In Italia siamo abituati ad ammirare rigogliose piante di oleandro lungo i cigli autostradali, segno evidente che questo arbusto sempreverde è in grado di crescere bene anche senza ricevere cure quotidiane. Appartenente alla famiglia della Apocynaceae, l’oleandro (Nerium oleander) è caratteristico della macchia mediterranea e vanta un fogliame verde scuro durevole, oltre a fiori molto vivaci e profumati.
La facilità di coltivazione che caratterizza gli oleandri li rende adatti a qualsiasi tipo di habitat, dal parco al giardino casalingo, tanto che possono essere impiegati come vegetazione ornamentale per separare balconi e segnare confini tra un’abitazione e l’altra. Una particolarità riguarda la tossicità delle foglie e delle altre parti dell’arbusto, particolarmente velenose e in grado di provocare diversi effetti collaterali se ingerite anche in piccole dosi a causa degli alcaloidi presenti in quantità abbondante su corteccia e foglie, fiori e semi. È pertanto consigliabile munirsi di apposti guanti da giardinaggio prima di maneggiare la pianta.
L’oleandro fiorisce solitamente nella stagione estiva, tra il mese di giugno e il mese di settembre. I fiori sono semplici o doppi, ma sempre molto appariscenti, e possono essere caratterizzati da tonalità diverse, dal bianco al rosa, dal giallo al rosso. Una volta completata la fioritura, questa pianta è in grado di produrre frutti fusiformi di forma stretta e lunghi anche fino a quindici centimetri, contenenti semi ricoperti da peluria. Una strategia spesso utilizzata per verificare lo stato di salute della pianta, assicurandosi del suo sviluppo, si basa sull’attenta osservazione delle foglie: se sono di dimensioni ridotte e di colore verde chiaro, ad esempio, probabilmente il terreno che ospita l’arbusto è povero di nutrimento e di sali minerali preziosi.
Per quanto riguarda la concimazione, l’oleandro si adatta a molti tipi di clima ma predilige il sole e le temperature miti. Questo arbusto si propaga per talea, prelevata all’inizio della stagione estiva e lasciata radicare immersa nella sabbia. L’impianto, invece, deve essere effettuato nel periodo compreso tra ottobre e marzo.Adatto per essere coltivato sia a terra sia in vaso -in questo caso avendo cura di rinvasare a cadenza annuale – si sviluppa al meglio se vengono soddisfatte alcune esigenze:
- il terreno deve essere ben drenato e leggero;
- le annaffiature devono essere molto abbondanti d’estate soprattutto se la pianta è coltivata in vaso;
- la concimazione ideale prevede il solo utilizzo di sali minerali il fosforo e potassio, da aggiungere al terreno generalmente in primavera e nel mese di settembre.
L’oleandro è soggetto agli attacchi di alcuni parassiti, come afidi e la cocciniglia, tuttavia in assenza di specifici problemi è sufficiente eliminare i rami secchi e privi di foglie durante i mesi invernali. In primavera, invece, è necessario prestare attenzione alla presenza di gemme ed evitare quindi di tagliare i rami in assenza di motivazioni particolari. Per potare l’oleandro, garantendo così uno sviluppo rigoglioso nelle stagioni successive, bisogna usare cesoie affilate e tagliare a una decina di centimetri dalla base. Come accennato, la tossicità di questa pianta rende necessario l’utilizzo di guanti e soprattutto una profonda pulizia degli strumenti utilizzati.
Nessun commento:
Posta un commento