio anche per l’ambiente, un intervento quindi di cui si sentiva senza dubbio necessità.

lunedì 22 gennaio 2018

VERDE TIME GIARDINO : 3 PIANTE PORTAFORTUNA PER IL 2018



Il nuovo anno è iniziato e tutti noi vorremmo che fosse strepitoso.
Ovviamente un po’ di fortuna in più non farebbe male, allora perché non portare nelle nostre case o giardini 3 piante portafortuna, che nel tempo si sono guadagnate l’appellativo di piante che portano bene?


Il Rosmarino
La prima pianta portafortuna è il rosmarino; Già gli antichi romani riconoscevano al rosmarino l’appellativo di pianta di buon auspicio e rappresentava per loro l’amore e la morte.
La buona fama che si è guadagnato nel tempo come pianta officinale, visto che è considerato un valido ausilio nelle malattie respiratorie e nella cura dei reumatismi, ha contribuito molto a dargli il ruolo di pianta che porta bene.
Non a caso abbiamo già parlato dei preziosi benefici del rosmarino in un precedente articolo.
Nella magia medioevale erano molte le credenze legate al rosmarino, se bruciato, sembra sprigioni energie che purificano l’ambiente e l’anima, non a caso è uno fai i più antichi incensi.
Gli è anche riconosciuta la proprietà di proteggere la casa dai ladri.
Il Gelsomino
Altra pianta portafortuna è il gelsomino, soprattutto per il buon auspicio nel campo dei sentimenti, poiché sempre considerata pianta che dà vita alle relazioni di coppia.
Sembra rafforzi le relazioni ed il romanticismo.
In passato si bruciavano i fiori per attirare ricchezza e se bruciati nella stanza da letto sembra favorissero i sogni profetici.

L’edera

La terza pianta portafortuna è l’edera.
Ne abbiamo già parlato analizzando le caratteristiche di pianta anti inquinamento e non a caso la ritroviamo anche nella veste di pianta che porta bene.
Forte, resistente, passionale, stretta alla parete su cui si poggia, rispecchia il suo carattere nei riti medioevali che la vedono nel ruolo di pianta che protegge dalle negatività nei luoghi in cui cresce e veniva usata per i riti di fedeltà ed amore.
Tre piante distinte, tre portafortuna per fare del tuo 2018 un anno memorabile e della tua casa un posto ancora più bello in cui abitare.

domenica 21 gennaio 2018

VERDE TIME GIARDINAGGIO .:PROTEZIONE INVERNALE PERENNI

Cosa si intende per 'pianta resistente'?

Ti consigliamo di lasciare indisturbate le piante da bordura. Anche nei mesi invernali quando sono coperte da un sottile strato di brina sono stupende e i loro fusti morti forniscono protezione dal freddo. Le piante resistenti si indeboliscono molto se tagliate prima dell'inverno e se si rimuovono le foglie morte che le circondano. Diventano poi ancora più deboli se non si dà loro la possibilità di prepararsi per l'inverno. Ti raccomandiamo quindi di smettere di concimarle per tempo o continueranno a crescere e non avranno tempo di irrobustirsi in vista dell'inverno. La maggior parte delle perenni sono tanto robuste da riuscire a resistere anche agli inverni più rigidi; sono appunto queste piante che vengono classificate come 'resistenti'. Quindi non farti prendere dallo sconforto quando le foglie della tua Hosta preferita muoiono o addirittura cadono. Sotto la superficie le radici della pianta hanno iniziato il loro periodo di riposo vegetativo, ma non sono morte. In primavera la pianta si risveglierà e le prime foglioline sbucheranno dal terreno a marzo o ad aprile.

Semi-resistenti

Vi sono anche delle piante che resistono "in parte" al gelo. Nei cataloghi e nei libri tali piante vengono classificate come semi-resistenti. Tra di esse ricordiamo la Lavatera, il Ceaothus, il giglio africano (Agapanthus), il fico, il fiore della passione e l'erba della pampas. Puoi raccogliere le foglie cadute e usarle per proteggere queste piante dal gelo. Metti le foglie, per esempio, in un cestino, ma assicurati che rimangano asciutte, tenendo il cesto in un capanno da giardino o sotto una tettoia. Prima delle brinate puoi coprire la base delle piante con uno strato di foglie o paglia. Per impedire che il vento disperda tutto questo materiale protettivo nel giardino, usa dei rami o ramoscelli o un pezzo di rete metallica per tenerle ferme.

Sempreverdi

La maggior parte delle sempreverdi sono resistenti. Ci sono tuttavia molte piante che vengono danneggiate da forti venti dall'est, come il rosmarino, il timo e l'Hebe. Conficca dei rami di abete nel terreno formando con essi una specie di riparo dal vento gelido. Avvolgi la Camelia che non è decidua (ed è spesso costosa) in un tappetino di canne in inverno. Le temperature gelide e i venti più forti spesso risultano essere fatali per le piante che rimangono sopra il livello del terreno in inverno. In effetti tendono a seccarsi. Sarebbe logico aspettarsi che le piante rupestri siano particolarmente resistenti poiché il loro habitat naturale è ad elevate altitudini in montagna. Ma non dimenticare che nel loro habitat naturale sarebbero protette da uno spesso strato di neve d'inverno. La minaccia peggiore per queste piante sono le gelate.
I vasi da piantagione in terracotta spesso non hanno fondo ma a volte hanno un coperchio. Vengono usati per il rabarbaro, il cavolo marino e il sedano.Puoi monitorarne lo sviluppo dall'alto. A causa della mancanza di luce i fusti e le foglie impallidiscono. Questi vasi sono ideali per proteggere le piante decidue dalle gelate più pesanti.

La veranda e i balconi in inverno

Le piante in vaso sono più vulnerabili delle piante che crescono in giardino. Ciò è logico perché l'apparato radicale sarà meglio protetto dal terreno che da un sottile strato di terracotta. Pensa al bosso in vaso: piantato in giardino questo arbusto è del tutto resistente mentre in vaso necessita di protezione durante i periodi più freddi. Un periodo al riparo in un capanno potrebbe rappresentare una soluzione, ma puoi anche proteggere il vaso con carta d'imballaggio e garantire alla pianta un certo riparo dal vento che soffia dall'est. Le perenni in vaso possono essere collocate l'una accanto all'altra e avvolte con stuoini.





sabato 20 gennaio 2018

VERDE TIME GIARDINAGGIO : COSA FARE IN GIARDINO A GENNAIO


Sono in molti a credere che prendersi cura del proprio giardino significhi esclusivamente curare le piante e i fiori, ma in realtà gennaio è il mese ideale per controllare anche lo stato dei mobili da giardino e degli attrezzi di giardinaggio.

Il ripostiglio

Se in autunno hai riposto mobili da giardino o attrezzi di giardinaggio che vanno aggiustati o sostituiti, questo è il periodo ideale per provvedere: nel nostro sito trovi un ampio assortimento di attrezzi e utensili per piantagione, irrigazione e potatura delle migliori marche. Inoltre, se il ripostiglio non è in ordine, approfittane per sistemarlo.

Staccionate e cancellate

Controlla le staccionate, le cancellate e il pergolato: se sono in ferro probabilmente non necessiteranno di manutenzione, ma se sono in legno potrebbero necessitare di riparazioni o di essere verniciate. Anche le spalliere e i grigliati potrebbero avere bisogno di una mano di verniciatura: questo è il periodo ideale, perché facili da raggiungere grazie al fatto che non sono ancora spuntate le foglie alle piante che le usano come supporto.

Decorazioni ornamentali e illuminazione

Con delle decorazioni ornamentali e un’illuminazione particolare puoi modificare l’aspetto del tuo giardino! Nel nostro sito trovi tante lampade da giardino, sia elettriche che ad energia solare, oltre a numerosi elementi d'arredo che ti permetteranno di donare un tocco raffinato al tuo angolo di paradiso!

Lastricato

Se in giardino hai delle zone lastricate o piastrellate, come terrazzi e vialetti, controlla che le piastrelle e/o i sassi non siano fuori posto.

Offri nutrimento e riparo agli uccellini

venerdì 19 gennaio 2018

VERDE TIME CONSIGLI DI GIARDINAGGIO: GENNAIO


Lavorare in giardino non è forse la prima alternativa che sarà presa in considerazione quando bisogna decidere come trascorrere il tempo libero questo mese. Ci sono tuttavia dei modi estremamente piacevoli di occuparsi di giardinaggio, quali programmare le piantagioni e progettare le aiuole, scegliere le piante e godersi i primissimi fiori: la rosa di Natale e i bucaneve.
Di seguito una sintesi sulle attività che è possibile svolgere nel mese di gennaio.

Piantagione in gennaio

Poiché in questo mese il freddo la fa da padrone, le piantagioni all’aperto sono possibili solo dove l’inverno è davvero mite. In alternativa si possono preparare delle fioriture precoci di begonie, petunie e garofani, seminandoli in un semenzaio ben protetto. È possibile seminare anche le genziane in vaso o cassette: le piantine che spunteranno potranno essere trapiantate solo a Marzo e in autunno saranno pronte per essere messe a dimora nella posizione scelta.
Dove il freddo non è persistente (sud e isole) è possibile mettere a dimora piante di nuove rose. Ed infine puoi trapiantare all'aperto i bulbi primaverili (es. giacinti), che hai fatto fiorire in casa (con la cosiddetta ‘forzatura').

Cura delle piante in gennaio

Anche a gennaio, nella maggior parte dei casi, la parola d’ordine è la protezione dal gelo, in particolar modo per arbusti e piante perenni.
La neve offre una protezione alle radici delle piante, ma è dannosa per i rami. Dopo un'abbondante nevicata scrolla la neve dai rami degli arbusti, specialmente delle conifere: i rami si spezzano facilmente sotto il peso della neve. Lo strato protettivo di foglie attorno alle piante a fioritura precoce può essere rimosso con molta cura e attenzione. Il tasso, il bosso e l'agrifoglio possono essere concimati così come le ortensie necessitano di uno strato aggiuntivo di compost.
Infine controlla sempre la rincalzatura del colletto per evitare ristagni d’acqua indesiderati e danneggiare le radici.

Potatura in gennaio

Quando il clima lo permette (ossia quando non c'è più il rischio di gelate), bisogna eliminare rami rotti o malati dalle piante. Le siepi sempreverdi possono essere potate allo scopo di far penetrare maggiore aria e luce all’interno, favorendo così la nascita di nuovi getti alla base. I rami vecchi, legnosi, rovinati o troppo grossi devono essere eliminati, quelli più sottili devono essere sfoltiti, favorendo lo sviluppo dei rami orientati verso l’esterno.

E se le temperature sono sotto zero...

In questo caso puoi pianificare il giardino estivo, scegliere i bulbi per le tue aiuole, acquistare sementi di fiori ed ortaggi.
Inoltre, non vanno abbandonati i piccoli ospiti del nostro giardino! Burro di arachidi, palle di grasso, semi e mele aiuteranno gli uccellini a sopportare il freddo inverno.
Infine, controlla che le tue recinzioni non si siano scrostate ed eventualmente provvedi a ridipingerle.