Come
già accennato, le piante grasse vengono di solito identificate per
il loro nome botanico: non tutte, infatti, posseggono un
corrispettivo comune. Questo potrebbe renderne difficile il
riconoscimento, per questo può essere utile un breve elenco delle
specie più diffuse in ambito domestico e in giardino.
Tra
le varietà più diffuse nei giardini italiani, la Rhipsalidopsis
gaertnerii trova
un posto speciale. Conosciuto anche con il nome di Cactus
di Pasqua,
appartiene alla grande famiglia delle Rhipsalideae,
piante epifite e litofite, con fusto segmentato, appiattito e spesso
pendente. Questa varietà si caratterizza per lunghi pannelli verdi e
carnosi, sulla cui estremità spuntano ciclicamente dei fiori di un
intenso colore violaceo.
Molto frequente è anche il Cephalolocereus
senilis,
noto anche come “Testa
di vecchio”,
una specie a forma di colonna ma ricoperta da una folta peluria
bianca, proprio come il volto di un anziano barbuto.
Diffusissima
sullo stivale è certamente l’Echinocactus
grusonii,
noto anche come grusone o cuscino
della suocera.
Dalla forma tondeggiante, quasi cilindrica, si caratterizza per una
superficie completamente ricoperta da piccoli e resistenti aculei,
disposti verticalmente in linee. Il nome comune, ovviamente, si rifà
ai rapporti conflittuali che spesso vengono a instaurarsi tra suocera
e nuora.
Molto gettonate sono anche tutte le piante del
genere Sempervivum,
poiché molto resistenti ai cambi climatici, nonché facili da
gestire e capaci di sopravvivere anche durante gli inverni più
rigidi. La varietà più diffusa è probabilmente quella del
Sempervivum
arachnoideum,
in alcune regioni chiamata anche tela
di ragno o,
più semplicemente, ragnatela. Si presenta come una rosetta
geometrica di piccole foglie carnose, prive di grandi aculei, con una
consistenza lontanamente simile a quella del carciofo. Cresce
velocemente in piccoli gruppi di rosette ammassate e vede una
riproduzione molto veloce, un fatto che permette in poco tempo di
ottenere tanti vasetti dalla coltivazione originaria.
Non
ha bisogno di troppe presentazioni l’Opuntia
ficus-indica,
ovvero il classico fico
d’India,
una pianta delle Cactaceedi
origine messicana, da molto tempo coltivata con successo soprattutto
al Sud d’Italia. È particolarmente nota non solo per il suo
aspetto a pale, simbolo di pianta grassa nell’immaginario comune,
ma anche per i gustosi frutti, fondamentali per l’economia agricola
di moltissimi paesi.
Molto amata è anche la Kalanchoe
beharensis,
esemplare di medie di mensioni, dalle foglie grigiastre e larghe, una
caratteristica che spesso ha portato la pianta a venire assimilata
alle tipica forma delle orecchie
d’elefante.
È una pianta succulenta soprattutto scelta per i suoi splendidi
fiori, degli elementi a quattro petali di color ciclamino o violaceo,
molto delicati ma visivamente intensi.
Per
concludere con i classici per antonomasia, basterà citare tutti i
rappresentanti delle Cactaceae – ovvero i comuni cactus – ma
anche la Crassula
ovata,
detta anche albero di Giava.
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