VERDE TIME

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mercoledì 31 luglio 2019

VERDE TIME: PERSONALIZZARE LA FACCIATA DELLA CASA CON LE RAMPICANTI



Sognate un esplosione di fiori sul balcone, senza però per questo dover fare a pugni ogni giorno con un’incontrollata crescita di vasi vasetti? Vorreste creare nel vostro giardino uno spazio protetto dagli sguardi indiscreti del vicinato? O più semplicemente desiderate dare un tocco di movimento e colore al vostro angolo floreale?
Le piante rampicanti possono aiutarci a raggiungere questi obiettivi in modo sorprendente, grazie alla loro incredibile capacità di svilupparsi in altezza e di farsi agevolmente modellare nella forma adatta alle più svariate esigenze.

Piante rampicanti: prima dell'impianto

Come per ogni nuovo progetto floreale, anche quello che prevede l’impiego di piante rampicanti non può prescindere da una serie di valutazioni preliminari che dovranno alla fine condurci alla scelta del genere e della specie più adeguata alla nostra situazione; queste riguardano sostanzialmente l’esposizione, la natura del terreno, la disponibilità d’acqua e così via, ma un ruolo non meno importante nella coltivazione delle piante rampicanti, anche da un punto di vista estetico, è indubbiamente svolto dal sostegno (o tutore). 

Per consentire alle nostre piante rampicanti di esprimere la loro peculiare abilità arrampicatrice dobbiamo innanzi tutto procurare loro un supporto su cui affrancarsi. In commercio esistono svariate tipologie di sostegni prodotti con materiali diversi, ma anche nel campo del fai da te è possibile realizzare con una minima spesa strutture sufficientemente adeguate a questo scopo. In generale, possiamo optare tra sostegni a spalliera ovvero impalcature a pergola. I primi, di norma fissati direttamente ad una parete, rappresentano la soluzione migliore laddove la superficie disponibile è estremamente ridotta. I pergolati hanno invece esigenze di spazio anche sul piano orizzontale e sono più complessi da realizzare, ma donano freschezza a balconi e giardini eccessivamente assolati.

Le legature delle piante rampicanti

Spesso è necessario aiutare la giovane pianta con delle legature nelle prime fasi di crescita e, contemporaneamente, per meglio orientare il suo sviluppo nella direzione desiderata. È consigliabile in questo caso interporre un terzo elemento che armonizzi il rapporto tra rampicante e supporto. Sono inoltre da evitare fili poco o per nulla elastici, in quanto provocherebbero il danneggiamento dei tessuti della pianta (strozzatura) durante il suo naturale accrescimento. Il materiale migliore per le legature è la rafia che dovrà essere fatta passare tra i due corpi in modo da descrivere una sorta di "8". 

Piante rampicanti: le composizioni

Quando l’ampiezza della parete lo permette, possiamo spingere ulteriormente la nostra creatività realizzando composizioni di diverse piante rampicanti per formare gradevoli mosaici colorati. Naturalmente, come per le consociazioni floreali a terra, dovremo considerare le epoche di fioritura di ogni singola specie e, per mantenere le proporzioni cromatiche desiderate il più a lungo possibile senza il nostro intervento, dovremo prestare attenzione anche alle rispettive vigorie di sviluppo.

Alcune semplici precauzioni finali

Una volta che le nostre piante rampicanti avranno raggiunto la piena maturità, saranno sufficienti semplici interventi di contenimento per evitare eccessive sovrapposizioni dei tralci e invasioni degli spazi esterni al sostegno. Non si deve inoltre dimenticare di mantenere una sufficiente distanza tra il fogliame e le eventuali finestre o altri accessi presenti sulla parete: le piante rampicanti rappresentano un’ottima alternativa per decorare questi spazi della nostra casa, ma possono anche diventare vere e proprie vie preferenziali di risalita per gli insetti. Per ridurre questa fastidiosa eventualità, può essere sufficiente evitare che i germogli privi di ancoraggio ricadano sul suolo nonché apporre una barriera alla base del tronco di ogni pianta.

martedì 30 luglio 2019

VERDE TIME: PIANTE PERENNI TAPPEZZANTI




La cura delle piante implica l'impiego di molto tempo e di molto denaro. L'economicità è la caratteristica principale delle piante perenni tappezzanti. Sono in grado di auto-sostenersi e di riprodursi in modo autonomo, per questo motivo non hanno bisogno di cure frequenti. In alcuni casi diventano addirittura invasive, diffondendosi oltre i limiti stabili. Ma ciò varia a seconda della pianta, quindi non possiamo considerarlo un fattore caratterizzante. Nel caso in cui questo accadesse basterà intervenire per interrompere la loro diffusione. Essendo poco esigenti di cure ed attenzioni si adattano perfettamente alle zone più impervie del giardino, in particolar modo quelle che trascuriamo perché difficili da raggiungere. Grazie alle piante perenni tappezzanti ogni angolo del giardino sarà florido e gradevole da vedere. Le piante perenni tappezzanti sono in grado di sopravvivere in qualsiasi condizione, anche quelle più difficili. Si possono utilizzare per tappezzare quelle zone provviste di uno strato esiguo di terreno, condizione in cui altri tipi di piante avrebbero vita breve. Le piante perenni si possono piantare lungo dei pendii, sul terreno pianeggiante ma anche in vaso. Ideali per consolidare quelle zone del giardino soggette a smottamenti del terreno, dovuti all'erosione e all'azione di piogge forti e troppo frequenti. Le loro radici riescono a rafforzarne lo strato superficiale. Tra le piante tappezzanti perenni, i sedum non hanno bisogno di acqua e in primavera ornano il giardino di tanti piccoli fiorellini di diverso colore. Le piante perenni riescono a fare a meno delle annaffiature perché sfruttano la superficie delle numerosissime foglie verdi. Altre tipologie invece riescono a fare a meno dei raggi solari diretti. L'accorgimento per ottenere ottimi risultati è quello di posizionarle nei posti più consoni del giardino. Una volta messe a dimora e aver assecondato lo sviluppo delle radici non dovremo fare nient'altro. Il terreno e l'acqua piovana daranno il nutrimento alle piante perenni tappezzanti. Dovremo intervenire in via del tutto eccezionale in caso di siccità. Inoltre, prima di piantarle dovremo controllare lo stato del terreno, se sia ricco o meno di sali minerali. In caso dovremo pensare ad una buona concimazionePrima di approfondire i criteri di scelta bisogna chiarire perché si preferiscono le piante perenni tappezzanti ad altre. Nessun'altra pianta riesce a creare un tappeto verde di qualità pari o superiore. Le piante tappezzanti perenni sono altamente resistenti, addirittura al calpestio.
 Chi desidera un giardino profumato può optare per la varietà di piante perenni tappezzanti aromatichetimo, rosmarino, salvia e lavanda. Oltre al profumo, in estate donano al giardino dei colori meravigliosi dovuti alla loro fioritura rigogliosa. Se poste ai piedi di un albero creano un tappeto fiorito oppure completamente verde che lo avvolge anche intorno al fusto. Si consiglia una potatura e una pulitura periodica per eliminare foglie danneggiate, rami rotti e fiori appassiti, operazione da eseguire con i giusti strumenti, come cesoie ben affilate per praticare tagli netti e precisi, senza arrecare danni. È vivamente consigliato di pulirle e disinfettarle prima, per non far insorgere malattie o infezioni dalle precedenti potature. Le piante tappezzanti calpestabili sono un'ottima alternativa per il giardino al classico manto erboso. Non dovremo più tagliare l'erba del giardino grazie ad un manto sempreverde, molto fitto e resistente. Sembra impossibile, ma potremo camminarci sopra senza danneggiare minimamente le piante. Fanno parte di questa categoria anche le piante perenni tappezzanti che producono fiori di dimensioni ridotte. A differenza delle piante tappezzanti annuali, quelle perenni non muoiono mai e possono essere sempreverdi oppure spoglianti.

lunedì 29 luglio 2019

VERDE TIME: LAGERSTROEMIA INDICA SCOPRIAMOLA




Appartenente al genere omonimo, la Lagerstroemia indica o Lillà delle Indie è una delle varietà di Lagerstroemia più diffuse e conosciute. Elegante e festosa al contempo, rallegra strade e giardini da luglio ad ottobre con i suoi rosafucsiabianco rosso.
É originaria di Cina, del Giappone, della Corea e dell'India e fin dall'antichità il suo particolarissimo legno trova impiego nella realizzazione di decori per i templi.
Dobbiamo la sua scoperta allo svedese Lagerstrom cui fu dedicata dopo la classificazione a metà del 1700.
La Lagerstroemia é una di quelle piante che riescono ad abbellire un giardino in ogni stagione perché in primavera ci regala un bel fogliame verde brillante che poi vira ai toni del giallo, arancio e rosso in autunno e in inverno mostra la bellezza e particolarità del suo legno, che sfogliandosi in età adulta rivela una superficie incredibilmente liscia e gradevole al tatto.
Di facile coltivazione, richiede esposizione soleggiata e terreno calcareo ma ricco; non è adatta all'alta montagna perchè teme le temperature molto basse ma si può dire che non tema nè il freddo nè il caldo. Dato che le sue radici non sono per nulla aggressive e che l'inquinamento atmosferico non le nuoce, la Lagerstroemia viene spesso utilizzata anche in piena città. La si può coltivare ad albero e a cespuglio, deve essere potata a fine inverno, in marzo, prima della ripresa vegetativa, riducendo la vegetazione per farle conservare una bella forma compatta e garantire una fioritura abbondante
La concimazione deve avvenire con regolarità, anche quando viene messa a dimora in terra. Le maggiori cure, però, sono necessarie quando la lagerstroemia viene coltivata in vaso, come succede per le varietà nane che ben si prestano a questo utilizzo. La concimazione deve essere frequente, come fosse una pianta da appartamento.
Le innaffiature devono essere regolari anche per piante in pieno campo fino ai 3-4 anni, dopodiché la pianta diventa autosufficiente. Anche se non frequentemente, la Lagerstroemia può subire attacchi da oidio, mal bianco ed afidi; quest'ultimi con la loro melata la rendono aggredibile dalla fumaggine. La cosa migliore é fare trattamenti preventivi antioidio in primavera e mantenere il più possibile in forze la pianta per non farla attaccare da queste avversità.
Tanti motivi allora per "provare" questa splendida pianta semplice da trattare che saprà ricompensarvi con la sua bellezza unica. Ve ne innamorerete.

domenica 28 luglio 2019

VERDE TIME : GLICINE POTATURA




La potatura del glicine è indispensabile. Essa serve a domare e limitare l'eccessiva invadenza di questo rampicante e, nel contempo, a conferirgli una forma più ordinata ed armoniosa.
La potatura del Glicine si effettua di norma in due periodi dell'anno: estate ed inverno.

Potatura estiva del Glicine

La potatura estiva serve a dare un aspetto più ordinato alla pianta, ma contribuisce anche a favorire la maturazione delle gemme da fiore. Viene fatta di solito nel mese di Luglio/Agosto e consiste nell'accorciare i rami di 1 anno lasciandoli lunghi 1 metro circa. Solo se si vuol far allungare delle branche è necessario lasciare un ramo adatto senza accorciarlo.
In quest'occasione è indispensabile tagliare via tutti i polloni e gli stoloni che si sono formati al piede della pianta. Questi, infatti, oltre a dare un aspetto disordinato al rampicante, gli rubano vigore e, nel caso in cui la pianta sia d'innesto, potrebbero essere anche dei polloni selvatici.

Potatura invernale del Glicine

Questa potatura viene eseguita in inverno, in seguito alla caduta delle foglie. In zone fredde è meglio attendere a fine inverno. Devono essere accorciati e ridotti tutti i rami di 1 anno, lasciando 4/6 gemme. Si devono anche rimuovere anche i rami deboli, rotti o secchi e tutti i polloni che si sono originati dalla base.
Nel caso in cui si desideri allungare la pianta, è consigliabile lasciare un ramo adatto e legarlo nella forma e direzione voluta.

In questa maniera avrete una fioritura ricca ed abbondante. Tutta la forza della pianta infatti alimenterà le gemme che avrete lasciato e i grappoli saranno più grandi ed eleganti. Avrete inoltre una pianta con il tronco bene in vista, i tronchi del glicine, specialmente nelle vecchie piante, sono molto ornamentali e creano un prezioso effetto scenografico. 
Per proteggere le ferite o le parti scoperte del tronco appena tagliate, si possono utilizzare dei mastici cicatrizzanti e protettivi.

sabato 27 luglio 2019

VERDE TIME :BUDDLEJA LIDLEYANA SCOPRIAMOLA



Il genere Buddleja comprende numerosissime specie e, all'interno di ognuna di esse, tante varietà con caratteristiche, colori e profumi diversi.
Oltre alle note Davidii, troviamo una serie di piante davvero interessanti, altrettanto belle ma poco conosciute.
Tra queste spicca la Buddleja Lindleyana, una pianta davvero elegantissima. Fu introdotta in Europa a metà del '800 dal botanico inglese Robert Fortune, il quale decise di darle il nome "Buddleja Lindleyana" in omaggio al botanico John Lindley. Originaria di numerose regioni di Cina e Giappone, è un arbusto deciduo dall'accrescimento molto lento: in una decina di anni raggiunge l'altezza e l'ampiezza definitive. Inoltre, trattandosi di una buddleja, l'accrescimento risulta insolitamente contenuto dal momento che raggiunge difficilmente i 3 metri di altezza.
Le foglie della Buddleja Lindleyana sono di colore verde intenso e lunghe fino a 20 cm. In tarda estate, all'apice dei rami compaiono lunghi panicoli spargoli leggermente ricurvi, composti da fiorellini lilla lunghi da 1 a 2 cm praticamente inodori. La fioritura dura a lungo, fino ad autunno inoltrato.
La Buddleja Lindleyana predilige terreni sabbiosi, rocciosi, calcarei ed argillosi ma ricchi, freschi e ben drenati. Si adatta a tutti i tipi di ph, quindi sia acidi sia neutri ed alcalini.
Apprezza il pieno sole come la mezz'ombra e, per quanto tolleri anche le basse temperature (nei paesi di origine la sua distribuzione va infatti dai 200 ai 2500 metri s.l.m), richiede un'esposizione al riparo dai venti freddi, quindi è opportuno evitare di posizionarle a nord.
Come tutti i tipi di buddleja, anche la Buddleja Lindleyana richiede potature correttive che, data la lentezza della crescita, non dovranno mai essere drastiche bensì mirate a correggere qualche ramo qua e là.
È opportuno concimarla almeno una volta l'anno.
La riproduzione avviene per talea da materiale semi legnoso raccolto in estate.
Si tratta di una pianta robusta che non conosce grosse avversità, con la doverosa precisazione che, se la pianta è coltivata in serra, può andare incontro all'attacco del ragnetto rosso o della farfallina bianca.

venerdì 26 luglio 2019

VERDE TIME : I PARASSITI PIU' TEMUTI DALLE PIANTE PARTE II


In questo periodo i nostri giardini cominciano a prendere forma e tutto il lavoro che abbiamo fatto nei mesi passati si trasforma in forme, colori, profumi.
È questo il periodo, però, in cui anche i nemici delle nostre piante si fanno vivi e minano ogni singola pianta. Da aprile fino a ottobre, più o meno, dovremo difenderle da tante forme di parassiti di cui analizzeremo i più dannosi e infestanti.



Le Cocciniglie appartengono alla famiglia degli Afidi. Caratteristica della Cocciniglia è di perforare la lamina esterna delle foglie ed introdursi all'internoEssa si nutre della linfa zuccherina interna alle foglie. Con il termine "Cocciniglia" si intendono in realtà decine di specie molto diverse tra loro per dimensioni, che possono andare da pochissimi millimetri a mezzo centimetro. Alcune specie di Cocciniglie si introducono nelle radici delle piante, nutrendosi della linfa interna. Le Cocciniglie si sviluppano soprattutto sulle piante grasse, o succulente, sulle conifere, sugli agrumi e sulla vite. Se l'infestazione è all'inizio possiamo asportare manualmente la Cocciniglia, facendo attenzione a non ferire i rami da cui potrebbero entrare altri parassiti. Dobbiamo poi evitare concimi ricchi di azoto, in cui la Cocciniglia prospera, e fare attenzione a innaffiare e ventilare le piante perché aridità, mancanza di areazione e scarsità di luce sono condizioni di vita eccellenti per la Cocciniglia. Tutto il periodo moderato e caldo è ideale per la propagazione della Cocciniglia.


Il Punteruolo rosso è un coleottero originario dell'Asia ed è un parassita dannoso per molte specie di piante, tra cui soprattutto le palme. Il Punteruolo rosso è talmente dannoso che alcune Regioni, tra cui la Toscana, hanno adottato veri e propri protocolli d'azione contro di esso. Oltre alle palme da cocco, da olio, americana, cinese, da succo e nana, ovvero quasi tutti i tipi conosciuti, il Punteruolo rosso attacca anche l'aloe e la canna da zucchero. L'infestazione causata dal Punteruolo rosso può essere a lungo asintomatica. L'insetto si inserisce all'interno della pianta e spesso non è visibile. Il primo sintomo esterno è il fatto che la chioma si rovescia "ad ombrello aperto" e può arrivare anche a perdere tutta la chioma. I rimedi contro il Punteruolo rosso sono molto complessi poiché si tratta di un parassita che si muove velocemente e può arrivare ad infestare contemporaneamente una porzione enorme della superficie totale della pianta. La prevenzione sembra ad oggi essere la cura migliore; è consigliabile quindi monitorare le piante e, al primo accenno, procedere con antiparassitari sintomi. I metodi più naturali conto il Punteruolo rosso non sembrano avere alcun successo. È in fase di sperimentazione una tecnica di attacco attraverso virus specifici cosparsi sulla pianta ma ancora non è utilizzabile.


La Minatrice serpentina degli agrumi è un lepidottero diffuso ovunque ma solo recentemente giunto in Italia. Dal 1994 l'Italia combatte contro questo parassita che attacca soprattutto, appunto, i legumi, ma anche le leguminose, i salici e numerose altre famiglie vegetali. La Minatrice serpentina, individuata dapprima in Sardegna, nel 1995 si era già diffusa in Sicilia ed in Calabria, proprio in virtù del fatto che ama nutrirsi di piante che prediligono climi caldi. L'aspetto esteriore dell'esemplare adulto è quello di una farfallina bianco-argentate, frangiate, con una macchiolina nera all'apice. La larva, invece, è giallo-verdastraI sintomi del contagio da Minatrice serpentina sono: rigonfiamento della pagina inferiore delle foglie, in cui la larva si sviluppa, e che divengono marroni a causa delle feci depositate proprio dalla Minatrice serpentina. Le foglie colpite appaiono indebolite anche sulla pagina superiore e ripiegate verso il basso.
Il metodo migliore per combattere la Minatrice serpentina è un antiparassitario naturale noto con il nome di Olio di Neem, di cui in commercio si trovano diverse marche. Questo insetticida ha una durata nel tempo che consente di utilizzarlo come metodo preventivo all'inizio della stagione calda, così da colpire le larve della Minatrice serpentina.



La Mosca mediterranea della frutta, detta più comunemente Mosca della frutta, è un insetto fitofago, ossia che si nutre di vegetaliLa sua larva si sviluppa direttamente all'interno di molti frutti e li consuma dall'interno. La Mosca della frutta è considerata dagli agronomi uno dei nemici più temibili nella coltivazione stiva di frutta. È un animale infestante che può arrivare a distruggere fino al 100% di un raccolto. In Italia le specie più aggredite sono il pesco, l'albicocco, il fico, il caco, il melo, il pero, la fragola, il kiwi ed il nespolo del Giappone. Possiamo affermare, quindi, che la Mosca della frutta è davvero un nemico agguerrito per la produzione di frutta in Italia.
La soluzione chimica è far penetrare l'insetticida fin dentro il frutto in modo da distruggere le larve di Mosca della frutta appena si formano. Se si attende troppo, infatti, il frutto sarà già stato eroso dall'interno. Un'altra soluzione chimica è attirare gli esemplari adulti in trappole cromatiche, così da ridurre il numero di cove ma è comunque una soluzione onerosa e poco funzionante. La lotta bio tecnica, invece, prevede di inserire nell'ambiente un numero rilevante di maschi sterili, così da ridurre pin piano la proliferazione. Questa soluzione è quella a minore impatto ambientale ed è sempre più seguita ma per adesso i risultati sulla diffusione della Mosca della frutta non sempre sono incoraggianti.

La Drosophila, o Moscerino della frutta e dell'aceto, è uno degli insetti più studiati in biologia perché è facilmente conservabile in laboratorio ed ha un ciclo vitale brevissimo, non superiore alle due settimane. Il Moscerino della frutta è lungo circa 3 mm in fase adulta. Attacca soprattutto la frutta in stato di fermentazione. Le uova di Moscerino della frutta si schiudono a 24 ore dalla deposizione e crescono per cinque giorni a spese della frutta su cui si attaccano decomponendo gli zuccheri di cui è composta. Se abbiamo un solo albero o comunque poche piante, per debellare il Moscerino della frutta conviene ricorrere a soluzioni biologiche: la più semplice è inserire in una bottiglia, in cui avremo inserito un imbuto di carta, della frutta e lasciare che fermentiIl Moscerino della frutta verrà attratto dall'odore e rimarrà intrappolato nella bottiglia. Se invece abbiamo un frutteto, non affidiamoci a soluzioni troppo blande e sconfiggiamo subito il Moscerino della frutta con insetticidi validi; soltanto in fase di mantenimento potremo ricorrere a soluzioni non invasive. Una volta insediatosi, infatti, il Moscerino della frutta è difficile da debellare.

La Processionaria, conosciuta anche come Processionaria del Pino, è diffusa in Europa, Asia ed Africa. Nella forma adulta, quando diventa una farfallina triangolare bianco-grigiastra, è altamente distruttiva perché priva i pini delle foglie e pian piano li uccide. Nella fase larvale, invece, la Processionaria si presenta come un bruco peloso e sprigiona una polvere altamente urticante per l'uomo. Nella forma adulta la Processionaria è un lepidottero notturno e difficilmente entra nelle case; nella forma larvale, invece, forma delle code che ricordano una processione, da cui il nome, e di trova generalmente intorno ai pini o sulle loro fronde.
In Italia da circa venti anni è obbligatoria la disinfestazione dalla Processionaria nelle aree pubbliche; rimane il problema nei terreni privati. Il metodo più innocuo per debellarla è quello di distruggere i nidi contenenti le larve. Per far ciò è necessario coprirsi completamente onde evitare il prurito causato dalla Processionaria. Per grandi appezzamenti di terra, di solito si usano concimi chimici, che devono essere consigliati da esperti.

giovedì 25 luglio 2019

VERDE TIME : I PARASSITI PIU' TEMUTI DALLE PIANTE


In questo periodo i nostri giardini cominciano a prendere forma e tutto il lavoro che abbiamo fatto nei mesi passati si trasforma in forme, colori, profumi.
È questo il periodo, però, in cui anche i nemici delle nostre piante si fanno vivi e minano ogni singola pianta. Da aprile fino a ottobre, più o meno, dovremo difenderle da tante forme di parassiti di cui analizzeremo i più dannosi e infestanti.




La cimice verde delle piante arriva con le prime giornate di sole e infesta i giardini e le zone verdi fino a novembre. In settembre, dopo una breve pausa in agosto, ritorna con la vendemmia e soltanto con la fine di essa e le prime nottate di freddo rigido, la cimice sparisce. Non dobbiamo, però, generalizzare il pericolo delle cimici: molte specie, infatti, sono perfettamente innocue sia per le piante che per l'uomo. Quelle da cui dobbiamo proteggerci, invece, sono le cimici verdi delle piante, che si nutrono della linfa degli arbusti e quindi di azalee, rododendri, ginestre e tutti gli arbusti che arricchiscono i nostri spazi verdi. Se notiamo anche una sola cimice verde su una pianta, è necessario intervenire subito per abbattere eventuali famiglie o uova. Esistono in commercio, naturalmente, molti prodotti chimici da spruzzare sulla zona ma, se non aspettiamo che le uova si siano schiuse, possiamo intervenire con metodi naturali. Un trucco che funziona contro le cimici è piantare dell'aglio in giardino; le cimici hanno una forte repulsione per il suo odore e si terranno lontane dal giardino.



La Monilia è un fungo che colpisce le piante da frutto come il melo, il pero, il nespolo, il ciliegio, il pesco. La Monilia tende ad attaccare i frutti che marciscono quando sono ancora sul ramo; il sintomo primo che ci dice che una pianta è infestata dalla Monilia è la muffa biancastra- grigia che si forma sulla superficie esterna del frutto. Se non ci attiviamo contro la Monilia, ben presto essa attaccherà anche i rami e il tronco della pianta, creandovi delle fessure nerastre simili a ferite da cui fuoriescono sostanze dense che possono sembrare quasi resina. Per prevenire la Monilia, dobbiamo potare subito i rami che manifestino fessurazioni o che ospitino frutti marciti. È importante poi mantenere sempre un buon drenaggio del terreno perché la Monilia teme l'umidità e il ristagno. Se una pianta è stata precedentemente colpita da Monilia, conviene fare una disinfestazione generale a inizio primavera per scongiurare che residui di Monilia possano svilupparsi.




Gli afidi delle piante sono una famiglia di pidocchi che riunisce circa 4000 specie diverse. Gli afidi sono parassiti specifici di alcune piante: rosa, cipresso, ciliegio, cedro e molte altre. I sintomi che gli afidi abbiano colpito una pianta sono: foglie chiazzate, ingiallite, accartocciate, avvizzite fino ad arrivare, se l'attacco degli afidi permane, alla morte del vegetale. Gli afidi possono essere sia alati che no. Di solito la prima generazione non lo è ma, essendo molto veloce il susseguirsi di generazioni, presto gli afidi si adattano al territorio e, se devono lasciare la pianta perché non più abbastanza nutriente, sviluppano le ali. Esistono in commercio potenti rimedi chimici contro gli afidi ma è meglio agire sulla prevenzione, affinché gli afidi non giungano a colpire le nostre coltivazioni. I rimedi preventivi contro gli afidi sono:
  • eliminare le erbacce, poiché gli afidi tendono a deporvi uova;
  • proteggere le colture, soprattutto giovani, con reti antinsetto;
  • evitare di lasciare mucchi di erba tagliata o avanzi del raccolto.

L'Oidio, detto anche Mal Bianco, e che i nostri nonni chiamavano Albugine, è una malattia delle piante causata da funghi Ascomyocota. La caratteristica di questi funghi a cui l'Oidio appartiene è quella di produrre ife (filamenti uni o pluricellulari). Lo Oidio tende a prodursi quando le temperature sono ancora moderate, nel periodo avanzato della primavera e all'inizio dell'estate. Si sviluppa più facilmente su piante con intensa attività vegetativa. Complice dell'Oidio è il vento, che sparge le spore, mentre il suo nemico naturale è la pioggia, soprattutto se abbondante, che pulisce le foglie dai miceli.
sintomi dell'Oidio sono: una perdita di colore di frutti, germogli e foglie, seguita dalla formazione di una patina biancastra, che sembra quasi polvere. Tra le coltivazioni più colpite dell'Oidio vi è la vite, che prima tende a indebolirsi fino a crettarsi nei tronchi; a questo punto altri agenti patogeni si introducono dalle fessure prodotte dall'Oidio nella linfa ed uccidono la pianta. A parte i rimedi chimici, per impedire il diffondersi dell'Oidio è consigliato evitare alla pianta shock termici, per esempio annaffiando nelle ore centrali della giornata. Se terremo le piante al riparo da questi shock sarà più difficile per l'Oidio attaccare le nostre coltivazioni.

mercoledì 24 luglio 2019

VERDE TIME: MALATTIE DELLE PIANTE COME RICONOSCERLE VELOCEMENTE


Le piante sono esseri viventi e, come tali, sono esposte a diverse malattie che colpiscono piante da giardino, da vaso o quelle del vostro orto. E' importante saper riconoscere i sintomi delle diverse malattie delle piante per poter intervenire tempestivamente ed in maniera efficace.

Il cambiamento di colore o le alterazioni delle foglie sono il primo campanello d'allarme che ci segnala una malattia della pianta, è bene imparare ad osservarle per cogliere i primi sintomi.

Sono diverse le cause per le quali le piante si possono ammalare e le principali sono:
  • Cattiva cura o coltivazione: ristagni d'acqua, posizionamento o concimazione sbagliati;
  • Insetti o parassiti: afidi, cimici, bruchi;
  • Funghi: oidio, muffa grigia, ruggine delle piante;
  • Condizioni climatiche: particolari condizioni climatiche o fenomeni atmosferici avversi.

Come evitare le malattie delle piante

Prenderci cura delle nostre piante significa controllare diversi fattori che incidono sulla loro salute. Tipici errori che portano la pianta ad ammalarsi sono l'errata innaffiatura esposizione che a lungo andare, se non corrette, possono portare anche alla morte della pianta.

Se notiamo foglie scottate probabilmente la pianta sta soffrendo un esposizione al sole troppo diretto, al contrario invece se la pianta è poco esposta al sole per le sue necessità avremo un ingiallimento delle foglie.
Anche se la pianta sta soffrendo per una concimazione insufficiente o per un terreno non adatto lo capiremo sempre dalle sue foglie che si presenteranno accartocciate.

La cattiva cura può portare anche all'insorgenza di muffe. I ristagni idrici e gli ambienti poco ariosi possono provocare la cosidetta Muffa Grigia, che si osserva con delle macchie biancastre sulle foglie.

Malattie delle piante date da ospiti indesiderati

Il peggiore incubo per chi coltiva piante da giardino o da orto sono le infestazioni dovute a piccoli insetti o parassiti che provocano diverse malattie delle piante.
Gli Afidi o Pidocchi delle piante sono forse i più conosciuti. Colpiscono in particolare le rose e si vedono a occhio nudo. Gli afidi succhiano la linfa attraverso le parti molli delle piante e sono facilmente visibili proprio perchè questi piccolissimi insetti ricoprono la pianta.

Se invece notiamo foglie mangiate o bucherellate, le nostre piante sono probabilmente infestate da Cimici o Bruchi.

Un altro parassita che colpisce indifferentemente le piante da orto e le piante ornamentali è la Mosca Bianca. Si tratta di un piccolissimo parassita che provoca macchie bianche o gialle sulle foglie e che evidenzia i primi sintomi quando l'infestazione è piuttosto avanzata.

Le malattie fungine delle piante

Oltre alla Muffa Grigia di cui abbiamo già parlato, ci sono altri funghi che possono attaccare le piante in particolari condizioni.

L'Oidio, conosciuto anche come Mal Bianco, colpisce soprattutto in primavera quando le temperature non sono ancora troppo alte, o in autunno, prima che arrivi il grande freddo. Si sviluppa infatti con climi caldi e umidi e quando non c'è buona aerazione. E' riconoscibile dalle macchie bianco grigiastre di aspetto polverulento che si presentano sulle foglie fino a portarle all'essicamento.

Un altra malattia delle piante dovuta a funghi è la cosidetta Ruggine delle piante, provocata in realtà da diversi tipi di funghi che presentano la stessa peculiarità: formano sulle foglie una patina polverosa di colore brunastro simile appunto alla ruggine.

Condizioni climatiche che favoriscono le malattie delle piante

Come abbiamo già visto il buon posizionamento della pianta è molto importante per il suo benessere. Ci sono però condizioni climatiche che possono fare ammalare anche piante ben curate e protette. 

Probabilmente in pochi conoscono il colpo di calore delle piante. Nelle estati molto calde e secche infatti alcuni tipi di pianta, le viti ad esempio, possono soffrire di disidratazione ed eccessiva insolazione. I sintomi si presentano con l'ingiallimento ed il dissecamento di una porzione della pianta e se non si interviene può portare alla morte dei frutti o della pianta stessa.

Poi ci sono gli avvenimenti climatici improvvisi e violenti, come le gelate e le dannose grandinate, contro i quali possiamo solo fare azione preventiva proteggendo il nostro orto e le nostre piante da giardino.