Un frutteto che dia a rotazione frutta fresca per 365 giorni l’anno non è certo per tutti, né sarebbe facile da gestire: occorrerebbe un grande appezzamento di terra e una cura diligente degli alberi, oltre che molto tempo da potervi dedicare. Ma il frutteto è un po’ un giardino sublimato: stupisce con i fiori e poi regala dei doni preziosi, alcuni dei quali sono dei veri gioielli, perciò vale la pena scegliere anche pochi alberi, ma quelli giusti.
Prima della coltivazione industriale della frutta, erano numerosissime le varietà reperibili, che venivano scambiate a titolo di dono tra nobili e signori. Per secoli il mondo si è retto sulla coltivazione e conservazione di varietà di frutta magari non “bella” come quella che troviamo oggi al supermercato, e a volte neanche troppo buona, ma indispensabile per alimentarsi fino alla fruttificazione successiva di altri tipi di frutta, o alla produzione del formaggio, alla macellazione del bestiame da allevamento e così via.
Oggi è sempre più forte l’interesse per i frutti perduti e ritrovati, così le varietà tradizionali sono diventate molto ambite. Ma al tempo stesso si sperimentano anche nuove colture, come i frutti esotici nel Meridione, rese possibili dall’innalzamento delle temperature.
Un frutteto rende felici
In tempi antichi veniva tenuto separato dall’orto, e si chiamava pomarium (giardino dei “pomi”, cioè delle mele), proprio perché la mela è considerato il frutto per eccellenza (in Occidente).
Curare un frutteto è quasi un compito divino, e la ricompensa che se ne trae è persino superiore a quella che regala un giardino. Gli alberi da frutta sono eleganti, decorativi e possono essere usati in giardino alla stregua degli altri alberi ornamentali. Inoltre la maggior parte degli alberi da frutta ha una dimensione relativamente inferiore rispetto ad altri alberi, come pini, platani o tigli, perciò possono essere inseriti anche in piccoli giardini.
Meno spazio avete più è consigliabile distanziare i periodi di fruttificazione, in modo da non avere troppa frutta in primavera e poca in autunno. Fatevi guidare dall’aritmetica: calcolate di quanto spazio potete disporre e quanti alberi potete piantare: selezionate non solo quelli che amate di più, ma fate in modo che non fruttifichino tutti nello stesso periodo.
Albicocche
Tra i primi frutti della primavera ci sono le albicocche. L’albicocco ama terreno fertile e umido, ha bisogno di una solida potatura di impostazione all’atto della piantagione e nei tre anni successivi. In seguito una certa densità della chioma non fa male alla maturazione del frutto. La chioma comunque non è affatto compatta, anzi, l’ombra dell’albicocco è assai gradevole in estate, e quindi un luogo ideale per posizionare un tavolo e delle sedie.
Il fogliame è molto bello e raffinato, e se agitato dal vento produce un fruscio molto piacevole. L’albicocco è anche facile da scalare, per la gioia dei bambini e di chi vuole raccogliere i frutti a mano.
Purtroppo prima o poi tutte le piante tendono ad ammalarsi di gommosi e devono essere sostituite. Quando l’albero è malato, non produce più frutta e diventa attaccabile da funghi e altri parassiti, senza contare che può diventare instabile.
La frutta è poi poco serbevole, e va conservata sotto spirito o come marmellata. La produzione è infatti abbondantissima, anche su un solo esemplare, e talvolta è impossibile consumarla tutta.
Cura del pesco
Molto spesso si rinuncia al pesco perché richiede una certa quantità di cure, che si moltiplicano in regioni calde e afose. Decisamente sconsigliato dove le temperature non scendono sotto i 7 °C per almeno 40-50 giorni l’anno. Tuttavia non ama estati umide.
Occorre somministrare una buona quantità di azoto e sufficiente potassio perché i frutti siano migliori, più dolci e saporiti. È importante anche il trattamento antiparassitario, che dovrebbe essere prima di tutto preventivo con macerati di ortica ed eventualmente con trattamenti a base di neem. Temibili la “bolla del pesco” e la botrite, contro cui esistono sia dei rimedi biologici, sia dei preparati chimici (in quel caso rispettate però il tempo di decadenza previsto dall’etichetta prima di raccogliere la frutta). Ci sono poi altre avversità, come gli uccelli e gli insetti che mangiucchiano la polpa.
In verità si tratta di un albero impegnativo, ma dai frutti davvero squisiti, che tra l’altro possono essere conservati come confetture o sotto spirito, o anche essiccati. I raccolti sono sempre molto abbondanti, e occorre sfoltirli anche dopo la cascola naturale. Abitualmente se ne lascia uno per grappolo.
Un frutteto che dia a rotazione frutta fresca per 365 giorni l’anno non è certo per tutti, né sarebbe facile da gestire: occorrerebbe un grande appezzamento di terra e una cura diligente degli alberi, oltre che molto tempo da potervi dedicare. Ma il frutteto è un po’ un giardino sublimato: stupisce con i fiori e poi regala dei doni preziosi, alcuni dei quali sono dei veri gioielli, perciò vale la pena scegliere anche pochi alberi, ma quelli giusti.
Prima della coltivazione industriale della frutta, erano numerosissime le varietà reperibili, che venivano scambiate a titolo di dono tra nobili e signori. Per secoli il mondo si è retto sulla coltivazione e conservazione di varietà di frutta magari non “bella” come quella che troviamo oggi al supermercato, e a volte neanche troppo buona, ma indispensabile per alimentarsi fino alla fruttificazione successiva di altri tipi di frutta, o alla produzione del formaggio, alla macellazione del bestiame da allevamento e così via.
Oggi è sempre più forte l’interesse per i frutti perduti e ritrovati, così le varietà tradizionali sono diventate molto ambite. Ma al tempo stesso si sperimentano anche nuove colture, come i frutti esotici nel Meridione, rese possibili dall’innalzamento delle temperature.
Oggi è sempre più forte l’interesse per i frutti perduti e ritrovati, così le varietà tradizionali sono diventate molto ambite. Ma al tempo stesso si sperimentano anche nuove colture, come i frutti esotici nel Meridione, rese possibili dall’innalzamento delle temperature.
Un frutteto rende felici
In tempi antichi veniva tenuto separato dall’orto, e si chiamava pomarium (giardino dei “pomi”, cioè delle mele), proprio perché la mela è considerato il frutto per eccellenza (in Occidente).
Curare un frutteto è quasi un compito divino, e la ricompensa che se ne trae è persino superiore a quella che regala un giardino. Gli alberi da frutta sono eleganti, decorativi e possono essere usati in giardino alla stregua degli altri alberi ornamentali. Inoltre la maggior parte degli alberi da frutta ha una dimensione relativamente inferiore rispetto ad altri alberi, come pini, platani o tigli, perciò possono essere inseriti anche in piccoli giardini.
Meno spazio avete più è consigliabile distanziare i periodi di fruttificazione, in modo da non avere troppa frutta in primavera e poca in autunno. Fatevi guidare dall’aritmetica: calcolate di quanto spazio potete disporre e quanti alberi potete piantare: selezionate non solo quelli che amate di più, ma fate in modo che non fruttifichino tutti nello stesso periodo.
In tempi antichi veniva tenuto separato dall’orto, e si chiamava pomarium (giardino dei “pomi”, cioè delle mele), proprio perché la mela è considerato il frutto per eccellenza (in Occidente).
Curare un frutteto è quasi un compito divino, e la ricompensa che se ne trae è persino superiore a quella che regala un giardino. Gli alberi da frutta sono eleganti, decorativi e possono essere usati in giardino alla stregua degli altri alberi ornamentali. Inoltre la maggior parte degli alberi da frutta ha una dimensione relativamente inferiore rispetto ad altri alberi, come pini, platani o tigli, perciò possono essere inseriti anche in piccoli giardini.
Meno spazio avete più è consigliabile distanziare i periodi di fruttificazione, in modo da non avere troppa frutta in primavera e poca in autunno. Fatevi guidare dall’aritmetica: calcolate di quanto spazio potete disporre e quanti alberi potete piantare: selezionate non solo quelli che amate di più, ma fate in modo che non fruttifichino tutti nello stesso periodo.
Albicocche
Tra i primi frutti della primavera ci sono le albicocche. L’albicocco ama terreno fertile e umido, ha bisogno di una solida potatura di impostazione all’atto della piantagione e nei tre anni successivi. In seguito una certa densità della chioma non fa male alla maturazione del frutto. La chioma comunque non è affatto compatta, anzi, l’ombra dell’albicocco è assai gradevole in estate, e quindi un luogo ideale per posizionare un tavolo e delle sedie.
Il fogliame è molto bello e raffinato, e se agitato dal vento produce un fruscio molto piacevole. L’albicocco è anche facile da scalare, per la gioia dei bambini e di chi vuole raccogliere i frutti a mano.
Purtroppo prima o poi tutte le piante tendono ad ammalarsi di gommosi e devono essere sostituite. Quando l’albero è malato, non produce più frutta e diventa attaccabile da funghi e altri parassiti, senza contare che può diventare instabile.
La frutta è poi poco serbevole, e va conservata sotto spirito o come marmellata. La produzione è infatti abbondantissima, anche su un solo esemplare, e talvolta è impossibile consumarla tutta.
Tra i primi frutti della primavera ci sono le albicocche. L’albicocco ama terreno fertile e umido, ha bisogno di una solida potatura di impostazione all’atto della piantagione e nei tre anni successivi. In seguito una certa densità della chioma non fa male alla maturazione del frutto. La chioma comunque non è affatto compatta, anzi, l’ombra dell’albicocco è assai gradevole in estate, e quindi un luogo ideale per posizionare un tavolo e delle sedie.
Il fogliame è molto bello e raffinato, e se agitato dal vento produce un fruscio molto piacevole. L’albicocco è anche facile da scalare, per la gioia dei bambini e di chi vuole raccogliere i frutti a mano.
Purtroppo prima o poi tutte le piante tendono ad ammalarsi di gommosi e devono essere sostituite. Quando l’albero è malato, non produce più frutta e diventa attaccabile da funghi e altri parassiti, senza contare che può diventare instabile.
La frutta è poi poco serbevole, e va conservata sotto spirito o come marmellata. La produzione è infatti abbondantissima, anche su un solo esemplare, e talvolta è impossibile consumarla tutta.
Cura del pesco
Molto spesso si rinuncia al pesco perché richiede una certa quantità di cure, che si moltiplicano in regioni calde e afose. Decisamente sconsigliato dove le temperature non scendono sotto i 7 °C per almeno 40-50 giorni l’anno. Tuttavia non ama estati umide.
Occorre somministrare una buona quantità di azoto e sufficiente potassio perché i frutti siano migliori, più dolci e saporiti. È importante anche il trattamento antiparassitario, che dovrebbe essere prima di tutto preventivo con macerati di ortica ed eventualmente con trattamenti a base di neem. Temibili la “bolla del pesco” e la botrite, contro cui esistono sia dei rimedi biologici, sia dei preparati chimici (in quel caso rispettate però il tempo di decadenza previsto dall’etichetta prima di raccogliere la frutta). Ci sono poi altre avversità, come gli uccelli e gli insetti che mangiucchiano la polpa.
In verità si tratta di un albero impegnativo, ma dai frutti davvero squisiti, che tra l’altro possono essere conservati come confetture o sotto spirito, o anche essiccati. I raccolti sono sempre molto abbondanti, e occorre sfoltirli anche dopo la cascola naturale. Abitualmente se ne lascia uno per grappolo.
Molto spesso si rinuncia al pesco perché richiede una certa quantità di cure, che si moltiplicano in regioni calde e afose. Decisamente sconsigliato dove le temperature non scendono sotto i 7 °C per almeno 40-50 giorni l’anno. Tuttavia non ama estati umide.
Occorre somministrare una buona quantità di azoto e sufficiente potassio perché i frutti siano migliori, più dolci e saporiti. È importante anche il trattamento antiparassitario, che dovrebbe essere prima di tutto preventivo con macerati di ortica ed eventualmente con trattamenti a base di neem. Temibili la “bolla del pesco” e la botrite, contro cui esistono sia dei rimedi biologici, sia dei preparati chimici (in quel caso rispettate però il tempo di decadenza previsto dall’etichetta prima di raccogliere la frutta). Ci sono poi altre avversità, come gli uccelli e gli insetti che mangiucchiano la polpa.
In verità si tratta di un albero impegnativo, ma dai frutti davvero squisiti, che tra l’altro possono essere conservati come confetture o sotto spirito, o anche essiccati. I raccolti sono sempre molto abbondanti, e occorre sfoltirli anche dopo la cascola naturale. Abitualmente se ne lascia uno per grappolo.
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