La
scelta del vaso non è mai una questione da sottovalutare: ogni fiore
ha bisogno di caratteristiche diverse, quindi che il vaso sia più o
meno in grado di trattenere acqua, umidità e calore. In linea
generale, si preferisca sempre la terracotta alla
plastica, così come il cemento ai metalli. Inoltre la forma deve
rispecchiare la crescita delle radici: piante con radici che si
sviluppano in verticale richiederanno contenitori a cono molto alti,
quelle che si sviluppano in orizzontale invece vorranno l’impiego
di vasi bassi, con la tipica forma a bacinella. Per calcolarne la
circonferenza, invece, si prenda come riferimento il vaso originario:
per pochi centimetri di diametro, tra i 10 e i 15, si aggiungano
dagli 1,5 ai 3 centimetri. Dai 20 centimetri in su si segua lo stesso
calcolo, aggiungendo però dai 5 ai 7 centimetri. Ci si informi anche
sulla crescita massima che può raggiungere la specie coltivata, così
da evitare rinvasi ripetuti nel tempo.
Trovato
il giusto contenitore, è tempo della fase di preparazione. Anche se
fresco d’acquisto, il vaso va adeguatamente lavato per eliminare
eventuali prodotti chimici utilizzati in fase di fabbricazione
dell’oggetto. Dopodiché si copra con dei cocci o dei sassolini il
foro sull’estremità inferiore, affinché l’acqua defluisca
più lentamente, e si predisponga qualche centimetro di ghiaia o di
argilla, a seconda delle necessità della pianta. L’argilla, ad
esempio, è idonea per tutte quelle coltivazioni che richiedono
umidità costante. Si lasci quindi riposare per qualche ora prima di
inserire il terriccio.
In merito alla qualità di quest’ultimo, serve conoscere le
caratteristiche della pianta in questione: qualora sia richiesto un
facile drenaggio, si prediligano i terreni sabbiosi e secchi. Se
invece l’idratazione deve essere costante, si scelgano terricci
morbidi, porosi e con alto contenuto d’argilla.
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