VERDE TIME

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lunedì 31 agosto 2020

VERDE TIME : PROGETTARE UN TERRAZZO MEDITERRANEO

 Il fascino mediterraneo, quello che richiama le dolci atmosfere di relax tipiche dell’Italia, della Spagna e della Grecia, ha sempre riscosso enorme successo in tutto il mondo e ancora oggi è un ottimo punto di partenza per arredare gli spazi esterni, come il giardino e il terrazzo.

I giardini mediterranei sono un classico mix di mobili rustici e piante profumate e colorate, inseriti in un contesto rilassato e informale, perfetti nel loro aspetto familiare e accogliente.

Uno spazio esterno arredato in stile mediterraneo richiama la vita all’aria aperta e il tempo libero passati con amici e parenti all’aperto. E se avete abbasta spazio per dedicarvi a un progetto come questo… fatelo senza indugiare!

La progettazione di un terrazzo in stile mediterraneo è un modo perfetto per assicurarvi di trascorrere più tempo all’aperto quest’estate in uno spazio che nell’insieme richiede poca manutenzione.Quindi se avete pensato di trasformare il vostro giardino in questo modo, ecco alcune idee per iniziare. Abbiamo delineato quali sono gli elementi chiave del design del terrazzo mediterraneo e i modi in cui potete implementarli sul vostro terrazzo.



Progettare lo spazio

Cominciate dal pavimento. Potete scegliere tra diversi tipi di piastrelle, o semplicemente optare per la combinazione che preferite. Utilizzate colori particolarmente caldi che creano un’atmosfera mediterranea.

Per quanto riguarda le pareti, dimenticatevi l’intonaco liscio e date alle pareti un aspetto ruvido, perfettamente in stile mediterraneo. Poi sarà la volta delle forme, meglio se arrotondate e con linee asimmetriche. I terrazzi mediterranei del resto sono noti proprio per le loro forme arrotondate e le loro linee asimmetriche. Quindi cercate di evitare le forme moderne e strette e le linee rette.

Le piante sono l’aspetto fondamentale. Il look mediterraneo proviene dall’area che circonda il Mar Mediterraneo e per via del calore, i giardini sono spesso costituiti da piante e fiori esotici che resistono bene alla siccità. Quali sono? Pensate agli ulivi, alle viti e alla lavanda. Oltre alla lavanda, ci sono molte altre piante profumate (ed erbe aromatiche!) che vi trasporteranno inevitabilmente in una bellissima atmosfera mediterraneo. Pensate anche al gelsomino rampicante, al rosmarino e al profumatissimo alloro. Avete davvero l’imbarazzo della scelta!

Le piante mediterranee danno il meglio se piantate in vasi dal tocco mediterraneo. Scegliete dei vasi colorati o in terracotta dalla forma arrotondata. Qui avete davvero l’imbarazzo della scelta, dai piccoli vasi colorati da appendere alle pareti, che fanno molto Andalusia, alle anfore più ricercate in terracotta.Il tocco finale per il tuo giardino mediterraneo, terrazzo o balcone sono ovviamente gli accessori. Create una bella illuminazione d’atmosfera per godervi il terrazzo o il balcone il più a lungo possibile nelle ore serali. E poi, accanto a tutte queste piante esotiche, è sempre divertente mettere anche qualcos’altro. Ad esempio, potete collocare dei vasi alti e arrotondati in un angolo, o completa la zona relax con un tappeto esterno colorato.



Le piante

Un ottimo punto di partenza per qualsiasi progetto verde è quello di iniziare dalle piante.

Pensate a fiori colorati in vasi di terracotta e profumatissime rampicanti, perché sì, un giardino mediterraneo avrà sempre un buon profumo, quindi ricordatevi di scegliere le piante per la loro fragranza e il loro colore. 

Ecco quali sono le piante tipicamente mediterranee che non possono mancare sul vostro terrazzo:

  • Erbe officinali e aromatiche, in particolare lavanda e rosmarino, ottime per sprigionare buonissimi profumi. 
  • Buganvillea: i fiori rosa e fronzoli della buganvillea trasportano all’istante in Costa Azzurra, oppure nelle zone costiere della Spagna o nella colorata Andalusia. 
  • Gerani: perfetti per vasi e finestre, porteranno un sacco di colore allo spazio, in perfetto stile mediterraneo
  • Gelsomino: profumato e di grande impatto estetico

Non dimenticate che molte piante mediterranee sono resistenti alla siccità e avranno bisogno di un terreno ben drenato che non sia troppo pesante. E assicuratevi sempre che i vasi abbiano dei fori sul fondo per consentire all’acqua di defluire facilmente.

Pergole e giochi d’acqua

Sulla costa mediterranea, si sa, c’è bisogno di un riparo dal sole caldo, quindi l’ombra è spesso parte integrante degli spazi mediterranei… ecco perché parliamo di pergolati!

I pergolati fanno un ottimo lavoro nel ripararci dal sole, oltre ad offrire un po ‘di privacy che non fai mai male in terrazzo. Se avete spazio a sufficienza, un pergolato avvolto in piante rampicanti colorate come il gelsomino è un must have se volete puntare sullo stile mediterraneo. 

Sebbene i giochi d’acqua, invece, non siano una parte essenziale del giardino mediterraneo, danno allo spazio un bel tocco in più. Per esempio, una piccola fontana a bacinella rustica, montata contro un muro, emetterà un bel suono gorgogliante, oltre ad aggiungere un bel luccichio all’intero spazio.

E se non vi va di aggiungere una componente acquatica, allora usate il blu intenso e vibrante nella combinazione di colori e vasi per compensare i toni caldi della terracotta. Potresti anche pensare di dipingere le pareti di blu, o di bianco, per ricreare una perfetta ambientazione mediterranea.



Pavimento e mosaico

Molti giardini in stile mediterraneo rinunciano al prato in favore di ghiaia e pietre, un’ottima opzione per gli spazi più piccoli o per coloro che non vogliono avere il fastidio della manutenzione del prato.

E allora scegliete pietre per lastricati dai colori caldi nei toni del rosa e del rosso, oppure ghiaia e pietre naturali. Potete anche dividere il giardino in sezioni usando percorsi allineati con le piante e con le erbe.

Non dimenticare che un giardino mediterraneo è sempre pieno zeppo di vasi, quindi collegate eventuali spazi vuoti con un bel assortimento di contenitori colorati e grandi vasi di terracotta.

Anche il mosaico è un bel tocco in più, tipicamente mediterraneo e ideale per chi vuole aggiungere colore al colore. Per questo avete davvero l’imbarazzo della scelta, in termini di stile e di colore.

La zona relax

l tocco finale per un perfetto terrazzo in stile mediterraneo è la zona relax. Insomma, che ambiente mediterraneo sarebbe senza? Del resto, tutti i paesi dell’area mediterranea amano, per tradizione, condividere cibo e relax con amici e famiglia. E anche il terrazzo non può essere da meno!

Pranzi all’aperto, cene d’estate, aperitivi e feste d’estate… e se non avete troppo spazio a disposizione basta anche un tavolino con un paio di sedie per rendere subito l’idea e creare l’atmosfera giusta.

Se invece lo spazio per voi non è un problema potrete sbizzarrirvi con panchine, divanetti, amache, sedie a dondolo e chi più ne ha più ne metta.A tutto questo potete aggiungere un bel barbecue o, se il vostro terrazzo è molto grande, una bella cucina all’aperto per cucinare direttamente in terrazzo. E ora, non vi resta che mettervi all’opera e trasformare il vostro terrazzo dei sogni in una bellissima realtà. 

mercoledì 26 agosto 2020

mercoledì 12 agosto 2020

VERDE TIME : MONARDA DIDYMA

 

La Monarda didyma, nota come fiore del Bergamotto, è una pianta erbacea perenne aromatica che viene coltivata sia a scopo ornamentale per la bellezza dei fiori, sia come pianta officinale per le proprietà benefiche delle foglie.

La pianta tende a formare cespugli abbastanza folti, alti circa 60, 90 centimetri di colore verde scuro, densi, compatti e molto decorativi.

La Monarda didyma ha una robusta radice rizomatosa dalla quale partono steli erbacei, eretti  a sezione quadrangolare, spesso striati da venature rossastre, coperti da foglie lanceolate con pagina leggermente rugosa, margini dentellati e apice a punta. Le foglie sono verde scuro, sono aromatiche e se strofinate emanano un gradevole profumo molto simile a quello della Menta.

I fiori sono generalmente rosso scarlatto, colorano la pianta a partire da metà giugno a fine agosto. Si riuniscono in infiorescenze a forma di ombrello, fungendo da richiamo per api e farfalle. La Monarda didyma seppur sia una pianta officinale interessante, è poco citata nei libri di fitoterapia. E’ più nota invece come pianta ornamentale.


La Monarda didyma fiorisce abbondantemente in estate nel periodo compreso da giugno ad agosto. Durante il periodo della fioritura sugli apici dei fusti sbocciano fiori profumati con forma sferica  e con brattee di colore rosso, rosa o bianco. I fiori  generalmente sono riuniti in infiorescenze a forma di ombrello e sono ricchi di nettare, per questo attirano molte specie di insetti e soprattutto le api.


Il nome botanico Monarda è un tributo al nome del medico spagnolo, Nicolaus Monardes (1493-1578), uno dei fondatori della nuova farmacognosia.

La Monarda era molto nota ai nativi americani che ne avevano distinto ben quattro varietà in base al profumo: era largamente usata sia come erba medicinale, che come pianta sacra durante le capanne sudatorie cerimoniali in quanto favorisce la sudorazione.La varietà con il fiore rosso è comunemente conosciuta come tè Oswego, perché originariamente furono proprio gli indiani Oswego ad utilizzarla nella preparazione del tè, introdotto poi in Europa nel XVIII secolo.

Questo tè è ricordato nella storia americana, come il sostituto del tè inglese dopo il “Boston tea Party”, nel 1773, quando i patrioti americani con un atto di protesta contro le leggi sulla tassazione commerciale, gettarono in mare un intero carico di tè proveniente dall’ Inghilterra: questo fatto fu visto come la causa scatenante che fece poi scoppiare la guerra di indipendenza americana.

Nel linguaggio comune queste bellissime e robuste piante sono chiamate “menta selvatica”, “menta dei cavalli”, “balsamo delle api”, “té di Oswego” e “tè di Pennsylvania”.La Monarda didyma è anche usata per scopi officinali. Vengono usati sia i fiori tubulosi e bilabiati che le foglie essiccate, raccolte al tempo della fioritura, con le quali si confeziona anche una tisana nota come “tè Oswego”. La pianta contiene antocianine, olio essenziale, fenoli, sostanze amare e tannini.

Viene largamente usata in omeopatia, per aromatizzare bevande rinfrescanti, per abbassare la febbre, come digestivo e, grazie al suo colore vivo, per conferire una nota colorata alle tisane. Dai fiori si può ricavare anche uno sciroppo dissetante molto buono, particolarmente apprezzato dai bambini.

L’infuso viene preparato con le foglie della Monarda didyma e si usa per trattare disturbi digestivi, in caso di flatulenza, come diuretico, febbrifugo ed espettorante. Dalla pianta è inoltre ricavato un olio essenziale rubefacente, antimicotico, antibatterico e antinfiammatorio; è ottimo anche come tonico per capelli.Le giovani foglie e gli apici vengono usati anche in cucina, crudi o cotti, per insaporire pietanze, da aggiungere in insalate o per aromatizzare bevande. Per guarnire le portate vengono usati i fiori, eduli e aromatici.

martedì 11 agosto 2020

VERDE TIME : PACHIRA


 

Tra le piante da appartamento più apprezzate e diffuse spicca senza dubbio la Pachira facilmente reperibile nei vivai e dall’alto potere decorativo. Appartiene alla stessa famiglia di Baobab e Chorisia, andiamo a conoscerla da vicino.

La Pachira è un’elegante pianta sempreverde dalle foglie peltate. Giunta in Europa alla fine del secolo scorso, al suo Pachira appartengono alcune specie di piante originarie delle foreste pluviali del Brasile e dell’America Centrale, in particolar modo del Messico:. La specie maggiormente impiegata come pianta da appartamento è la Pachira aquatica, apprezzata per le sue grandi foglie palmate sempreverdi lucide e di un bel verde brillante. La Pachira nei suoi luoghi è un vero e proprio albero, con una ampia chioma, che arrivare a misurare oltre i 20 metri di altezza. Se allevata in vaso e in un ambiente diverso da quello tropicale non supera i 2-3 metri di altezza. In appartamento gli esemplari sono ancora più contenuti. Si presenta con un un fusto legnoso facilmente plasmabile che si usa intrecciare per rendere la pianta ancora più decorativa, man mano che i piccioli delle foglie si allungano, li si possono intrecciare fissandoli con appositi legacci in gomma morbida.

Difficilmente fiorisce in vaso ma se arriva a farlo vi regalerà fiori simili a quelli dell’Albizzia, bianchi o crema e rosso.


Pachira aquatica

E’ una pianta sempreverde originaria dell’America Centrale e del Brasile. E’ caratterizzata da grandi foglie, lucide, penta lobate, e produce grandi fiori profumati di colore bianco-crema, con i petali arricciati verso la base del fiore, a mostrare gli stami. Al termine dell’ estate compaiono i frutti.

Pachira insignis

La pachira insignis gradisce posizioni molto luminose, ma non tollera i raggi diretti del sole che potrebbero scottare le foglie. Durante l’estate è opportuno porla all’esterno, possibilmente a mezz’ombra, ai primi freddi va ricoverata in casa, altrimenti potrebbe perdere le foglie. Se tenuta in luogo troppo ombreggiato la pachira insignis sviluppa un fogliame di dimensioni ridotte


Pachira quinata

Questa specie è nota come Pochote , è originaria delle foreste delle Costa Rica, Nicaragua, Honduras, Venezuela e Colombia.

Viene coltivata per il suo legname, un legno duro tra i più convenienti in Costa Rica nonostante il suo impiego in mobili, per realizzare strumenti musicali ( chitarra), etc


I fiori della Pachira, profumatissimi, sbocciano in estate. Hanno cinque petali allungati e leggermente arricciati solo alla base, sono rosso-violacei o bianco crema e hanno caratteristici stami di un rosso quasi fiammante. La particolarità dell’infiorescenza della Pachira è che i fiori sbocciano solo la notte o, al massimo, al mattino presto ed, essendo effimeri, sfioriscono in un giorno.Ai fiori segue la comparsa dei frutti che resistono sulla pianta anche fino a novembre inoltrato, si tratta di capsule marrone scuro, simili a piccole zucche vellutate (sono chiamate castagne selvatiche). I frutti, una volta maturati, cascano dalla pianta rilasciando circa 25 semini. Il gusto dei semi tostati o arrostiti ricorda il sapore delle castagne e delle arachidi.


La Pachira è una parente del Baobab e della Chorisia, appartengono infatti tutte alla stessa famiglia. In Estremo Oriente viene chiamata “albero della buona sorte per i soldi”. Il nome della Pachira deriva da un termine indigeno originario della Guyana che indica i frutti emessi dalla pianta, per questo motivo gli altri nomi comuni di questa pianta sono il Castagno della Guyana o del Malabar.Nei paesi di origine i semi della Pachira vengono macinati e viene usata la farina ricavata per fare un pane dal sapore decisamente particolare. I frutti commestibili sono solo quelli delle specie Pachira Glabra, Pachira Aquatica e Pachira Insignis.Nell’estremo oriente la Pachira è considerata una pianta che propizia buona fortuna e soldi, che pare siano trattenuti dal suo contorto tronco ed attirati dalle 5 foglioline. Per questo è anche nota come l’”albero dei soldi”

lunedì 10 agosto 2020

VERDE TIME : LA TILLANDSIA


La Tillandsia (conosciuta anche come “figlia dell’aria”) è una pianta che appartiene alla grande famiglia delle Bromeliacee e presenta caratteristiche molto particolari, che ben la distingue in questo ampio panorama. Grazie alle peculiari caratteristiche delle foglie (spinose o senza spine, pubescenti oppure a scaglie, lineari, lanceolate o filiformi) e grazie anche alle caratteristiche anatomiche e fisiologiche della pianta stessa, il genere Tillandsia riesce ad adattarsi perfettamente a qualsiasi tipologia di ambiente.

Non sono piante che temono condizioni climatiche particolarmente avverse: riescono, ad esempio, ad adattarsi perfettamente anche ai climi più secchi e aridi, grazie proprio alle foglie, che riescono a trattenere l’umidità direttamente dall’atmosfera. Questo significa che la capacità di adattamento, anche per quanto riguarda il terreno, è davvero incredibile. La Tillandsia è originaria del continente americano: presente sia nella fascia centrale del Nuovo Continente, che nelle zone più a sud dell’America Latina, dove è il clima tropicale a regnare. Proprio in queste zone si contano tantissime specie di Tillandsia, che appunto si nutrono dell’umidità ambientale.

Sono piante non solo molto forti e resistenti, ma anche molto belle e che riescono sempre a farsi notare: le foglie disposte a rosetta di alcune specie formano una grande coppa (qui si raccoglie l’acqua piovana), mentre i fiori si manifestano in tutta la loro bellezza toccando sfumature cromatiche ben diverse a seconda della specie. Ogni frutto contiene nella sua capsula tre semi alati. La  maggior parte delle specie di Tillandsia non presenta un apparato radicale sotterraneo e non per forza deve essere collocata nel terreno per vederla crescere sana e robusta e per ammirare la fioritura. Tutto questo può sembrare davvero molto strano, ma è così.

Sono piante davvero spettacolari, uniche.

Nello specifico, si tratta di una pianta epifita che cresce naturalmente su fusti e rami degli alberi, su rocce, e non è inconsueto trovarla su pali e fili elettrici. Ciò di cui ha bisogno è un semplice sostegno. Ecco perché spesso sono identificate anche come “piante aeree”,   “piante dell’aria” o ancora come “figlie dell’aria”.Al contrario di molte altre piante, utilizza le radici solo come ancoraggio, mentre la normale funzione di assorbimento è portata a termine dalle foglie. Quanto appena detto è reso possibile dai tricomi che ricoprono la pianta, i quali riescono a incamerare l’umidità necessaria per crescere.

Pianta senza radici, pianta aeree e anche pianta dell’aria: con un’unica parola, Tillandsia. Oltre che avere delle lunghe foglie che assorbono quanto necessario al sostentamento della pianta, radici con mera funzione di ancoraggio e sostegno, le piante appartenenti a questo genere svolgono anche una importante funzione. Qual è? Riescono a purificare l’aria dagli agenti contaminati. Incredibile, vero?

Ancora una volta entrano in gioco i tricomi, che assorbendo le sostanze inquinanti presenti nell’aria, le metabolizzano, liberando l’aria anche dagli idrocarburi policiclici aromatici (derivano dall’utilizzo di combustibili fossili). Quindi, che ne dite di collocare nel proprio giardino o in casa queste spettacolari piante? Oltre che essere molto belle, svolgono anche la funzione di naturale indicatore della qualità dell’aria. Il posto perfetto ove collocarle? Ovviamente, vicino una stazione meteo da giardino, giusto per avere tutto sotto controllo.

Scherzi a parte, purificando l’aria, la Tillandsia è ideale da coltivare anche in casa.


Tillandsia cyanea: l’altezza della pianta non supera i 50cm, in genere è in media di 40 cm o più piccola. Per crescere e arrivare al suo massimo sviluppo sono necessari all’incirca 5-10 anni. Caratterizzata da fogliame di tipo persistente;


T. usneoides: è conosciuta anche come “muschio spagnolo” o “barba di Mosè” ed è utilizzata per decorazioni e splendide composizioni;


T. ionantha: originaria del Nicaragua e Messico, vive a quote collinari, fino ad arrivare a 1700 m sul livello del mare. Non ama stare per lunghi periodi all’umidità;


T. aeranthos: molto appariscente e che regala un vero spettacolo durante la fioritura. Originaria del sud del Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina. È una pianta di medie dimensioni e le sue foglie di solito raggiungono circa 10 cm;


T. xerographica: è una pianta tropicale di piccola taglia, con vistosi steli fiorali appiattiti, fiori blu e brattee rosa;


T. caput medusae: particolare l’infiorescenza, che si materializza in una spiga rossa che sorge dal centro della pianta e che porta da 6 a 12 fiori azzurri o viola;


T. bulbosa: durante la fioritura le foglie diventano di un bel rosso brillante;


Tillandsia argentea: si caratterizza per le foglie sottilissime ricoperte di squame color argento. I fiori sono di colore rosso acceso;


T. stricta: caratteristiche molto simili alla precedente, ma le foglie sono leggermente più larghe e rigide, mentre il fiore a forma di spiga è di colore rosa;


T. bergeri: si presenta con gambo forte e lungo e con bellissimi fiori, dai petali larghi e ondulati, di color celeste o lilla;


T. fasciculata: foglie rigide e fiore di colore bianco o rosso;


Il periodo della fioritura varia a seconda della specie, ma generalmente le piante appartenenti al genere Tillandsia fioriscono verso la fine dell’estate e l’inizio del periodo autunnale. Una fioritura che in ogni caso (per ogni specie) è decisamente spettacolare e regala dei giochi cromatici davvero incantevoli. I colori accesi dei fiori ben risaltano tra le sottili foglie allungate dai colori più tenui. Alcune specie emanano un gradevole profumo, come la Tillandsia usneoides.

Un consiglio: al termine della fioritura rimuovete lo stelo, in modo tale da alleggerire la pianta.


La Tillandsia è una pianta che ben si presta ad essere coltivata all’aperto nella maggior parte delle zone italiane,  ma con l’unica accortezza di collocarla in zone abbastanza luminose e al contempo riparate. Vicino ad altre piante, magari di grande dimensione, è la scelta migliore. Anche in zone di mezz’ombra riusciranno a crescere senza particolari problemi.
L’ideale è posizionarla sotto degli alberi.  All’aperto,  le innaffiature devono essere rare, perché riesce a prendere l’umidità della notte, l’acqua piovana e anche sostanze nutritive dalla corteccia a cui è attaccata.


La Tillandsia è uno straordinario biorilevatore: è in grado di raccogliere dall’aria gli agenti inquinati (IPA) sospettati di provocare il cancro. Una volta catturati li metabolizza, ripulendo l’aria in modo naturale. Ogni chilogrammo di pianta riesce a catturare circa 0,2 milligrammi di sostanze tossiche.


Conoscete la leggenda della Tillandsia usneoides (“muschio spagnolo”)?

Una pianta che cresce anche su grandi alberi, in questi casi con portamento ricadente. La leggenda narra dei capelli di una giovane sposa spagnola, tagliati dai Cherokee, come avvertimento per il marito.

Quest’ultimo, infatti, con le sue piantagioni stava occupando i loro territori e i capelli della moglie furono adagiati proprio su una grande pianta di sua proprietà. Ecco, secondo la leggenda, l’origine di questa specie.

Oltre che svolgere una importante funzione di purificazione dell’aria come riportato sopra, molti sostengono che la Tillandsia riesce anche a catturare le radiazioni elettromagnetiche di tv, computer, cellulari ed elettrodomestici. Infatti, è conosciuta anche come pianta mangia-radiazioni, poiché riesce ad eliminare qualsiasi tipologia di radiazione proveniente dalle prese di corrente. Non esistono però studi scientifici a sostegno.

domenica 9 agosto 2020

VERDE TIME : LA BEAUCARNEA


La Beaucarnea, è una sempreverde nota come pianta mangiafumo, qualcuno la chiama anche Piede d’Elefante per la base molto grossa. Fa parte della famiglia delle Ruscaceae, (Agavaceae) ordine delle Asparagales.  Detta anche Nolina.La Beaucarnea è originaria delle zone calde e asciutte dell’America centrale.

Si tratta di una pianta a crescita lenta caratterizzata da un fusto che nella parte della base ha un rigonfiamento che serve alla pianta come una sorta di brocca immagazzinare l’acqua.
Alla sommità del fusto troviamo un ciuffo di foglie lunghe (possono raggiungere anche i due metri di lunghezza) e sottili (circa 2,5 cm) e ricurvate verso il basso di un colore verde intenso. Sono raramente compaiono i fiori.

La Beaucarnea ha la particolarità di essere dioica, troviamo sia piante maschili” che “piante femminili”.

Non è particolarmente difficoltoso coltivare la Beaucarnea, si può anche procedere alla coltivazione in vaso. E’ importante fare attenzione alle temperature che non devono essere troppo rigide: durante l’inverno occorre accertarsi che la temperatura non scenda sotto i 10 gradi. Fondamentale è l’esposizione della pianta che ha necessità di ricevere luce abbondante durante tutto l’anno. è una pianta non particolarmente difficile da coltivare che può essere allevata tranquillamente in vaso ed in appartamento richiedendo solo delle temperature invernali non troppo rigide. Infatti è importante che durante la stagione fredda non scendano sotto i 10 °C e d’estate possono raggiungere anche i 30°C, assicurando il giusto grado di umidità ambientale. L’elemento fondamentale per una buona crescita della Beaucarnea è la luce che deve essere abbondante in tutto l’arco dell’anno. La piana può essere posta anche al sole diretto.

Occorre porre attenzione alle correnti d’aria fredda e, nel contempo, è importante assicurare un buon ricambio d’aria.

Durante l’inverno si dovrebbe porre la pianta in una sorta di riposo vegetativo in un luogo fresco, con temperature che si aggirano intorno ai 10-12°C.

La Beaucarnea può essere coltivata anche all’aperto a patto che il clima sia  caldo e secco.

La fioritura della Beaucarnea è rara nei nostri climi, avviene solo nelle piante di una certa età.
Si tratta di piante dioiche ci sono, cioè, sia “piante maschili” (piante che portano solo fiori maschili) che “piante femminili” (piante che portano solo fiori femminili).

La particolarità di questa pianta è rigonfiamento alla base che funge da scorta idrica. Questa caratteristica ne definisce anche il valore commerciale che aumenta con l’aumentare del rigonfiamento

La Beaucarnea in natura può divenire un vero e proprio albero e può raggiungere la bellezza di un’altezza di 10 m di altezza. Il suo rigonfiamento può arrivare a 3,5 metri di diametro
In Messico la Beaucarnea è una pianta protetta. Trattandosi di piante dioiche è facile creare squilbrio e mettere a rischio l’impollinazione.


Le beaucarnee sono note con il nome pianta mangiafumo; un nome che ha spesso tratto in inganno, tanto che è stata regalata anche ai fumatori pensando che riuscisse a “mangiare”/neutralizzare il fumo passivo, in realtà questo nome deriva dal fatto che le beaucarnee fanno parte delle poche piante che sopravvivono agli incendi.

sabato 8 agosto 2020

VERDE TIME : CATAMBRA SOLUZIONE GREEN ALLE ZANZARE


Sapere come coltivare la catambra può rivelarsi un ottimo alleato soprattutto nei mesi estivi, quando le zanzare imperversano in città e in campagna.
Il suo essere il rimedio contro le zanzare più utile e naturale che ci sia è la sua peculiarità principale.
Questa pianta non è però eccessivamente ornamentale, soprattutto perché non produce dei fiori.
Tuttavia, a compensare questo aspetto interviene notevolmente la sua semplicità di coltivazione. 
Vediamo dunque quali sono le sue caratteristiche, la sua storia e come farla crescere al meglio.La catambra è un ibrido formatosi con ampie probabilità dalla pianta Catalpae da un’altra specie di presumibili origini americane.
La catambra fa parte della famiglia delle Bignoniaceae, proprio come la catalpa. Albero a foglia caduca, può arrivare a un’altezza massima di 3.5m. Naturalmente, l’altezza più elevata verrà raggiunta dal formato ad alto fusto.
La forma delle foglie è trilobata, ma, a differenza della catalpa, non fiorisce e, di conseguenza, non produce i distintivi fiori bianchi o gialli o i frutti.La chioma, tondeggiante, può arrivare a una larghezza di 5m e assicurare dunque una piacevole zona ombrosa.
Come abbiamo visto, sebbene non sia propriamente un albero ornamentale, ciò che distingue questa pianta è la presenza molto elevata del catalpolo. Nello specifico, la sua azione repellente ha un raggio d’azione equivalente al doppio della chioma: più l’albero riuscirà dunque a crescere e prosperare, più sarà efficace nell’aiutarti a tenere lontane le zanzare.
Vediamo ora di quali cure colturali necessita questa pianta.
er quanto riguarda terreno e clima, la catambra si adatta facilmente a qualsiasi circostanza. Tieni comunque conto del fatto che la sua azione repellente è molto più efficace in assenza di vento. Dunque, sebbene l’esposizione di quest’albero potrebbe essere sia in pieno sole sia in ombra, ti raccomandiamo di sistemarlo comunque in un luogo riparato dal vento.
La catambra, inoltre, può essere messa a dimora sia in vaso sia in piena terra. Dovrai tuttavia prestare attenzione alle misure del sesto d’impianto in caso tu volessi piantare più d’una pianta:
  • nelle vasiere le piante devono mantenere 35cm di distanza
  • come siepe devono avere una distanza di 70cm l’una dall’altra
  • in caso di piante messe a dimora in piena terra, la distanza consigliata è di 3m
  • per le piante in vaso si raccomanda una distanza di 2.50m
  • la sistemazione in filari è sconsigliata; è preferibile piantare le diverse piante di catambra in gruppetti, in modo da chiudere il cerchio (per esempio con una disposizione triangolarecircolarerettangolareromboidale)
Per quanto riguarda l’irrigazione, questa deve avvenire alla bisogna, anche se ci sono delle specifiche in base al modo di coltivazione:
  • se le piante sono in vaso dovrai annaffiarle ogni due giorni
  • se le piante sono a terra dovrai invece annaffiarle ogni cinque giorni
Ricorda comunque che la terra dovrà essere umida, ma non bagnata. La potatura, invece, non è necessaria: essendo una pianta che ha bisogno di una grande chioma per avere una maggiore azione repellente, non dovrai cimarla spesso, anzi. Ad ogni modo, ricorda di avere sempre gli strumenti adatti. La catambra raggiunge il suo massimo effetto repellente nei mesi compresi tra maggio e settembre e, per questo motivo, dovrai prima effettuare delle concimazioni: utilizza del concime ben bilanciato e a lenta cessione.
Se dovessi decidere di coltivare la catambra in vaso, ricorda che dovrai occuparti di rinvasarla annualmente in vasi via via più grandi fino ad arrivare alla misura ideale di 80cm di diametro.


venerdì 7 agosto 2020

VERDE TIME : SCADOXUS


Nella grande e colorata famiglia delle Amaryllidaceae troviamo anche il genere Scadoxus. Sono nove le specie conosciute, originarie dell’Africa Tropicale e simili a quelle appartenenti al genere Haemanthus.
Scadoxus è stato a lungo considerato un sottogenere dell’Haemanthus, solo in seguito, grazie ad approfonditi studi sono state scoperte diverse caratteristiche (numero dei cromosomi e fogliame) che hanno permesso di differenziare i due generi.
Le specie di Scadoxus che andrò a descrivere sono davvero spettacolari e si presentano tutte con dei fiori leggeri e coloratissimi. Questi sembrano dei piccoli fuochi d’artificio, che possono illuminare con eleganza qualsiasi spazio esterno, ma anche diversi ambienti domestici.
Coltivare queste piccole bulbose perenni non è difficile, anche se è necessario seguire attentamente alcuni consigli per quanto riguarda l’esposizione e la temperatura ambientale (non amano il freddo). Non sono solo i piumosi fiori dai colori accesi ad attirare l’attenzione, poiché anche il fogliame è molto decorativo.Le foglie si allungano durante tutto il periodo della fioritura, creando una cornice di colore verde acceso attorno ad un bellissimo fiore a forma di palla. Insomma, tutte le Scadoxus hanno un grande impatto visivo e sono molto apprezzate proprio per questa loro sofisticata e raffinata bellezza.


Scadoxus multiflorus

Specie originaria delle regioni subsahariane dell’Africa e del Sudafrica, particolarmente apprezzata come pianta ornamentale per interni, ma che può essere coltivata anche in giardino quando il clima è mite per tutto l’anno.Conosciuta anche come “Giglio di sangue” e “Palla di fuoco”, ha un bulbo rizomatoso e foglie di un bel verde acceso, che possono svilupparsi insieme ai rossi fiori o subito dopo il periodo della fioritura. Raggiunge un’altezza di circa 60cm e non ama essere coltivata in zone dove le temperature scendono in picchiata verso lo zero.
Predilige terreni ben drenati e ricchi di sostanza organica, che dovranno essere bagnati in modo frequente durante le stagioni più calde. Il bellissimo fiore è il segno distintivo di questa specie, della quale ricordiamo le più diffuse sottospecie: S. multiflorus ssp. Katharinae, S. multiflorus ssp. Longitubus, S. multiflorus ssp. Multiflorus.


Scadoxus cinnabarinus

Cresce spontanea nelle foreste pluviali africane ed è caratterizzata da rizomi più piccoli rispetto alla specie prima descritta. Non supera i 60cm di altezza e i fiori globosi, delle diverse tonalità del rosso, sono raccolti in spettacolari ombrelle. Le foglie sono molto larghe e si sviluppano durante il periodo della fioritura. Non è semplice coltivare questa specie, perché predilige habitat molto caldi e umidi, che è molto difficile (a meno che non ricorre alla coltivazione in serra) ricreare nel nostro Paese. Cresce in posizioni meno soleggiate e in terreni ricchi di sostanza organica. Anche in questo caso è opportuno prestare la massima attenzione ai ristagni idrici, pericolosissimi per la salute della pianta.


Scadoxus cyrtanthiflorus

Specie endemica delle montagne dell’Africa orientale, dove a prevalere è il clima tropicale. Subito si notano i suoi particolarissimi fiori: non hanno la forma a pennello a cui ci hanno abituato le altre specie di Scadoxus o le affini Haemanthus, ma sono tubolari e pendenti (solitamente nelle accese tonalità del rosso). Una caratteristica che permette di distinguere questa specie da tutte le altre. Coltivata come pianta ornamentale necessita di ambienti caldi, luminosi e con un buon livello di umidità. Il substrato per la coltivazione in vaso dovrà essere morbido e leggero, quasi come quello utilizzato per alcune specie di Orchidea.


Scadoxus membranaceus

Bulbosa originaria del Sudafrica che non rientra nel gruppo delle specie di Scadoxus più facili da coltivare. Cresce solo in luoghi dove le temperature sono alte, poiché soffre quando il termometro inizia a segnare 10°C. Il fiore rosso si erge nel bel mezzo di foglie molto larghe e colorate di un bel verde chiaro. Per questa specie si consiglia una coltivazione in vaso da sistemare in ambienti luminosi e dove è sempre possibile controllare la temperatura e l’umidità. Il terriccio da utilizzare dovrà essere morbido e leggero, ma soprattutto molto drenante.

Scadoxus puniceus

Un bellissimo pennello di colore rosso e con grandi foglie che si uniscono alla base di un robusto fusto. Specie che predilige luoghi ombreggiati e freschi, dove l’umidità raggiunge alti livelli. Pianta conosciuta anche come “pennello reale”, con un bulbo molto velenoso (come le altre specie) e foglie che nella medicina tradizionale africana erano utilizzate per aiutare la guarigione di piaghe e ulcere. È una pianta che vanta grande diffusione, apprezzata come ornamentale per appartamenti o per valorizzare piccole zone del giardino. Ha foglie morbide e carnose che si sviluppano dopo la fioritura e cresce bene sia con esposizione in pieno sole che in luoghi di mezz’ombra.



Alcune parti della Scadoxus multiflorus sono utilizzate dalle tribù africane per creare un letale veleno per le punte delle frecce e per gli ami utilizzati per la pesca.Alcune specie, come la Scadoxus multiflorus e la cinnabarinus, sono molto tossiche, poiché contengono potenti alcaloidi velenosi, letali per gli animali.Non c’è un significato ben preciso che è possibile attribuire al genere Scadoxus nel linguaggio dei fiori. Così come per i simili Haemanthus, genere con tante caratteristiche in comune, anche i fiori delle belle specie che abbiamo fino ad ora descritto possono essere considerati il simbolo della leggerezza. Colorati, con una forma tondeggiante e un generale aspetto piumoso che li rendono davvero irresistibili. Desiderate sorprendere la persona amata? Regalate una Scadoxus e lascerete il destinatario del dono senza parole.