VERDE TIME

VERDE TIME

giovedì 30 aprile 2020

VERDE TIME : LE PIANTE DEI BALCONI IN FIORE


Le decorazioni floreali sono un’espressione di gioia che si diffonde all’interno e intorno alla casa. Concentrarsi e capire come abbellire gli ambienti sono aspetti che rivestono grande importanza della nostra tradizione floreale e costituiscono un toccasana rinvigorente per lo spirito.

Varietà in aumento

Negli ultimi anni il mercato dei fiori d’estate ha riscosso un discreto successo. Intorno alla fine del millennio, gerani e petunie erano principi e principesse dei nostri balconi. Da quel momento in poi, la gamma di piante resistenti disponibili sul mercato dei fiori estivi è andata crescendo in modo significativo. La notevole concorrenza ha enormemente ravvivato le attività dei coltivatori internazionali, senza contare le nuove varietà e tipologie di prodotti ancora in fase di elaborazione.
Piante di nicchia come la verbena, le lobelie e le begonie garantiscono ora un vasto assortimento. Il mutamento è riscontrabile chiaramente anche guardando i due precedenti prodotti leader del mercato. Sono apparsi nuovi tipi di petunie che differiscono in termini di resistenza e processo di crescita, così come nei rispettivi campi di applicazione. Anche i gerani hanno subito una trasformazione. Grazie a una crescente ibridazione tra gerani pendenti e verticali, oggi abbiamo a disposizione un gran numero di piante semierette e verticali molto resistenti.
La grande varietà di piante approvate dai nostri test offre agli amanti dei fiori numerose possibilità con cui abbellire i vasi dei propri balconi. Le piante verticali garantiscono un effetto più rilevante in termini di altezza, mentre i fiori trasmettono abbondanza e profondità. Un vaso singolo in cui è stata posta una pianta rotonda esprime un senso di pienezza. Coordinando i colori della casa, del balcone e del giardino è possibile ottenere un insieme armonioso. I cesti prensili e le confezioni ornamentali leggermente sopraelevate, contenenti piante lussureggianti si sono rivelati una scelta molto efficace. Anche in questo caso è necessario provvedere all’abbinamento tra la gamma dei colori e un design unitario.

La qualità paga

Nonostante gli eccellenti progressi in termini di qualità delle piante, riempire ogni vaso con terriccio di prim’ordine rimane un presupposto importante. È possibile acquisire materiale vegetale sano e del suolo di alta qualità dal proprio giardiniere o presso un centro florovivaista di fiducia, nonché aggiungere al terriccio del concime a lunga durata fin dall’inizio per fornire alle piante un nutrimento costante e sufficiente.
Bidens “Beedance dipinto di rosso” (bur calendula)
La bidens nota anche come “beedance” colpisce per i suoi fiori dalle brillanti tonalità di arancione. In virtù della sua crescita forte e vitale è ideale per l’utilizzo in balcone, in cortile e nei vasi prensili. Attrae le farfalle e costituisce una preziosa fonte di alimentazione per le api. Suggerimenti: le bidens necessitano di un terriccio particolare. Prediligono infatti una composizione permeabile all’acqua e ricca di nutrienti. È necessario collocarle in un luogo soleggiato o in penombra e richiedono un’irrigazione costante.

La Petunia “Regina di Cuori”

Una petunia dalla crescita compatta, dotata di fiori dai colori intensi. I motivi che affiorano dai petali sono qualcosa di unico. L’intreccio tra il bianco e il rosa determina su ciascun fiore una trama raffigurante cinque cuori. La pianta resiste al vento e alla pioggia ed è estremamente adatta per essere collocata in vaso e posizionata in cortile o al piano terra. Suggerimenti: rimuovere i fiori appassiti stimola la fioritura.

Petunia “Polvere di stelle azzurra”

Ecco un’altra petunia tutta da scoprire, i cui fiori dialogano tra di loro scambiandosi vivaci tonalità di blu. Una sua caratteristica positiva è la sua resistenza al vento e alla pioggia. La pianta è compatta ed è dotata di fiori grandi. Suggerimenti: necessita di un substrato particolarmente ricco di sostanze nutritive e di concimazione regolare, così da garantire il massimo potenziale della sua fioritura.

Brascicome “Delizia magenta” (margherita blu)

La varietà “Delizia magenta” si contraddistingue per le più audaci tonalità di magenta (viola scuro) disponibili sul mercato delle margherite blu. Riesce a tollerare substrati secchi e umidi, ma soffre il ristagno dell’acqua. Eccellente per ornare i piccoli vasi da balcone, i cestini prensili e come unica pianta ad abbellire il cortile. Suggerimenti: tutte le margherite rispondono bene a un approvvigionamento supplementare di ferro, pertanto è necessario utilizzare un terriccio da giardino di alta qualità.

Lobelia “Stella blu profondo”

Si tratta di una lobelia altamente resistente al calore che colpisce per il suo intenso colore blu genziana. Se innaffiata a sufficienza, questa pianta premia il proprietario con una cascata di fiori dal blu penetrante. Oltre ad essere posta in balcone può anche essere collocata in vasi o cestini prensili. Suggerimenti: richiede una quantità minore di fertilizzante rispetto ad altri fiori da balcone più comuni. Una scarsa irrigazione produce l’ingiallimento delle foglie.

Geranio “Rosso alpino Xtreme”

Questa pianta è un tipico esempio della nuova generazione di gerani. Semi-prensile, resistente agli agenti atmosferici, necessita di un elevato fabbisogno di nutrienti e può tollerare brevi periodi di siccità. La produzione di fiori è doppia rispetto a quella dei gerani verticali! È possibile abbinarvi delle petunie e dei bidens prensili per ottenere risultati eccellenti. Suggerimenti: al fine di raggiungere la piena fioritura, il geranio richiede una concimazione abbondante.

Geranio “Sfilata messicana”

Si tratta di una combinazione di tre diversi tipi di geranio messicano. “Toscana Occer”, “Toscana Chris” e “Toscana Nixe” ornano balconi e terrazze con un mix armonioso e variopinto. L’irrigazione e la concimazione regolare delle piante ne determina l’aumento di volume. Suggerimenti: è possibile valorizzare l’abbondanza dei fiori mediante alcuni ulteriori accorgimenti (rimozione dei fiori appassiti).

Calibrachoa Chameleon “Bacca del raggio di sole” (petunia in miniatura)

Una tipologia completamente nuova di petunia miniaturizzata. I singoli fiori rispondono con variazioni di colore agli agenti atmosferici quali la luce del sole e gli sbalzi di temperatura. Il risultato è un mutamento estetico continuo del fiore. Lo spettro dei colori corrispondente mostra una gamma che spande dal giallo brillante al rosa intenso. Suggerimenti: la pianta ama i luoghi in penombra e necessita di un’irrigazione costante.

mercoledì 29 aprile 2020

VERDE TIME: HIBISCUS FRA VARIETA' ITALIANE E PARTICOLARI




L’Ibisco, così chiamato anche dai popoli antichi, deve il suo nome all’Ibis: si riteneva infatti che questo uccello, originario di zone umide come peraltro anche molte specie di ibisco, si nutrisse dei fiori di questa pianta. Nonostante oggi sia stato chiarito l’equivoco, l’ibisco continua a portare ancora un nome simile a quello del volatile.
Il genere Hibiscus appartiene alla famiglia delle Malvaceae e comprende al suo interno tra le duecento e le trecento specie di piante, distribuite per la maggior parte tra l’Africa e l’Asia, con una ventina di specie originarie del continente indiano, sei a distribuzione europea e qualche specie neozelandese ed australiana. Anche nella flora italiana sono presenti tre specie di ibisco, che non possono di certo competere in bellezza e maestosità con i loro cugini esotici, ma che andrebbero comunque valorizzati in maniera maggiore nei giardini nostrani.

Le tre specie di ibisco italiano:

l’Hibiscus roseus, un’erbacea perenne che cresce lungo i corsi d’acqua della Pianura Padana, con fiori di un bel rosa tenue;
l’Hibiscus trionum, dai petali bianco avorio verso l’esterno con un occhio scuro verso l’interno. È originario dei paesi mediorientali, da dove poi si è diffuso un po’ ovunque nel bacino del mediterraneo, ed è una pianta a crescita stagionale;
l’Hibiscus pentacarpus, originario inizialmente delle paludi pontine. Ormai quasi estinto, è diventato praticamente un El Dorado per i cercatori di piante che si affannano in tutti modi per trovare e fotografare un fiore così raro. Per chi fosse interessato pare che alcuni esemplari crescano ancora tra i piccoli stagni protetti nel fitto dei boschi planiziali del Parco del Circeo, a sud di Roma.
Queste specie di ibisco erano già ben note al poeta Virgilio che, nella sua opera le Bucoliche, ne menzionava uno senza però specificare quale: probabilmente l’Hibiscus roseus in quanto suo conterraneo.
I primi esemplari importati in Europa erano originari della Cina: fu questo il motivo per cui l’ibisco venne chiamato per molti anni “rosa cinese”. I coltivatori di piante europei furono fin dall’inizio letteralmente abbagliati dalla bellezza di questi fiori, ed è proprio in questi anni che si coniò infatti il modo di dire per descrivere un donna molto bella: “più bella di una rosa cinese”, riferendosi ovviamente al nostro ibisco.

Altri usi dell’ibisco

In Italia le piante di ibisco sono utilizzate principalmente per scopi decorativi in giardini e terrazzi; non tutti sanno però che il karkadè, bevanda sostitutiva del tè e del caffè, viene prodotta dai fiori di un ibisco. La specie in questione è l’Hibiscus sabdariffa, da cui si prelevano i calici fiorali di colore rosso, che vengono successivamente fatti essiccare, per produrre poi l’infuso dal caratteristico gusto acidulo. Un’altra specie di ibisco utilizzata in tutta la cucina asiatica è l’Hibiscus esculentus. I suoi frutti freschi, molto simili ai peperoni “friggitelli” tipici della cucina campana, sono raccolti e consumati freschi o stufati per la preparazione di zuppe. Infine l’Hibiscus cannabinus, grazie all’alto contenuto di cellulosa nei suoi fusti, viene utilizzato dall’industria cartaria.
L’Hibiscus syriacus, invece, fu chiamato così da Linneo, che però sbagliò il suo appellativo visto che non è affatto una pianta originaria della Siria, ma proveniente dall’India e dalla Cina. È un ibisco caducifoglie di grande bellezza, molto versatile, che può essere cresciuto a cespuglio o a piccolo albero visto che raggiunge anche i quattro metri di altezza. È particolarmente apprezzato in quanto può essere coltivato senza problemi in tutta Italia, grazie alla sua capacità di resistere a temperature anche inferiore allo zero. È cresciuto anche nella verde Inghilterra (adattandosi quindi anche a climi decisamente più rigidi dei nostri) dove viene chiamato letteralmente “albero della Malva” per la somiglianza dei suoi fiori con questa erbacea.
Si adatta praticamente ad ogni condizione del terreno, tollerando anche brevi periodi di siccità. Se vorrete mantenere ridotte le dimensioni delle vostre piante ricordate che le potature si effettuano, come per l’Hibiscus rosa-sinensi, a fine inverno. Le talee potranno essere prelevate prima della ripresa vegetativa in primavera. Le posizioni da prediligere sono quelle in pieno sole, possibilmente riparate dai venti.

martedì 28 aprile 2020

VERDE TIME : PICCOLO ABC PER LA COLTIVAZIONE DELLE ERBE SUI BALCONI O NEI GIARDINI


È semplice coltivare le erbe in balconi e giardini. Le loro necessità in termini di terreno, umidità e fertilizzanti sono variegate tanto quanto i sapori e i frutti che offrono. Una scelta accurata delle piantine trasforma rapidamente un giardino o un balcone in una fucina di condimenti e foglie di tè. Ecco dunque cinque consigli sulle erbe e alcuni tra i più importanti suggerimenti su come farle crescere.

Agastache

Le agastache sono piante da tisana incredibilmente profumate e sono fonte di attrazione per farfalle, calabroni, api e sirfidi. La pianta pioniera delle praterie sopravviverà agli inverni freddi, ma i terreni pesanti e umidi ne provocheranno la morte. È possibile coltivare le agastache in un’aiuola di erbe o di tipo arbustivo, assicurandosi che godano dell’esposizione diretta alla luce del sole. La distanza consigliata da mantenere tra una pianta e l’altra è 40 x 40 cm. In primavera bisogna nutrirle con un po’ di compost. Durante la fioritura la pianta viene raccolta e utilizzata come erba da tè. È in grado di ricrescere varie volte e può essere potata in due occasioni, se non addirittura tre ma unicamente in luoghi caldi. Le foglie giovani – impiegate nella decorazione dei dolci – possono essere colte quando sbocciano e durante tutto il periodo autunnale.

Basilico

Il basilico è l’erba aromatica più amata in assoluto. È difficile trovarne un’altra che ne regga il confronto in cucina. Pur essendo pressoché sconosciuto sino a 20 anni fa e nonostante necessiti di un apporto di calore maggiore rispetto alle altre erbe aromatiche, il basilico trova posto quasi in ogni balcone o terrazza, e talvolta persino all’interno delle case. La cucina italiana prevede l’impiego del basilico annuale. La maggior parte degli esemplari di basilico perenne è contraddistinta da una gran varietà di sapori e può essere impiegata come erba aromatica o come pianta da tè dall’intensa corposità. Il basilico dev’essere bagnato dalla luce per potere germinare. È necessario piantare i semi in un ambiente caldo (tra i 13° C e i 25° C) e trapiantare i ciuffi dopo circa due settimane. La distanza consigliata tra i punti di semina è di 20 x 20 cm. Il basilico può essere raccolto varie volte e ricresce molto bene a partire dall’asse della foglia. Questa pianta termofila riesce a prosperare all’esterno solo se la temperatura notturna non scende al di sotto dei 16° C. Ecco perché, nella maggior parte delle regioni, il basilico cresce meglio all’interno delle serre, su pianali sollevati o in contenitori collocati a ridosso di una parete. Il basilico fa parte di quel gruppo di piante che necessitano di un consistente approvvigionamento di sostanze nutritive e prolifera in maniera ottimale di fianco ai pomodori.

Lavanda

Anche se non si dispone di un giardino di erbe aromatiche, una o due piante di lavanda troveranno facilmente spazio su un balcone o una terrazza. Sono fonte di attrazione per farfalle e molti altri insetti e producono un aroma piacevole. In un giardino, le piante di lavanda possono rimanere in vita per diversi anni e persino decenni – crescendo parallelamente in abbondanza. Ciò dipende dalla posizione adatta e da una corretta potatura della pianta prima del posizionamento. La lavanda ama i luoghi soleggiati e il suolo povero, ben drenato e ricco di calcare. Migliore è il drenaggio del terriccio, più a lungo potranno vivere le piante. Il ristagno – soprattutto in inverno – può provocarne la morte. Sarebbe indicato non permettere alla lavanda di crescere troppo rigogliosa, dal momento che il suo ciclo di vita ne verrebbe ridimensionato. La pianta dev’essere potata energicamente ogni anno per impedire che finisca per cadere a pezzi. Esistono due metodi testati e comunemente utilizzati per la potatura della lavanda. Ciascuno consiste nel praticare il taglio una seconda volta dopo la fioritura, in un periodo compreso tra la fine di agosto e metà settembre al più tardi. Successivamente le piante avranno ancora abbastanza tempo per ristabilirsi prima dell’inverno e potranno superarlo con rinnovato vigore (se necessario, sfoltire leggermente anche in primavera) e fioriranno con anticipo. Oppure in primavera, non appena la temperatura è abbastanza alta, in modo che le incisioni possano guarire nuovamente (in corrispondenza della fioritura degli esemplari di forsythia). È bene ricordare di potare energicamente la lavanda. In primavera le piante dovrebbero sembrare dei piccoli porcospini con un manto più o meno uniforme.

Issopo

L’issopo è un bel subarbusto che può essere coltivato in un’aiuola di erbe o anche come bassa siepe di confine. L’issopo ha una lunga stagione di fioritura e attrae un gran numero di api. L’erba era nota al medico greco Ippocrate, che ne consigliò l’impiego per il trattamento della bronchite. L’issopo è stato coltivato in chiostri e giardini rurali per centinaia di anni come spezia o pianta medicinale e prospera in tutti i terreni con buona capacità di drenaggio. È necessario procedere ad un’energica potatura una volta all’anno – in primavera, prima della gemmazione o alla fine dell’estate. Le piante più vecchie invecchieranno e moriranno. La regola più importante in merito all’impiego dell’issopo come erba aromatica consiste nell’utilizzarlo per condire un piatto finito, visto che in cottura rilascia un sapore amaro.

Verbena

La verbena è una delle erbacee aromatiche perenni (satureja montana). È particolarmente adatta come pianta da tè, dal sapore che ricorda vagamente il timo limone. L’aroma di limone a base di erbe è intensamente pronunciato in primavera, mentre da agosto fino a ottobre la pianta produce una gran quantità di fiori bianchi. Viene utilizzata come erba aromatica alla stregua del timo limone. Le erbacee perenni sono resistenti al taglio e possono anche essere coltivate come copertura.

lunedì 27 aprile 2020

VERDE TIME: "RISTRUTTURIAMO" LE PIANTE DA FIORE IN VASO


Già nel mese di marzo le piante da fiore in vaso avvertono l’arrivo della bella stagione, presentandosi con germogli lunghi 10-15 e anche 20 centimetri e poche vecchie foglie. La vegetazione cresciuta durante l’inverno è però molto debole, sottile, con foglie fini e di un verde molto chiaro ed esili piccioli: questa vegetazione va completamente eliminata perché sarà soggetta a malattie e parassiti e, in queste condizioni, difficilmente potrà regalare un’abbondante fioritura.
«Ristrutturate» perciò la pianta in vaso, in modo da permetterne lo sviluppo armonioso della chioma. Ecco come dovete operare:
  • eliminate i rametti ammalati, quelli marci, spezzati o troppo fini, avendo cura di disinfettare le forbici (con acqua e alcol in parti uguali) prima di potare un’altra pianta, per non rischiare di trasmettere malattie;
  • accorciate a 2-3 gemme tutti i rami che restano, avendo cura che l’ultima gemma sia rivolta verso l’esterno della chioma, che a sua volta va sfoltita nel centro, in modo che luce e aria possano penetrare al suo interno.
In questo modo la pianta crescerà sana, con foglie robuste e di un bel verde intenso.

domenica 26 aprile 2020

VERDE TIME: VERBENE PER IL GIARDINO


Il genere Verbena appartiene alla famiglia delle Verbenaceae (a cui dà il nome) e conta circa 250 specie tra annuali e perenni. L’origine del nome è controversa, secondo alcuni autori deriverebbe dal latino “Herba veneris” a ragione delle proprietà afrodisiache attribuite a Verbena officinalis L., pianta spontanea euro-asiatica presente in tutte le regioni italiane.
Tra le verbene perenni ci soffermeremo su Verbena bonariensis L. e Verbena rigida Spreng. (sinonimo Verbena venosa Gillies. & Hook.) due specie interessanti per le caratteristiche ornamentali.

Verbena bonariensis

Si tratta di una pianta erbacea cespitosa, originaria dell’America del Sud. Ha una forma molto particolare, slanciata, con internodi lunghi, dando alla pianta un aspetto molto sottile ed elegante e può arrivare fino a 2 metri di altezza. I fusti non hanno una sezione circolare bensì quadrangolare, tipici del genere Verbena. Le foglie sono strette e allungate (oblungo-lanceolate), opposte decussate cioè le coppie di foglie opposte sono orientate di 90° le une con le altre. Le foglie, inoltre, hanno il margine dentato e la pagina inferiore tormentosa, sono rugose e amplessicauli (abbracciano il fusto sul quale sono inserite). All’ascella delle foglie si originano gli assi vegetativi che porteranno i fiori. Questi ultimi sono piccoli e raccolti in infiorescenze a cima. La fioritura avviene nel periodo estivo, a partire da giugno. I fiori sono apprezzati dagli insetti (api, vespe, bombi, ecc.) tra cui le farfalle.

Verbena rigida

Si tratta di una pianta erbacea cespitosa, originaria dell’Argentina e del Sud del Brasile. Presenta tuberi caulinari cioè fusti sotterranei ingrossati dotati di gemme ascellari che daranno origine a nuove piante. Col tempo, pertanto, come tutte le piante tuberose, Verbena rigida tenderà ad espandersi nel terreno rischiando di diventare invasiva. Occorrerà pertanto, o delimitarne l’espansione tramite barriere poste nel terreno quali lamierini o tavole di legno oppure effettuare periodici interventi di contenimento manuale (scerbatura un paio di volte all’anno) .
Il fusto è quadrangolare, le foglie sono sessili (prive di picciolo), rugose con internodi corti, la vegetazione, quindi, risulta compatta e la pianta può essere impiegata come tappezzante. I fiori sono piccoli, riuniti in infiorescenze a corimbo che fioriscono a partire dal mese di giugno. Raggiunge un’altezza di circa 40-50 cm. Durante l’inverno, nei climi rigidi, le foglie si seccano ma dalla base delle piante, in primavera, si originerà una nuova vegetazione.

Coltivazione

Con inverni miti è sempreverde mentre se le temperature si abbassano la vegetazione può seccarsi e può ripartire in primavera, dalla base o dalle parti di pianta rimaste sotto la coltre nevosa. A questo proposito per riparare i getti basali si può ricorrere a pacciamatura con composta di foglie. E’ una pianta, in fatto di terreno, rustica, cresce in peino sole, resiste abbastanza bene alla siccità, e non si segnalano, almeno sinora, particolari malattie fungine o agenti di danno. Si dissemina con estrema facilità tanto che l’anno successivo alla prima fioritura la si può veder crescere in altre parti del giardino. Volendo seminarla si possono raccogliere i semi quando il fiore è completamente essiccato. Si prendono i fiori e li si scuotono in un contenitore. I semi sono molto piccoli e vanno seminati quando le temperature stagionali sono abbastanza calde, indicativamente a maggio. Le piccole piante ottenute da seme, si possono cimare quando raggiungono 8-12 cm di altezza in modo tale da ottenere più fusti da una stessa pianta.

sabato 25 aprile 2020

VERDE TIME: COME CREARE UNA AIUOLA

I giardini moderni sono costituiti da un insieme di elementi molto diversi tra loro. La maggior parte della superficie è normalmente occupata dal prato ai cui confini subentrano bordure e aiuole con in primo piano piccoli arbusti e piante da fiore annuali e perenni. A fare da sfondo si alzano gli arbusti più grandi e gli alberi che servono anche a nascondere la recinzione che, se troppo alta, dà a chi si trova nel giardino la sensazione di trovarsi in uno spazio chiuso e ristretto. Questo schema semplificato, cui possiamo far confluire un’infinità di varianti, ha lo scopo di conferire una certa profondità prospettica, capace di far apparire il giardino più grande di quanto in realtà non sia. Per un buon effetto estetico complessivo è importante che la linea di separazione tra il prato e un’aiuola o una bordura sia ben netta e definita. Le soluzioni possono essere molto diverse tra loro: essenziale è decidere fin dal primo momento quale adottare, in modo da poter mantenere una certa uniformità all’interno del giardino.

Prevediamo sempre degli ammendanti

Per quanto la terra del nostro giardino sia fertile, prediamo sempre degli ammendanti da aggiungere al terreno per ottimizzarne il drenaggio e la struttura. Torba, sabbia, letame maturo sono gli ammendanti ideali per dare al nostro terreno, prima coltivato a prato, la struttura idonea alla coltivazione di arbusti ed erbacee da fiore.

Come disegnare la FORMA

Il modo più semplice per disegnare la forma irregolare di un’aiuola, sia che si trovi in mezzo al prato, sia che si trovi posizionata a ridosso di un muro o una siepe, è utilizzare la canna dell’acqua. Appoggiamola a terra e disegniamo la forma voluta aiutandoci con dei picchetti di legno. Questo ci permetterà di disegnare delle curve morbide e naturali che poi seguiremo con la vanga per tagliare il terreno lungo i bordi.

PIÙ SEMPLICE MA CON PIÙ MANUTENZIONE

l metodo più semplice per delimitare un’aiuola è quello di creare un dislivello tra la superficie del prato e il terreno all’interno. Se il lavoro è ben eseguito la riuscita estetica dell’operazione è senz’altro apprezzabile. Il problema è che l’assenza di cordoli di contenimento rende nel tempo la separazione più labile. Le piogge, la crescita delle erbacce e l’assestamento della terra tendono a distruggere il confine che abbiamo creato. Perché questo non avvenga è necessario quindi intervenire con una certa frequenza per ripristinare il dislivello e mantenere evidente il contorno. Alla fine dovremo intervenire con la vanga almeno tre o quattro volte l’anno; questa soluzione si rivela come la più faticosa in assoluto.

venerdì 24 aprile 2020

VERDE TIME : CURIOSITA' TRA GLI AGRUMI

Coltiviamo il limone caviale

L’aspetto e la consistenza simile a quella del caviale, unitamente al sapore agrumato, rende la polpa di questo frutto ideale per la guarnizione di alcuni piatti o aperitivi a base di pesce.
Il suo nome botanico è Citrus australasica (o Microcitrus) e, come dice il nome, è originaria dell’Australia, dove viene normalmente chiamato Finger Lime per la forma dei suoi frutti (simili a piccole dita). In Italia lo conosciamo come limone caviale. È un agrume, ma la sua polpa appare divisa in piccole gocce semitrasparenti tanto da farla assomigliare al caviale. Da quando lo chef Cracco lo ha nominato, è partita la caccia a questa pianta, oggi disponibile anche in Italia preso numerosi vivai.

COME SI COLTIVA

È un agrume e come tale si può coltivare in piena terra nelle regioni del Centro-Sud e in vaso al Nord dove andrà riposto in serra durante i mesi più freddi. La pianta, dal portamento cespuglioso o ad alberello, ha un’altezza molto variabile, tra 2 e 7 metri e richiede le stesse cure delle altre piante del genere Citrus. Ha bisogno di un terreno ben drenato e fertile con un pH leggermente acido. Gradisce molta luce, ma non l’esposizione diretta al sole se non per qualche ora al giorno; l’irrigazione dovrà essere abbondante durante tutta la bella stagione, evitando rigorosamente i ristagni.

frutti dalla polpa MULTICOLORE

Il frutto è lungo non più di sette centimetri e spesso circa due. Al suo interno la polpa può essere di diversi colori, dal giallo al rosato, dal verde al rosso, dal piacevole gusto di agrume, una via di mezzo tra il limone e il pompelmoLa sua consistenza, simile a quella del caviale, lo rende ideale per la guarnizione di piatti a base di pesce e come tale è utilizzato ormai in tutta la cucina di alto livello.

giovedì 23 aprile 2020

VERDE TIME: CACYREUS MARSHALL L'AMMAZZA GERANI


Si chiama Cacyreus Marshalli ed è, apparentemente, un’innocua farfallina. Le sue larve vivono e crescono all’interno dei fusti e ne escono solo per mangiare quel che rimane della pianta, ma a quel punto il geranio è già condannato.
Ad aprile si ha l’abitudine di acquistare i gerani (si dovrebbero chiamare pelargoni) per decorare terrazzi e balconi. Ma negli ultimi anni questa pianta è stata colpita da un parassita prima sconosciuto, giunto probabilmente dall’Africa e velocemente ambientato nel nostro Paese.
Questo parassita porta a rapido deperimento e morte anche i pelargoni più belli e robusti lasciando al posto della cascata di fiori rossi e rosa uno spettacolo tristissimo. Non è stato facile individuarlo, ma ormai si sa quasi tutto di lui e del suo modo di aggredire la pianta e possiamo prevenirlo co i moderni insetticidi sistemici. Non dobbiamo però aspettare di vedere i primi sintomi: dobbiamo intervenire subito, quando mettiamo le piante nei vasi.

LA BOTANICA

Si chiama Cacyreus marshalli ed è una farfallina, con apertura alare di circa 2 cm e di colore bronzeo. L’abbiamo forse vista svolazzare intorno ai nostri gerani e l’abbiamo lasciata fare, insignificante com’è. Le larve, biancastre nelle prime fasi di sviluppo, ma di colore verde-giallo verso la maturità, attaccano esclusivamente piante di pelargone, scavando gallerie discendenti e svuotando completamente gli steli. Una volta fuoriuscite, grazie all’apertura di un piccolo foro circolare, si portano sui giovani germogli, sulle foglie e sui fiori di cui si nutrono sino a maturità. L’insetto, particolarmente attivo nei mesi estivi, causa la perdita dei fiori, lo svuotamento degli steli ed un rapido deperimento della pianta.

IL RIMEDIO

Il modo migliore per difendere i nostri gerani da questo parassita è distribuire nel terreno, al momento del rinvaso, un insetticida sistemico (esistono in pillole o liquidi da diluire con l’acqua delle annaffiature). Grazie a questi insetticidi la pianta diventa inappetibile dai parassiti. Al momento dell’acquisto controlliamo che il prodotto protegga dal Cacyreus Marshalli.

mercoledì 22 aprile 2020

VERDE TIME: DALIE FIORI ESTIVI FRA STORIA E CURIOSITA'



Dai colori sgargianti e dalle forme sempre diverse ed esuberanti, i fiori delle Dalie quando si schiudono sembrano come dei piccoli fuochi d’artificio che illuminano le aiuole, creando un piacevole effetto cromatico che interrompe il verde continuo della vegetazione.
Le ultime gelate tardive dovrebbero essere oramai alle nostre spalle; aprile è infatti il mese adatto per progettare nuove zone di coltivazione nel giardino, dando completo sfogo alla fantasia e andando a posizionare dove più vi aggrada i tuberi delle nuove dalie. Questi daranno vita in poche settimane a delle piante ben sviluppate che sapranno allietarvi con la loro fioritura, che procederà senza sosta dai primi giorni dell’estate fino ai freddi dell’autunno successivo. Non indugiate dunque nell’iniziare a strappare le erbacce e a dissodare il terreno: lo sforzo che vi si richiede in questi giorni verrà ampiamente ricompensato con lunghi mesi di fioritura.

SELEZIONATE DAGLI AZTECHI

Originarie del Messico e dell’America centrale le dalie erano già ben note agli Aztechi che le coltivavano verosimilmente per la decorazione dei palazzi reali e dei luoghi sacri.
La funzione estetica non era però il loro unico fine; le dalie venivano infatti utilizzate anche come alimento, come medicinale contro l’epilessia, come repellente contro le zanzare e inoltre i loro grossi fusti cavi servivano come recipienti per contenere l’acqua durante le battute di caccia. Il nome azteco delle dalie sembra proprio indicare quest’ultima funzione. Le prime notizie che si ebbero nel mondo occidentale sulle dalie risalgono a dei trattati di medicina e botanica di alcuni missionari spagnoli vissuti attorno al XVI secolo. Queste fonti parlano di piante in grado di fiorire per diversi mesi all’anno, con fiori di dimensioni molto grosse o anche ridotte e con tonalità che spaziano dal bianco al giallo, rosso, rosa o arancio. Tale varietà di forme e colori ci fa intuire che la selezione per la produzione di nuovi ibridi iniziò per mano degli Aztechi, molto prima che queste piante facessero il loro ingresso in Europa.
L’arrivo delle dalie nel vecchio Mondo viene datato attorno al XVIII secolo quando il direttore dell’orto botanico reale di Madrid, Antonio José de Cavanilles, ricevette una busta contenente dei semi di dalia proveniente dal Messico. In realtà però il vero scopo con cui questi semi furono inviati in Europa era quello di trovare una valida sostituzione alle patate. Fortunatamente per i nostri giardini le dalie vennero reputate commestibili ma di scarso valore alimentare. Ci si rese infatti subito conto che il senso maggiormente appagato da queste piante non era il gusto ma la vista. Lo stesso Cavanilles diede il nome alle dalie, volendo onorare il botanico, allievo di Linneo, Andreas Dahl. Da Madrid le dalie vennero poi diffuse nei maggiori orti botanici d’Europa, dove in alcuni paesi vennero chiamate poi Georgine in onore questa volta di un altro botanico russo: Georgi.
Le prime piante importate dalle Americhe appartenevano alle specie Dahlia pinnata e Dahlia coccinea. Da questi due primi esemplari partì subito un intenso lavoro di ibridazione da parte dei coltivatori, che portò alla comparsa, già nei primi anni del XIX secolo, di alcune dalie dal fiore doppio. Per vedere poi comparire delle dalie con il fiore così detto a “cactus”, si dovrà aspettare ancora un’ottantina di anni, quando sempre dal Messico venne portata la Dahlia juarezii, che a sua volta venne incrociata con le dalie già presenti.

FIORI GIGANTI O PICCOLISSIMI

Il genere Dahlia comprende circa 30 specie e più di 20.000 cultivar. Sono piante perenni dal portamento cespuglioso, che presentano di solito una radice tuberosa. Le loro foglie si presentano di un bel colore verde scuro, di forma pennata, anche se l’attrattiva principale è costituita dalle numerose infiorescenze. Spesso le dalie sono divise in base all’altezza che raggiunge la pianta adulta: si distinguono quindi le dalie da bordura alta e quelle di piccole dimensioni; entrambe possono essere coltivate per adornare il giardino o come fiore da recidere.
Un altro parametro per suddividere le dalie è la grandezza del fiore: possiamo così individuare delle dalie a fiore gigante, di dimensione media, piccolo o molto piccolo. In giardino sono piante perfette per creare delle masse colorate, in aiuole miste o anche da sole, nella formazione di bordure o da coltivare semplicemente in vaso.

martedì 21 aprile 2020

VERDE TIME: ACACIA, IL FIORE BUONO DA MANGIARE E CHE FA BENE

L’acacia (Robinia pseudoacacia) è una pianta ornamentale, ma anche officinale, che appartiene alla famiglia delle Fabacee.
Molto apprezzata per la bellezza dei suoi fiori dal colore bianco e profumato.
Originaria dell’America settentrionale e centrale, ha moltissime proprietà salutari, antisettiche astringenti e antinfiammatorie. In erboristeria è indicata per curare faringiti e stomatiti. Contiene vitamine come AB1B2 e minerali quali, ferro, magnesio, calcio, fosforo, sodio, potassio e zinco.
Essendo una pianta nettarifera, l’acacia è ampiamente usata nell’apicoltura.
Il fiore d’acacia ha un importante ruolo nutrizionale in alimentazione; i suoi bellissimi e candidi fiori attraggono le api che a loro volta producono un ottimo e pregiato miele, chiamato “miele di robinia o miele d’acacia”: stupendo, profumato, dal colore chiaro e dal gusto dolce.
L’acacia ha un fiore dalle proprietà diuretiche, aromatiche, lassative, emollienti, energizzanti e ricostituenti. Ricco di proteine, vitamine, sali naturali e aminoacidi; aiuta la digestione.
Provate l’infuso con 30 g di fiori essiccati in un litro di acqua; bevetene un bicchiere a fine pasto. Un ottimo rimedio in medicina naturale e in fitoterapia.

lunedì 20 aprile 2020

VERDE TIME : COME REALIZZARE IN GIARDINO UNA BORDURA MISTA


Una bordura mista è un insieme di piante dalle coloratissime fioriture e dal fogliame con diverse tonalità di verde. Per realizzarne una che dia risultati soddisfacenti occorre partire da un progetto di massima
Nella realizzazione di una bordura mista, l’obiettivo è quello di creare, con le piante, un angolo di giardino pieno di colori e ricco di varietà, in un miscuglio interessante per la maggior parte dell’anno. La particolarità di una bordura mista sta proprio nella progressione delle fioriture, che appaiono qua e là con masse di colori caldi, pastello, vivaci e in contrasto tra loro, che risaltano tra le diverse tonalità del verde del fogliame. Per questo le piante vanno scelte e posizionate con cura, preparando bene anche il terreno che le ospiterà.

Le operazioni colturali

Si dovrà preparare attentamente il terreno che ospiterà una bordura mista in autunno o a febbraio-marzo, così da poterlo lasciare a riposo per una quindicina di giorni prima di procedere alla messa a dimora delle piante. Per ottenere un buon risultato:
  • lavorate il terreno eliminando, anche manualmente, le erbe infestanti;
  • lasciate riposare il terreno per 10-15 giorni e procedete quindi a un ripasso per eliminare le infestanti che fossero nel frattempo ricresciute;
  • stendete su tutta la superficie uno strato di compost (5-8 cm di spessore) misto a letame ben maturo (circa 3 kg al metro quadrato) e del concime composto (tipo 8-24-24 in ragione di 300-400 grammi per metro quadrato), quindi interrate con una buona sarchiatura;
  • procedete alla messa a dimora degli arbusti, creando delle buche abbastanza ampie e aggiungendo alla terra di riempimento del concime a lenta cessione. Per i rosai o i piccoli alberi stendete sul fondo della buca un abbondante strato di letame ben maturo;
  • mettete a dimora le erbacee perenni, solitamente in numero dispari e a quinconce (cioè ai vertici di un triangolo equilatero) e le bulbose a fioritura estivo-autunnale. Le bulbose a fioritura primaverile dovranno essere piantate a settembre-ottobre;
  • predisponete su tutta la superficie un tubo per l’irrigazione del tipo «a goccia», facendo attenzione che tutta la superficie risulti coperta dall’innaffio;
  • stendete poi verso la fine di aprile-primi di maggio, su tutta la superficie uno strato di pacciamatura naturale (tipo corteccia di pino sminuzzata ecc.), che avrà il triplice scopo di: nascondere il tubo dell’irrigazione, limitare l’evaporazione e riparare le radici dal caldo estivo.

domenica 19 aprile 2020

VERDE TIME : BALCONI FIORITI COSA PIANTARE E COME PIANTARE NEI VASI


Le finestre dei nostri balconi, in questi giorni di inizio primavera sono come dei fogli da disegno bianchi, sui quali progettare e realizzare idee colorate con fiori e piante.
Se utilizzate gli elementi principali, come bulbipiante officinalifioriture stagionali, terriccio, fertilizzante e acqua nel modo corretto, le opzioni a disposizione sono infinite.
vasi per i balconi offrono ai giardinieri più esperti e agli amanti del giardinaggio un’occasione unica per fare quello che preferiscono di più: sperimentare!
I balconi delle finestre sono uno dei primi luoghi in cui un giardiniere può esercitarsi nella coltivazione delle piante. Lungo le vie di una città, per i vicoli di un piccolo paese, nelle case di campagna o di montagna, i balconi fioriti contribuiscono a dare colore al paesaggio circostante.
Anche se avete piena libertà nel realizzare questi vasi di piante ricche di colore, meglio farlo nel miglior modo possibile. Cerchiamo di descrivere alcuni semplici consigli da seguire per avere vasi da balcone ben realizzati e dai colori accattivanti.

Come mettere a dimora le piante del balcone

  • Il primo passo da fare è scegliere il contenitore che si vuole utilizzare e decidere dove volete posizionarlo sul balcone, se sporgente da una ringhiera, appeso ad un gancio o ad una trave sul soffitto. Non sottovalutate il peso dei contenitori tra i quali sceglierete: poiché una volta riempiti di terra, con le piante e l’acqua dell’irrigazione, il peso aumenterà ancora. Il consiglio è quello di scegliere materiali leggeri ma resistenti, come il legno o la resina, dalla forma che possa essere facilmente fissata per mezzo di staffe, catene, ganci o tiranti. Evitate di acquistare prodotti di qualità scadente, spenderete poco per avere poco. Vasi di buona qualità potranno essere utilizzati per più anni, in diverse stagioni, senza nessun problema.
  • Assicuratevi sempre che i contenitori che avete scelto, abbiano dei fori per il drenaggio. Per migliorare il deflusso dell’acqua piovana o dell’irrigazione, create sul fondo del vaso uno strato, di pochi centimetri, di materiale drenante, come pomiceargilla espansalapillo vulcanico e simili. Visto che il contenitore dovrà rimanere sospeso, scegliete il materiale più leggero possibile ma, allo stesso tempo, biodegradabile e naturale. Al di sopra dello strato di drenaggio posizionate, per essere precisi, del tessuto non tessuto, di grammatura non troppo pesante, per evitare che il terriccio fuoriesca dal fondo del vaso.
  • A questo punto riempite fino alla metà dei contenitori con del terriccio di buona qualità e posizionate le piante che avete scelto. Assicuratevi che queste abbiano spazio sufficiente per crescere, evitate di metterle a dimora, l’una attaccata all’altra per la paura che non riempiano a sufficienza lo spazio a loro dedicato. Dovete avere pazienza! Le piante cresceranno velocemente. Più le pianterete vicine, più dovrete seguirle con cura per farle crescere sane e rigogliose, con cimature e potature per evitarne il sovraffollamento.
  • Completate il riempimento del vaso con il terriccio necessario, avendo l’attenzione di compattare leggermente il substrato vicino alle nuove arrivate.
  • Come per tutti i nuovi impianti in vaso, selezionate piante che abbiano esigenze simili di acqua, luce e terriccio. Ricordate che le piante in vaso hanno bisogno di irrigazioni più frequenti di quelle in piena terra. Se possibile prevedete anche un semplice impianto di irrigazione Vi sarà utile nelle giornate più calde o in quelle ventose.
  • Al termine dell’impianto bagnate accuratamente tutti vasi, così da rendere ben umido il tutto il terriccio dei vasi.
Ricordate di non piantate troppo vicine le piante nei vasi dei vostri balconi, poiché questo potrebbe creare delle condizioni ideali per la diffusione di malattie delle piante.

Come scegliere le vostre piante

Il materiale vegetale che abbiamo a disposizione offre un’ampia gamma di soluzioni attuabili per creare balconi fioriti, ricchi di colore e movimento. er prima cosa, scegliete delle piante che abbiano, a maturità, delle dimensioni compatibili con quelle dei contenitori selezionati e con il balcone dove dovranno essere posizionate. Molte piante crescono bene su balconi con vasi rettangolari. Per avere una quinta verde in continua evoluzione, provate ad utilizzare una selezione di piante sempreverdi o perenni che mantengano le foglie o la struttura per tutto l’anno. A queste dovrebbero essere associate delle fioriture stagionali, da sostituire con l’avvicendarsi delle stagioni.
I garden centers e i negozi di vendita piante on-line offrono un’ampia gamma di prodotti a disposizione, sebbene ci sia un’ampia scelta di varietà tra le quali è necessario districarsi per avere fioriture per ogni stagione, dalla primavera all’inverno.
Se avete a disposizione un contenitore rotondo piuttosto capiente, al centro posizionate le piante più alte, in modo da non sovrastare le piante più piccole e compatte che sono state disposte come loro cornice. Questa disposizione vale ancora di più se il vaso dovrà essere visto da più angolazioni. Al contrario, se il contenitore deve essere posto contro un muro, gli arbusti e le piante più alte andranno disposte nella parte posteriore del vaso, con le piante più piccole nella parte frontale.
Se utilizzerete delle piante tappezzanti o ricadenti, mettetele a dimora lungo i bordi dei vasi appesi, in modo che le piante possano cadere a cascata dal vaso.
Cerchiamo di semplificare la selezione tra tutte le piante che possiamo scegliere, con dei piccoli consigli. Capiamo dove dovrete posizionare la pianta: in pieno sole o in ombra, in un luogo riparato o esposto ai venti dominanti.
I vasi posti in posizioni più esposte necessitano di innaffiature più frequenti e di maggiore intensità, poiché il vento asciuga velocemente il terriccio del vaso. In queste condizioni, impiegate piante più parche nel consumo di acqua, che minimizzano la traspirazione dalle foglie.
Se volete creare dei vasi da balcone per la stagione estiva, scegliete delle piante con foglie o fiori molto profumati, così che durante le belle giornate, con le finestre aperte, il profumo entri in casa.
Per il balcone delle finestre della cucina, perché non impiegare delle verdure o delle piante officinali da usare nella composizione delle ricette?
Per l’aspetto estetico, pensate all’effetto finale che vorreste: meglio una singola varietà in grade quantità, oppure una ripetizione simmetrica di più specie?
Una regola importante da seguire sempre, a costo di essere pedante: ricordate di mettere insieme piante che abbiano le stesse esigenze.  Impiegare piante acidofile insieme a piante adatte a terreni poveri e calcarei, sarebbe un errore di base che potrebbe compromettere tutti gli sforzi fatti.
Cinque piante per un posto al sole
Di seguito alcuni esempi di piante da impiegare in posizioni soleggiate.
  • Nasturzio, dalle foglie attraenti e fiori commestibili,
  • Petunia,dalle buone prestazioni per tutte le stagioni, con fiori di diverse dimensioni a seconda della varietà selezionata,
  • Helichrysum petiolare, con il fogliame grigio-argento, e dai fiori luminosi,
  • Edera, uno delle piante più affidabili, con le sue molteplici varietà dalle foglie molto fantasiose,
  • Pelargonium, indicato anche per i balconi più esposti a sole e vento, con foglie e fiori dai profumi intensi.
Cinque piante per un luogo ombreggiato
  • Impatiens, con i fiori dai tanti colori, perfetti per comporre vasi da balcone,
  • ‘Marinka’ Fucsia, una varietà di Fucsia eccellente per vasi sospesi e contenitori pendenti da travi o ganci,
  • Felci, un mondo verde di cui vale la pena fare un’approfondita conoscenza,
  • Ciclamini, una pianta dal portamento basso, con fiori dai colori accesi, per vasi fioriti nella stagione fredda,
  • Skimmiajaponica, una sempreverde acidofila, indicata per avere colore e struttura tutto l’anno.
Altri spunti su cosa può essere piantato in vasi, vasche, contenitori per balconi e finestre

Fiori

Fucsia, Petunia, Verbena, Geranio, Impatiens, Lobelia, Begonia, Bidens, Rose, Gigli, Lavanda, Salvia da fiore, Datura, Piselli da fiore, Pansè.

Sempreverdi

Cineraria, Salvia,Rosmarino, Juniperus, Pieris, Euonymus, Skimmia, Felci, Hosta, Timo, Santoreggia, Teucrium o Camedrio.

Verdure

Pomodori, Fagioli rampicanti, Fagiolini Nani, Peperoni, Peperoncini, Lattuga, Piselli, Cipolle, Scalogni, Aglio, Menta, Prezzemolo, Erba cipollina, Basilico, Melissa.

Frutta

Fragole, Mele, Pere, Fico, Agrumi, Mirtilli, Lamponi, More.

Quando piantare

In questo caso, il tempismo è un fattore essenziale per ottenere un risultato apprezzabile. Per avere dei balconi rigogliosi e fioriti in estate, è necessario mettere a dimora le piante da marzo/aprile in poi, a seconda delle zone climatiche nelle quali vivete. In regioni in cui possono presentarsi delle gelate tardive, meglio proteggere i nuovi impianti con adeguati teli in fibra sintetica o naturale.
Per i contenitori che dovranno mostrare il loro lato migliore in inverno, dovrete mettere a dimora i nuovi esemplari nei mesi di settembre/ottobre.
Se avete l’idea di utilizzare degli ortaggi nei vostri contenitori da balcone, avrete un risultato ottimale se li piantate o seminate tra aprile e luglio, a seconda delle specie e varietà.

Concimazione

La gran parte dei terricci impiegati per la realizzazione di vasi fioriti esaurisce i nutrienti disponibili per le piante in pochi mesi. Successivamente, sarà necessario somministrare alle piante dei concimi almeno una volta al mese, a seconda della dimensione dei vasi e alle varietà coltivate.
Se preferite nutrire le piante con regolarità ed ottenere risultati estetici migliori, è consigliabile utilizzare concimi liquidi solubili in acqua, completi degli elementi nutritivi primari, oltre ad i microelementi.
Per le piante acidofile, come azaleecamelierododendri, pieris, skimmie, hydrangee è necessario acidificare regolarmente il substrato dei contenitori mediante correttori di acidità, per far sì che le piante abbiano sempre a disposizioni le condizioni ottimali per svilupparsi.

Irrigazione

Non dimenticate che le piante che crescono in contenitori dipendono, molto più di quelle coltivate in piena terra, da voi per la somministrazione della giusta quantità di acqua, al momento più opportuno.
Per una crescita sana e rigogliosa delle vostre piante, un’irrigazione regolare è uno degli elementi fondamentali che non può essere trascurata!

Cose da ricordare quando si piantano dei vasi fioriti per i balconi

E’ importante ricordarsi di tenere ben presente alcuni principi di base per realizzare dei bei balconi colorati e per dar libero sfogo alla vostra creatività.
  • Usate la ripetizione nel vostro impianto. La ripetizione è un modo infallibile per dare un aspetto molto piacevole ad un balcone fiorito.
  • Selezionate un punto focale.Scegliere per primo un elemento di spicco che attiri su di sé l’attenzione di chi osserva il vaso, renderà più semplice il completamento con le altre piante.
  • Pensate alla trama. Definire tra i primi elementi del progetto la trama, consente di ottenere una consistenza morbida e suadente, ad esempio mescolando un ciuffo di pennisetum o di stipa tenuissima, con delle piante dal portamento verticale, come dei miscanthus.
  • Prendete spunto dal paesaggio circostante. Impiegate piante con foglie color rame o rosso arancio, da abbinare al colore di un acero giapponese nelle diverse stagioni. Completate con dell’edera a foglia verde, dal portamento ricadente o con del muschio, se le condizioni ambientali lo consentono.
  • Mantenete coerenza in forme e colori. Cercate di scegliere una tavolozza di colori uniforme per tutte le piante che metterete a dimora in tutta la casa. Per le piante da balcone, impiegate verde e bianco, con lievi note di giallo. Se il balcone si trova vicino ad un tavolo da pranzo o ad una stanza dove passate molto tempo, aggiungete ai vasi delle erbe aromatiche come timo, maggiorana, melissa, origano e menta, dalle foglie profumate.
  • Scegliete delle piante di fiducia. Dopo aver fatto più e più prove, selezionate le piante con le quali avete avuto maggiore successo e cercatele di combinarle al meglio, per ottenere risultati sempre nuovi ma affidabili.

Manutenzione

Le regole da seguire sono elementari: acquafertilizzanti e luce adeguate. Ma non dimenticate di mantenere in ordine le piante dei singoli vasi rimuovendo le foglie seccheingiallite o danneggiate e i fiori appassiti.Questo incoraggerà i nuovi fiori a crescere e manterrà le piante sane e dal fogliame vigoroso più a lungo.
Ruotate regolarmente la posizione dei vasi per garantire un’eguale esposizione alla luce solare e una crescita uniforme.
Verificate periodicamente la presenza di parassiti o malattie e trattate con un insetticida o fungicida, naturale se possibile, se necessario.