VERDE TIME

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domenica 1 novembre 2020

VERDE TIME IL MONDO DELLE PIANTE GRASSE

 


L’Agave è una pianta succulenta, appartenente alla famiglia delle Agavaceae; ne esistono più di 300 specie, tutte originarie dell’America centrale.

Si tratta di una pianta perenne monocarpica, ossia fiorisce una sola volta nella vita e poi muore (il suo fiore, per questo, è anche conosciuto come “fiore della morte” e per sbocciare richiede un gran dispendio di energia da parte della pianta). Tuttavia, prima che l’Agave fiorisca deve passare molto tempo, perché deve raggiungere la maturità: in base alle differenti specie e alle loro condizioni vegetative, questo lasso di tempo può variare dai circa 3/5 anni fino, addirittura, ai 50.

L’Agave è caratterizzata da foglie carnose dalla forma allungata, bordate da spine e disposte a rosetta; queste foglie possono raggiungere anche i due metri e mezzo di lunghezza ed una larghezza pari a circa trenta centimetri. Dato il suo forte impatto visivo, questa pianta è spesso utilizzata come decorazione per appartamenti o giardini.Le foglie, inoltre, ricche di fibre longitudinali, vengono utilizzate per produrre canapa, corde e reti; dalla pianta si possono ricavare anche bevande come la tequila, il pulque, il mezcal.


Agave foglie carnoseL’Agave è originaria del centro America. Predilige terreni ben drenati e preferibilmente subacidi (meglio, quindi, evitare quelli troppo argillosi e compatti); se le caratteristiche del giardino non dovessero essere adatte, è possibile scavare una buca profonda e poi riempirla con del terriccio per piante cactacee (in alternativa, è possibile utilizzare un composto avente un’alta percentuale di sabbia e ghiaia fine). Se si desiderasse coltivarla in vaso, invece, si consiglia di scegliere un recipiente poco più grande dell’apparato radicale della pianta (onde evitare il rischio di innaffiarla troppo); per la creazione del substrato inferiore, è possibile utilizzare dell’argilla espansa o un po’ di ghiaia, l’importante è che il composto usato per riempire il vaso sia leggero e poco capace di trattenere l’acqua (in commercio se ne trovano già di preparati, ma se si desiderasse optare per il fai da te, allora bisognerebbe tenere a mente le seguenti proporzioni: 30% di sabbia di fiume, 30% di ghiaia fine e 40% di terriccio da giardino non troppo compatto). Infine, per quanto riguarda il materiale del contenitore, si consiglia di sceglierlo in terracotta, così che possa permettere al terreno di respirare.Data la sua terra d’origine, l’Agave ama ed ha bisogno di essere esposta in luoghi luminosi e assolati. Nella nostra penisola, può essere coltivata anche nelle regioni centro-settentrionali, a patto che, durante la stagione fredda, venga posta al riparo in serre o sotto-verande, che non raggiungano mai temperature inferiori ai 5°C (la pianta deve, in ogni caso, godere di un’esposizione calda e riparata); nelle regioni del Sud o sulle zone costiere, invece, l’Agave può anche essere tenuta a mezz’ombra, purché resti esposta ai raggi solari per almeno cinque ore durante la giornata e l’ombra nella quale si trova sia comunque luminosa.

Questa pianta non teme particolarmente il freddo: le specie più diffuse nel nostro territorio riescono a sopportare anche temperature fino ai -13 °C, tuttavia, durante l’inverno, è comunque richiesta l’esposizione al sole (il consiglio, comunque, rimane quello di proteggerla con appositi teli se non si vive in zone dove il clima resta mite anche durante la stagione fredda, onde evitare che le radici congelino). Le temperature ideali per il benessere dell’Agave si aggirano tra i 20-30°C.Questa pianta sopporta molto bene i periodi di siccità, tuttavia, per crescere al meglio, ha bisogno che il suo substrato di terra sia mantenuto sempre leggermente umido. Durante il periodo vegetativo (marzo-settembre), l’Agave va annaffiata con continuità, prestando, però, molta attenzione a non creare ristagni idrici (molto dannosi): va, quindi, bagnato solo il terreno, non le foglie o le rosette della pianta

Agavaceae. Da settembre in avanti, l’apporto di acqua va a mano a mano ridotto, arrivando in inverno a necessitare di una sola innaffiatura al mese, di modo che il terreno non si secchi del tutto.

Per quanto riguarda la concimazione dell’Agave, date le caratteristiche del suo terreno ottimale (non in grado di trattenere l’acqua, così come neppure i nutrienti in essa presenti) si rende necessaria la somministrazione di un apposito concime per piante grasse ogni venti giorni circa. Generalmente, in commercio si trovano formulazioni liquide di questo prodotto, la cui composizione ideale deve risultare: poco azoto, molto fosforo e potassio.La moltiplicazione dell’Agave avviene staccando i germogli basali che si formano sulla pianta madre, solo dopo che abbiano raggiunto una lunghezza di circa dieci centimetri: vanno recisi con un coltello affilato, assicurandosi che sia ben pulito e disinfettato, dopodiché vanno lasciati ad asciugare all’aria per circa due/tre giorni. Infine, vanno piantati in singoli vasetti contenenti terriccio per cactacee e tenuti all’ombra (ad una temperatura di circa 15°-18°C) per un periodo di circa due mesi, durante i quali il terriccio deve restare sempre umido. Non appena le giovani piantine sviluppano radici forti, possono essere rinvasate e “trattate” come gli esemplari adulti.Sebbene molto resistente, l’Agave non è immune all’attacco di parassiti quali gli afidi e le cocciniglie, che attaccano solitamente la parte inferiore delle foglie, provocandone l’ingiallimento e un generale indebolimento di tutta la pianta. Al fine di eliminare la cocciniglia, si consiglia di sfregare delicatamente la parte interessata con un batuffolo imbevuto di alcol e, in seguito, risciacquarla con cura; gli afidi, invece, si eliminano con l’utilizzo di specifici antiparassitari.

Il danno maggiore, per l’Agave, resta comunque l’apporto eccessivo di acqua. Se le annaffiature risultano essere particolarmente copiose, la pianta assumerà un aspetto sofferente e poco sano: si consiglia, in questo caso, di lasciare asciugare il terriccio prima di procedere ad ulteriori irrigazioni o, nei casi più gravi, sradicare la pianta e far asciugare le sue radici al sole, cambiando poi il terreno nel quale verrà ripiantata.

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