Sarà capitato a tutti di ricevere in dono una splendida piantina, sia da fiore che ornamentale, e di non sapere come gestirne la crescita. Con il passare delle settimane il piccolo vasetto originario diventa sempre più stretto e il vegetale inizia a soffrire di un apporto non più sufficiente di sostanze nutritive, tanto da mostrare foglie ingiallite o segni di appassimento precoce. In questi casi, bisogna prendere familiarità con i concetti di rinvaso e trapianto.
Quando
un fiore o
una pianta ornamentale iniziano a esigere spazi più vasti, bisogna
trovar loro una nuova collocazione, che sia in un vaso più
grande o addirittura direttamente nel terreno del giardino
di casa.
Il rinvaso non è altro che la pratica di inserire il vegetale in un
contenitore più capiente, mantenendo parte del terriccio originario
e aggiungendone di nuovo. Il trapianto, invece, è quell’attività
di spostamento della pianta da un terreno all’altro, così da
esporne le radici a sostanze nutritive più ricche o salvare il
vegetale da un’area prossima alla distruzione.
Tempistiche
Sebbene
sia possibile, non è consigliato rinvasare o trapiantare una pianta
in qualsiasi periodo dell’anno. Per garantire che leradici si
mantengano forti e superino lo stress dell’operazione, quindi
attecchiscano correttamente al nuovo terreno, si dovrebbe seguire il
naturale ciclo d’attività del vegetale. Per questo motivo, il
periodo idoneo per l’intervento è quello della primavera,
quando il fiore torna in piena attività e avvia il suo normale ritmo
di crescita. Si può procedere senza troppi intoppi anche in estate,
purché ci si accerti le temperature non siano proibitive: in questo
caso la pianta rischia di soffrire di secchezza delle radici e di
disidratazione. In autunno e in inverno, invece, la ridotte forze
rischiano di portare alla morte del vegetale. Inoltre, è meglio non
rinvasare né trapiantare una pianta con una malattia – ad esempio
una parassitosi delle foglie – in corso: lo stress sarebbe troppo
elevato.
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