Tra le piante ornamentali più floride e originali, il papiro occupa certamente una posizione di rilievo. Mediamente facile da coltivare, e molto semplice da moltiplicare, può arricchire vasi e giardini, con il suo intenso verde e le foglie lunghe e sottili. Ma come coltivarlo, in balcone oppure all’aperto?
Il Cyperus papyrus è una pianta palustre e rizomatosa, appartenente alla famiglia delle Cyperaceae. Erba parenne, caratteristica delle aree calde e umide del Mediterraneo, in natura la pianta può raggiungere i due o i cinque metri d’altezza. Si caratterizza per un rizoma legnoso, un fusto eretto e trigono, con brattee lanceolate a ombrello. Anche le inflorescenze sono ombrelliformi e il periodo di fioritura tipico è tra luglio e settembre. Per la coltivazione domestica, così come facile intuire, si ricorre a varietà dalle dimensioni più contenute: la più diffusa è certamente il Cyperus alternifolium, una varietà originaria delle Mauritius e conosciuta come “falso papiro”, dalle forme contenute che raramente superano il metro d’altezza. Le informazioni riportate qui di seguito si riferiscono a queste varietà domestiche, ovvero di piccole dimensioni, che condividono pressoché tutte le stesse necessità di coltivazione.
Il clima ideale è quello mediterraneo, umido e dalle buone temperature. Il papiro trova infatti il massimo della sua crescita con la colonnina di mercurio tra i 20 e i 27 gradi, temperature più alte potrebbero risultare eccessive. Per questo motivo, sebbene la pianta ami la luce diretta del sole, nei periodi più caldi dell’estate è bene favorire una posizione di mezz’ombra, per evitare eccessivi riscaldamenti. In autunno e in inverno, invece, può resistere fino a 5-6 gradi.
Il terreno preferito è poroso, soffice e altamente drenante: sebbene la pianta gradisca delle annaffiature frequenti e una certa umidità, l’eccessiva concentrazione di acqua nel terriccio potrebbe portare le radici a marcire. Non sono necessari grandi interventi di fertilizzazione, ma il terreno potrà di certo essere blandamente arricchito con del concime organico, quale il compost.
Le richieste d’acqua sono normalmente importanti e crescono all’aumentare della temperatura. Per quasi tutto il corso dell’anno, trattandosi comunque di una specie di origine palustre, è necessario annaffiare quotidianamente. Come già accennato, però, si devono evitare gli eccessi d’acqua: il terriccio dovrà risultare solo blandamente inumidito.Il papiro è una delle piante più semplici da coltivare, anche perché la sua moltiplicazione è davvero rapida. Si adatta facilmente a qualsiasi tipologia di vaso, nonché in qualsiasi configurazione all’aperto, anche in prossimità di stagni artificiali e fontanelle.
La predisposizione del vaso è, come al solito, molto importante. Sul fondo andrà predisposto un letto di ghiaia e cocci per favorire il deflusso dell’acqua, anche da sostituire con argilla espansa se fosse il caso. Si riempie il tutto con del terriccio morbido ma poroso, eventualmente arricchito con del compost se necessario. In giardino, invece, non sono necessarie particolari opere di zappatura, ma può essere utile prevedere un accesso costante all’acqua, ad esempio con un piccolo canale di scolo.
Il papiro può essere coltivato per semina, per talea o per divisione del cespo. Le ultime due modalità sono le più frequenti, anche perché particolarmente semplici. La talea è immediata e quasi sempre efficace: è sufficiente recidere un esemplare apicale, comprensivo del suo ombrello, e tagliarlo al fusto per una decina di centimetri. Dopodiché si immerge capovolto in un contenitore d’acqua, anche un bicchiere, da conservare per qualche giorno al buio. Quando compariranno le prime radici, la pianta è pronta per il trapianto. La divisione del cespo si effettua in genere d’estate: il mazzo di papiri va separato con attenzione, per evitare di rovinare l’apparato radicale, quindi si trapianta immediatamente in due nuovi vasi.
Tra le operazioni di manutenzione ciclica, l’eliminazione di erbacce e altre piante infestanti, la rimozione degli esemplari rinsecchiti, il controllo di parassiti, tra cui le cocciniglie.
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