Tra i fiori più delicati di fine primavera e inizio estate, la campanula è una pianta da sempre molto apprezzata e ampiamente diffusa in tutta Europa. Perfetta per vasi colorati, ma anche per piccole aiuole e muretti, come coltivare questo cespuglio fiorito in modo autonomo?
Prima di fornire i consigli utili per la coltivazione della campanula, va sottolineato come la famiglia d’appartenenza includa decine di specie, che si differenziano l’un l’altra per dimensione, colore, periodo di fioritura e molto altro ancora. Per scegliere la varietà migliore rispetto alle proprie esigenze, utile sarà fare affidamento al proprio fiorista o vivaio di fiducia.
Per Campanula si intende un numero ben nutrito di piante appartenenti alla famiglia delle Campanulaceae. Dal ciclo annuale o biennale, si caratterizzano per il tipico fiore a campana – da cui prendono il nome – e per la loro estrema diffusione. Sono infatti presenti in natura in tutta Europa e trovano, soprattutto nell’area del Mediterraneo, il loro habitat d’elezione. Spesso sempreverdi, sebbene la fioritura sia quasi sempre tardo-primaverile, le campanule presentano delle foglie dentellate, dalla forma ovale o vagamente simile a cuori. I fiori sono penduli, possono raggiungere grandezze diverse – anche di cinque centimetri – e le tonalità più diffuse sono il bianco, il rosa, il lilla, il blu e il viola intenso. Esistono diverse centinaia di varietà, molte delle quali spontanee nei campi di tutta Italia. Dalla Isophylla tipica delle zone montane alla inflorescenze accatastate della Pyramidalis, vi è davvero l’imbarazzo della scelta.
In linea generale, il clima preferito è quello mite della primavera, non eccessivamente freddo né eccessivamente caldo. Pur non disdegnando la luce, la pianta potrebbe però soffrire l’esposizione diretta al sole, per il brusco innalzamento della temperatura che questo potrebbe comportare. Non a caso, in natura le si trova spesso all’ombra di alberi, rocce o come colorato manto del sottobosco.
Il terriccio ideale è ben drenato, morbido, arieggiato e dalla consistenza quasi sabbiosa. Sebbene la pianta non richieda grandi necessità per il suo sviluppo, data la sua natura rustica, può essere utile una ciclica concimazione organica o con compost. Il terreno stesso dovrà però sempre essere mediamente umido, non eccessivamente bagnato per evitare i ristagni, poiché il fiore ha bisogno di un fabbisogno costante d’acqua. Se all’aperto, nel periodo primaverile potranno essere più che sufficienti i fenomeni atmosferici. In estate, soprattutto nelle zone più calde dello stivale, le necessità d’annaffiatura potrebbero essere quotidiane.
Quasi tutte le varietà di campanula sono di facile coltivazione: crescono efficacemente sia in vaso che in piena terra in giardino, senza particolari esigenze. Fondamentale, tuttavia, sarà predisporre gli spazi e il terreno adeguato per la semina.
Per il vaso, si opti per un contenitore di media grandezza, non eccessivamente profondo, da riempire sul fondo con un letto di ghiaia, cocci e sabbia per favorire il deflusso dell’acqua. Quindi si inserisce un terriccio morbido e concimato, come già ricordato anche con compost, e si inumidisce leggermente il tutto. I semi andranno sparsi direttamente sulla superficie e ricoperti da un sottile strato di suolo, una velatura molto blanda e inumidita. Lo stesso procedimento di semina vale anche per la coltivazione in piena terra, predisponendo una certa distanza tra gli esemplari poiché la pianta si sviluppa sia in orizzontale che in verticale.
Se si opta per la prima soluzione, ad esempio per abbellire un balcone estivo, si tenga presente come la campanula possa richiedere opere di rinvaso quasi a cadenza annuale: mentre all’esterno tende a produrre degli affollati cespugli fioriti, le radici si sviluppano continuamente nel terreno. Di conseguenza, può essere utile all’inizio della primavera trasportare la pianta in un vaso più grande. In giardino questo onere si rende meno evidente, data la possibilità della campanula di svilupparsi senza troppi ostacoli sotto il suolo, ma potrebbero essere richiesti dei ciclici interventi di potatura. Qualora si volessero conservare le caratteristiche genetiche del cespuglio originario, si può ricorrere alla talea: si taglia un rametto di circa una decina di centimetri e lo si pianta direttamente nel terreno, creando un ambiente molto umido per favorire lo sviluppo delle radici. Per farlo, si può ricorrere a una copertura in plastica da riporre sopra la pianta fino all’apparizione di nuove gemme o germoglio.
Vale la pena di ricordare, infine, come la pianta possa soffrire l’attacco di parassiti e insetti, tra cui gli afidi.
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