Il genere primula riunisce circa quattrocento specie di piante erbacee, perenni o annuali, diffuse in gran parte dell’emisfero settentrionale; in Europa e in Italia sono molto diffuse anche allo stato selvatico, con circa una ventina di specie molto comuni; in giardino si coltivano alcune specie, ma soprattutto una innumerevole quantità di ibridi della specie primula vulgaris (o primula acaulis), la comune primula del sottobosco italiano, che in natura ha fiori piccoli, di colore giallo pallido. Produce minuscole rosette compatte, costituite da foglie a forma di spatola, verdi, ricoperte da evidenti striature, che le rendono rugose; dal centro della rosetta si sviluppano sottili fusti, eretti o arcuati, che portano i piccoli fiori, con petali variamente colorati, e occhio tipicamente giallo o in colore contrastante. LA fioritura delle primule è molto precoce, come testimonia anche il nome; generalmente le prime primule si vedono fiorire già nel periodo invernale, quando ancora nei prati troviamo la neve, e continua fino a primavera inoltrata. Le specie ibride sono un poco più delicate, e generalmente vengono coltivate come annuali, ma sono facilmente forzabili in vivaio, e quindi possiamo trovare piccole primule variopinte in vaso già in gennaio e fino a aprile o maggio. Sono fiori molto gradevoli, di piccole dimensioni, e la facilità di cura e coltivazione le ha rese molto diffuse; un po’ meno diffuse sono le diverse specie botaniche di primula polyantha, se si escludono alcune particolari specie, molto decorative.
Primula vulgaris
Primula farinosa
Piccola perenne, originaria dell’Europa settentrionale e dell’Asia, a fioritura tardo invernale o primaverile; produce rosette appiattite, costituite da foglie a spatola o ovali, di colore verde chiaro; dal centro della rosetta si erge un sottile fusto, alto fino a 20-25 cm, che porta infiorescenze a piattino o a semisfera, costituite da minuscoli fiori di colore rosa pastello. Piantina molto decorativa e piacevole, necessita di un clima umido e fresco per svilupparsi al meglio, pur sopportando brevi periodi di siccità; nelle zone con clima mite lo scapo floreale tende a svilupparsi molto, fino a raggiungere i trenta centimetri di altezza. Il nome della specie deriva dal fatto che il fogliame presenta una patina farinosa biancastra sulla pagina inferiore, e anche sulla pagina superiore sulle foglie da poco germogliate.
Primula obconica
Pianta perenne semi sempreverde originaria della Cina; insieme a primula vulgaris è tra le specie più facilmente riscontrabili in vivaio, soprattutto in varietà ibride; si tratta di una pianta perenne che non può sopravvivere alle intense gelate invernali, e quindi viene spesso venduta come pianta da appartamento; in realtà, nelle zone con inverni molto rigidi, basterebbe una protezione di agritessuto, o è anche possibile coltivare la pianta in un vano scale o in una zona della casa poco riscaldata. Produce una rosetta di foglie abbastanza grande rispetto alle altre foglie, che in questo caso sono cordiformi, di colore verde scuro, abbastanza coriacee; la rosetta ha forma semisferica e raggiunge i 25-35 cm di altezza; tra le foglie si sviluppano alcuni steli, che portano numerosi fiori di colore bianco o rosato; le varietà ibride hanno fiori dai colori molto vivaci, viola, rosa o lilla.
Primula vialii
Primula di origine asiatica, dai fiori decisamente vistosi e particolari; si tratta di una perenne adatta a vivere nei giardini freschi e umidi, in particolare a mezz’ombra, soprattutto nelle calde giornate estive italiane; produce una ampia rosetta di foglie coriacee, al centro della quale si erge, fino a 35-45 cm, un fusto rigido e spesso, che porta all’apice una fitta spiga costituita da fiori con bocciolo rosso e corolla rosata; i fiori nella spiga cominciano a sbocciare dal fondo, dando all’intera infiorescenza una particolare colorazione bicolore. La fioritura avviene in estate, ed è particolarmente vistosa se si pongono a dimora più piante della specie vicine. Pianta molto decorativa, a parte il fogliame, che ricorda quello delle primule vulgaris, ma “ipertrofico”, anche da vicino difficilmente si pensa che possa trattarsi di una primula; nei paesi di lingua anglosassone viene chiamata primula orchidea.
Primula elatior
Specie presente anche nel sottobosco italiano, molto variabile, ne esistono infatti circa una decina di sottospecie; produce una fitta rosetta di foglie rugose, coriacee, a forma di spatola o di cucchiaio, talvolta lanceolate; tra le foglie si erge uno o più fusti sottili, che portano una infiorescenza ad ombrella, costituita da piccoli fiori di colore giallo, in alcune varietà leggermente profumati. Questa specie si trova difficilmente in vivaio, ma molto più facilmente è possibile vederla in natura, dove spesso se ne vedono delle colonie, costituite da almeno 4-5 piante poste vicine, in modo da ottenere un effetto più piacevole. Esistono alcune varietà ibride da giardino, con fiori di colore acceso. Molto simile, ma con fiori più grandi, è primula veris, anch’essa presente nei boschi italiani e nelle zone incolte, ha fiori delicatamente profumati, di colore giallo oro.
Le primule più coltivate in vaso e in giardino in Italia sono varietà ibride, derivate principalmente da Primula vulgaris; si tratta di piante perenni, che si sviluppano nei periodi freschi dell’anno, come avviene per le viole. Quindi si coltivano in giardino per tutto l’arco dell’anno, e non temono il freddo invernale; anzi, tipicamente, perdono la parte aerea e vanno in riposo vegetativo durante i mesi più caldi, mentre vegetano in autunno e in inverno, fino all’inizio della primavera. La fioritura avviene solitamente in gennaio, febbraio e marzo, anche quando le minime notturne sono molto basse. Le primule sono piante adatte ad un luogo fresco e umido, e mal sopportano le giornate asciutte e calde; si pongono a dimora in una zona fresca del giardino, semiombreggiata. Il terreno sarà leggermente acido, abbastanza ben drenato, ma dovrà mantenere leggermnte l’umidità, per evitare che la pianta vada in riposo vegetativo. Le annaffiature devono essere regolari, per tutto il periodo vegetativo: non appena vediamo i primi germogli cominciamo ad annaffiare, e ripetiamo l’operazione ogni volta che il terreno risulta asciutto, evitando di lasciarlo completamente inzuppato di acqua. Evitiamo anche di bagnare i fiori e le foglie, soprattutto se abbiamo una aiuola con tanti esemplari di primula vicini; cerchiamo quindi di bagnare solo il terreno; se la pianta è in vaso, può risultare più comodo annaffiare per immersione il vaso. Durante la fioritura, ogni 10 giorni circa, forniamo del concime per piante da fiore, ricco in potassio e microelementi. Per mantenere la pianta sempre bella, e per prolungare la fioritura, periodicamente asportiamo i fiori appassiti, tagliando il fusto che li porta vicino al terreno, in modo da favorire lo sviluppo di nuovi boccioli. Le primule sono facili da coltivare, e spesso hanno un prezzo molto basso, tanto che difficilmente troviamo qualcuno che cerca di mantenere le piante di anno in anno; non appena il clima diviene caldo, le primule tendono a disseccare, perdendo tutta la parte aerea; possiamo cominciare sospendere le annaffiature, che riprenderemo all’arrivo del fresco, quando la pianta ricomincerà a germogliare. Chiaro che, è necessario evitare di lavorare il terreno in cui sono presenti le radici delle piccole piante, o altrimenti l’anno successivo ci troveremo senza primule.
Lo sviluppo in un periodo abbastanza freddo dell’anno, evita alle primule di scontrarsi con parassiti animali, come ad esempio gli afidi, che tendono a svilupaprsi solo nelle ultime settimane di crescita della pianta, e quindi spesso non vengono neppure scacciati dalle foglie già in via di appassimento. Generalmente ciò che uccide le primule polyantha è causato da un clima eccessivamente umido, che favorisce lo svilupparsi di muffe o marciumi; o da un clima eccessivamente secco e caldo, che causa un precoce inizio del riposo vegetativo, e anche la morte della pianta se la siccità perdura a lungo. Tipicamente, ciò che impedisce alle nostre primule di sbocciare di anno in anno è la posizione in cui le coltiviamo e la consuetudine di coltivazione: come avviene per le viole, queste piante spesso vengono poste a dimora in pieno inverno nelle aiuole di annuali, o in vaso; subito dopo la fioritura, le piante vengono sostituite da fior più consoni alla stagione, come i gerani, o l’impatiens. Per questo motivo, la lavorazione del terreno e il fatto che vi poniamo a dimora altre piante, distrugge irreparabilmente le radici delle primule, che quindi l’anno successivo andranno sostituite da nuove piante. Un’altra causa di morte delle primule è costituita da come vengono coltivate in vivaio: spesso in gennaio troviamo al supermercato delle primule forzate a fiorire anticipatamente; queste primule sono state coltivate in un clima abbastanza caldo e umido, in modo che fioriscano anticipatamente rispetto alla stagione; se le portiamo a casa e le posizioniamo subito in giardino, la differenza di clima tra il vivaio o il supermercato, e il nostro giardino, le stronca nell’arco di pochi giorni.
Le primule polyantha si propagano per seme: ogni fiori produce alcuni piccoli semi, che mantengono la loro germinabilità per un breve periodo di tempo; appena otteniamo i semi, posizioniamoli subito in un vassoio di semina, che andrà tenuto in luogo semiombreggiato, e annaffiato con regolarità, fino a che non germineranno i piccoli semi; le piantine così ottenute possono venire spostate in vaso, e andranno annaffiate e concimate. L’anno successivo, in primavera, potremo porle a dimora in piena terra. Volendo è anche possibile seminare direttamente a dimora, in primavera, ricordando di annaffiare con grande regolarità le giovani piantine. Le primule disponibili in vivaio sono prevalentemente varietà ibride, quindi i loro semi daranno origine piante che non necessariamente saranno identiche alla pianta madre. Se desideriamo avere delle piantine di primule con fiori di un particolare colore, dovremo acquistare i semi in un negozio specializzato.
Spesso, dietro le origini dei fiori, ci sono racconti, leggende, storie che vengono tramandato dalle generazioni passate a quelle odierne e rimangono cosi nella nostra mente avvolte da un velo di mistero e ci fanno dubitare sulla veridicità o meno del racconto. In questo caso, anche le primule hanno la loro antica storia da raccontare. Si narra infatti che San Pietro gettò dal cielo le chiavi del paradiso e nel luogo in cui questi chiavi toccarono terra, nacquero le prime specie di primule. In Inghilterra, per questa leggenda, i fiori vengono infatti chiamati “bunch of keys” ovvero “mazzo di chiavi”. Inoltre, anche Shakespeare racconta delle “pallide primule che muoiono nubili..” nel suo “Racconto d’inverno”. Infatti, la primula fiorisce proprio all’inizio della stagione primaverile, periodo in cui gli insetti non sono presenti in grandi quantità e moltissime primule non vengono impollinate.
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