Si sente spesso parlare delle bacche di Goji, un frutto originario dell’Asia e riconosciuto per le sue potenti proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Utilizzate sia per le più svariate ricette culinarie che come veri e propri rimedi naturali per la salute, queste bacche godono di un grande successo, soprattutto grazie al passaparola social. Ma è possibile coltivarle in casa?
Il Goji è una pianta tipica del Tibet, della Mongolia e della Cina, anche se il suo ambiente d’elezione è quello dell’Hymalaia. Capace di resistere a sbalzi di temperatura molto importanti, l’arbusto produce delle bacche ricche di nutrienti e sali minerali, come sodio, calcio, zucchero, fosforo, omega 3 e omega 6, vitamine B-C-E, carotene, luteina, germanio e molto altro ancora. Due le specie in commercio, appartenenti alla stessa famiglia delle solanacee: il Lycium barbarum e il Lycium chinese. Di seguito, qualche consiglio per la coltivazione.
Goji: cosa sapere prima di coltivare
La pianta di Goji prevede una crescita naturale a cespuglio: dal tronco centrale, solitamente di medie dimensioni, si sviluppano molteplici rami con estensione perlopiù orizzontale. Sui rami stessi si sviluppano le foglie, dalla consistenza solida e dall’aspetto opaco, quindi i tipici frutti rossi.
Per garantire la corretta crescita dell’arbusto, è innanzitutto necessario scegliere l’ambiente e il terreno adatto. Pur resistendo a temperature anche rigide, il Goji preferisce l’esposizione diretta al sole, su terriccio alcalino purché altamente drenante e privo di ristagni d’acqua. Questo, però, non significa che il vegetale non abbia bisogno di un’irrigazione frequente: l’annaffiatura sarà quotidiana, fatta eccezione per le giornate di precipitazioni atmosferiche, tramite sistemi a goccia. Per garantire la massima qualità dei frutti, quindi la ricchezza di principi nutritivi in essi contenuti, è inoltre ideale provvedere alla concimazione frequente del terreno. Meglio affidarsi a fertilizzanti naturali oppure organici, però, poiché quelli chimici potrebbero risultare fin troppo aggressivi.
Utile sarà anche la predisposizione di adeguati supporti per la crescita, prendendo ispirazione dalle viti. Non a caso, le coltivazioni più frequenti di Goji avvengono in filari, distanziati di almeno 1,5 metri l’uno dall’altro.
Qualora la crescita avvenga in giardino, il periodo ideale per la semina è quello del primo autunno, per concedere all’arbusto la possibilità di svilupparsi adeguatamente per la successiva primavera, fase di crescita delle bacche. In caso la coltivazione fosse in vaso, con una pianta destinata all’appartamento, il processo può avvenire in qualsiasi momento dell’anno.
Coltivazione in casa e in giardino
La pianta di Goji può essere coltivata efficacemente sia in casa che in giardino, ricorrendo a vasi oppure con la disposizione in file all’aperto. Data la crescita cespugliosa, l’arbusto è spesso scelto anche per la creazione di siepi o per la divisione degli ambienti.
La tecnica più diffusa è ovviamente il ricorso ai vasi, affinché la pianta possa facilmente essere esposta al sole in balcone di giorno e, non ultimi, riparata la notte all’interno dell’appartamento. Si dovranno scegliere contenitori di media altezza, sui 30-50 centimetri, con un’estensione sufficiente qualora si vogliano seminare più piantine nello stesso vaso. Dopo aver predisposto sul fondo un letto di ghiaia o cocci, si versa del terriccio poroso e alcalino, meglio se mescolato a concime oppure a compost. Il ricorso al compost sarà particolarmente utile anche in giardino, previa una preliminare zappatura del terreno.
La propagazione dell’arbusto avviene in tre modi principali: la semina, il travaso e la talea. Il primo metodo è consigliato soprattutto per i vasi: i semi, raccolti direttamente dai frutti o acquistati nei negozi specializzati, vengono sparsi e coperti con un velo sottile di terriccio. La germinazione è normalmente rigogliosa, ma disordinata. Per il giardino, invece, si preferisce il travaso con pianticelle acquistate dai centri di botanica: l’unica premura alla piantagione sarà la verifica delle radici, che dovranno essere adeguatamente inumidite. Infine, qualora si volessero preservare le proprietà genetiche di un raccolto, l’opzione della talea è la più raccomandata: si sceglierà un rametto legnoso di circa 10-20 centimetri di lunghezza, preferibilmente posizionato sulla parte bassa della pianta, quindi lo si immerge in acqua fino alla comparsa delle radici.
Una volta sviluppato, l’arbusto di Goji ha bisogno di frequenti potature, quindi di un’irrigazione regolare. Come già ricordato, il vegetale non teme particolarmente il freddo – cresce normalmente in climi ben più rigidi di quello mediterraneo – ma può essere scalfito da un eccesso d’acqua. Nei periodi più piovosi, di conseguenza, è consigliato predisporre un semplice riparo.
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