Crostini ai fiori di nasturzio.
Il nasturzio, il cui nome scientifico è Tropaeolum majus , è una pianta originaria del Perù e appartenente alla famiglia delle Tropaeolaceae.
Le parti commestibili del nasturzio ricordano come gusto un pò il sapore del crescione. (Famiglia delle Crucifere)
Questo sapore affine è dovuto al fatto che Crucifere e Tropeolaceae sono due famiglie abbastanza vicine tra loro anche per le sostanze chimiche che vengono sintetizzate in queste piante.
Le parti commestibili del nasturzio ricordano come gusto un pò il sapore del crescione. (Famiglia delle Crucifere)
Questo sapore affine è dovuto al fatto che Crucifere e Tropeolaceae sono due famiglie abbastanza vicine tra loro anche per le sostanze chimiche che vengono sintetizzate in queste piante.
Da dove deriva il nome Nasturzio?
Il nome italiano di nasturzio è stato preso in prestito da un tipo di crescione, che in latino si chiama Nasturtium officinale.
Le due piante, però, non hanno nulla in comune, se non l′essere commestibili, il sapore piccante delle foglie e l′amore per i luoghi umidi.
Linneo, famoso botanico del Settecento, diede al Nasturzio il nome Tropaelum, dal latino ′tropaeolum′ che indica il tronco di un albero a cui sono appesi i trofei di battaglia (come armi e armature); tropaeolum è anche la radice della parola ″trofeo″, dal greco tropaion. Se guardiamo attentamente alle foglie come scudi e ai fiori come elmi, diventa più chiara l′origine del termine.
Il Nasturzio venne introdotto in Europa circa nel 1684. Venne usato a lungo solo come pianta ornamentale prima di conoscere alcune virtù terapeutiche per cui il suo primo impiego fu per la pulizia del sangue.
Ricordiamo che il nasturzio è un ottimo attivatore del sistema immunitario e viene utilizzato anche nella cura delle infezioni alle vie respiratore e ai reni. E’ espettorante, tonico, antispasmodico, bechico (capace di calmare la tosse).
Le due piante, però, non hanno nulla in comune, se non l′essere commestibili, il sapore piccante delle foglie e l′amore per i luoghi umidi.
Linneo, famoso botanico del Settecento, diede al Nasturzio il nome Tropaelum, dal latino ′tropaeolum′ che indica il tronco di un albero a cui sono appesi i trofei di battaglia (come armi e armature); tropaeolum è anche la radice della parola ″trofeo″, dal greco tropaion. Se guardiamo attentamente alle foglie come scudi e ai fiori come elmi, diventa più chiara l′origine del termine.
Il Nasturzio venne introdotto in Europa circa nel 1684. Venne usato a lungo solo come pianta ornamentale prima di conoscere alcune virtù terapeutiche per cui il suo primo impiego fu per la pulizia del sangue.
Ricordiamo che il nasturzio è un ottimo attivatore del sistema immunitario e viene utilizzato anche nella cura delle infezioni alle vie respiratore e ai reni. E’ espettorante, tonico, antispasmodico, bechico (capace di calmare la tosse).
Ingredienti
- Fiori di nasturzio
- Scalogno
- 1 carota piccola
- 40 gr di acciughe sottolio
- 4 uova
- olio extravergine d’oliva
- noce moscata
- pane
- sale e pepe
Preparazione
Preparate un trito di cipolla, carota e acciughe e fatelo rosolare per alcuni minuti; nel frattempo sbattete le uova aggiungendo noce moscata, sale (fate attenzione perché già le acciughe sono salate!) e pepe quanto basta.
Unite il tutto al trito di cipolla e cuocete sbattendo con una frusta o rimescolando con un cucchiaio di legno in modo strapazzare le uova.
Tostate le fette di pane (toscano oppure integrale), versateci sopra un filo di olio, aggiungete le uova strapazzate ancora ben calde e guarnitele con i fiori di nasturzio freschi.
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