Il ginseng è una pianta originaria dell’Asia settentrionale appartenente alla famiglia delle Araliaceae e al genere Panax. Si tratta di un’erbacea dalle foglie caduche color verde scuro. Non è molto interessante dal punto di vista ornamentale; prima di arrivare a maturità bisogna attendere almeno 4 anni dopodiché comincerà a produrre degli steli fiorali con capolini bianchi. Saranno seguiti da particolari piccoli frutti raggruppati, di un bel rosso acceso.
La crescita dell’apparato radicale è altrettanto lenta: perché il rizoma raggiunga dimensioni apprezzabili bisogna aspettare almeno 5 anni. Proprio questa crescita poco vigorosa rende il prodotto prezioso: per il resto è, dal punto di vista colturale, molto tollerante. Non teme particolarmente né il freddo né i terreni aridi. La coltivazione del ginseng più diffuso (quello asiatico) non è difficile. È importante fornire un suolo adatto e attendere pazientemente la maturazione della radice. Ecco alcuni consigli.
Terreno
Il ginseng cresce bene sia in piena terra sia in vaso. La radice teme i ristagni idrici: per questo bisogna scegliere un substrato leggero e ben drenato.
Se il nostro appezzamento fosse troppo argilloso aggiungiamo una buona quantità di sabbia; in vaso l’ideale è mescolare terriccio per piante verdi e sabbia, in egual misura, creando uno spesso strato drenante sul fondo.
Il ginseng non ama la luce diretta: può causare scottature fogliari e portare ad un veloce deperimento generale. Si consiglia di trovare una collocazione abbastanza luminosa, ma dove il sole non arrivi mai, specialmente durante le ore pomeridiane. La nostra attenzione a questo aspetto dovrà aumentare se viviamo nelle regioni meridionali o costiere.
Predilige climi freschi e con una buona umidità ambientale: cresce quindi bene in habitat boschivi e sulle alture. Il freddo raramente costituisce un problema. Un nemico è invece il vento: scegliamo una collocazione ben riparata. Lavoriamo la terra in profondità, rendendola leggera e ben aerata; inseriamo le radici (o le piante in vaso) a circa 40 cm di profondità, distanziandole di circa 25 cm una dall’altra. Copriamo e irrighiamo bene.
Se vogliamo coltivare in vaso si consiglia di sceglierne uno largo e profondo almeno 40 cm, fornito di buoni fori di scolo.
È una pianta abbastanza autonoma e, una volta affrancata, è difficile che possa causarci problemi.
L’unica cosa cui prestare particolare attenzione sono le irrigazioni: il ginseng vuole terreno sempre leggermente umido. Interveniamo appena si asciuga la superficie, ma distribuiamo sempre una piccola quantità di acqua. Si tratta di una pianta rustica, che perde totalmente la parte aerea durante la stagione invernale; può essere utile, specialmente il primo anno, pacciamare l’area con materiale vegetale. I vasi, in particolar modo nelle zone alpine, vanno accostati ad una parete a Sud, coibentando eventualmente le pareti con coperte. Assicuriamoci che siano al riparo dalla pioggia, causa frequente di marciumi. È una pianta molto resistente. Dobbiamo solamente temere i marciumi radicali e le lumache. Queste sono veramente deleterie: possono distruggere tutte le parti del ginseng, radici comprese. Si consigliano protezioni meccaniche (reti) o l’uso di apposite esche, specialmente in primavera e autunno. Per la raccolta è necessario attendere almeno 4 anni dalla messa a dimora. Una pianta matura ha almeno 4 foglie per radice: a quel punto dovremo aspettare l’ingiallimento autunnale delle foglie, prima di procedere.
È un lavoro estremamente delicato perché i rizomi, se danneggiati, marciscono velocemente. Lavoriamo con piccole vanghe, ad una certa distanza.
Togliamo gli eccessi di terra con un pennellino e poi laviamo accuratamente sotto l’acqua corrente.
Per garantire una conservazione a lungo termine è importante disidratare il più possibile il ginseng. Possiamo usare gli appositi apparecchi o mettere in forno ventilato alla temperatura più bassa possibile.
Le radici fresche non si conservano per più di 40 giorni, nel frigorifero; quelle essiccate (se poste in barattoli ermetici al buio) possono essere consumate per più di un anno.
Il Panax è originario principalmente dell’Asia settentrionale e, in misura minore, del continente americano. Ecco quelle più diffuse e utilizzate come pianta medicinale.
Ginseng Asiatico (Panax Ginseng)
Di dimensioni contenute (non supera i 30 cm di altezza) è caratterizzato da foglie verde scuro lisce e molto consistenti. Le radici, a maturità, sono lunghe circa 10 cm e con un diametro di 3 cm. È originario dell’Asia Nord-orientale, in particolare di Cina, Corea e Russia. È la specie più apprezzata e coltivata per le sue virtù medicinali.
Ginseng giapponese (Panax japonicus)
È endemica del Giappone, ma viene coltivata e apprezzata anche in altri paesi di quell’area. Ha una crescita più vigorosa e può raggiungere gli 80 cm di altezza. È interessante anche per il giardino visto che le sue foglie sono estremamente decorative. Dal punto di vista medicinale è considerata inferiore rispetto alla precedente in quanto contiene principi attivi in quantità minore oltre che meno vari.
Ginseng himalayano (Panax pseudoginseng)
Specie poco conosciuta in Occidente, ma più apprezzata della precedente in ambito fitoterapico. È un ottimo stimolante dell’apparato digestivo, indicato per le persone inappetenti.
È il ginseng più grande, capace di superare agevolmente il metro di altezza. Ha foglie appuntite e molto larghe, interessanti anche per il giardino.
Ginseng americano (Panax quinquefolius)
Originario del Nord degli Stati Uniti e del Canada. Ha belle foglie divise in cinque foglioline appuntite. Abbastanza apprezzata in ambito medicinale, ha buoni effetti calmanti.
Ginseng nano (Panax trifolius)
Anche questo originario delle regioni fredde del continente nordamericano. È la specie dalle dimensioni più contenute , che non supera i 20 cm. Ha foglie suddivise in tre parti lanceolate. Non molto popolare, ma ha effetti calmanti sulle patologie respiratorie e per i reumatismi.
Ginseng del Vietnam
Pianta di piccole dimensioni con foglie suddivise in 6 foglioline. Per giungere a maturità richiede almeno 6 anni ed è difficile da coltivare al di fuori dell’area di endemicità. È raro sul mercato, ma molto ricercato per le sue innumerevoli virtù.
Panax zingeberinsis
Originario della Cina, cresce fino a 60 cm con belle foglie palmate. Poco conosciuto in Occidente.
Il ginseng è una pianta conosciuta in Oriente fin dall’antichità per le sue tante virtù. Viene consigliata soprattutto alle persone stressate, con basse difese immunitarie o che vivono un momento di stanchezza. I principi attivi presenti sono i ginsenoidi, capaci di stimolare il sistema nervoso, immunitario e fungere da antiossidanti.
Per cosa è consigliato?
- In momenti di stress prolungato o durante una malattia è consigliata l’assunzione quotidiana di una tazza di tisana al ginseng.
- È stato provato che questa radice è capace, sul lungo periodo, di controllare il tasso di glicemia nel sangue. Oltre ad una dieta corretta può essere utile a quelle persone che rischiano il diabete. Si consiglia in questo caso di assumerlo qualche ora prima del pasto ad alto tasso di zuccheri.
- Ha un buon effetto sull’ipertensione, ma solamente se usato in purezza. Bisogna però prestare attenzione alle quantità per limitare gli effetti collaterali (chiedere un parere medico).
- Aiuta a riprendere le forze dopo una convalescenza. Stimola tutte le funzioni corporali, compreso l’apparato urinario e riproduttivo.
- La sua assunzione può essere utile alle persone che stanno seguendo una terapia pesante (come la chemioterapia). In questo caso può essere associato ad altre essenze come la curcuma, le bacche di goji e lo zenzero.
Come per tutte le piante e le preparazioni fitoterapiche è bene, prima di cominciare a farne uso, rivolgersi al proprio medico per verificare se ci possano essere controindicazioni o interazioni con medicinali che assumiamo abitualmente.
In linea generale non bisogna mai sottovalutare la potenza di questa radice: la dose massima consigliata è di 2 grammi al giorno, ma non bisogna superare i 70 giorni consecutivi.
Segnaliamo che l’assunzione va evitata dalle persone in stato di gravidanza o allattamento, da quelle in sovrappeso e con la pressione alta. Non va inoltre data ai bambini, fino a quando non abbiano almeno 16 anni.
Gli effetti collaterali più comuni sono: tachicardia, nervosismo, insonnia, mal di testa.
Consigliamo di rivolgersi ad una farmacia o erboristeria. Troveremo dei professionisti capaci di consigliarci la migliore formulazione e le dosi da assumere per il problema che dobbiamo risolvere.
In generale viene venduto come radice intera, fresca o essiccata. In quest’ultimo caso può essere poi ridotta in polvere e venduta sfusa o in capsule.
Negli ultimi anni sono diventate popolari delle bevande stimolanti cui è stato aggiunta questa radice.
Ormai sono molto comuni, nei bar e a casa, le miscele istantanee denominate “caffè al ginseng”: è una specie di cappuccino dove, oltre ai due ingredienti principali, possiamo trovare latte e panna. È in realtà un preparato tipico dell’Estremo Oriente, giunto in Italia da circa 10 anni.
Buona reperibilità hanno anche diversi formulati a base di ginseng e altre piante stimolanti. Molto comuni sono l’abbinamento con lo zenzero e con il guaranà. Soprattutto nell’ultimo caso è bene chiedere il parere medico, in particolare se soffriamo di ipertensione e problemi cardiaci.
Ecco una ricetta per la realizzazione casalinga
Ginseng (due cucchiaini), liquirizia (un cucchiaino), menta (un pizzico). Mettere 40 grammi di composto in acqua calda e attendere 5 minuti. Filtrare e bere. Adatta a chi soffre di pressione bassa: può essere assunta anche tre volte al dì.
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