Viva il rosso
I fisici lo misurano in millesimi di millimetro di lunghezza d’onda (da 0,8 a 0,65 μ), i chimici lo usano per ottenere inchiostri e miscele, i pittori lo considerano un pigmento da usare con parsimonia, i politici lo adorano o lo detestano secondo i punti di vista, mentre a noi che ci adoperiamo in giardino, per diletto o per professione, generalmente il rosso piace molto in teoria… ma non abbastanza in pratica, forse perché talvolta non lo utilizziamo con i dovuti accorgimenti. Va sempre considerato che non solo è uno dei sette colori fondamentali dello spettro visibile, ma è anche uno dei tre colori primari al pari del giallo e del blu, con i quali viene variamente mescolato allo scopo di ottenere due tinte secondarie, vale a dire il viola e l’arancione. Quando è puro, si tratta in ogni caso di un colore un po’ “problematico”, tanto che spesso lo ignoriamo di proposito proprio perché non si sa bene come usarlo, nel timore di creare pasticci o, peggio, orripilanti macchie che s’inquadrano più nel kitsch che non nell’arte decorativa. E in questo sbagliamo, perché, come scriveva il grande paesaggista Christopher Lloyd, “evitare di coltivare fiori rossi, con la motivazione che si tratta di un colore difficile, è tragico quanto desiderare di arrivare alla mezza età prima di aver assaporato l’elisir di essere giovani, audaci e liberi”. Il risultato è che frequentemente assistiamo ad una malinconica parata di “white gardens”, di bordure bianco-grigiastre o, al massimo, di timide pennellate sui toni del pastello: il tutto, forse, in omaggio ai sacri principi del moderno giardinaggio inglese (alla Sackville-West, per intenderci), in parte male interpretato e in parte troppo mitizzato. Una sapiente trasfusione di rosso, invece, conferisce un tocco di sensualità e quasi sempre introduce piacevoli sorprese: insomma, non è vero che il rosso è grossolano e che lo smorto è bello. Ma, come sempre suggeriamo, il senso della misura è fondamentale.
Situazioni, consigli, associazioni
A volte non basta inserire del rosso in una scena per ottenere l’effetto desiderato. Per esempio, per “sostenere” delle Linaria, dei Verbascum o delle Stachys, non è sufficiente un gruppo di Salvia rossa, ma occorre che alle loro spalle si stagli un arbusto di Cotinus ‘Royal Purple’ o una Rosa con foglie rosseggianti per rendere più articolata e attraente la composizione.
Una vampata di rosso può modificare il modo in cui osserviamo le singole piante. Per esempio, le “erbe” (o graminacee) sono spesso molto interessanti, ma talvolta il nostro sguardo si limita a “scorrere” su di loro. Si provi invece a mescolarvi delle macchie rosse, come le foglie autunnali di Vitis vinifera ‘Purpurea’ o di Vitis coignetiae e l’effetto dei contrasti risulterà totalmente differente.
Non sono moltissime le perenni caratterizzate da un colore rosso puro, così che alcune volte bisogna ricorrere alle specie annuali: il fuoco con cui si esprimono gli Amaranthus è pressoché impareggiabile.
Non è sempre detto che le piante “rosse” (o quasi rosse) debbano venire associate ad altre perenni od arbusti colorati. In più di un caso, infatti, è sufficiente che lo sfondo sia costituito da un bel “verde”. Si faccia la prova, ad esempio, con le difficili Oxalis bowiei e alcune Lobelia.
Parecchie varietà del genere Heuchera hanno foglie rossastre, che però tendono ad avvizzire se poste in pieno sole o ad essere invisibili se sono in ombra. Trovata la giusta posizione (con sole solo di mattino), esse si esaltano se poste in vicinanza di “ondate” di graminacee dalle tinte similari, come Imperata cylindrica ‘Rubra
I gialli delicati (non troppo forti) di alcune Achillea si esaltano se nei pressi sono coltivate piante dai toni forti del rosso-mattone o rosso-bronzo, come quelli di Sedum telephium ‘Purple Emperor’ o di Sempervivum ‘Corsair’. Il mutuo scambio di favori fa bene anche a queste succulente, che altrimenti rischiano di passare quasi inosservate in parti poco illuminate del giardino.
Sempre giocando con la combinazione rosso-giallo, a volte si ottiene un abbassamento delle vibrazioni eccessive del primo. Per esempio, accanto ad un gladiolo vivacissimo come ‘Robinetta’, la tonalità un po’ fredda di Dianthus knappii funge da sapiente moderatore.
I colori “scarlatto” o anche “rosso violaceo” sono i migliori compagni delle piante sui toni pastello, come il pesca o il rosa salmone. In questo senso, un rosaio come ‘Scharlachglut’ dà la giusta evidenza a certi Hemerocallis, come ‘Gaucho’ o ‘Christmas Is’.
I rossi caldi e vivi, che sono tipici di perenni esaltanti qual è Lychnis chalcedonica, aiutano a stimolare la potenza del fogliame o degli steli quasi scuri di altre specie, che pure sono dotate di fiori giallo oro (v. Ligularia dentata). Un effetto ancor più sorprendente si ottiene con la coppia Lychnis chalcedonica / Sambucus nigra ‘Eva’.
Qualora sia necessario dare risalto ad alcune tappezzanti dalle tinte scure, qual è Ophiopogon planiscapus ‘Nigrescens’, si ottengono buoni risultati con l’impiego di una specie che coltiviamo come annuale, Coleus (oggi chiamata Solenostemon).
Alcune piante fanno tutto da sé, senza che il giardiniere debba intervenire per migliorare la scena. I Cornus, come C. florida ‘Cleary Moon’, in autunno hanno la bella idea di colorare di rosso vivo le foglie, senza peraltro perdere un po’ di macchie di un bellissimo verde con cui creano un contrasto impressionante.
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