È una delle piante più frequentemente scelte per la creazione di siepi, dato il suo andamento arbustivo e compatto: il lauroceraso non può mancare in un giardino che si rispetti. Elegante e molto folto, permette non solo di decorare gli ambienti esterni in modo facile, ma garantisce anche una privacy pressoché totale grazie alla sua capacità fortemente coprente. Quali sono, di conseguenza, le sue necessità di cura, di coltivazione e di manutenzione della siepe?
Prima di cominciare, come consuetudine, è comunque necessario chiedere consiglio al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, per verificare la compatibilità della pianta con il clima tipico del proprio luogo di residenza. Di seguito, qualche consiglio utile.
Il Prunus lauroceraus è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Rosacee. Dal portamento arbustivo molto fitto, il suo nome deriva dalla somiglianza ad altre due piante: l’alloro, ovvero il laurus, e il ciliegio, ovvero il cerasus. Tale similitudine si esprime per la prima varietà con la forma e la lucidità delle foglie, mentre per la seconda con i piccoli e caratteristici fiori. Originario dell’Asia Minore e dell’Europa Orientale, questa siepe è giunta in Italia solo nel diciassettesimo secolo.Il lauroceraso è una pianta normalmente molto alta, tanto che può raggiungere gli 8-13 metri, anche se per l’uso come siepe viene frequentemente potata e i rami mantenuti all’altezza desiderata. La varietà si caratterizza per una natura cespugliosa, molto fitta, dotata di tanti piccoli rami che ne costituiscono una vera e propria parete. Proprio per questa caratteristica, è ideale per la costruzioni di siepi, poiché mantiene in modo egregio la privacy. Le foglie sono ovali e di verde scuro, dal profilo molto lucido, e ricordano da vicino quelle dell’alloro. La pianta produce anche dei fiori dalla conformazione a racemo, con raggruppamenti di piccoli esemplari bianchi, dal tipico odore acido. Vengono prodotti anche dei frutti, delle piccole drupe che possono assumere colorazioni dal rosso al bluastro, non commestibili.Coltivato unicamente a scopo ornamentale, prima di scegliere questo arbusto bisogna valutarne attentamente l’opportunità: le foglie e i frutti sono infatti tossiche per ingestione, data la presenza di acido cianidrico. Un fatto da prendere in considerazione se il giardino viene frequentato da bambini e animali domestici, sebbene questi ultimi siano soliti non avvicinarsi alla pianta, poiché il profumo tipico dei fiori è per loro poco gradevole.
Poiché scelto principalmente per la creazione di siepi, il lauroceraso è una varietà quasi esclusivamente da giardino. È comunque possibile coltivarlo anche in vaso, anche se le applicazioni sono assai limitate: non è una pianta adatta alla casa, proprio perché il suo profumo pungente potrebbe risultare fastidioso in ambienti chiusi. In ogni caso, l’arbusto predilige terreni mediamente acidi e altamente drenanti, ricchi di concime organico come il compost e privi di ristagni. A questo scopo, si può ricorrere alla classica soluzione del letto di cocci o ghiaia o, ancora, alle palline di argilla espansa. Il clima preferito è invece quello mediamente temperato, come quello del Mediterraneo, e l’esposizione è perlopiù diretta al sole.La coltivazione può avvenire per seme o per talea, possibilità quest’ultima ben più diffusa poiché il nuovo esemplare manterrà le caratteristiche genetiche della pianta originaria. È sufficiente tagliare dei rametti di circa una ventina di centimetri, lasciare pochissime foglie e inserire in un composto di sabbia e torba per circa un mese. Quando l’apparato radicale sarà ben sviluppato, la piantina potrà essere trasferita in dimora definitiva. Ancora, si può ricorrere a esemplari d’acquisto, da distribuire in filari, distanziando ogni elemento di circa 70 centimetri.
Le annaffiature non sono frequenti, tanto che nelle zone a Nord d’Italia possono essere sufficienti anche i semplici fenomeni temporaleschi, anche se potrebbero farsi più frequenti con l’arrivo dell’estate. La potatura, invece, avviene all’inizio della primavera oppure a fine agosto, evitando di recidere le piantine più giovani, modellando la forma della siepe a seconda del proprio gradimento. Il lauroceraso, infine, può essere soggetto all’azione di parassiti come la cocciniglia e molti altri, nonché a malattie quali l’oidio, funghi e molto altro ancora. Per questa ragione, è utile ricorrere sia a prodotti repellenti che evitare di inumidire troppo le foglie, poiché potrebbero costituire l’habitat ideale per la formazione delle muffe.
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