Giardino naturale
La storica rivista inglese The Garden fu fondata nel 1871 da William Robinson, un intraprendente giornalista irlandese che a suo modo fu un vero rivoluzionario del giardinaggio. Il maggior contrasto fra questa rivista e le sue concorrenti, fin dai tempi della direzione di Robinson, riguardava la differente concezione dello stile proposto per l’impostazione di un giardino. Mentre la vecchia guardia restava legata ad una visione architettonico-formale risalente agli anni ‘50-‘60, Robinson nel suo giornale si batté per l’abbandono di stilemi a suo avviso troppo elaborati come i parterres e i ripiani terrazzati, prospettando invece un maggior uso di bordure di perenni, di rock garden e di giardinaggio “spontaneo”. E’ su questa “spontaneità”, tutto sommato un po’ finta, che si fonda quello che oggi chiamiamo giardino “naturale”. In sostanza, infatti, un normale giardino è in sé qualcosa di artificiale, in ogni caso disegnato, realizzato e piantato dall’uomo. Anche il giardino “naturale” è ovviamente fatto dall’uomo e quindi in qualche modo artificiale, ma esso si propone di imitare la natura da molto vicino, tanto da rassomigliarle in altissima misura. Il discorso, se sviluppato, porterebbe troppo lontano e quindi, per capire meglio, basta ricordare un vecchio concetto e rovesciarlo. Se è vero che l’erbaccia non è altro che una pianta nata là dove non è desiderata, allora nel giardino “naturale” è ammissibile che una margheritina sia la pianta voluta, mentre una fucsia sia l’erbaccia. Tutto dipende dal punto di vista: basta non esagerare, però. Come sempre – lo ribadiamo spesso – la dote migliore del giardiniere è l’equilibrio.
Pensiero classico di W. Robinson*
- Il “giardino naturale” è un giardino formato in un ambiente naturale: un boschetto, una macchia di arbusti, un gruppo di alberi o le aree più accidentate dei giardini […]. In quasi tutti i giardini abbiamo una gran quantità di superficie sprecata: spazi aperti nelle piantagioni d’arbusti, sentieri erbosi, siepi di cespugli, aspre scarpate, pendii ecc., su cui normalmente crescono solo erba ed erbacce e che potrebbero invece ospitare una ricca flora.
- Ci sono pochi momenti di comunione con la natura piacevoli quanto il naturalizzare le piante native di paesi che ci interessano molto più di quelli da cui provengono le piante da serra […]. Da ogni regione interessante il viaggiatore può riportare semi e piante, e collocarle accanto alla sua casa come piacevoli souvenir dei diversi luoghi visitati.
- Questo gradevole atto di giardinaggio ha la grande virtù della permanenza. Scegliete un pendio incolto e ingentilitelo con le più belle rampicanti rustiche – per es. la nobile clematide di montagna del Nepal, la dolce Clematis flammula dell’Europa settentrionale, le diverse viti del Canada, il rovo Nutka (Rubus parviflorus e R. odoratus), le numerose varietà britanniche ed europee di vite rustica, di gelsomino, di caprifoglio, e le rose selvatiche. Disposta inizialmente con criterio, la colonia sopra descritta può essere lasciata a se stessa: il tempo non farà che accrescerne la bellezza, e il fortunato possessore può restare lontano per anni e riscoprirla ad ogni ritorno.
* Da: William Robinson, Il giardino naturale, Muzzio ed., Padova, 1990)
Consigli moderni di Alan Titchmarsh*
- Una visita in un bosco naturale nelle nostre vicinanze ci aiuta ad osservare quali sono i disegni che la natura realizza. Le piante crescono e si sviluppano in gruppi e in “correnti”. Tali gruppi raramente sono disposti “a tre” o “a cinque” [come siamo soliti fare]. Esse invece spuntano in grandi quantità e s’infilano fra le altre piante ai loro margini. E ciò che più conta è che gruppi di piante differenti balzano su nel bel mezzo di una “corrente” di una certa specie, così che l’effetto è quello di un arazzo intrecciato. Questo è il disegno “naturale” da emulare.
- L’attrezzo più efficace per un “giardiniere naturale” è la linea curva. Anche se si sta formando un giardino “spontaneo” o “naturale” a lato di un’area più tradizionale o formale, il compito sarà reso più facile mediante l’impiego della linea curva, con la realizzazione di sentieri a serpentina o con bordure arcuate. E’ possibile integrare meglio i due tipi di giardini semplicemente con l’aiuto di curve geometriche. In natura, infatti, raramente s’incontrano angoli retti, mentre al contrario vi sono curve ad ogni passo: rami arcuati verso il suolo, insenature di ruscelli, sentieri e così via.
- Le piante si mettono a dimora in gruppi “a macchie”, curando che si realizzino uno o due “correnti” (o fasce), così che il disegno abbia una sorta di unità.
- Ovviamente, vanno impiegate le piante “giuste” per il posto “giusto”, dopo aver osservato quali sono le condizioni prevalenti del sito: ombreggiato o soleggiato, acquitrinoso o secco, ecc.
- Non si deve commettere l’errore per il quale, siccome si tratta di un giardino “naturale”, allora le piante vanno buttate là alla rinfusa e che poi se la cavino da sole! Occorre invece pensare bene a disposizione, distribuzione e soprattutto alla manutenzione, esattamente come si farebbe in un normale giardino formale.
- E’ ottima cosa usare, in tutto il giardino, dei materiali dall’apparenza “naturale”: per es, per fare un sentiero si utilizzerà della corteccia, non piastrelle. Una recinzione sarà fatta non in metallo o con l’odiata plastica, ma solo in legno, soprattutto con sottili ramoscelli di salice intrecciati. Tuttavia, è bene non esagerare con un eccesso di materiali differenti, altrimenti il giardino sembrerà l’area espositiva di un garden center.
* Da: Alan Titchmarsh, How to be a Gardener, BBC Books, 2005, € 32.
Piante per il giardino “naturale”:
10 piante suggerite da W. Robinson
- Omphalodes verna
- Achillea
- Arabis
- Astrantia
- Centranthus
- Doronicum
- Hypericum
- Malvacee
- Dipsacacee
- Verbascum
10 piante suggerite da A. Titchmarsh
- Cyclamen hederifolium
- Anemone x hybrida
- Sedum spectabile
- Felci
- Ajuga reptans
- Heuchera
- Graminacee
- Digitalis
- Geranium
- Lilium martagon
Nessun commento:
Posta un commento