VERDE TIME

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giovedì 1 aprile 2021

VERDE TIME LEZIONI DI GIARDINAGGIO: LAVORI IN GIARDINO DI APRILE

 


Concimazioni
Effettuare una concimazione completa con un prodotto chimico-organico su tutte le piante del giardino.
Interventi fitosanitari
Afidi: le condizioni climatiche di aprile favoriscono gli attacchi di questo parassita sulla nuova vegetazione. Si può intervenire con un prodotto a base di Lambda cialotrina (ad es. il Karate, da usare nelle dosi di 60 g per 100 l di acqua), efficace anche nei confronti di aleurodidi e lepidotteri.
Funghi: le infestazioni fungine più frequenti in questo mese sono ticchiolatura, muffa grigia e ruggine. Contro queste malattie è consigliabile l’utilizzo di Pomarsol (250 g per 100 l di acqua), a base di Tiram 49%. In caso di oidio, s’impiega il Tiovit Jet (il cui principio attivo è lo zolfo 80%) nella dose di 250 g per 100 l di acqua. Per migliorare l’adesività dei prodotti sugli organi vegetali, si consiglia l’utilizzo di un collante (ad es. Etravon: 50 cc per 100 l di acqua).

Pacciamatura
Questa pratica consiste nel distribuire sulla superficie del terreno uno strato di materiale organico di varia natura. Svolge numerose funzioni: conserva l’umidità del terreno limitando la traspirazione, protegge le radici dalle variazioni di temperatura, evita il compattamento del suolo e ostacola la proliferazione delle erbe infestanti impedendone la germinazione. Infine apporta elementi nutritivi al terreno e ne migliora la struttura.
Il periodo migliore per eseguire la pacciamatura è compreso tra i mesi di aprile e giugno, quando il suolo è sufficientemente caldo ed umido, e le piante sono in pieno sviluppo. Nel caso in cui il clima sia particolarmente siccitoso, è consigliabile bagnare abbondantemente prima di procedere.
Occorre eliminare le erbe infestanti eventualmente presenti, sarchiando il terreno con l’aiuto di una zappa o di una forca, o praticando un diserbo manuale per asportare tutto l’apparato radicale delle “erbacce”.

A questo punto si può pacciamare: distribuire il materiale organico su un’area più estesa di quella interessata dalle radici di alberi e arbusti di circa 30-40 cm, e livellare con un rastrello in modo da ottenere uno strato uniforme spesso circa 5-8 cm.
Se il materiale pacciamante ha una struttura grossolana facilita il passaggio dell’acqua verso le radici delle piante e ostacola maggiormente la germinazione delle infestanti; se, al contrario, la struttura è troppo fine, il materiale organico tende a mescolarsi rapidamente al terreno.
Principali sostanze vegetali che possono essere utilizzate:
–    aghi di conifere, ideali per pacciamare piante acidofile (azalea, camelia, pieris, rododendri, ecc.)
–    letame poco decomposto
–    fieno (se non vi è il rischio che contenga semi di infestanti)
–    fronde secche di felci sminuzzate
–    paglia, da distribuire in strati spessi circa 10 cm (in zone non a rischio di incendio)
–    residui di vegetazione, a patto che non siano stati trattati con diserbanti, fungicidi, insetticidi e non contengano semi di infestanti (prima di utilizzarli devono essere triturati finemente)
–    residui di torba
–    truciolato di corteccia
Un ottimo pacciame può anche essere ottenuto con il compostaggio dei rifiuti vegetali della cucina e del giardino mescolati con del letame bovino.
In alternativa si può effettuare una pacciamatura inorganica con l’utilizzo di tessuti di plastica verde (“teli antiradice”) fissati al suolo con picchetti.


ALBERI
In questo periodo numerose specie e cultivar di Prunus sono in piena fioritura e regalano uno spettacolo incantevole: i più decorativi sono il P. subhirtella ed il P. serrulata. Si possono ammirare anche i primi fiori su Paulownia tomentosa e su alcune specie di Magnolia (tra le specie con fioritura più appariscente: Magnolia denudata, Magnolia liliflora ‘Purpurea’ e M. l. ‘Nigra’, Magnolia stellata, Magnolia x soulangeana).
Trapianti
Proseguire con i trapianti delle conifere e delle latifoglie “di zolla”.


RAMPICANTI

Tra i rampicanti, in questo periodo fioriscono alcune Clematis, che rallegrano i nostri giardini con grandi quantità di fiori delicati.
Legare ad appositi sostegni i nuovi getti dei rampicanti, senza stringerli troppo. Il supporto deve essere adeguato alle dimensioni finali e al vigore della pianta.
I graticci in legno o in plastica rappresentano il sostegno migliore per le piante volubili che vi si attorcigliano intorno per mezzo di viticci (Passiflora), piccioli (Clematis) o fusti (Akebia).

ARBUSTI

Compaiono i primi fiori su Osmarea burkwoodii, Cercidiphyllum japonicum, Paeonia, Azalea, Rhododendron, Clematis e su alcune varietà di viburni.

Messa a dimora
E’ il periodo ideale per realizzare macchie di acidofile, con Azalea, Camellia, Erica, Pieris, Rhododendron, Skimmia, ecc. Scegliere una posizione riparata e scavare una buca profonda circa 50 cm. Se il terreno è calcareo, per evitare infiltrazioni di acqua alcalina, isolare le pareti con fogli di polietilene.
Sistemare le piante, colmare lo spazio rimanente con terriccio di erica mescolato a torba acida e aggiungere un concime complesso con microelementi. Per le irrigazioni, che dovrebbero essere effettuate con acqua non calcarea, raccogliere acqua piovana in apposite cisterne.
Ogni 2 o 3 giorni annaffiare abbondantemente le piante appena trapiantate, zappettare il terreno intorno ad alberi e arbusti ed eliminare eventuali infestanti.
Per limitare lo sviluppo delle infestanti, in alternativa a una pacciamatura di torba o corteccia tritata, si possono mettere a dimora piantine tappezzanti, come: Campanula portenschlagiana, Erica, Gaultheria procumbens, Pachysandra terminalis ‘Green Carpet’, Veronica spicata, Geranium macrorrhizum.

Potature
Ad aprile si potano gli arbusti che sono fioriti sul legno vecchio e che hanno ormai concluso la fioritura (Exochorda x macrantha, Forsythia, Kerria japonica, Prunus da fiore). Accorciare la nuova vegetazione, e recidere i rami che hanno portato i fiori all’altezza della gemma vicino alla congiunzione con il ramo principale più vecchio.
Tutti gli arbusti a foglia caduca e fioritura primaverile, come calicanto (Chimonanthus praecox), filadelfo (Philadelphus coronarius), lillà (Syringa vulgaris), biancospino (Crataegus monogyna), pallone di maggio (Viburnum opulus) o gelsomino di S. Giuseppe (Jasminum nudiflorum) in generale devono essere potati dopo la fioritura, per eliminare le infiorescenze o sfoltire la chioma.

Siepi
Se non è già stato fatto, potare le siepi di Ilex aquifolium, Lavandula, Prunus laurocerasus e P.lusitanica, Rosmarinus officinalis.
Per incrementare l’espansione in larghezza, si effettua una cimatura, asportando l’apice dei nuovi germogli in vegetazione. Questo stimola l’emissione di gemme in corrispondenza dell’ascella delle foglie poste sotto il punto cimato, con conseguente sviluppo dei getti laterali e quindi un incremento della ramificazione e una vegetazione più folta.

Sempreverdi
La potatura deve essere limitata al dopo trapianto. Si interviene comunque quando gli
arbusti sono stati danneggiati dal freddo, accorciando i nuovi getti ed eliminando il legno morto fino al punto in cui ci siano dei segni di rigenerazione.
Spesso gli arbusti a foglia persistente, come il bosso, hanno una crescita molto lenta, e potature troppo frequenti o drastiche possono ridurre le energie della pianta.



PIANTE ERBACEE PERENNI
Dopo aver preparato il terreno, si possono mettere a dimora numerose erbacee perenni (Achillea, Aquilegia, Agapanthus, Aubrietia, Campanula, Cortaderia, Delphinium, Dianthus, Digitalis, Helleborus, Heuchera, Iberis, Rudbeckia, Sedum, Veronica). Per creare bordure decorative un’ottima soluzione è Santolina chamaecyparissus che ha foglie persistenti di colore grigio e fogliame fine e compatto, ideale per potature in forme arrotondate o a cuscino.
Eliminare le infestanti dalle perenni messe precedentemente
a dimora, asportandole con le mani o con un tridente, ed evitando di zappettare per non danneggiare le radici superficiali.
Prima che si siano accresciute troppo, disporre delle astine con funzione di tutore vicino alle piante con fusto debole (Althaea, Anthemis, Catananche, Polemonium), così da garantire una crescita ordinata e fornire una protezione dal vento e dalla pioggia, o per sostenere le cime che in fioritura diventano pesanti (ad es. Delphinium, Erigeron, Gaillardia, Paeonia).
Per le piante cespitose occorre un tutore ad anello o a gabbia.

Spuntare i germogli
Verso la fine del mese spuntare i giovani germogli e i getti deboli, per favorire la ramificazione e la formazione di gemme fiorifere e avere una vegetazione più ordinata.
Aromatiche
Lavanda, erba cipollina, santoreggia, salvia ornano il giardino e lo arricchiscono di profumi.
Le aromatiche prediligono posizioni soleggiate e terreno sciolto, fertile e ben drenato.

Propagazione
E’ ancora possibile dividere i cespi di Agapanthus, Campanula, Helleborus, Kniphofia, Ligularia, Delphinium, Helenium, Phlox paniculata, Aster e molte altre. Si solleva con una vanga la zolla attorno a una pianta ben sviluppata e si seziona in 3 o 4 parti con la rispettiva porzione di radici. Si ripianta, e si sparge sul terreno del compost anche non completamente decomposto che servirà ad apportare nutrimento e riparo alle nuove piantine. In questo modo si può rinnovare una bordura ormai vecchia che ha esaurito la sua capacità fiorifera.
Delphinium belladonna e D. elatum si moltiplicano tramite talea di germogli basali. Si prelevano talee lunghe 8-10 cm e si piantano in letto freddo in un miscuglio composto da parti uguali di sabbia e torba. A settembre le nuove piantine saranno pronte per essere trapiantate a dimora.

PIANTE ERBACEE ANNUALI E BIENNALI
Tra le piantine poste in terra nel periodo autunnale, come pratoline o viole, distribuire uno strato di concime con elevato titolo di potassio, addizionato con cornunghia per stimolare la fioritura. Annaffiare regolarmente le viole del pensiero, la violacciocca e le altre biennali in pieno sviluppo, zappettare il terreno circostante per eliminare le infestanti.

Preparazione del terreno e nuove semine
Se non è già stato fatto, occorre preparare il terreno per le nuove piantagioni. Vangare in profondità, se ci sono parassiti somministrare un prodotto geodisinfestante e lavorare la superficie del suolo fino a renderla friabile e leggera. Poi seminare le annuali rustiche (Calendula, Clarkia, Delphinium, Eschscholzia, ecc.): si tratta di piante che non vogliono concimazioni abbondanti, poiché i terreni troppo ricchi favorirebbero la produzione di foglie a scapito dei fiori.
Tra le annuali seminare in piena terra nigella, nasturzi (Tropeolum sp.), girasoli, Cosmos, Lavatera, lino a grandi fiori; e in vasetti con successivo trapianto zinnie, belle di notte (Mirabilis jalapa), e cosmee.

Messa a dimora
All’aperto mettere a dimora le annuali rustiche e le annuali e biennali allevate in ambiente protetto e già ben sviluppate.
Prima dell’impianto preparare il terreno, ripulendolo dalle infestanti e, se necessario, incorporando sostanze organiche (letamino decomposto, torba, terriccio o altro), per migliorarne la struttura e la fertilità: con la vangatura si interra del buon letame maturo (30 kg. ogni 10 mq) e del concime ternario (500 g).
Per fare trapianti in aiuole di grandi dimensioni, utilizzare un asse di legno su cui appoggiarsi, in modo da non lasciare impronte sul terreno.

Ultimi freddi
Predisporre ripari per le nuove piantine, tenendo a portata di mano teli di “tessuto non tessuto” per eventuali gelate tardive. Conviene anche mantenere una scorta di piantine sotto vetro da sostituire a quelle che eventualmente non si sviluppano.
Una annuale molto decorativa è il convolvolo ornamentale (Convolvulus tricolor), una piantina che però tende a diventare molto invadente e difficile da eliminare.
Cheiranthus, Matthiola e Viola sono in pieno sviluppo: annaffiare regolarmente e zappettare il terreno per eliminare le erbe infestanti.



BULBOSE
Anemoni, crochi, muscari, giacinti, narcisi e tulipani sono in piena fioritura e non richiedono cure particolari, se non l’asportazione dei fiori appassiti. Questa operazione ha lo scopo di evitare lo spreco di energia per la produzione di inutili semi, e, di conseguenza, favorisce l’ingrossamento dei bulbi e lo sviluppo di nuovi bulbetti.

Messa a dimora
Aprile è il mese più indicato per piantare le bulbose che fioriranno nei mesi estivo-autunnali, come Anemone coronaria, A. x hybrida, Canna indica, Crocosmia, Cyclamen europaeum, Dahlia, Fritillaria imperialis, Galtonia, Gladiolus,  Iris reticulata, Lilium auratum e Ranunculus asiaticus.
In questo mese si prosegue anche la piantagione dei gigli e delle begonie tuberose.
E’ consigliabile acquistare i bulbi freschi all’inizio della stagione, quando si ha una più ampia varietà di scelta, tenendo conto del fatto che le maggiori dimensioni in genere coincidono con una più abbondante fioritura.
Le specie, devono essere scelte accuratamente tra le più idonee alle condizioni ambientali del luogo dove devono essere poste.
Ricordiamo ad es. che Anemone coronaria e A. x hybrida richiedono una posizione parzialmente ombreggiata, il ciclamino può vivere bene anche all’ombra, mentre Dahlia e Ranunculus asiaticus prediligono un’esposizione in pieno sole.
E’ molto importante che le bulbose crescano al riparo dal vento e in un terreno neutro e ben drenato. Se il suolo è argilloso, è consigliabile correggerne la struttura con l’aggiunta di sabbia grossolana e ghiaia.
Prima di piantare i bulbi è importante lavorare bene il terreno, asportando sassi ed erbe infestanti e vangando accuratamente in superficie.
Può essere utile interrare direttamente nella buca in copertura della materia organica ben decomposta (ad es. torba o letame), in modo da ottenere un terriccio soffice ed omogeneo, poi vangare.
Lasciar riposare il suolo qualche giorno e poi, dopo aver scavato delle buche di dimensioni adeguate, procedere con la messa a dimora, facendo attenzione che le gemme fiorali siano rivolte verso l’alto. Collocare i bulbi soggetti a marciumi in uno strato di sabbia, in modo da migliorare il drenaggio.
La profondità di impianto dovrebbe essere circa 2 volte la lunghezza dei bulbi (se il suolo è leggero, occorre aumentare la profondità).
A questo punto si può ricoprire con la terra compattando delicatamente, e contrassegnare l’area appena piantata indicando il nome delle varietà messe a dimora.
Un consiglio utile è quello di disporre, al momento dell’impianto, un tutore vicino alle varietà che si accresceranno molto in altezza o che produrranno dei fiori pesanti (come dalia e gladiolo).
Se si vogliono creare delle aiuole geometriche seguendo uno schema ben preciso, è consigliabile posizionare i bulbi sulla superficie del terreno disponendoli alla giusta distanza, e quindi interrarli uno per volta con l’aiuto di un trapiantatoio.
La distanza dovrebbe essere almeno 2 o 3 volte rispetto alla larghezza dei bulbi, in modo da permettere il regolare sviluppo di radici e foglie e i vari lavori di manutenzione (sarchiatura, scerbatura ed annaffiatura).



ROSE
In questo mese non si possono più effettuare le potature, poiché le piante sono già in vegetazione e potrebbero risentirne fortemente.
Infestanti
E’ necessario eliminare le erbe infestanti eventualmente presenti alla base delle piante, effettuando una leggera sarchiatura o asportandole manualmente. Per ostacolarne lo sviluppo, può essere utile distribuire uno spesso strato (circa 8-10 cm) di materiale pacciamante, che permette anche di limitare l’evaporazione e mantenere costante l’umidità del terreno. Si può utilizzare corteccia tritata, torba o letame maturo miscelato a terriccio.

Ammendanti
Distribuire alla base delle piante del letame maturo miscelato a terriccio.
Irrigazioni
Occorre annaffiare con regolarità le nuove piantagioni, facendo attenzione a non bagnare le foglie.

Parassiti
A partire da questo mese si può notare la presenza degli afidi o “pidocchi delle rose” sui giovani germogli, sui boccioli e sulla pagina inferiore delle foglie. Si tratta di Macrosiphum rosae, afidi verdi o neri, che lasciano dei tipici “scheletri” bianchi a testimoniare la loro presenza.
Sugli organi colpiti si sviluppa uno strato appiccicaticcio e incolore, che potrà dare origine a malattie crittogamiche.
Contro questi parassiti si interviene con prodotti a base di Imidacloprid (ad esempio il Confidor, da usare nella dose di 50 cc. in 100 l di acqua).
Se non si vogliono utilizzare fitofarmaci, può essere interessante l’impiego di un nemico naturale degli afidi, il coleottero Harmonia axyridis, disponibile in commercio in confezioni contenenti trenta individui.

GIARDINI ROCCIOSI
Il mese è ideale per gli impianti di nuove specie. Ripulire quindi le aree predisposte, eliminando le infestanti e le radici presenti. In caso di infestazione da parte di gramigna (Cynodon dactylon), attendere prima di mettere a dimora le piante e trattare preventivamente con un diserbante come il Touchdown, a  base di gliphosate.



Costruzione di un giardino roccioso
Per prima cosa occorre individuare il posto più adatto, scegliendo una posizione soleggiata, in pendenza e riparata dai venti. E’ fondamentale che il terreno sia caratterizzato da un buon drenaggio, poiché le piante alpine e da roccia possono andare facilmente incontro a marciumi. Se il suolo è argilloso è necessario predisporre un sistema di drenaggio artificiale.
Dopo aver vangato il terreno ed eliminato le erbe infestanti, s’inizia a disporre le pietre studiandone il posizionamento in modo da dare l’idea di un affioramento roccioso naturale. A tale scopo, evitare di allineare le rocce, ma disporle a strati rispettando le linee di congiunzione orizzontali e le fessurazioni verticali. Utilizzare pietre di dimensioni diverse, lavorate dalle intemperie, ed eventualmente coperte di muschio.
S’interrano le rocce per circa un terzo del loro volume, e si inclinano leggermente all’indietro per aumentarne la stabilità. Si aggiunge del terriccio e si mette tra gli interstizi una composta organica mescolata con qualche manciata di sabbia grossolana di fiume.
A questo punto si procede con la messa a dimora delle piante, scegliendo le diverse specie tenendo conto della scalarità di fioritura, del colore e dello sviluppo in altezza, ma anche della loro idoneità alla zona climatica e all’esposizione cui saranno soggette. Si potranno mettere a dimora Sedum, Dianthus deltoides o piccole tappezzanti. Un effetto estetico molto gradevole si ottiene dall’accostamento di piantine con fogliame diverso (foglie argentee di Celmisia semicordata, carnose di Sedum e Sempervivum, piumose di Pulsatilla, ecc.).
Piantare conifere e arbusti a portamento eretto alla base di rocce di elevato valore ornamentale, sistemare le piante ricadenti sopra le pietre, e quelle a forma di rosetta (come i Sempervivum) nelle fenditure verticali.
Una volta concluso l’impianto, posizionare intorno alle piante uno strato di ghiaietto, che, oltre a creare un insieme armonico con le rocce, mantiene il giusto livello di umidità del terreno.



PIANTE ACQUATICHE VASCHE E LAGHETTI
Nell’attesa che le piante acquatiche riprendano l’attività vegetativa, ci si può dedicare alla pulizia del laghetto: con l’aiuto di un rastrello si rimuovono dalla superficie foglie morte e materiale in decomposizione. Se l’acqua si presenta scura o torbida, può essere utile rinnovarla parzialmente. Se durante il periodo invernale lo stagno è stato svuotato, è arrivato il momento per riempirlo nuovamente, ma occorre attendere che l’acqua si riscaldi per introdurre i pesci.
Controllare le piante acquatiche coltivate nei contenitori, sostituendo quelle con segni di malattie e dividendo gli esemplari che si sono accresciuti troppo.
Nella scelta dei pesci, ricordiamo che le carpe Koi sono una delizia e, con i loro colori sgargianti, una presenza molto decorativa.

Messa a dimora
Anche per quel che riguarda le vasche e i laghetti del nostro giardino, si può ipotizzare l’acquisto di nuove piante acquatiche, da posizionare in cestelli sul fondo della vasca o da interrare sulle sponde per aumentare la varietà di specie presenti, o per sostituire eventuali piante morte durante il gelo invernale.
Questo è il periodo ideale per mettere a dimora le piante da collocare sulle sponde (ad es. Caltha palustris, Lysichiton americanum, Pulmonaria angustifolia). Si ripulisce la zona, eliminando le erbe infestanti e si lavora il terreno in superficie. Si scava una buca e, dopo aver sistemato la pianta, si riempie con la terra, comprimendo leggermente.
Controllare le perenni che crescono lungo le rive, dividerne i cespi e aggiungere del terriccio concimato per favorire la loro ripresa vegetativa.
Tra le tante specie esistenti possiamo ricordare Butomus umbellatus, appartenente alla famiglia delle Butomaceae, una pianta chiamata comunemente “giunco fiorito” che si adatta molto bene alla coltivazione in zone paludose, in vasche e sulle sponde di stagni e laghetti. Alta 80-100 cm, è una pianta rizomatosa, abbastanza rustica.
Nel periodo estivo produce infiorescenze profumate, costituite da fiori rosa raccolti in ombrelle. Forma dei cespi di foglie larghi 30-50 cm, con un bel fogliame che da giovane è color porpora, mentre quando invecchia assume la classica colorazione verde.
Butomus umbellatus deve essere coltivata in terreni molto umidi o in acque poco profonde e stagnanti.

Nelumbo lutea
Un’altra pianta molto bella per il laghetto è Nelumbo lutea della famiglia delle Nymphaeaceae, meglio conosciuta come “fiore di loto”, è una pianta acquatica perenne, originaria degli Stati Uniti meridionali.
Ha foglie molto grandi, che la caratterizzano, tondeggianti ed ondulate, ricoperte da uno strato ceroso che le rende idrorepellenti, per cui molto adatte alla vita in acqua; non è una specie galleggiante come le ninfee, ma ha fusto eretto che fuoriesce dall’acqua e spicca per la maestosità del fogliame e dei fiori.
Nel periodo estivo produce fiori gialli e profumati, di 15-20 cm di diametro, inizialmente di forma globosa e che successivamente si aprono mostrando i numerosi stami che circondano il caratteristico pistillo piatto e forato. Spesso il pistillo viene conservato dopo la fioritura per essere utilizzato nelle composizioni come fiore secco decorativo.
Esiste anche una seconda specie: N. nucifera o N. speciosum, originaria dell’Asia, che produce grandi fiori rosa, meno profumati della specie a fiore giallo.

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