VERDE TIME

VERDE TIME

mercoledì 12 settembre 2018

VERDE TIME RISPONDE : COLTIVAZIONE DEL GELSOMINO


Sempre in risposta ad un vs quesito:

Le specie di Gelsomino (vero e falso) sono facilmente moltiplicabili da talea e la propagazione via seme è raramente utilizzata. Potete prelevare talee a partire da fine giugno, sulla vegetazione dell’anno che non ha quindi ancora generato fiori. Si procede prelevando circa 10 centimetri dalla punta del ramo, spuntando poi subito sotto un internodo.
Una volta ottenuta la talea , basterà invasarla e curarla in modo da mantenerla sempre umida.
Durante l’accrescimento dei primi 2-3 anni si deve intervenire con una potatura di formazione al fine di strutturare la giovane pianta nella forma desiderata a seconda dell’impiego: palmetta, cespuglio, rampicante (con predisposizione di tutori).
Il trapianto
Le specie sempreverdi si trapiantano in primavera; quelle a foglia caduca all’inizio della primavera o nel tardo autunno. Se pensate di coprire un muro con una siepe di Gelsomino dovete tenere presente che  il suolo in prossimità di opere edili è solitamente povero e secco (terra di riporto): aggiungete una generosa quantità di concime organico.
Scavate una buca di diametro doppio rispetto alle dimensioni del pane di terra.Posizionate la pianta e lavorate finemente il terriccio per chiudere la buca, colmatela, pressate bene e annaffiate in abbondanza.
I Gelsomini e i loro omonimi falsi non hanno richieste particolare per il tipo di substrato: certamente temono i ristagni idrici e prediligono quindi un terreno di medio impasto che consenta l’allontanamento dell’acqua in eccesso. Una buona concimazione annuale a base di stallatico o letame costituisce la base della fertilizzazione che può essere completata con un arricchimento ad opera di fertilizzante liquido -fogliare o radicale- all’inizio della ripresa vegetativa (marzo-aprile).
Posizionamento e tutori
Come abbiamo già detto, il portamento tipico delle specie di Gelsomino rende necessario posizionare uno o più tutori vicino alla pianta. Esistono in vari materiali, colori e dimensioni; il legno deve essere impregnato contro gli agenti atmosferici, il metallo dovrebbe essere zincato o inox.
I tutori sono obbligatori anche se la pianta viene addossata a murature (oggetti o pareti) perché non è in grado di attaccarsi da sola, come invece fanno edera e viti. È meglio essi siano distanziati dalla parete di circa 5 cm, per favorire l’attorcigliamento o il fissaggio dei tralci.
I fissaggi si fanno con legacci in rafia o tubetto di plastica forata, lasciandoli morbidi attorno al fusto, e ponendoli a intervalli regolari per distanziare i tralci e limitare il rischio di affollamento eccessivo. Ogni anno in inverno vanno controllati, allentati o sostituiti; in estate invece si fissano i tralci in allungamento.
Potatura
Per quanto riguarda la potatura di piante adulte, come tutti i rampicanti, i Gelsomini gradiscono una severa potatura in primavera dopo l’impianto, per stimolare una crescita rigogliosa. Negli anni successivi al trapianto la potatura di manutenzione si effettua dopo la fioritura o in riposo vegetativo a seconda delle specie e delle necessità specifiche (vedi post specifico sulla potatura dei gelsomini).
I suoi nemici e i rimedi
Molta attenzione al ristagno idrico che determina un appassimento generalizzato ed è di solito insanabile.
Tra i parassiti fitofagi troviamo gli afidi (Aphidoidea) e le cocciniglie (Coccoidea) che potenzialmente aprono la strada a infezioni di Botrytis cinerea o altre muffe. Come rimedi suggeriamo trattamenti naturali come irrorazioni a base di Ortica, Neem ed Equisetum. In alternativa e per combattere forti infestazioni si può ricorere a insetticidi e fungicidi sintetici facilmente reperibili nei garden center.
Per quanto riguarda le specie meno rustiche si sottolinea la necessità di prevedere e contrastare i possibili danni dovuti al freddo. Lo spostamento delle piante sensibili coltivate in vaso resta una soluzione necessaria quando possibile, mentre la scelta della posizione della messa a dimora e la successiva protezione ad hoc con sistemi fisici o chimici valgono come difese in caso di coltivazioni in piena terra. In questo caso si sottolinea l’importanza della protezione dell’apparato radicale e dunque del suolo che lo ospita: una spessa pacciamatura in paglia ad esempio aiuterà enormemente le nostre piante a sopravvivere all’inverno.

Nessun commento:

Posta un commento