Negli ultimi tempi, le piante carnivore hanno acquisito sempre più popolarità tra gli appassionati di giardinaggio. E non solo per le loro forme affascinanti, ben lontane dall’immaginario comune che associa a queste varietà storie e leggende terrorizzanti, ma anche per la loro utilità: sono d’aiuto, infatti, nella contenzione di alcuni degli insetti più fastidiosi all’interno delle case. Ma quali sono le tipologie più adatte alla coltivazione in vaso, nonché adattabili al clima italiano?
Di seguito, qualche indicazione sulle varietà più adatte alla coltivazione in vaso, nonché sui consigli generali per la manutenzione. Naturalmente, ogni specie potrebbe presentare esigenze differenti e, per questo, è indicato chiedere un consiglio preventivo al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia.
Per la coltivazione in un clima mediterraneo, sia all’interno delle abitazioni che sul balcone di casa, sono essenzialmente quattro le specie carnivore a cui fare affidamento. La più conosciuta è certamente la Dionaea muscipula, la pianta carnivora che più si avvicina all’immaginario comune su queste specie. Di piccole dimensioni, poco più di 10 centimetri d’altezza, si caratterizza per coppie di foglie a ciglia, dentellate lungo il profilo. Grazie ai colori interni, queste foglie attirano gli insetti che, stimolando con il loro movimento delle setole, provocano la chiusura delle ciglia. Una volta intrappolati, in circa un mese tali insetti vengono decomposti in un nutriente azotato, necessario alla pianta per crescere rigogliosa.
Abbastanza nota è anche la Sarracenia purpurea, specie molto apprezzata per la sua capacità di catturare un gran numero di insetti, grazie a un’infallibile trappola. Le foglie sono allungate sino a formare una sorta di imbuto, alto anche diverse decine di centimetri: gli insetti, storditi dal nettare della pianta, cadono all’interno dell’imbuto stesso, per poi essere digeriti.
Le piante carnivore sono generalmente di facile coltivazione, anche se permane qualche differenza tra una specie e l’altra, da valutare in concerto con il proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia. Ad esempio, tutte possono crescere rigogliose a partire dal seme, ma alcune potrebbero richiedere tempi molto lunghi per l’apparizione dei germogli, per questo si è soliti preferire delle piantine da trapianto. In ogni caso, delle varietà elencate la Drosera capensis è la più semplice da gestire proprio partendo dal seme. Sebbene non richiedano particolari interventi, anche perché queste piante trovano in modo autonomo il loro nutrimento, di tanto in tanto necessitano di blande annaffiature. Anche in questo caso, è necessario mantenere l’acidità del terreno preferendo acqua piovana, da raccogliere nel tempo con opportuni serbatoi.
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